PRATICA ZEN ed Autocontrollo
del Prof. Shoji Nakamura - Dipartim. di Psicologia, Università di Komazawa, Tokio, Giappone.
[I] Caratteristiche del SATORI (Illuminazione) nello Zen
Lo Zen consiste di due strutture principali. SANSHI-MONBO (Studio del Dharma personalmente sotto un maestro Zen) e KUFU-ZAZEN (meditazione Zen autodidatta) in cui uno usa l’auto-sforzo per stabilire la sua situazione ideale e personale, e poi attraverso tentativi ed errori cerca di ottenerlo un passo alla volta. Si reputa che quest’ultima sia una sorta di tecnica di autocontrollo. Anche se diversi, SANSHI-MONBO e KUFU-ZAZEN, sono entrambi necessari affinché lo Zen abbia un carattere completo. Lo scopo originale del praticare lo Zen era di giungere ad una illuminazione spirituale chiamata SATORI. Quindi, lo scopo originale dello Zen era religioso. Le pratiche dello Zen non sempre si riferiscono direttamente alla guarigione psicologica o alla psicoterapia, come tendono a fare le tecniche Europee di controllo del ‘sé’. Tuttavia, tramite la pratica Zen fenomeni psicoterapeutici sono provocati. Il processo della pratica Zen risulta in uno "stato alterato di coscienza" (ASC) o "scoperta del proprio sé reale" (ri-organizzazione del ‘sé’), in cui questa "scoperta" avviene. Detto in parole semplici, i praticanti Zen trovano che le loro personalità sono cambiate in modo positivo ed il processo di questi cambiamenti porta a correlare lo Zen più vicino alla guarigione psicologica o alla psicoterapia, che non al suo esclusivo ed originale scopo di religiosità.
L’Illuminazione nello Zen Giapponese è chiamata "REIDANJICHI" (aver freddo e scaldarsi grazie alla propria esperienza) o "FURYU-MONJI" (liberarsi dall’attaccamento letterale ai sutra). Ciò che questi termini fondamentalmente significano è che il SATORI, o illuminazione, non è qual-cosa che può essere afferrata, sezionata e capita tramite il mezzo intellettuale o analitico come la psicoterapia Europea ma è piuttosto una "consapevolezza intuitiva" che può essere solamente sperimentata e compresa attraverso le proprie azioni dirette. Potremmo dire che molte tecniche di autocontrollo puntano a trovare tale diretta "consapevolezza intuitiva".
Lo scopo di questo trattato al limite è chiarire gli aspetti psicoterapeutici che la pratica Zen ha. In Giappone vi è già la Terapia Morita che si dice sia stata fortemente influenzata dalla pratica Zen. Questo trattato può rifarsi alle insufficienze che ha la stessa Terapia Morita.
[II] Scopo e Motivazione della Pratica Zen
Lo scopo della pratica Zen non è solo realizzare la salute di corpo e mente, ma anche puntare al livello spiritualmente più alto della vita come esseri umani. I classici Zen descrivono spesso gli stili di vita dei preti Zen che non sono legati a nulla, accettando tutto così come è, ed inoltre vivendo ogni momento liberamente nell’adempimento. Questo modo di vivere epitomizza l'esistenza ideale dell’Uomo con i precetti dello Zen. Le pratiche Zen consistono nella sinergia di due funzioni: Funzioni fisiche come movimenti, respirazione e postura; e funzioni psicologiche come concentrazione e meditazione. In parole semplici, lo Zen è una pratica in cui il corpo e la mente sono uniti indissolubilmente come una cosa sola. Come detto prima, l’illuminazione raggiunta con lo Zen non è una comprensione ottenuta tramite l'analisi intellettuale, ma è piuttosto una "consapevolezza intuitiva" ottenuta attraverso l'esperienza diretta. Questo tipo di consapevolezza intuitiva non esiste solo nello Zen. Può essere trovata in molte altre dottrine asiatiche come pure può essere considerata una caratteristica comune dell’austero modo di pensare che è rappresentato in filosofie ed arti orientali. Lo 'scopo ultimo' della pratica Zen è raggiungere lo stesso stato illuminato di mente, il SATORI, come fece il Buddha, ed essere in grado di dare una risposta chiara alla domanda "Cos’è il Sé?". La filosofia buddhista sostiene che la sofferenza umana sorge dall'essersi incatenati ai dodici anelli della catena della causalità. Il SATORI è raggiunto tagliando questa catena imprigionante ed impedendo che possa avvenire una successiva reincarnazione. Per compiere questo atto di valore ci sono le Pratiche buddhiste fondamentali come "sila, samadhi e prajna" (precetti, meditazione e saggezza). Queste pratiche sono state progettate per impedire alla mente di cadere in dubbi e perplessità, realizzare la saggezza e alla fine raggiungere il SATORI.
