La Meditazione Dark Zen (Parte 1°) 

 

Domanda: La meditazione significa essere consapevoli del respiro che va dentro-e-fuori?. 

Risposta: Dal punto di vista del Dark-Zen, fondamentalmente, noi non siamo affatto collegati con la respirazione in e out (dentro-fuori). 

D.: Cosa?! Non l’avevo mai sentito dire prima. Io pensavo che la consapevolezza del respiro dentro-e-fuori volesse dire che dobbiamo seguire il nostro respiro. Non è forse così? 

R.: Se si segue qualcosa, non se ne è guidati? In quel caso, noi saremmo meno di ciò che stiamo seguendo. E poi, in seguito, non si diventa forse qualcosa più di ciò che si sta seguendo? 

D.: Sì, chiaramente. Ma non è che il Buddha ci sta dicendo proprio questo? Cioè di fare questa particolare forma di meditazione? Voglio dire - non si presume che noi si sia consapevoli della nostra respirazione? 

R.: Perché il Buddha, che si è liberato del suo corpo fisico, dovrebbe insegnare ai suoi discepoli ad essere dipendenti dai cicli del respiro, come se fossero guidati da essi? Forse lui sta dicendo ai suoi studenti di ricordare ciò che è prima del respiro dentro-e-fuori, così come di prendere le distanze da ogni tipo di attaccamento al respiro - e soprattutto, dal corpo mortale. 

D.: Mi dia un esempio pratico. Io ora sono confuso. 

R.: Quando medito, io prima mi ricongiungo alla fonte che è antecedente alla mia respirazione. In questo stato, quando il respiro va avanti, io mantengo un ricordo di ciò che è prima della totalità del respiro, che è molto impercettibile. 

D.: Sono ancora confuso. Mi spieghi di nuovo ciò che Lei vuol dire. 

R.: Primo, assuma la corretta postura meditativa che Le è stata insegnata. Poi, solo inspiri ed espiri per alcuni secondi. Bene. Ora, lo faccia!. 

       Attivate il vostro respiro inspirando ed espirando lentamente dentro e fuori. Dopodiché, attivate il respiro interno, con l’inspirazione e l’espirazione. Questo sarebbe come spingere attivamente in fuori la propria mano, ritirandola poi indietro e pensando, io sto spingendo in fuori mia mano; ora io la sto ritirando in dentro. Quindi, ora si faccia la stessa cosa con la respirazione. E per tutto il tempo pensate che ‘colui’ che sta facendo la respirazione è sempre prima della respirazione sia dentro che fuori. 

D.: D’accordo. È strano, ma quando lo faccio sento una sorta di piccola 'energia' che sta crescendo in me. Capisco ciò che Lei vuol dire. Curiosamente, sta proprio accadendo qualche cosa. 

R.: Ehi, è meraviglioso! Questo significa che Lei sta stimolando la Sua respirazione essendo un po’ prima di essa. Mi lasci solo dire che più Lei riesce a ‘stare prima’, più sentirà che la respirazione viene stimolata. 

D.: Dove e quando entra in campo questa consapevolezza? 

R.: In realtà, la consapevolezza significa, diciamo, ricordare cos’è ‘ciò che è libero dalla respirazione! Questo è sempre precedente e prima della respirazione dentro-e-fuori, - ricordi soltanto quello. Ricordandolo, molti di voi alla fine cominciano a separarsi spiritualmente dal corpo – vale a dire, in un modo spirituale - essendo così in grado di distinguere il corpo da ciò che non è il corpo. 

D.: Posso chiederle dove ha imparato Lei questo tipo di meditazione? 

R.: Se glielo dicessi, Lei non mi crederebbe. Nel corso della pratica, accadono molte cose che non possono essere spiegate. Un certo giorno Lei sta provando qualcosa di diverso e, allora, pow! Accade qualcosa di straordinario. Poi se Lei rileggerà alcuni Sutra scoprirà che il Buddha era un vecchio diavolo sdrucciolevole. Nulla di magico, ma neanche niente di ordinario. 

