Testimonianze

 

Il suono del silenzio
Di Daniela Poetyca
 

Tratto da Facebook

 

Siamo tutti abituati a riempire la nostra vita con pensieri a ciclo continuo, con suoni che possano offrire una condizione che non dia spazio al silenzio, spesso riempiendo tutto lo spazio con pensieri e parole o con musica,magari rumorosa ed inconsapevolmente non ci si accorge che essa non è confacente alla nostra ricerca d’armonia. Spesso si escogita un modo che ci tolga dal disagio o da quell’imbarazzo che nasce tra due persone qualora, non si parlasse, come se l’assenza di parola sia vissuto con assenza di significato e se siamo soli, sfuggendo quanto si possa concepire come “ suono del silenzio”. Un suono a molti sconosciuto eppure fondamentale per il nostro ritrovare senso a quel che siamo.

Si teme il silenzio come se contenesse un inganno, un precipizio verso il vuoto e dal quale non sapersi difendere. La nostra vita, riempita dalla corsa alla costruzione di una personalità esteriore, al dare energie alle apparenze, ha perso il fondamentale valore di “contatto con se stessi” e con la natura. Non sappiamo infatti ascoltare la mente contemplativa,quella parte interiore che si possa armonizzare proprio attraverso la ricerca del silenzio, essa è la nostra parte più autentica e ricca di intuizioni e luce. Essa è una goccia che ci collega all’oceano, solo il silenzio contiene un cordone ombelicale che ci conduca dove non esiste spazio/tempo e tutto è intuizione, lampo d’infinito che si manifesta nel qui ed ora.

E’ la percezione, il continuo fluire di pensieri ad emarginare la mente contemplativa e :se in questo istante pensassimo alla mente contemplativa saremmo intrappolati dalle facoltà analitiche e dalla memoria o immaginazione, ci spingeremmo a fare paragoni tra noi stessi ( il nostro disvalore), chi è illuminato ed irraggiungibile perché allenato all’ascolto del silenzio e alla meditazione. Invece di mettere in pratica tale ascolto saremmo impegnati a pensare. L’unica opportunità possibile sarebbe quella di sedersi in silenzio, per udire il suono di quanto accada intorno, di quella armonizzante quiete che si attiverebbe dando vigore al corpo e chiarezza alle emozioni spesso confuse e contaminate dal giudizio.

Riuscire a raggiungere il ronzio, quasi metallico del silenzio, senza per questo andarlo a cercare come finalità di meditazione, è come udire se stessi pensare, come se si trattasse di un nostro inter-locutore, un modo di essere osservatori affacciati alla balaustra della nostra mente. Ascoltare il suono del silenzio è possibile anche in una situazione in cui si è circondati da persone, in realtà il silenzio è una nostra condizione interiore: è calma e vacuità è lasciare andare l’irrequietezza e la voglia di raggiungere un fine, è distanza dal mondo duale della personalità. La comunicazione è il frutto di un silenzio che sia attraversamento del nostro ascolto interiore, di un'opportunità nata dal riflettere e comprendere - dove gli altri non siano appiglio o proiezione di sé - ma compagni di viaggio che sappiano apprendere con noi la sfida del vivere giorno per giorno. La parola è verbo vivo e con la parola si scagliano sassi che colpiscono bersagli, a noi farne frecce di offesa o aquiloni che colorano il cielo della nostra anima. La parola è rispetto, discrezione, ma oltre la nostra parola, a volte imposta, il nostro desiderio di dominare, l’attaccamento ad ogni forma di apparenza e potere, è importante avere la capacità di donare ascolto in noi stessi di creare uno spazio che attraverso la vacuità sia contenitore empatico per l’ascolto, dove il silenzio ci regali una particolare capacità di attenzione per le parole interiori degli altri, per il saper decifrare energie che ci avvolgano e ci offrano il dono della sincronicità e della scoperta di una dimensione sconosciuta.

Dopo una pausa allora si è capaci di occasioni migliori. Se dalla musica con il valore offerto alle pause, capaci di imprimere valore ed armonia alle note sul pentagramma e alla loro esecuzione, scorgiamo quello che emerge dalla fisica l’interconnessione tra pianeti e la loro emissione di suoni, l’armonia e l’energia che si manifesta, passiamo semplicemente alla nostra esperienza di osservazione e attenzione rivolta a noi stessi, abbiamo mai considerato quella " pausa" tra un respiro e l'altro?

Eppure è motivo di ricerca profonda. La meditazione è silenzio, capacità di accogliere senza fretta e rumore, ma il suono " mistico" dato dal respiro, forse, o dal cuore ha una particolarità - è vissuto come uno strano scampanellio, è illusorio? Non per gli induisti che ne traggono persino una sorta di indicazione. Si dice che i chakra o " ruote energetiche" emettano dei suoni, misurabili in hertz. Allora anche il silenzio ci offre dei suoni, oltre al respiro avvertiamo il battito cardiaco.

Il concentrarsi su di sé ci armonizza a questo. Ma anche le galassie emettono dei suoni (registrati con dei potentissimi apparecchi elettronici). Credere ad un silenzio assoluto è ingannevole. Anche i sentimenti potrebbero emettere una valenza energetica, emissioni in hertz e magari dei suoni non percepibili a livello consapevole. Così come potrebbero emettere una gamma di colori legati all’aura. Tutto è meraviglia e non possiamo che considerane il valore. Dunque anche il silenzio, apparentemente vuoto contiene il Tutto. Noi siamo microcosmo e parte di quel Tutto che è la meta da raccogliere per essere armonia nel silenzio.Soprattutto ci si potrebbe soffermare su come dal Caos si sia arrivati all’armonia attraverso un suono,considerato come “suono del silenzio” ossia l’ ‘OM…
Si dice che OM (AUM) sia il suono seme, la vibrazione creativa dell'energia Shakti. OM è il "suono del silenzio". Un silenzio necessario per riscoprirci gocce di un immenso mare, manifestazione che trova il proprio senso attraverso l’ascolto, il rendersi contenitori vuoti, canne di un flauto che emetta il suono dell’OM, questo è possibile se ci si distacca dalla personalità e si trova il valore della mente contemplativa.

Suono è equilibrio se esso emette delle note assonanti: Esistono tecniche di equilibratura dei chakra che si basano sulla musicoterapia ed anche i mantra sono capaci di far vibrare alcuni chakra, inoltre essi sono presi in esame dal Mantra Yoga al Raja yoga o Yoga della Meditazione. Non tentiamo di rifuggire il silenzio, la nostra parte più vera ma ricerchiamola e con onestà alimentiamone il valore profondo perché solo così possiamo essere costruttori del legame con il Divino e la nostra vera natura.

09-04-2007