Oltre ai termini spiegati prima, l’illuminazione è riferita spesso anche come SHOGYO-MUJYO (tutte le cose condizionate sono impermanenti), SHOHO-MUGA (le cose fenomeniche esistono solamente in modo condizionato; e quindi non hanno sostanza) o NEHAN-JAKUJO (Lo stato che si raggiunge estinguendo tutte le illusioni e distruggendo tutto il Karma, che sono le cause della reincarnazione). Anche se con parole diverse, tutti questi concetti insegnano una fondamentale lezione; che ci si dovrebbe lasciar alle spalle qualsiasi attaccamento o sforzo verso le cose transitorie, ed invece vivere ogni momento in un modo libero, naturale e completo. Il formarsi di questo tipo di personalità è lo scopo della pratica Zen, ed il suo conseguimento può essere ottenuto tramite tutte le attività quotidiane, incluso lo Zazen compiuto in un monastero Zen.
[III] Zen Attivo (Attività Quotidiane)
Si dice che il buddhismo Zen sia la religione della nostra vita quotidiana. Le attività quotidiane sono regolate dalle regole per la vita monastica Zen. Un praticante crede che il compiere le attività quotidiane della vita monastica Zen sia la stessa Via del Buddha e si dedica completamente alle sue attività. Tramite questo tipo di concentrazione, e agendo egli stesso come soggetto, si unisce all’azione come oggetto e poi una coscienza di sé scompare e resta soltanto l’azione. Concentrandosi sulla sua azione, il suo modo di sperimentare può cambiare inconsciamente un po’ alla volta. L'accumularsi di questi cambiamenti lo porterà ad una vera consapevolezza religiosa.
Fare la meditazione camminata, o seduta a gambe incrociate, cucinare, far colazione, recitare i sutra, prostrarsi davanti ai Buddha, farsi il bagno, andare alla toletta, ecc. sono tutte cose fatte secondo regole estremamente dettagliate. Inoltre, benché non regolati in dettaglio, i lavori di fatica in un tempio, come spazzare per terra o radunare legna da ardere, sono pure importanti pratiche. Queste attività sono tutte incluse nello Zen Attivo. Elencate sotto con brevi spiegazioni vi sono alcune pratiche di Zen Attivo, progettate per effettuare i cambiamenti psicologici:
(1) Ripetizione di azioni: molte azioni possono essere divise in due tipi. Cioè, azioni semplici e monotone come stare in piedi, sedere, camminare, sdraiarsi, ed azioni ritmiche come recitare i sutra e prostrarsi tre o nove volte. Dedicarsi a queste semplici azioni, monotone e ritmiche, può provocare Stati Alterati di Coscienza (ASC) in cui essere portati, e fa diventare un praticante consapevole di un nuovo modo di sperimentare.
(2) Meditazione camminata: Questo è un addestramento fondamentale per imparare come respirare in modo addominale mentre si compiono tutte le azioni. In questo esercizio, si compie l'azione di camminare facendo un respiro addominale ogni mezzo passo. La corretta respirazio-ne addominale comporta un bilanciamento del sistema autonomo.
(3) Farsi il bagno, andare alla toletta e fare lavori di fatica nel tempio: Tutte le nostre attività quotidiane sono compiute automaticamente ed inconsciamente. Ma in un monastero Zen, le attività di un praticante non sono automatiche né inconsce. Egli concentra la sua attenzione su questi futili ma immediati lavori quotidiani e compie questi lavori efficacemente uno alla volta. Ciò potrebbe cambiare il suo modo di sperimentare o sentire queste attività e potrebbe renderlo consapevole di un nuovo significato per questi.
(4) Fare colazione: Le regole di fare colazione sono piuttosto complicate. Modi di usare ciotole, bastoncini e piccoli piatti, o mangiare crema di farina e latte di riso, sono regolati in dettaglio. Qui considererò il processo di cambiamenti provocato concentrando la vostra attenzione sulla vostra azione ed i loro significati psicologici. Acquisire la padronanza di queste regole è assai simile ad acquisire qualunque tecnica in generale, e richiede la seguente procedura. Il primo stadio è spezzare le regole in componenti più piccoli e dominarli uno alla volta. Questo è fatto allo scopo di imparare la co-ordinazione di relazione tra l'apprendimento e l’abitudine. Lo stadio successivo è di riunire i componenti che erano stati separati. Allorché questo processo avanza, il praticante può giungere al punto in cui tutte le azioni possono essere compiute in modo automatico senza prestar loro una attenzione consapevole. Nel terzo stadio, l'intenzione del praticante di completare le regole, e l’effettivo compimento di esse, li rende completamente uniti come una cosa sola.
Questo stadio è spesso chiamato SHUKYAKU-GOITSU (unificazione del soggetto e dell'oggetto), MUGA (assenza del sé, o auto-rinuncia) o ZAMMAI (questa parola denota un stato nel quale la mente è libera da distrazione, ed è assorbita in intensa e decisa concentrazione). Detto in poche parole, in questo terzo stadio l'intenzione di uno scompare ed esiste solo il compimento delle regole. Come si può vedere negli esempi succitati, la caratteristica principale dello Zen attivo è di far sorgere una nuova consapevolezza verso le attività quotidiane, concentrando l’attenzione su tale e tal’altra azione ed unificando la soggettività e l'oggettività con intenso assorbimento.
