ROMA (23 ottobre) - La religione è un "prodotto" dell'evoluzione del nostro cervello: la stessa idea, e l'immagine di Dio, insieme ai comportamenti tipici delle persone credenti (come i riti), troverebbero un fondamento nel modo in cui il nostro cervello è predisposto per funzionare. Ad esporre questa tesi, corroborata da una serie di studi di varia natura, è Pascal Boyer, del dipartimento di Psicologia e antropologia della Washington University presso St. Louis, in un articolo sulla rivista Nature in cui spiega molti tratti cognitivi che predispongono l'uomo alla fede religiosa.Ad esempio, tendiamo ad antropomorfizzare la figura di Dio e non abbiamo problemi a ideare e "costruire" l'immagine di | | |
un'entità non fisica perché sin da piccoli siamo abituati ad avere una ricchissima immaginazione che partorisce amici e nemici fittizi. Quindi, anche i rituali religiosi sarebbero comportamenti di default nel nostro cervello, comportamenti stereotipati e ripetitivi (come quelli tipici dei vari disturbi ossessivi e maniaco-compulsivi) che i credenti credono di dover fare in rispetto del loro credo, anche se non ne traggono alcun effetto reale.Un'altra caratteristica del cervello umano che può spiegare alcuni aspetti della religione, secondo Boyer, è la tendenza a socializzare, a stringere coalizioni che vanno al di là dei rapporti di parentela: questa inclinazione alla vita di gruppo crea le comunità religiose che si dettano regole proprie di ciascun credo. Non scopriremo il "circuito del pensiero religioso" o i "geni della fede", ma «la religione è un prodotto della nostra evoluzione - spiega Boyer - Un giorno troveremo le prove per dimostrare che la nostra innata propensione al pensiero religioso deriva dal fatto che i nostri antenati traevano da esso un vantaggio selettivo. I pensieri religiosi sembrano essere una proprietà emergente delle nostre capacità cognitive standard».---------------------------------------------------------------------------------------------------------COMMENTO di Aliberth – Il mistero invece, c'è!... Ed abbraccia tanto la fede quanto la scienza! Non me ne vogliano i "ricercatori di oggi"... che cercano tutto... senza nulla trovare per il bene della collettività: ma fino a quando sforneranno idiozie, io continuo a considerare scienziati e ricercatori solo quei grandi uomini, come ad esempio Einstein che in proposito di ciò diceva: "la scienza senza la fede è zoppa, la fede senza la scienza è cieca!" Meditate gente, anzi no, meditiamo tutti sulle parole dei grandi uomini che hanno cambiato realmente il corso della storia umana! Gli uomini dei giorni nostri, in virtù dei titoli acquisiti, considerano le proprie timide scoperte "assolute", che però non servono a nessuno, e tentano di uccidere e minimizzare quelle dei grandi uomini del passato, che fecero davvero qualcosa di ‘religioso’…, |