Testimonianze

La felicità
di Achaan Thanavaro
tratto da "Cuore a cuore" - Ubaldini

 
  

La felicità è l'obiettivo degli esseri umani. La felicità e il benessere sono l'obiettivo di tutti gli esseri viventi. Tutte le creature viventi vogliono conservare la propria esistenza. Non vogliamo ammalarci, non vogliamo morire. Vogliamo sopravvivere e, possibilmente, vivere per sempre. Perché istintivamente ci sentiamo minacciati: è qualcosa di insito nella nostra costituzione fisica e mentale, un meccanismo che ci protegge da ciò che è dannoso.

Gli esseri umani hanno la capacità di svilupparsi pienamente a tutti i livelli, non solo a livello fisico, ma anche a livello mentale, emotivo, morale e sociale. Abbiamo la grande capacità di usare la nostra intelligenza e di esprimere il nostro potenziale, così da pervenire a una piena comprensione della nostra natura, della nostra posizione nel mondo e nell'universo.

Questo è il grande dono della nascita umana, un evento prezioso. Dobbiamo affrontare il compito di allenarci, maturare, crescere e giungere a una migliore comprensione di chi siamo, del significato della vita. Esiste uno scopo? Come posso usare l'istinto di sopravvivenza per la mia salute, al di là dei limiti imposti dalla nostra paura di creature mortali?

E’ ovvio che, finché reagiamo a livello istintuale, saremo trascinati dalle forze del desiderio, delle abitudini coatte, delle volizioni condizionate dai ricordi del passato. Queste forze agiscono nella vita quotidiana, e nella vita quotidiana ci sforziamo di raggiungere la felicità.

Tentiamo di stare a nostro agio in un mondo fondamentalmente insicuro. La vita presenta un altro grado di incertezza. Pensate al futuro, provate a immaginare il vostro futuro: quanto ne potete realmente sapere? Potete proiettare ideali, aspirazioni e desideri, potete rendere il futuro un po' più luminoso pensando in modo positivo. All'interno dei nostri pensieri, desideri e convinzioni, possiamo piantare il seme di un futuro migliore. Pensando in modo positivo ci alleniamo a intraprendere un cammino basato sul principio della condivisione, del dono, della fiducia. Noi siamo i creatori, e ciò che sperimentiamo nel presente è il risultato di ciò che abbiamo creato nel passato.

Se davvero ci vediamo come creatori, i creatori della nostra vita, ci stiamo davvero assumendo la piena responsabilità di ciò che facciamo, pensiamo e diciamo. Assumersi la responsabilità di se stessi è assumersi la responsabilità degli altri, della società, del mondo in cui viviamo. è della massima importanza giungere alla comprensione della relazione causale tra il passato, il presente e il futuro. Ciò che abbiamo fatto in passato condiziona il presente, ciò che facciamo del presente condiziona il futuro. La forza, la volontà che troverà espressione nel futuro e gli darà forma deve essere esperita qui e ora.

Pratichiamo l'attenzione, la consapevolezza. Osserviamo, discriminiamo, ponderiamo, sveliamo, scopriamo e comprendiamo la natura di tutto ciò che sorge. La reale comprensione del sorgere delle condizioni pone l'accento sulla necessità di essere consapevoli, responsabili di ciò che esperiamo nel presente. In questo modo facciamo esperienza della forza creativa che dà forma alla nostra vita, che ne determina il corso e che influenza la vita di altre persone. Viviamo la nostra vita assieme ad altri, per cui siamo tutti in relazione, tutti collegati da un rapporto di interdipendenza. Questa rete di relazioni costituisce la società.

Come possiamo dare felicità a noi stessi e alla società, dove è così facile essere corrotti, tentati, manipolati? "Associarsi ai saggi e non agli stolti": questo ci darà la felicità. è un consiglio semplicissimo, vero? è ciò che il Buddha consiglia a tutti noi. è bene cercare l'amicizia dei saggi, dato che veniamo troppo facilmente persuasi a seguire la via sbagliata, veniamo corrotti e tentati assai agevolmente. Non abbiamo la forza, e la disciplina morale, di dire semplicemente: "No".

La verità buddhista è il risultato della comprensione della nostra interdipendenza, della comprensione che sperimenteremo le conseguenze delle nostre azioni. Siamo influenzati dalle persone che vivono con noi e attorno a noi. Gli eventi che viviamo sono prodotti da una causa, da qualcosa che abbiamo fatto in passato, qualcosa che noi stessi abbiamo promosso a livello mentale o a livello pratico, attraverso le parole o le azioni.

Nel corso della vita possiamo imparare dalle nostre frequentazioni passate, e forse avrete notato che adesso trascorrete il tempo in maniera diversa da dieci anni fa. Dieci anni fa forse eravate soliti giocare a bridge e bere whisky, ma adesso la maturità vi ha condotti verso nuovi lidi. Avete fatto delle scelte. Siete pronti a camminare da soli, a perdere i vecchi amici e a unirvi ai nuovi, sulla base del principio esposto dal Buddha: "Associarsi ai saggi e non agli stolti, ecco ciò che vi darà la felicità".