[IV] Zen Statico (ZAZEN)
Lo Zen statico (Zazen) essenzialmente non differisce molto dallo Zen Attivo, nel senso che la vostra mèta è di seguire la Via del Buddha. Nella vita quotidiana, lo Zen Statico è integrato nello Zen attivo. Essi si completano l'un l'altro, ed insieme approfondiscono lo stadio di illuminazione. Lo stato mentale raggiunto nello Zazen mantiene il suo effetto nelle attività quotidiane.
Lo Zazen consiste di un'interazione tra i seguenti elementi: CHOSIN (regolazione del corpo), CHOSOKU (regolazione del respiro) e CHOSHIN (regolazione della mente). A seguire è un breve sommario di questi elementi:
(A) CHOSIN: Chosin consiste nel sistemare la propria postura. Avendo messo da parte tutte le relazioni e messo tutto in pace controllando la propria postura, un praticante siede in posizione di loto pieno o mezzo, con occhi semichiusi e mani posizionate a formare il simbolo di Mudra Cosmico (Congiunte). Sotto le anche è messo un cuscino rotondo, e la schiena è diritta. Tra le ginocchia ed il coccige è formato un triangolo retto come Punto di perno ed il centro di gravità è messo a metà di questo triangolo.
(B) CHOSOKU: Chosoku consiste nel sistemare e controllare il proprio respiro. All'inizio di questo esercizio il praticante conta i suoi respiri, cominciando con uno-due-tre, e così via. Una volta familiarizzato con ciò, il praticante poi passa alle esalazioni lunghe e alle inalazioni corte. E mentre fa questo rimane seduto nella posizione del loto. Il metodo di respiro diviene unico con la respirazione addominale, col diaframma che lavora fortemente e con la pressione di stomaco che sorge concomitante.
(C) CHOSHIN: Choshin consiste nel sistemare e controllare la propria mente, attraverso un processo che consiste di diversi stadi. Nel primo di questi stadi, l’esercizio comincia con la propria concentrazione focalizzata sul respiro. Questa messa a fuoco su un unico punto è un attivo tentativo di cercare di escludere che tutti gli altri pensieri entrino nella mente. Tuttavia, paradossalmente, il fare questa concentrazione focalizzata invero attiva il continuo flusso degli irreali fenomeni mentali. In questo caso, i fenomeni irreali sono le immagini, i pensieri, le idee e tutte le fantasie che arrivano nella mente. Quando ciò accade, il praticante dovrebbe ricordare che questi fenomeni mentali sono irreali e sono i prodotti di una mente indisciplinata. Egli, poi, dovrebbe permetter loro di fluire via dalla mente mentre si concentra sul respiro.
Il successivo stadio di Choshin differisce notevolmente dal primo. Mentre, nel primo stadio, uno è incoraggiato a concentrarsi su un oggetto e ad escludere gli altri oggetti, nel secondo stadio il praticante è incoraggiato a concentrarsi uniformemente su tutto ciò che viene in mente, incluse le sensazioni fisiche, le immagini, le idee, i pensieri e le fantasie. Cioè, si deve prestare la massima attenzione a questo stesso momento, alla totalità di quello che sta accadendo adesso. Questo stato di attenzione può essere considerato come meditazione o consapevolezza. Quando questo stato persiste, i vari fenomeni mentali irreali appaiono per un momento, e poi in seguito spariscono. Nello stadio finale di Choshin l’auto-consapevolezza del praticante come colui che vede scompare, ed è sostituito dalla sensazione che colui che vede è unito con ciò che è visto. In altre parole, MU (il non-attaccamento oltre l’essere e il non-essere) e KU (la non-sostanza). Questo stato di mente e corpo è chiamato HISHIRYO (il pensare aldilà del pensiero e del non-pensiero) o SHINJINNDATSURAKU (lo stato che fa sparire il corpo e la mente).
[V] Studi Fisiologici sullo Zazen
Gli effetti su corpo e mente, della posizione del loto, non sono stati ancora pienamente chiariti. Tuttavia, alcuni effetti sono conosciuti. Risultati che usano la misura della gravità mostrano che benché si possa vedere una minor quantità di dondolamenti quando inizia lo zazen un monaco ben addestrato, col passar del tempo questo moto cessa totalmente. Nondimeno, quando praticano zazen i principianti, questa stabilizzazione non ha luogo (Ikegami, 1974). Questo contrasto nella stabilità tra monaci ben-addestrati e principianti, dimostra che la piena posizione del loto offre la migliore condizione per l’effetto migliore. In più, prove condotte su muscoli che usano EMG, hanno trovato che nella piena posizione del loto i muscoli hanno proprio solo un po’ più di corretta tensione, essi lavorano in modo più efficiente e col tempo ricevono un effetto tonico che dà beneficio (Nakamura. T. 1975).
