Da diverso tempo ormai ci arrivano le familiari ‘mail’ dell’ambientalista ‘vegano’ Franco Libero Manco, che premurosamente ci fa conoscere come nel mondo vi siano tante persone che maltrattano gli animali, per prima cosa uccidendoli al fine di nutrirsi dei loro corpi (chiamati stupidamente ‘carne’, come se in questo modo fosse più facile nasconderne l’origine), o anche malmenandoli e uccidendoli per le più svariate ragioni (per le loro pelli e pelliccie, l’avorio, i derivati ormonali, ecc…). Non serve che ora io trascriva qui qualcuno dei suoi mirabili avvertimenti a favore dell’abbandono della nutrizione carnea, per una più salutare e armoniosa dieta vegetariana. Tutti ormai siamo ben istruiti sui danni che comporta l’uccisione e lo sfruttamento dei nostri poveri fratelli animali. Forse, però, quello che non conosciamo fino in fondo è sapere se le persone che vivono a stretto contatto con questi nostri compagni di esistenza, corrano o meno dei rischi per la convivenza con essi, e se questa convivenza quotidiana sia o meno raccomandabile e priva di controindicazioni. Infatti, anche se fin da bambino io ho sempre avuto molta tenerezza nei confronti degli animali, ho tuttavia sempre cercato di lasciarli in pace nel loro ambiente e nella loro situazione di vita. Pur provando per loro una forte compassione e sensibilità, ho evitato il più possibile di stare troppo vicino ad essi, in questo essendo molto diverso dai miei coetanei bambini che, invece, desideravano avere un animale domestico (cane, gatto, canarino, ecc.) in casa con loro, o addirittuara nella loro stanza. Ora, un articoletto di un quotidiano mi ha incuriosito, perché mi ha fatto ripensare a quelle mie idee di gioventù, quelle considerazioni se il vivere troppo a stretto contatto con gli animali possa essere controproducente, dal punto di vista della salute e dell’igiene. Infatti, in quest’articolo vengono messi in luce proprio queste considerazioni, addirittura a livello medico-scientifico… Perciò, non mi resta che trascriverlo e lanciare il monito per coloro che, forse a volte a causa della mancanza di veri affetti umani, si attaccano troppo e troppo intensamente ai nostri amici a quattro zampe. Come in tutti i casi della vita, dunque, anche in questo caso, una moderazione ed un senso di equilibrio sarebbe altamente vantaggioso e positivo. Gli animali possono essere amati ed aiutati anche e soprattutto facendoli vivere nel loro ambiente e, comunque, il più possibile all’aria aperta, e non tenuti in casa, magari lasciandoli dormire sui propri letti, perché anche se ciò potrebbe sembrare che faccia loro piacere, alla fine tutto ciò potrebbe non far bene neanche a loro ed al loro karma… (ARTICOLO tratto da: IL MESSAGGERO del 22.04.2008) ROMA (21 aprile) - Il cane a letto o in cucina fa crescere il rischio di infezioni alimentari per l'uomo. Lo dichiara il veterinario inglese Fred Landeg, che sulle pagine del Times ha detto: «Il 10% dei nostri amici cani è portatore di Stafilococco aureo resistente alla meticillina e in molti casi anche di micro-rganismi che causano infezioni alimentari, come la salmonella e il campilobatterio». Per questo motivo, aggiunge l'esperto, «non consiglierei mai a chi possiede un cane di tenerlo in camera da letto». Il migliore amico dell'uomo potrebbe dunque rappresentare un pericolo per la sua salute. Per far diminuire il rischio di contrarre malattie si consiglia di evitare di farlo dormire sotto le coperte o di sistemare la sua cuccia in cucina. A quanto pare, però, i sudditi di sua Maestà Elisabetta II non la pensano allo stesso modo. Da una ricerca, commissionata dal dipartimento dell’Ambiente e condotta da un'equipe dell'università di Liverpool su 260 padroni di cani, in maggior parte di razza Labrador, e Jack Russell, è infatti emerso che il 20% di questi animali dorme in camera col padrone, che il 14% schiaccia i propri pisolini addirittura fra le lenzuola, che il 42% ha la propria cuccia in cucina e che proprio in cucina il 79% dei quadrupedi consuma anche la propria pappa quotidiana. Il simpatico amico a quattro zampe, che meglio di qualunque altro animale sa prendersi cura degli uomini, deve essere abituato dal suo padrone a non superare certi limiti. A rischiare altrimenti potrebbe essere la sua salute.(http://www.ilmessaggero.it/articolo). |