[New Series, Volume XII] [London, Trübner and Company] [1880]
ART. X.--The Megha-Sûtra. By CECIL BENDALL, del Gonville and Caius College, Cambridge.
{Analizzato e redatto da Christopher M. Weimer, marzo 2002}
Il seguente articolo fu originalmente suggerito da una notizia nel testo di Beal "Raccolta di Sutra buddhisti Cinesi"[1]. Il sûtra è qui scelto come uno dell'ultima fase della letteratura buddhista, non solo per le sue proprie particolarità ma anche a causa della sua importanza religiosa fra i Cinesi, che provocò un editto imperiale per la sua traduzione e totale promulgazione, di cui qui è data la versione inglese. Le due parti di cui questo sûtra è composto sono menzionate come Nos. 15 e 16 del vol. 14 del "Gyut" Tibetano, da Csoma Körösi in As. Res. xx. p. 529; i nomi dei traduttori fissano la sua data come precedente al nono secolo. Si sa che l’originale Sanskrito esisteva nella grande, e finora inedita, miniera della letteratura buddhista Settentrionale, la Raccolta Wright del MSS Sanskrita Nepalese nella Biblioteca dell’ Università di Cambridge, mi fu quindi suggerito dal Prof. Cowell, alla cui assistenza io sono profondamente indebitato, che poteva dimostrarsi alquanto interessante approntare un'edizione del sûtra. Tuttavia, un accurato esame dell’opera mostrò tale preponderanza di deplorevoli particolarità di questa branchia della letteratura Tantrica, infinite ripetizioni di parole e pensieri, enormi ed insignificanti frotte di epiteti e titoli, vaste catalogazioni [2] di nomi, e in effetti una totale assenza di merito letterario di alcun genere, tale che il progetto di preparare un'edizione completa fu abbandonato, ed il successivo compendio annotato fu stracciato.
Il testo (A) di questi estratti è basato sul M.S. di Cambridge, di cui io ho fatto una trascrizione quasi completa, e che chiamo M.S. (B) nella Collezione Hodgson della Royal Asiatic Society, in cui ho inserito questo articolo. Dei preliminari commenti su questo MS (A) non sono certo superflui. Il testo (A) è datato 1374 d.C., ed è scritto nel peculiare e spesso assai difficile manoscritto Nepalese del periodo; ed abbonda in errori e confusioni che fanno credere che la conoscenza di Sanskrito dello scrivano sia stata davvero molto scarsa.
Il testo (B), d’altro canto, trascritto su una carta moderna [3], è una copia ben curata di un buon originale, e chiaramente ha un’autorità indipendente. Le mie proprie congetture delle letture di (A) sono state in molti casi confermate. Io sono debitore anche della cortesia del Prof. Beal per l’aiuto da una comparazione delle traslitterazioni dal Cinese dei nomi mistici di incantesimi.
Gli estratti seguenti, poi, contengono tutte le parti significative del sûtra, essendo la natura delle porzioni omesse indicate dappertutto[4]. Il testo è basato su una comparazione del MSS, con ovvi errori e barbarismi vernacolari in entrambi che sono passati inosservati, e le genuine differenze di lettura appena annotate. Solamente gli errori flagranti di Sandhi, così comuni nei MSS buddhisti, sono stati corretti a regola. (Riferimenti al Divyâvadâna, nelle note, sono nell'edizione del Prof. Cowell e del Sig. Neil, ora in stampa.)
IL MEGHA-SUTRA – La TRADUZIONE.
“Onore gli inconcepibili oceani (di saggezza), ai pienamente-illuminati.
“Così da me è stato udito; una volta il Venerabile dimorava nel palazzo dei Re-Serpente (naga) Nanda ed Upananda, nel padiglione estivo del cerchio di possenti nubi pieno di gemme preziose e gioielli, accompagnato da una grande assemblea di bhikshu e di bodhisatva, e da un possente raduno di re, quali i Re-Serpente Nanda ed Upananda, ecc… e frequentato, io dico, da 84 centinaia di migliaia di milioni di re-serpenti (naga) radunati e seduti insieme.