Sugi & Akutsu (1964), Ando (1978), Nagashima (1977) hanno tutti studiato la respirazione durante la pratica di Zazen. Secondo i loro studi. come si vede nella tavola (1),
Tavola 1 - Respirazione Durante lo Zazen
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Percentuale respiratoria ------------------- diminuizione -stabile
Volume Ventilazione di un respiro--------- aumento
Aumento di ventilazione per minuto-------- diminuzione - calo del 20%
Consumo di ossigeno.------------------------- diminuzione - calo del 20 - 30%
Aumento del Metabolismo -------------------- calo 80 - 85% del Metabolismo Basale
Modello di Respirazione (I/E) ----------------- diminuzione ---------- Espirazione Prolungata
Movimento del Diaframma --------------------- aumento
Pressione addominale -------------------------- aumento
R.Q. (CO2 / O2) ----------------------------------- stabile
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Diminuiscono percentuale di respirazione e il rapporto di I/E, e vi è il fatto che il respiro diventa addominale. In più, la quantità dell’aria introdotta per ogni respiro aumenta mentre l'ammonta-re di ventilazione per minuto diminuisce. Infine, il consumo di ossigeno e la percentuale del metabolismo diminuiscono.
La Tavola (2) mostra la misurazione di onde del cervello e del sistema nervoso autonomo, presa durante lo Zazen. (Studi di Hirai, Yamaoka, Hagino et altri).
Tavola 2 – Onde del Cervello e del Sistema Nervoso Autonomo Durante lo Zazen
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Tecnica: - Zazen - Chiave: Riscontrabile = +; Non Riscontrabile = -;
Aspetto dell’Onda Alfa : + + +
Ampiezza dell’Onda Alfa: aumento
Frequenza dell’Onda Alfa: diminuzione
Aspetto dell’Onda Theta: + - -
Alfa-bloccante agli Stimoli: + + +
Frequenza cardiaca: aumento
Ampiezza del Plethysmogramma: ? + +
Risposta Potenziale s/Pelle (SPR): aumento ? ?
Livello Potenziale s/Pelle: ? cambiamento a positivo
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Nello studio di Kasamatsu ed Hirai (1960)(1969)(1984), una serie di livelli di approfondimento nei fenomeni della meditazione, come l’aspetto di onde alfa (I° Livello), che cresce nella sua ampiezza (II° Livello), si abbassa nella sua frequenza (III° Livello), e l’aspetto del tratto ritmico theta (VI° Livello) furono visti in monaci con più di venti anni di pratica, anche se i loro occhi restavano aperti. I risultati del loro studio mostrano anche come fenomeni di disabitudine degli alfa-bloccanti, l’aumento in percentuale dei battiti cardiaci e l'attivazione di GSR spontaneo. Di solito, le onde alfa appaiono quando le persone hanno gli occhi chiusi. Tuttavia, come nel caso dei monaci, anche se essi tengono i loro occhi aperti, le onde alfa appaiono ed aumentano nella loro ampiezza, e abbassano la loro frequenza. Ciò indica che i loro livelli di stimolazione stanno avendo una diminuzione. Ma, allo stesso tempo, la percentuale dei loro battiti cardiaci aumenta un pò, e si attiva GSR spontaneo, il che mostra che il sistema nervoso autonomo è piuttosto attivo. In altre parole, ciò è uno stato molto particolare di effettivi nervi simpatici, mentre di solito sono dominanti i nervi parasimpatici. Questo, secondo Hirai (1960), è uno stato in cui si abbassa il livello di eccitazione della corteccia cerebrale e, al tempo stesso, stanno sorgendo le funzioni dei tronchi cerebrali come fenomeno di rilassamento.
Inoltre, un'altra caratteristica delle onde del cervello durante lo Zazen è la "disabitudine" delle alfa-bloccanti. L'alfa-bloccante è il cambiamento delle onde-alfa in onde-beta con la repressione dallo stimolo del suono mentre appaiono le onde-alfa. Tuttavia, se gli stimoli si presentano ripe-tutamente, ci si abitua ad essi e l’alfa-bloccante non accadrà. Questo fenomeno di abitudine può essere visto nei laici durante la pratica Zazen, ma non accadrebbe a monaci ben-addestrati. Essi chiaramente potrebbero sentire ogni minimo clic. Questo è riferito come "disabitudine".
Kasamatsu e Hirai (1984) dichiarano, "nella Meditazione Zen, l’abbassamento del modello di EEG è confermato da un lato, e la disabitudine dell'alfa-bloccante dall'altro. E questi stanno ad indicare lo specifico cambiamento di coscienza". Questi non sono soltanto uno stato di corpo e mente in rilassamento. Io penso che sia piuttosto uno stato ben bilanciato di corpo e mente, accompagnato da tensione all'interno del rilassamento e completamento.
Come menzionato prima, questi sono prodotti da occhi aperti, appropriata tensione di muscoli per manenere la postura, lunga espirazione e concentrazione sul respiro, ed i loro effetti l'uno sull'altro, per mantenere le posture.
Io penso che i vari effetti psicoterapeutici potrebbero essere prodotti in questo stato di corpo e mente. Per esempio. Ikemi (1995) osservò che "il ruolo essenziale dei metodi di autocontrollo autogenico come Zazen, Yoga, AT e TM, è di rinvigorire l’innata omeostasi e la funzione di autocontrollo conducendo allo specifico stato psico-fisiologico". E anche Shapiro (1980) osservò che "la persona è in una postura rilassata, comoda e fisicamente stabile, essa è capace di auto-osservare con equanimità tutto ciò che entra nella consapevolezza: paure, pensieri, fantasie, colpe, decisioni e tutti gli altri eventi ricoperti (desensificazione globale)".