D.: Lei pensa forse di aver inventato qualcosa di nuovo? 

R.: Mettiamola così - sono stato proprio fortunato a scoprire ciò che il Buddha, io credo, avesse dedotto molto tempo fa. 

D.: E Lei lo pratica anche? E come è? 

R.: Sicuro. Dopo un po' Lei potrà anche andar oltre i battiti del suo cuore. Qualche volta, per un momento, posso andare oltre il corpo. È alquanto strano. 

D.: Questo tipo di meditazione Lei lo insegna?

R.: No, non personalmente. Non ho né lo spazio né i soldi per insegnare. Il che equivarrebbe a vivere in un sottoscala e mangiare riso e fagioli, io faccio del mio meglio... 

D.: Beh, io non credo. In ogni modo, vorrei sperare che qualcuno possa aiutarla. 

R.: Anch’io. Ma io non mi aspetto niente. A noi succede proprio di vivere in un tempo in cui ognuno vuole soldi e potere. Molte persone potrebbero voler meno questo tipo di cose salvo, ovviamente, essere aiutate nel loro desiderio di fare un milione di dollari! [ridendo] 

D.: Questa Sua meditazione è come lo Zazen? 

R.: Niente affatto. Lo Zazen è come aspettare un autobus. La mia meditazione è come volare. Comunque, devo dire che tutte le forme di meditazione sono dirette verso il superamento della nostra fissazione con il corpo e tutti i suoi problemi. Si è mai visto qualcuno che meditando pensi, ‘voglio sperimentare un grande dolore mentre medito’? No, Invece noi sediamo e tentiamo di arrivare a qualche sorta di pace interna. Determinando questo noi proviamo diverse meditazioni, come il seguire il respiro o contarli o soltanto stare seduti. Tuttavia, la maggior parte di esse non funzionano. E molti sono essi stessi come bambini quando credono che la loro meditazione stia avendo progressi. Con la meditazione Dark-Zen – senza dubbio, il progresso è noto. 

D.: E come mai? 

R.: Perché la Mente è il Padrone di tutte le cose. 

D.: Lei sta dicendo, mi sembra, che poiché la Mente è prima di tutte le altre cose, ogni altra cosa viene dopo; e che ricordando durante la respirazione il nostro essere-prima, in un certo modo noi stiamo riportando i nostri passi di nuovo verso l’originale Mente di Buddha. E’ giusto? 

R.: Dica, vuole mica farla finita? [ridendo] Comunque, si, era giusto. Ma Lei lo ha dedotto perché è così naturale. Questo è ciò che io amo del buddhismo –è come la religione dell'universo. È semplice ed elegante. Ma ho paura che noi umani stiamo rendendo troppo complicato questo periodo. Forse è per questo che il buddhismo sembra difficile. Ma temo di star divagando. 

D.: Quindi com’ è quando Lei medita - penso di aver già chiesto prima questo, no? 

R.: Beh, io sono a quel punto in cui il più di me si identifica con ciò che non è il mio corpo mortale. Presumo che Lei potrebbe dire che io sento la mia mente che affligge i nervi del mio corpo così come stimolare e condurre il mio corpo, e così non lo segue più come se fosse il suo schiavo. Di conseguenza, il mio corpo tenta di accordarsi con la mente e foggiarla! Automaticamente, io cominciai a mangiare meno, dormire meno, a preoccuparmi meno di morire. Si sente anche crescere un altro corpo che è come luce chiara, ma con una beatitudine. È un tipo di chiarità- che è la tua propria segreta delizia. 

D.: Beh, questo è davvero interessante. Spero proprio che Lei ne faccia qualcosa di questa meditazione e la condivida col resto di noi. 

R.: Anch’io spero così. Sarebbe divertente che ognuno si tiri su con la gioia!