Ora, a quel tempo, tutti questi re-serpenti col loro seguito, alzandosi dai loro posti, mettendo i loro mantelli su una spalla, posando i loro ginocchii destri sulla terra, protendendo le loro mani giunte verso il Venerabile, con innumerevoli, e molto vari e risplendenti fiori, incensi, odori, ghirlande, unguenti, sandali, manti di monaci, ombre, bandiere, baldacchini, sete, corone, strumenti, battiti di tamburi; sinfonie; fiori-gioiello, sequenze di gioielli, collane di perle, fiori-serpente, e reti di perle, fruscianti, mormoranti, emettendo potenti grida, con suoni possenti, e suonando deliziosi suoni della Legge, ricoprendo il Venerabile con un meraviglioso getto di aloe e zafferano, fecero il loro pradakshina.
Dopo questo saluto, essi si misero da un lato; stando su un lato essi fecero delle suppliche. "Noi ti adoriamo, noi ti riveriamo, noi ti stimiamo, onore ai samudra [5] dei Bodhisatva, che con [i loro] corpi uguagliano [in numero] i granelli di polvere degli atomi infinitesimali degli elementi dell'universo, ai samudra delle riunioni dei Bodhisatva, ai samudra nell’estensione degli elementi dell'universo, negli atomi di ogni terra, acqua, fuoco, vento, e negli atomi delle manifestazioni di tutte le forme, così come in ogni e ciascun atomo, che cavalcano sul mare di nubi, incommensurabili ed innumerevoli, con samudra di corpi-nuvole che superano il samudra di qualunque calcolo ed eccedendo l'innumerevole, l'incommensurabile, l'inconcepibile, l'ineguagliabile, l'infinito, l'inconoscibile, eppure (ciascuno) nel loro proprio corpo, [venendo] dai fiumi di tutte le direzioni, e da ogni porzione di ciascun atomo, con samudra di corpi che sono adorati da tutti e che si spandono attraverso le sponde di tutte le direzioni in un flusso ininterrotto.
Vale a dire, occupando tutta la distesa del firmamento che è ricoperto con un mare di nubi incommensurabile, ineguagliabile, interminabile, incomprensibile, infinito, innumerevole, inconcepibile, ed indivisibile, che prende la sua origine dalla piena purezza religiosa [6] successivamente con un mare di nubi che sono le forme dei Bodhisatva, similmente con il mare di nubi in cerchi di forme di tutti i soli e lune compattati dai raggi del colore di ogni gemma; con un mare di nubi di padiglioni riempiti con la radianza di ogni gemma, con un mare di nubi delle gemme di ogni albero di sandalo, con un mare di nubi che hanno l'aspetto di tutte le forme e tutti gli odori e fragranze, con un mare di nubi di strumenti che echeggiano con tutti i suoni, con un mare di nubi di tutta la fragranza degli alberi, riempiendo la distesa del cielo (così) oscurato con samudra di nuvole di tutte le adorazioni, di cui il capo è tale (come descritto), incommensurabile, innumerevole, inconcepibile, ineguagliabile, infinito, inconoscibile, oltretutto in serie ininterrotta, [con tutti questi], noi adoriamo, riveriamo, stimiamo e onoriamo tutti i Buddha e Bodhisatva".
Avendo così fatto la supplica, i re-serpenti fecero di nuovo tre volte il pradakshina al Venerabile e fecero omaggio ai suoi piedi; poi al comando del Venerabile si sedettero ai loro propri posti: inoltre, in quell'occasione il grande Re supremo dei Serpenti, con tremila migliaia di potenti, la cui ombra regale era il circolo di gloria di un seguito infinito grande come una massa di nubi, alzandosi dal suo posto, e mettendo la falda superiore del suo mantello al di sopra della spalla, il ginocchio destro a terra, e protendendo le mani giunte in omaggio verso il Venerabile, così gli si rivolese:--
"Io vorrei chiedere al Venerabile, il Tathâgata, l'Arhat completamente illuminato, qualcosa come una domanda per decidere, se il Venerabile ha agio di chiarire la mia domanda."
A queste parole, il Venerabile così si rivolse al re-serpente, la cui forma era assai regale, attraverso il padiglione del cerchio di radianza della massa di nubi, il suo illimitato oceano di seguaci "Chiedi pure, Re-Serpente, qualsiasi cosa tu abbia desiderio, per la soluzione della tua domanda, perfino se riguarda ciò che placherà la tua mente". A queste parole il Re-Serpente così si rivelò al Venerabile, "In che modo, o Venerabile, si possono eliminare tutti i guai di tutti i serpenti; (e come) possono essi essere (così) allietati e benedetti, con questi torrenti di pioggia qui, ogni stagione, nel Jambudvîpa[7]; fai che possano crescere tutte le erbe, cespugli, e alberi della foresta; che si produca il mais; che nascano tutti i frutti, da che cosa gli uomini del Jambudvîpa possono essere benedetti?"