Recentemente, studi di Yamaoka (1988), di Hagino (1987) (1989) ed altri, (Tavola 2), hanno indicato punti di vista negativi verso l'asserzione di Hirai; l’abbassamento delle onde-beta (IV° stadio) nella frequenza delle onde del cervello. Inoltre, Taniguchi (1992) ha dichiarato che "le domande riguardo ai primitivi studi, come le variazioni intra-soggetto e le modifiche a lungo-termine furono sollevate non solo in Giappone ma anche in altri paesi". Questi sono i problemi che devono essere risolti nel futuro.
[VI] Zen e Salute
Nello Zen, il SATORI è un tipo di cambiamento della personalità. Esso è provocato da reciproca interazione di Zen Attivo (le attività quotidiane) e di Zen Statico (lo Zazen, cioè: respirazione, e regolazione di corpo e di mente). In altre parole, esso è provocato da ogni attività quotidiana incluso lo Zazen. Come è stato menzionato prima, nel SATORI gli stati mentali sono espressi come 'SHUKYAKU-GOITSU", "MUGA" "ZAMMAI" ecc.. Ma i cambiamenti della personalità non avverrano solo con questi tipi di esperienze da sole. Queste esperienze di SATORI colpirebbero la vostra cognizione e il modello conoscitivo, e vi porterebbero a vedere le cose da angolazioni nuove. Qui, i cambiamenti di personalità si riferiscono ai cambiamenti della propria conoscenza. Quindi, nel SATORI, quale tipo di cambiamenti nella conoscenza sono prodotti da queste esperienze?. In seguito saranno date dettagliate spiegazioni, ma sembra che esse possano essere compendiate nei seguenti 2 punti.
(1) Il SATORI abilita una persona ad affrontare ed osservare la realtà ed accettarla come è.
(2) Si dovrebbe smettere di avere un punto di vista egocentrico ed iniziare a vedere le cose da un punto di vista altruistico, o da un punto di vista più vasto. Quindi, quale tipo di cambiamenti alla personalità ed alle proprie azioni provoca la pratica Zen?
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(1) Cambiamenti che si vedono nella vita reale.
(a) Risorsa interiore per vivere ogni secondo con tutta la propria energia che serve.
(b) Si diventa capaci di accettare la realtà così come essa è. Diminuisce la tendenza a sfuggire o ad evitare situazioni difficili.
(c) Appaiono sentimenti di completezza e maggior vigore.
(2) Diminuzione delll'ansia e della paura.
Con lo Zazen, le emozioni sono lasciate andare, e le desensificazioni sorgono in uno stato di equilibrio dinamico.
(3) Il compiere atti quotidiani basati sul respiro addominale diventa un'abitudine.
(a) Il compiere funzioni fisiche viene attivato dalla respirazione addominale.
(b) Viene recuperato l’equilibrio nel sistema nervoso autonomo.
(c) Sono rafforzate e rinvigorite le funzioni degli organi interni.
(d) La tolleranza contro gli stress è rinforzata.
(4) Abbandono dell’attaccamento al sé.
L'energia di una persona può essere usata tutta in azioni reali nello stato di MUGA (vacuità- non-sé). Ad esempio, ciò si può vedere nelle tecniche sportive, nell’espressione artistica, nella perfezione del comportamento, nell’esecuzione del NO (classico dramma danzato giapponese) o del SADO (cerimonia del tè).
(5) Cessazione dei punti di vista ego-centrici.
(a) Diventa possibile vedere le cose da un punto di vista più vasto, o da quello degli altri.
(b) Le idee creative non saranno ristrette in una rigida cornice di modi di pensare.
In questo trattato ho voluto considerare la relazione tra la pratica Zen e l’autocontrollo. La pratica Zen consiste nell’interazione tra lo Zen Attivo (concentrare la propria attenzione sulle azioni individuali della vita quotidiana) e lo Zen Statico (cioè, lo Zazen: regolamentazione di corpo, respiro e mente). Il SATORI è una consapevolezza intuitiva che è prodotta tramite cambiamenti del modo di sperimentare e con l'accumulazione di questi cambiamenti. Uno stato di SATORI è un stato psico-fisiologicamente molto particolare. È uno stato ben bilanciato di corpo e mente, accompagnato all'interno da una certa tensione di abbandono e completamento piuttosto che solo uno stato con corpo e mente rilassati. Il SATORI dovrebbe influenzare la nostra stessa struttura conoscitiva e dovrebbe diventare possibile vedere sé-stessi ed il proprio mondo da una nuova angolazione.
Questi cambiamenti del modo di vedere le cose si possono compendiare nei seguenti 2 punti.
(1) Per una persona sarà possibile affrontare ed osservare la realtà, ed accettarla come è.
(2) Si cesserà di avere un punto di vista ego-centrico e si inizierà a vedere le cose da un punto di vista altruistico e si avrà un punto di vista più ampio.
