Nel mensile Capitolino “13°-In”, abbiamo trovato questo interessante articolo che, per il suo argomento di specifica attualità, integralmente riportiamo: “Grazie alle nuove tecniche di clonazione, l’uomo ha ormai ‘prodotto’ pecore, mucche, maiali, gatti, topi, cani, conigli e muli. Le ‘copie’ servono per sperimentazioni zoo-tecniche o per la fabbricazione di farmaci, ma anche per salvare una eventuale specie in estinzione. La prima fu Dolly, la pecora che vide la luce ad Edim-burgo nel febbraio del 1997, a partire da una cellula adulta prelevata dalla ghiandola mammaria e trasferita in un ovocita privato del nucleo. | | |
L’anno dopo, l’Università delle Hawaii annuncia la na-scita di un clone di topo. Alla fine del 1998 è il turno dei bovini; grazie ad un gruppo di ricerca giapponese nascono otto vitellini, dalle cellule prelevate da una mucca adulta, mentre in Italia viene ottenuto nel 1999 il primo toro, Galileo, la cui nascita fu subito seguita da un’ordinanza che vietava la clonazione animale. Nel marzo del 2000, i padri di Dolly ci riprovano e danno alla luce cinque maialini femmina, nati per fornire gli organi per i trapianti sugli umani. Un anno dopo, dagli USA arriva la notizia del primo gatto clonato, mentre nel marzo del 2002 l’Istituto Francese per la ricerca agronomica annuncia la nascita di un clone di coniglio, come modello per lo studio di malattie umane. Infine, si arriva anche agli equini: prima, una femmina di mulo in America, presso l’Università dell’Idaho, par-tendo dalle cellule fetali; poi, un cavallo, ottenuto dal gruppo Italiano di Cesare Galli (già ‘padre’ del toro clonato), creato per la prima volta da cellule adulte. Quasi un paradosso della natura, dal momento che la cavalla che ha portato avanti la gravidanza in pratica ha clonato se stessa, essendo anche la donatrice della cellula estratta dalla sua pelle, da cui è stato ottenuto il clone. A chi tocca adesso? ”- COMMENTO di Aliberth: - Qui finisce l’articolo, ma proprio da qui prende corpo il dilemma: Quando toccherà all’uomo? Onestamente, siamo tutti in apprensione perché nessuno di noi crede che questi folli scienziati vogliano fermarsi. E quindi, sorge spontanea la domanda, “Cosa ci aspetta nel futuro?”, o anzi meglio, il vero interrogativo è: “Cosa avverrà delle menti di quegli esseri che saranno clonati? Secondo gli insegnamenti del Dharma, ogni forma di esistenza può essere possibile. Sappiamo che il Buddhismo enumera sei stati di esistenza e tre modi per arrivare ad esistere… Quello della clonazione può essere ricondotto alla modalità detta dell’esistenza miracolosa. Ma, ci si domanda, quale tipo di tremendo karma dovrebbero avere coloro che rinasceranno in un corpo clonato? Anche perché, sembra, che essi non abbiano tutte le cellule. Ai posteri l’ardua sentenza… | |