A queste parole, il Venerabile così si rivolse al Re-Serpente: "Eccellente! eccellente! O Re-Serpente, poiché tu, agendo per il benessere di tutte le creature, pensasti di adattare la domanda al Venerabile con un tale oggetto. Perciò, o Re-serpente, ascolta attentamente e pondera bene nella tua mente; Io te lo dirò. Per l’Unica Legge, o Re-serpente, tutti i guai dei serpenti cessano, e loro possono essere dotati di beatitudine. Da quale 'Unica-Legge'? Perfino dalla carità; sia deva che uomini, o Re-serpente, vivendo in carità, non sono arsi dal fuoco, né feriti da armi, né trascinati via dall’acqua, né uccisi da veleno, né superati dall'esercito di un nemico; essi dormiranno in pace, e in pace essi si sveglieranno, e saranno protetti dalla loro stessa santità, essendo glorificati dalla gloria di grande santità e non potranno essere distrutti da questo mondo col mondo dei deva, e saranno lieti e graziosi di espressione, e dappertutto non saranno impediti nel loro andare, con tutti i problemi eliminati, saranno allietati e dotati di ogni beatitudine.
"Ed in futuro, dopo la dissoluzione del corpo, pervasi di attributi umani, essi rinasceranno nel Brahmaloka, tramite l'esercizio della carità, o Re. Questi, O Re, sono i premi di deva ed uomini che vivono in carità. Perciò ora, o Re-serpente, voi dovete vivere con azioni positive di corpo, parola e mente. Inoltre, o Re-serpente, un dhârani chiamato 'Sarvasukhandadâ' dovrà essere attivato. Quello è destinato a mettere pace a tutti i guai dei serpenti, e dare tutte le benedizioni: perché qui in Jambudvîpa in ogni stagione si producono nubi; e ciò causa la crescita di erba, arbusti, cespugli, alberi, foreste, e mais. Ora, o serpente, qual’è quel Dhârani chiamato Sukhandadâ? Esso è il seguente:-- ‘Dhâra.ni, Dhâra.ni Uttâra.ni, Sampratish.thitâ, Vijaya, Var.nasatya, Pratijñâ, Sâhâjnânavati, Utpâdani, Vinâçani, Abhishecha.ni, Abhivyâhâraçubhâvati, Ajâmatâmahi, Kumbalanivâhâ. 'Porta via tutti i guai!' 'Scaccia via il peccato!' 'Purifica i Sentieri!' Rîhakâ, Dharmatâsu;--tali sono le parole del dharani.
"Ancora, Re-serpente, dovranno essere ripetuti i nomi dei Tathâgata, le cui famiglie e razze sono sorte dalla punta di un unico capello di Vairochana, veloci produttori della felicità [consistente di] un circolo di nubi, che sono la bandiera della loro conoscenza illuminante, che ha produzione ed origine dallo splendore della massa che è il luogo della sorgente di nubi ammassate. Questi misero pace a tutti i dolori di tutti i serpenti, di tutte le famiglie e razze di serpenti, nascite e produzioni di serpenti, di tutti i serpenti-re, di tutte le discese di nubi di serpenti -illuminate vergini di tutti le discendenze di serpenti; essi portano insieme tutte le scorte di benedizioni. Qui, O Re, quali sono quei nomi dei Tathâgata? Io li chiamo dicendo[8], 'Omaggio al Tathâgata Vairochanagarbhamahâmegha…'
"Con l’esprimere questi nomi dei Tathâgata, o Re-serpente, tutti i dolori di tutti i serpenti sono messi in pace, e [benché] pieni di malanni, essi qui in Jambudvîpa creeranno in ogni stagione la pioggia, facendo sì che cresca ogni erba, arbusti, cespugli, alberi, foreste, e mais".