RIFERIMENTI: Tratto da URL: * BuddhaNet World Wide Web Site *
- E-mail: buddhanet@pobox.com - Operatore: Ven Pannyavaro
(Traduzione in Italiano: Aliberth mengoni- Centro Nirvana – Roma (Italy)- 2006)
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al DHARMA WELL -
(A Day of CONSAPEVOLEZZA at Dharma Well):
Un discorso di Dharma di Daito Zenei, al Santuario buddhista Zen Sensei Life Abundance. Sabato, 26 febbraio 1994 (2538, era Budd.)
[Questo è un discorso introduttivo di Dharma, dato dal Ven. Maestro Zen Thompson, all’inizio di questa giornata di Ritiro].
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PREFAZIONE - (NA MO A DI DA PHAT).
Vorrei cominciare il nostro giorno di CONSAPEVOLEZZA qui in questo meraviglioso e sacro luogo di ritiro (BodhiMandala), noto come DHARMA WELL, prostrandomi con il rispetto più profondo e la mia gratitudine a tutti voi amici, studenti, e discepoli, e specialmente agli Insegnanti Senior di Dharma, Dhamma-Ratta e Dhamma-Dayavati, per simboleggiare la loro massima adesione alle Sei PARAMITA, o Perfezioni, facendo del luogo di Ritiri Dharma Well una realtà per noi tutti.
[Il maestro di Dharma Thompson fa un profondo inchino]
Ora reciteremo queste Sei Perfezioni per il beneficio di tutti coloro che sono qui stasera:
1) la Perfezione altruistica della Generosità.
2) la Perfezione del Mantenere i Precetti.
3) la Perfezione di Pazienza e Umiltà.
4) la Perfezione di Zelo e Perseveranza.
5) la Perfezione del Samadhi.
6) la Perfezione della Saggezza, Compassione e Illuminazione.
Ciò che oggi noi tenteremo di realizzare è il risveglio alla nostra vera-natura, che è la mente-Buddha. Molte persone sono venute a questo ritiro Zen per varie ragioni. Di solito si viene ad un ritiro Zen per una di queste tre ragioni.
1) in primo luogo, per una comprensione intellettuale o conferma di conoscenza della Verità del Dhamma.
2) in secondo luogo, allo scopo di imparare i Precetti e poter vivere una buon vita.
3) in terzo luogo, con un cuore compassionevole – nel vedere la sofferenza di tutti gli esseri senzienti - uno desidera grazie alla gentilezza provata nel cuore di liberare se stesso e gli altri dalle contaminazioni e dalla sofferenza. Non importa quale di queste tre ragioni vi abbiano oggi fatto decidere di unirvi agli altri. Tutte e tre le ragioni saranno adempiute alla fine del nostro ritiro. Lasciate che vi ricordi fin da subito che ognuno di voi è come una gemma preziosa il cui splendore è nascosto da un rivestimento di impurità. Per godere del puro splendore del vostro essere-gemma – la vostra vera Natura della mente-Buddha - dovete prima ricorrere ad una sorta di "pulizia", per liberarvi di tutte le impurità che coprono la vostra reale mente-Buddha.
Che cosa significa ‘pulire’? Significa lucidare la vostra "mente-simil-specchio". L’Illuminazione è come lucidare la vostra contaminata mente-simil-specchio.
Vi sono quattro importanti valori relativi a scoprire la vostra vera-natura con tale "lucidatura". Ora vi spiegherò brevemente questi quattro.
1) il primo, è quando grazie alla rimozione di tutti gli oggetti che sono davanti ad uno specchio non c'è nessun riflesso, così quando tutto ciò che disturba le condizioni mentali e tutte le sfere mentali in contatto con gli oggetti tramite i vostri organi di senso sono state eliminate, non c'è nessun disturbo della tranquillità della Vostra Mente.
2) il secondo, è quello della grandezza della vostra affermazione di verità. Non importa quali che possano essere i fenomeni o le condizioni del mondo - essi sono riflessi nello specchio della vostra Mente di Buddha-natura con perfetta verità e imparzialità. Non c’'è nulla che entri, né che esca, non c'è niente che è perduto, né distrutto. Perché, nella vera mente-Buddha, tutte le concezioni sono dello stesso sapore, che nella loro talità dimorano immutate e permanenti. Perché la mente-Buddha reale non produce contaminazioni che possano mai contaminarla, ed anche le concezioni contaminate dal suo riflesso non hanno effetto su di essa. La sua intuitiva natura non è mai disturbante, anzi al contrario, possiede illimitate virtù di disintossicazione che influenzano tutti gli esseri senzienti per penetrare nell'unità e purezza della mente-Buddha.
3) il terzo valore della mente-Buddha considerata come specchio, è affermativo della grandezza della Libertà. Proprio come uno specchio riflette liberamente tutti gli oggetti portati davanti ad esso, così la Mente-Buddha riflette liberamente tutti i concetti senza esserne contaminata. Essi si muovono liberamente proprio così come sono, separatamente da tutti gli ostacoli e ostruzioni alla conoscenza, e da tutti i fenomeni di composizione e conformità.
