TESTIMONIANZE:

 

IL TERRORISMO IDEOLOGICO DEI VEGETARIANI

di Franco Libero Manco

“La compassione è un miracolo più grande del camminare sulle acque

 

In questa umanità si grida allo scandalo perché vengono denunciati i delitti non perché vengono commessi. Quando noi vegetariani esprimiamo la nostra vibrante ribellione per l’ingiustizia sistematicamente perpetrata nei confronti degli animali, i perbenisti, i moralisti della domenica, ci accusano di violenza verbale, di terrorismo ideologico, di urtare la sensibilità di coloro che non la pensano come noi. E come spesso accade, parla bene di fame chi ha lo stomaco pieno; come parla bene di sofferenza quando le vittime sono gli altri.

Essere non violenti non significa non reagire alla violenza, essere concilianti o edulcorati nel denunciare il delitto. La nostra causa in difesa dei più deboli ci chiama a rendere la gente più consapevole degli effetti che le scelte alimentari producono agli animali e non solo. La nostra reazione all’ingiustizia causata ad un animale non è diversa dalla reazione per un delitto commesso a danno di un essere umano. La vera violenza è tacere di fronte all’ingiustizia perché, come diceva Martin Luter King, “Non ho paura delle urla dei violenti ma del silenzio degli onesti”. Lo stesso Gesù nei vangeli apocrifi non è forse durissimo nei confronti dei cacciatori: quando li accusa che saranno ripagati con la stessa ferocia? “Maledetti siano i cacciatori perché saranno a loro volta cacciati”.

Perché un uomo che uccidesse un bambino, lo facesse a pezzi, lo arrostisse e poi lo mangiasse verrebbe a buon motivo, considerato un mostro sanguinario, mentre un uomo che uccide, fa a pezzi un agnello, lo arrostisce e lo mangia viene considerato un buongustaio? Qual è il principio e la differenza che fa considerare in modo diverso casi analoghi? Come definire i pescatori che catturano gli squali per tagliare le loro pinne e gettarli ancora vivi nel mare? No è forse un crimine al pari del taglio delle gambe e delle braccia di un uomo per poi scaraventarlo da un camion sulla strada? La nostra esecrazione è uguale sia che un delitto venga commesso su un essere umano sia su un animale. Chi stabilisce che uccidere un uomo è un crimine mentre uccidere un animale è un’azione legittima? Coloro che ci accusano distinguono tra violenza agli animali e violenza agli umani, mentre per noi le vittime sono tutte uguali davanti alla stessa offesa.

L’uomo non può migliorare se stesso e la sua condizione morale se non è consapevole degli effetti che producono le sue scelte. E gli effetti prodotti sono tremendi. Nell’esprimere cose tremende non è possibile usare gentilezza, garbo: si usa forse edulcorare gli orrori dei nazisti per non urtare la sensibilità dei responsabili? Chi ha la coscienza pulita non ha paura della parole. La verità è sempre preferibile e la verità nel nostro caso è cruda e terribile. Senza offendere l’interlocutore non possiamo esimerci dal dire le cose come sono. Che termini usare per parlare dell’inferno dei mattatoi o dei laboratori di sperimentazione? La nostra è una constatazione veritiera, un dato di fatto che è anche accusa, la stessa accusa che muoveremmo al tuo carnefice se fossi tu la vittima di turno.

Ben sappiamo che un albero non cresce in un giorno; ben sappiamo che se la condanna trattiene una volta su dieci la consapevolezza sprona nove volte su dieci; ben sappiamo che togliere la carne ai ghiottoni sarebbe come togliere gli schiavi ai nobili di un tempo. Ma la nostra è una disperazione repressa perché impotente nei suoi intimi propositi e il nostro esprimerci deve essere misurato perché questo è ciò che maggiore consente la ricettività dei nostri principi.

COMMENTO di ALIBERTH: Così come fece Gesù Cristo nel Tempio, scacciando con la frusta gli Scribi ed i Farisei, il buon Franco Libero ména botte da orbi a tutti i falsi moralisti ed a tutti coloro che la domenica si vestono a festa per presentarsi davanti alle varie rappresentanze ecclesiastiche che, a volte, predicano bene ma non sempre razzolano bene… Ma pure a molti politici che si etichettano come ‘umanitari’ e che, però, pur cercando di salvaguardare gli interessi anche vitali della povera gente, non fa altrettanto con quei poveri nostri ‘fratelli’ venuti al mondo in ‘veste animale’, spesso proprio per pagare il loro terribile ‘karma’ che probabilmente, in vite precedenti, li vide fare agli altri animali ciò che essi subiscono in questa vita attuale… Dunque, cari amici di qualunque religione, idea e pensiero, preoccupatevi prima di capire il perché sarebbe bene non mangiare più carne animale e non avere più questa terribile ‘antropofagìa’ nascosta, dato che il vegetarianesimo non è soltanto un ‘vezzo’ modaiolo ma, secondo le testimonianze del Buddha, ha ben altre ragioni ed origini. Quelle sconosciute e ignote che fanno sì che il cacciatore rinasca poi come preda, l’assassino come vittima, ed il mangiatore di carne come l’animale che a sua volta viene mangiato dalla reincarnazione del precedente carnivoro… A buon intenditor…-