Poi il re-serpente con il suo seguito, così implorò il Venerabile, "Che il Venerabile dica tali parole di incantesimo che, grazie ad esprimerle, qui in Jambudvîpa, nella prossima stagione di siccità, possano venire possenti piogge in tempo di calamità, in tempo di difficoltà, in tempi di tumulto nell'età ferrea di persone illegali, in tempi di accidenti e sfortuna, di malattie e morte, di congiunzione di pianeti avversi, che Egli lavori per l'alleviamento di tutte le calamità, accidenti e dolori. Che il Venerabile, per la sua suprema compassione e la misericordia verso tutti gli esseri, dica parole di incantesimi formati per invocare tutti i serpenti, distruggere tutti i Mara (demoni), spazzar via tutti i danni fatti a tutti gli esseri, e i loro dolori, attaccamenti e paure, e sia la causa di pace e salvezza, e mitighi gli effetti degli astri avversi; inoltre, che fermi tutti gli ostacoli alla pioggia, come predetto dal Venerabile, e faccia venire prolificità qui in Jambudvîpa. Per questo, io supplico il Venerabile Tathâgata."
Essendo stato detto ciò, il Venerabile così rispose al Re-serpente-re... "Eccellente! eccellente! O re-serpente, che tu abbia supplicato il Tathâgata, per la prosperità, il benessere e la beatitudine di tutte le creature. Perciò, serpente-re, ascolta bene, e pondera pienamente nel tuo cuore, io te lo dichiarerò. Il Dhâranî chiamato Mahâkarunodbhava, parlato, nominato, è approvato da ogni Buddha per il benessere e la beatitudine di tutti gli esseri; esso provoca la pioggia in tempi di siccità, però controlla la pioggia eccessiva, allevia la morte e idolori, invoca tutti i serpenti, allieta ogni deva, distrugge tutti i Mâra, e rende tutti gli esseri pieni di beatitudine; ed è: "O Tu che risplendi con potente conoscenza, la cui massa di fulmini ha la sua stabile forza tramite la bellezza e la gloria di Shrî, radiante come il Sole, con la bandiera della santità, ed estremamente brillante ed immacolato, con la Tua forma snella e pura...
[Qui seguono diverse pagine di recitazioni di mantra e misticismo...] * * * * * * *
[Dopo questo, comincia una serie lunga di invocazioni ai nâga per la pioggia in aiuto di vari personaggi, quindi:--]
“O potenti serpenti, portate la pioggia qui per ordine della verità di tutti i Deva, salve! Per ordine della verità di Brahma, che piova qui in Jambudvîpa, salve!
Per ordine della verità di Shakra,[9].. . Dei quattro Mahârâjas,[10].. . Delle otto buone qualità dei Srotâpanna, del Sakridâgâmi, dell'Anâgâmi, dell'Arhat [11], e del Pratyekabuddha [12]”.
[Dopo esser ritornati ai deva, e al Tathâgata in generale, troviamo invocazioni simili ad esseri mitici, mutuati dal Brahmanesimo, come gli Yaksha, Gandharva, Asura, Garuda, Kinnara. A ciò, seguono più pagine di misticismo, con dappertutto litanìe e mantra inframmezzati; poi molti Nâgarâja sono invocati o ri-invocati per nome, e l’incantesimo finisce con le parole-:] “Omaggio a tutti i Buddha: possano le parole dell'incantesimo avere successo: salve!” ---------------------------------------
(Così finisce) il 64° parivarta, chiamato Varshâgamanamandali, del Mahâmegha Sutra dei centomila sûtra Mahâyâna. ------------------------------------------------------
Colui che desidera una forte pioggia, deve compiere questo rito de 'il grande- cerchio-di-nubi' in uno spazio aperto, coperto da un baldacchino blu, all’ombra di una bandiera blu, su un punto di terra chiara; (essendo) un profeta della Legge, seduto su un seggio blu, digiunando secondo l'ashtânga, con le mani ben-lavate, con un puro vestito ornato di tre strisce bianche, unto di fragranti odori, egli deve recitarlo per un giorno e una notte, continuamente guardando ad est; egli deve mettere quattro vasi, pieni di pura acqua blu e, dopo le preghiere al Tathâgata, fare anche, secondo il suo potere, un'offerta di fiori e profumi; poi il profeta della Legge, dopo aver tracciato le quattro direzioni, versa nel quadrante orientale un liquido di orina di vacca con una canna alta tre hastas[13] e deve dipingere il Re-serpente chiamato Triçîrshaka, e nel quadrante sud deve fare con sterco di vacca una collina chiamata Panchaçîrshaka alta cinque hastas; ad ovest, Saptaçîrshaka, alta sette hastas; ed a nord, Navaçîrshaka, alta nove hastas.