4) il quarto valore è un'affermazione di utilizzo della Compassione, per essere libera da tutte le limitazioni dell’egoismo. Essa attrae nella sua onnipervadente purezza, pace ed unità, tutti quelli simili, illuminando le loro menti con uguale luminosità così che tutti gli esseri senzienti abbiano un uguale diritto all’Illuminazione in questa stessa vita; un’uguale opportunità per praticare questo principio ultimo di Gentilezza; e la uguale certezza che alla fine tutti gli esseri senzienti raggiungeranno l’Illuminazione; essa fa maturare la loro radice di meriti e fa realizzare il loro risveglio alla mente-Buddha.
Le attività quotidiane della vostra mente sono attività esteriori che portano con sé cambiamenti ed aumentano la complessità e la confusione nella vostra vita quotidiano. Ma l'attività interiore del "levigare la vostra mente-simil-specchio" qui oggi attraverso il nostro addestramento Zen vi rende abili a calmare la mente, e ciò arreca armonia, semplicità, pace, salute, verità ed unità.
A causa dei Tre Veleni: Illusione, Rabbia ed Attaccamento, il vostro vero essere è contamina-to. Perciò voi non potete conoscere la vera Illuminazione. Se non ci fosse il sorgere di questi tre veleni, la vostra Mente-Buddha apparirebbe naturalmente e spontaneamente, e voi potreste manifestare Saggezza, Compassione e Illuminazione.
È come quando ci si mette vestiti perfettamente puliti e freschi su un corpo profumato di aromi. I vestiti non hanno nessun loro odore. Ma dopo un po’, i vestiti sono contaminati dal profumo delle erbe aromatiche. È la stessa cosa con la vostra reale Mente-Buddha! La vostra preziosa natura simil-gemma è appannata dalle contaminazioni dei Tre Veleni e dalla coscienza Karmica e dalla falsa sensazione del mondo fenomenico per mezzo dei vostri più bassi Manas, cioè le sei coscienze sensoriali.
La vostra Mente genera tre tipi di concezioni che sono in stretta mutualità e inseparabili da ogni discriminazione. 1) la prima è la concezione dell'attività, chiamata il KARMA. 2) la seconda è la concezione di un "agente", chiamato l’Ego-sé. 3) la terza è la concezione del "mondo di azione", chiamato il mondo fenomenico intorno a voi.
Noi creiamo "Karma", nato dai nostri "pensieri, discorsi ed azioni". Quindi, per noi diventa molto importante essere costantemente attenti e consapevoli dei nostri "pensieri, discorsi ed azioni". Noi dobbiamo imparare a riconoscere il fatto che "causa ed effetto" sono una sola cosa, e non due cose separate. Quando la vostra realizzazione di "causa ed effetto" non è sentita più solo in modo intellettuale, ma col vostro intero essere, allora sarete liberati al fatto che non c'è nessun modo di evitare di prendersi la responsabilità per la propria vita - e per la vita degli altri. Non potrete più avere scuse, come ad esempio, "Tu mi hai fatto arrabbiare!", e simili, poiché ora voi saprete che in realtà, non è che la "rabbia", a farvi essere arrabbiati. E, forti di questa nuova realtà indotta dal risveglio Zen, sarete più potenti non solo per fare qualcosa circa la "rabbia", ma per tutti gli altri aspetti della vostra vita!
Questo nuovo aumento di potere - e responsabilità - include l’intero universo, perché è basato sulla realizzazione che noi non siamo separati dall'universo. Ciò che accade alle Diecimila Cose - accade similmente a voi. Anche tutto ciò che sta accadendo in Somalia, nel Medio-Oriente, nel centro di Los Angeles, nello strato dell’Ozono, ecc., è correlato a questa "causa ed effetto" del vostro stesso essere. Questo aspetto unico del Risveglio Zen - sperimentato col vostro stesso essere - è ciò che è tutto il buddhismo. È ciò che sono tutti i Precetti.
Dogen Zenji, il fondatore della nostra tradizione di Zen Soto, così dice: "Studiare la Via è studiare il ‘sé’. Studiare il sé è dimenticare il proprio sé. Dimenticare il proprio sé è rimuovere le barriere fra se stessi e gli altri. Rimuovere le barriere tra se stessi e gli altri è essere Illuminati".
Quando voi "lo-realizzate", diverrete "uno con il tutto". Sofferenza, Illuminazione, oscuramenti, purezza. Niente all’interno. Niente all’esterno. Nessun tipo di dualismo. Questo è ciò che il nostro addestramento Zen può farvi realizzare. In seguito, noi arriviamo a capire che i pensieri contaminati e le nostre sofferenze personali non esistono per loro proprio diritto, ma sorgono solamente a causa della mente non-illuminata che è stimolata da questi tre tipi di concezioni.
Tutti i Buddha, i Bodhisattva ed i Maestri Zen, fin dall’inizio hanno sviluppato il loro più elevato manas per superare così le contaminazioni e le sofferenze personali. Essi hanno sviluppato nei loro cuori la Compassione e la Saggezza – sostenendo le Sei Perfezioni ed il Voto di Bodhisattva, non per ottenere questa speciale Illuminazione per se stessi, ma proprio finché tutti gli esseri senzienti non siano stati emancipati dalla schiavitù dell'attività esteriore della mente.
