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‘Caro Aliberth, puoi stampare questo mio articolo, così che anche altri possano leggerlo all’inizio dei loro incontri di meditazione. Se si trovano in un ambiente chiuso, possono fare un cerchio intorno ad una candela, oppure se sono all’aperto, devono rivolgere il loro sguardo all’orizzonte…’ www.atmanyoga.it (f.vallicelli@racine.ra.it)
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Scoprire nello spazio profondo, su quel solitario meteorite di ghiaccio, la danza della luce solare che forma geometriche strutture cristalline immerse in gocce oleose di idrocarburi spiraleggianti, e guardare il cammino dal piano minerale al piano biologico fino all'emergere della vita batterica. Assistere così alla continuità di questo cammino dell'universo che diventa vivo, e di lì in pochi anni, che si fa umano, e che si trasforma in ciò che sei proprio tu. Loro dicono che la Coscienza Suprema divenne l’Uomo Cosmico che si trasformò in universo e che divenne essere umano... . .. Continuità, reversibilità, ricreazione ciclica, è la Ruota, tante volte raffigurata, della Legge Cosmica, sacra per indù e buddhisti, è il dharma. Possiedi il senso del tempo lungo? Turaz mi scrive di "approfondire"... Ma come? Ho il sospetto che non sia possibile in un forum, ciò che potrei fare è già stato fatto, da me con atmanyoga o da tanti altri. Ho l'impressione che approfondendo istanti di interiore vissuto si sia "reali", Ascolto, ascolto, questo tremore sonoro dentro il mio petto... qualche minuto al massimo, poi la mente passa ad altro. Non c'è scampo! Non c'è scampo? La mente sempre passa ad altro, si distrae con facilità, non si sofferma, non contempla, rincorre il tempo... ma è il movimento di questa mente che genera il tempo, e frenetica lo rincorre, come un gatto che si morde la coda! Quando la mente si ferma su un punto è segno che ha trovato "qualcosa che non va bene", è segno che sta diventando ossessionata, paranoica, stressata da qualche nuovo e vecchio problema. Questa mente "normale" o è distratta e vaga da una cosa ad un'altra o è preoccupata: così non va. Questa mente è la mia vita, se fosse possibile un'altra mente allora sarebbe possibile un'altra vita. L'avete scoperta anche voi quest'altra mente, alcuni mistici l'hanno chiamata non-mente o mente zen o buddhità, quindi dedichiamoci a coltivarla, a radicarla nella nostra realtà. Nel paesino di Olzai mi incammino per il sentiero che sale su in montagna, qui la vegetazione è fitta, alberi e cespugli si attorcigliano a enormi massi granitici che affiorano dal terreno (...). Supero la cresta del monte e trovo una piccola grotta che mi attira per la meditazione e il pranzo. Acqua, pesche, un pezzo di formaggio, un pezzo di pane; (quando vado in treeking spesso mi preparo dei panini al formaggio, altre volte, come questa, mi "preparo" a mangiare un pezzo di formaggio con un pezzo di pane... trovo una "differenza" in queste mie due modalità di prepararmi il nutrimento... poi con me ho portato un po' di cibo per il bosco, come fa anche Bepy… Nascosto alla vista verso valle ci deve essere un gregge, mi giungono i suoi scampanellii, dal sonoro e breve "Glong-glong" al tenorile "Deeng-deeng" al cristallino e lungo "Tiiiin-tiiiin", questi suoni mi ricordano(?) un tempio buddhista. Questa terra come altre terre, questo tempo come altri tempi, migliaia di anni fa, tra le montagne affiorate dagli oceani, pecore, pastori, alberi, spiriti, monaci. Un’unica storia, la stessa. COMMENTO di Aliberth: Riempie il cuore, il sentire che anche altre singole persone hanno avuto “l’esperienza”…, e che non si è del tutto soli, in questa meravigliosa landa purtroppo assai poco popolata che è l’auto-conoscenza o ‘consapevolezza’. Come ben dimostra il nostro amico Fabio, nella contemplazione sistematica del proprio ‘sé’ si arriva a sperimentare quello stato di puro stupore e meraviglia, chiamato ‘vacuità’ – che è appunto il tempo-senza-tempo e spazio-senza-spazio. Il difficile sta, poi, nel saper ricollegare quella esperienza alla vita di tutti i giorni, per riunire l’Assoluto con il relativo, e riportare il nostro vero ‘Io-sono’ nella dinamica duale e caotica dell’esistenza karmica… E questo è lo scopo, arduo ma non impossibile, della pratica del Dharma…, ed è anche il compito, improbo ma non irrealizzabile, dell’insegnante spirituale il quale, dopo averlo già sperimentato su se stesso, si sforza di trasmettere questo stato ai suoi confratelli, cercando di aiutarli a liberarsi dall’angoscia e dalla sofferenza samsarica che costantemente permea questo mondo ed i suoi abitanti… | |||||||||||||