Se riflettiamo sul nostro passato, possiamo vedere che a causa di frequentazioni sbagliate ci siamo trovati nei guai. Oggi sono entrato nella prigione di Mount Eden. Sono stato invitato ad andare a trovare un giovane di Singapore che si professa buddhista. E’ accusato di cospirazione e fa parte di un gruppo di quattro persone che, sebbene si dichiarassero suoi amici, si sono rivelati i suoi peggiori nemici. I suoi amici sono stati accusati di spaccio di eroina per un valore di sei milioni di dollari. Sono stati catturati, e con loro è stato arrestato questo giovane. Nel suo cuore si dichiara innocente, e infatti è abbastanza inconsapevole della gravità della situazione. Probabilmente avrà una condanna all'ergastolo. Se fossero stati arrestati a Singapore, a quest'ora sarebbero già stati impiccati, perché in quello stato è prevista la pena di morte per i trafficanti di stupefacenti. Vedete come la frequentazione di amici immorali può condurre alla rovina.

Vivere in una società come la nostra fa sì che siamo in certa misura influenzati da valori promossi dai media, dall'ambiente di lavoro, dalla famiglia. Valori che spesso si oppongono e contrastano la nostra formazione culturale. Troppo spesso ci siamo fidati e troppo spesso dobbiamo piegare a compromessi i nostri ideali. E’ importante conservare il discernimento riguardo alle nostre azioni. è importante la comprensione di come ci comportiamo nelle relazioni.

Ma l'attenzione può essere solamente il risultato di una pratica, la pratica della consapevolezza. Consapevolezza nel pensiero, consapevolezza nella parola, consapevolezza nell'azione. Perciò pratichiamo la consapevolezza lungo tutta la vita facendo un passo alla volta, osservando la nostra coscienza di momento in momento. In questo modo pratichiamo con spontaneità.

La pratica non va vista come un compito al di là delle nostre possibilità. E’ qualcosa che è in nostro potere gestire, e capirlo è fondamentale. Intendiamo rendere la nostra pratica 'amministrabile'. Così non saremo costantemente frustrati per non essere ciò che ci piacerebbe o che pensiamo dovremmo essere. Inoltre, in questo modo blocchiamo l'autogiustificazione che è il risultato del non ammettere a noi stessi che, dopo tutto, non siamo perfetti. L'abbandono dell'orgoglio e dell'egoismo è il risultato di un alto grado di umiltà, ed è grazie all'umiltà che impariamo dalle lezioni della vita.

Essere umili significa anche essere capaci di ricevere ciò che la vita porta con sé. Spesso sperimentiamo sofferenza, sconfitta, spesso ci dobbiamo ritirare o ci sentiamo imbarazzati. Sono le implicazioni della vita. Anche quando la vita diventa difficile, quando ci sembra ingiusta, possiamo utilizzare le vicissitudini per imparare a far fronte alle difficoltà con dignità. Possiamo effettivamente cambiare e raggiungere un più alto livello di quiete. Quiete nel mezzo della confusione, nel mezzo delle difficoltà, quiete mentre soffriamo e ci lamentiamo. Questa quiete è una qualità della consapevolezza determinata dal rimanere testimoni del contenuto della mente, del contenuto della coscienza. Per riuscirci, dobbiamo uscire dal continuo e casuale flusso di pensieri che ci coinvolge in opinioni errate e attraverso il quale pensiamo a noi stessi in termini di io e mio.

Faremo della vita un'esperienza migliore se siamo capaci di usare davvero la nostra mente, di usare la comprensione e l'intelligenza per essere liberi, per risolvere i conflitti, per porre termine alla paura e all'impulso istintuale.

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*) Mario Thanavaro è un qualificato maestro di meditazione vipassana. Si è formato nella Scuola Theravada secondo la tradizione dei Maestri della  Foresta di Achaan Chah e Achaan Sumedho. Nel 1990 ha fondato il monastero Santacittarama (Il giardino del cuore sereno) di cui è stato abate per 6 anni. Negli ultimi 30 anni ha incontrato e ricevuto preziosi insegnamenti da moltiMaestri tra i quali: S.S. il Dalai Lama, S.S. il Karmapa, il Ven. Kirti Tsenshab Rinpoche, Krishnamurti, Namkai Norbu e il maestro mahayana Hsuan Hua.

Ha ricoperto la carica di presidente dell’Unione buddhista Italiana (U.B.I) e di Vicepresidente della Fondazione Maitreya.Tornato alla stato laicale dopo 18 anni di vita monastica,oggi è presidente dell’Associazione Amita Luce Infinita. Come amico e guida spirituale assiste coloro che camminano sul sentiero del Risveglio e nel contempo cercano di essere d’aiuto agli altri.

E’ autore di diversi libri tra i quali: “Non creare altra sofferenza”, “Verso la Luce”, “Da cuore a cuore”, “Uno sguardo dall’arcobaleno” e “Meditiamo insieme” editi da Ubaldini. Per Promolibri Magnanelli ha pubblicato:"La via del pellegrino - Visita ai luoghi sacri del Buddha".       

               Per informazioni sugli incontri di Thanavaro, www.amitaluceinfinita.it