Con la pratica avanzata del nostro stesso Samadhi – lo Zazen - noi acquisiamo in questa vita presente i Dieci Grandi Vantaggi che sono:
1) Primo, voi sarete sempre sotto la protezione e l’appoggio di tutti i Buddha e Bodhisattva che costituiscono il Sangha Eterno.
2) secondo, voi non dovrete mai temere il male.
3) terzo, voi raggiungerete un chiaro intuito e comprensione intuitiva, e non sarete più confusi o disturbati da falsi insegnamenti e falsi insegnanti.
4) quarto, non dubiterete più del profondo insegnamento del Dharma, le vostre predisposizioni ed ostacoli karmici gradualmente scompariranno.
5) quinto, il sorgere di desideri istintivi, sentimenti malevoli, sospettosi e diffidenti cesserà.
6) sesto, la vostra fede nei buoni propositi e benevolenza del Tathagata, e della saggezza e compassione dello Stato di Buddha aumenterà in modo naturale.
7) settimo, diventerete coraggiosi e rasserenati di fronte ai problemi della vita e della morte, sfugegndo il dolore e tutti i sentimenti di contrizione e scoraggiamento.
8) ottavo, vi si aprirà un grande cuore di compassione, il vostro spirito diventerà gentile e mite, e scarterà tutto l’orgoglio dell'egoismo e sarà imperturbato da tutte le altre azioni.
9) nono, cesserete di provare piacere nelle cose mondane, e anche se non avete ancora potuto raggiungere l’Illuminazione, resterete tranquilli nelle condizioni ordinarie.
10) decimo, dopo aver raggiunto l’Illuminazione, non sarete mai più sotto la schiavitù dei sensi che danno origine al manas più basso.
Infine, vorrei dire qualcosa sul potere del Bodhisattva Kuan Yin. Molti di voi hanno visto statue di Kuan Yin, o possono averne una. Il nome Sanscrito di Kuan Yin è Avalokiteshvara, il Grande Bodhisattva. Ma in Cina, essa è femminile ed è Colei che ascolta le Suppliche del Mondo. Ed una delle sue caratteristiche è che lei manifesta se stessa a seconda delle varie circostanze. Quindi, lei si presenta sempre in una forma che è adatta a ciò che sta accadendo. Ogni volta che c'è un veicolo arenato sul lato della strada ed un automobilista che si ferma ad aiutare – il Bodhisattva Kuan Yin è lì che si manifesta, con la sua altruistica Compassione e Saggezza per tutti gli esseri senzienti. Ognuno di noi ha il potenziale per essere Kuan Yin, all'interno del nostro stesso cuore. E' semplicemente una questione di risvegliarsi ad esso. Ci si sveglia ad esso, comprendendo che non c'è separazione tra se stessi e gli altri - come ha detto Dogen Zenji.
La prossima volta che correte in aiuto di qualcuno che ha bisogno di aiuto – è Kuan Yin che sta operando attraverso il vostro stesso essere. In QUEL preciso momento - per un minimo istante – non c'è separazione tra voi, la persona che ha bisogno di aiuto ed il mondo fenomenico in cui avviene il vostro dare aiuto. È mio grande desiderio che ognuno di voi venga via dal nostro ritiro Zen con l’altruistica compassione e saggezza del Bodhisattva Kuan Yin. E infine, in conclusione, recitiamo insieme i Voti del BODHISATTVA.
“Gli Esseri senzienti sono innumerevoli; Io faccio il voto di salvarli tutti.
“I desideri sono inesauribili; Io faccio il voto di porre fine ad essi.
“I Dharma sono senza limiti; Io faccio il voto di dominarli tutti.
“La Via del Buddha è difficile da raggiungere; Io faccio voto di raggiungerla”.
Per me, la difficoltà di questi Voti di Bodhisattva è l’essenza stessa della nostra pratica Zen. Noi non siamo interessati alla mèta - è il processo che è molto più importante per noi. La pratica e l’Illuminazione non sono due cose separate. Non è la mèta che salverà tutti gli esseri senzienti. È la pratica che li salverà, la pratica di mettere fine ai nostri desideri, alle contaminazioni, alle illusioni, la pratica di padroneggiare lo stesso Dharma, e di raggiungere così l’Illuminazione. Con il conseguimento finale di tale Saggezza, ricorderemo il vero inizio delle Sei Grandi Perfezioni: la Perfezione della Generosità (dana): cioè, il dare, la prima delle Sei Grandi Paramita.
Il Maestro di Dharma lo dà al discepolo. Il discepolo lo dà di nuovo al Maestro di Dharma. Funziona in entrambi i modi. Dare se stessi al Dharma (l’insegnamento); ed a chi ha necessità del nostro aiuto. NA MO A DI DA PHAT. [Il Ven. Maestro di Dharma Thompson fa un profondo inchino] ----- ----
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Ven. Zen Master Daito Zenei Thompson - ‘Life Abundance’ Zen Buddhist Sanctuary -
Lynwood Seattle Redmond Gig Harbor - c/o 1124 Market Street #2 Kirkland, WA 98033 USA -
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(Traduz. In Italiano di Aliberth Mengoni – Centro Nirvana, Roma, 2006)