“Ed il profeta della Legge, con la sua propria sicurezza assicurata, e vivendo in amiciza, si comporterà con compassione verso tutti gli esseri, (e) dopo aver fatto preghiere a tutti i Buddha e Bodhisatva compirà questo rito ai serpenti col motivo della sua propria prosperità. Dopodiché, in una stagione di siccità, egli reciterà questo capitolo 'Il grande-cerchio-di-nubi', per un giorno o due, fino a ché non pioverà per sette notti. Perfino il mare potrà inondare la spiaggia, ma questa sua parola auspiciosa "Pioggia", non andrà a vuoto; no, egli deve sostenere se stesso con i tre dolci, ghee (burro dolce fuso), miele e zucchero, e con riso, latte, ecc., e unito a tutte le virtù del carattere, dovrà ripetere questo; e far sì che sia efficace, secondo il verbo del Signore dei Recitatori. Onore al Tathâgata immobile; Onore a Shâkyamuni, il Tathâgata”.
“Così io udii; una volta che il Venerabile dimorava vicino al grande mare, in un padiglione di gemme e gioielli, con un possente seguito di serpenti, almeno un migliaio di serpenti; che possedevano tutti i poteri soprannaturali dei serpenti, con un possente seguito di serpenti: cioè, con Nanda, Upananda, ecc… E tutti questi Re-serpenti, con questi e altre migliaia di possenti re-serpenti, con un possente potere e possente magia, con sibilamenti nell'aria che smossero un potente vento con pioggia, si avvicinarono per fare inchino al Venerabile, e per sentire la Legge. A quel punto, il Venerabile applaudì i grandi serpenti: "Bravi! bravi! O Serpenti !”
* * * * * * *
E l’assemblea, il cui ornamento è il magico sfarzo di possenti nubi, con un gran mare di nubi, con ciondoli di perle, stringhe brillanti di stoffa dorata, con nubi e tutte le creste ingioiellate, ecc… stava oscurando il cielo, si avvicinava ai serpenti-re di tutti i serpenti di questo pianeta rotondo, facendoli splendere, permettendo loro di far piovere, piovere giù, ruggire, mostrare lampi possenti, sforzandosi, sforzandosi insieme, tuonando, frusciando, mettendo in moto i grandi suoni dei serpenti, rumori deliziosi, dando insieme voce ad una possente voce...
Venite, venite, serpenti possenti; salve! Io chiamo a Jambudvîpa il Re-serpente Paundra per la verità del Buddha. Io chiamo a Jambudvîpa il Re-serpente Shrîteja per la verità della Legge; il Re-serpente Ananta, per la verità del Sangha..., Vâsuki … per quella di Indra…, Takshaka... per quella di Brahma, Shrîkantha… per quella di Indra, Erâva.na…. per quella di Vish.nu, Mâlina...per quella di Rudra, Manaswin.. . per quella dei Rishis, Vidrâva.na… per quella di tutti i Re-serpenti; Prasphota.... per quella degli Yaksha, Anavatapta... per quella dei Râkshasa, e infine Tutti i serpenti, per la verità sempre più alta (?).
Non rimanete, venite, O possenti Re-serpenti, io chiamo tutti i cuori dei serpenti.
Io recito (?): ‘sara hara dhapa.. . ’ Riempite tutti i campi, fate piovere su tutto il mais, fate sciogliere tutti i grandi venti...”
“Per ordine di tutti i Bodhisatva, per la verità dei serpenti, io chiamo i cuori di tutti i serpenti, per ordine di tutti i Buddha; venite immediatamente, per la grazia della Triplice Gemma [14]. Onore alla Triplice Gemma, onore a Colui che ha nella mano il dardo infuocato, il Signore del possente esercito degli Yaksha, che nelle sue varie connessioni ha la forma di Kâla; egli in fondo al suo manto ha un nodo che dev’essere allacciato con sette preghiere dal profeta della Legge, dopo che lui ha prima provveduto per la sua sicurezza”.
Questo capitolo "Turbine-di-vento", chiamato (anche) "Il cuore di tutti i Serpenti", deve essere recitato. Per tre volte in sette giorni, ininterrottamente, nel quadrante orientale, con sterco di vacca deve essere dipinto il Re-serpente, chiamato Tripla-cresta[15] col suo seguito; poi ad ovest sarà dipinto, col suo seguito di serpenti, il re-serpente chiamato Avabhâsanasikhin, munito di sette creste; a nord, sarà dipinto il re-serpente chiamato Meghasanchodana, munito di nove creste; tutte le offerte saranno fatte in blu, un baldacchino blu, vestito blu, e bandiera blu; ma dovrà esser fatta l'offerta di dolci ai serpenti, ed i tre dolci [16], come offerta per tutti; Insieme a (questo) "Cuore dei serpenti", devono essere dipinti anche i monarchi-nube, mentre emettono pioggia, e si scontrano l'un contro l'altro; e alla fine dovranno essere dipinte masse di uccelli della pioggia e lampi; e bisogna cuocere del riso sotto un baldacchino con swastika,[17] ed anche carne e pesce, e cibo al miele senza latte,[18] e là dev’essere fatta un'offerta sontuosa. Poi il profeta della Legge, puro e vestito in pura seta, deve recitare questo capitolo del "Turbine", "Il Cuore dei Serpenti". Poi i serpenti, cominciando nel primo giorno, faranno un suono sibilante e suoni di assoluta delizia.
In questo capitolo non c’è contrordine; però c'è il precetto, "Se il mare dovesse eccedere sul limitare della spiaggia, (solo) allora questa pioggia eccederebbe (il suo dovuto tempo per venire)".
“Gloria all'Arhat totalmente illuminato, il Tathâgata Shrîgarbhakutavinarditarâja...
Onore al Venerabile, salute sia a me, amico di tutte le creature! Che tutti gli esseri possano avere la sicurezza! L'angoscia di tutti gli animali sia alleviato! Omaggio a Colui che rimuove tutti i peccati che ci assalgono! Questo rito del Tathâgata abbia successo, il rito protetto da tutti i Buddha, le cui parole sono "Espanditi, espanditi. Salute a tutti!". Colui che ha il capo purificato, sia Bhikshu o Bhikshunî, Upâsaka o Upâsikâ, lo faccia, vestito in pura seta, con carità di cuore, scriva questi nomi dei Tathâgata, e li metta sul posto, e poi getti in aria una cucchiaiata di sette profumi. Poi ripeta i nomi dei Tathâgata, uno alla volta per cinque volte. Egli deve fare il Grande Servizio, e in caso di siccità continuare per sette giorni; così (poi) i deva faranno piovere.
Qui finisce il 65° capitolo.-"Il Turbine"-"La Grande Nube"--un "Sutra del Grande Veicolo (Mahayana)".
(Traduzione Italiana di Aliberth (A.Mengoni)- ad uso dei meditanti del Centro Nirvana di Roma -
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
NOTE:
[1. Vedi anche Fergusson, "Adorazione dell’Albero e del Serpente", p. 55 {p. 51 dei 1 ed.}, in cui è dato un ulteriore resoconto della versione Cinese, e riprodotta una delle sue illustrazioni; le osservazioni riguardo alla data possono essere corrette, comunque, da un riferimento a Csoma (come al momento citò).
[2. Vedi l'elenco dei 177 serpenti all'inizio.]
[3. Sulla copertina porta la data N.S. 888 = D.C. 1768.
[4. Nel caso di epiteti ripetuti, ecc. e.g. p. 292, ll. 8, 17; p. 294, 3 (= p. 293, ll. 10, 27; 295, 4) solo le prime parole sono ristampate. Cf. anche pp. 306, 307.]
[5]. Samudra, in questo e in altri passaggi simili, sembra avere un riferimento al suo significato di "un numero infinito."
[6]. Cf. Manu, 3 76.]
[7], Il Jambudvipa è il nome del nostro pianeta Terra.
[8. Letteralmente.. . "cioè", come spesso nel Divyâvadâna e Lalita-vistara.]
[9. Indra come un arcangelo buddhista.
[10. I quattro Lokapâla ai quattro punti cardinali, guardando il devaloka più basso.
[11. Queste sono le quattro classi di âryas che corrispondono ai quattro Sentieri.
[12. Uno che ha raggiunto la Buddhità, ma non predica: opposto al 'Samyaksambuddha.']
[13. Un hasta = approssimativamente 18 pollici.]
[14. Ratna-traya [o triratna.. . ] è la Personificazione di Buddha, Dharma e Sangha (la comunità).]
[15. Per l’ intero passaggio, cf. p. 303 sopra.
[16. Zucchero, miele, e ghee (burro fuso).
[17. Questa svastica può essere la nota figura a quattro-punte, o la figura (a tre-punte) del riso, citata da M. W.. la svastica è usata nei riti di Durgâ.
[18. Il Mandhu-parka (v. Manu e Âçwalâyana) consisteva di miele con cagliata.]