Le Funzioni delle Coscienze. 

Tratto da Internet: http://www.sacred-texts.com/bud/index.htm  

 

   Le coscienze sono in tutto ottantanove, e funzionano in quattordici diverse occasioni; nella concezione, nel sostrato esistenziale, nell’attenzione, nella perspicacia, conoscenza, definizione, rapidità di calcolo, nella comparazione di oggetti, vista, udito, odorato, gusto, tatto, e così via. E com’è che funzionano? Quando, attraverso il potere delle otto coscienze meritevoli, che appartengono al reame del piacere sensoriale, gli esseri viventi nascono nel mondo degli dèi e degli uomini, al momento della concezione si generano quindi nove coscienze di fruizione; vale a dire, le otto coscienze di fruizione, che appartengono al reame del piacere sensoriale e che possiedono una causa, avendo come loro oggetto qualsiasi karma, il karma-riflesso, cioè il destino che si rispecchia, che doveva esser presente al momento della morte, perfino nel caso di quelli che nel mondo degli uomini diventano eunuchi e simili, una meritoria mente-coscienza-di-fruizione, unita all’indifferenza che, avendo le sue due cause deboli, è chiamata senza-causa. Quando, attraverso il potere delle coscienze meritorie, appartenenti ai reami di forma e senza-forma, questi esseri sono nati nei reami di forma e senza-forma, allora poi al momento della concezione sorgono nove coscienze di fruizione dei reami di forma e senza-forma, che hanno come loro oggetto qualunque karma-riflesso che sarebbe stato presente al momento della morte. Tuttavia, quando attraverso il potere delle coscienze non-meritevoli, essi rinascono negli inferni, allora al momento della concezione, ivi sorge solamente una mente-coscienza-di-fruizione-non-meritoria senza causa, avente come suo oggetto qualunque karma, karma-riflesso, o destino-riflesso che doveva esser presente al momento della morte. Si capirà, perciò, di conseguenza, che nella concezione vi sono diciannove coscienze-di-fruizione. 

   Ma quando la coscienza-concezione cessa, allora, sorge una coscienza simile precisamente al sostrato dell’esistenza, che è la fruizione dello stesso karma ed ha lo stesso oggetto. Questo si ripete, come fa la corrente di un fiume, finché non sorge un altro pensiero ad interrompere la serie, e questo processo continua all’infinito sia durante il sonno-senza-sogni che nelle occasioni simili. Si capirà, perciò, di conseguenza, che le stesse diciannove coscienze sono nel substrato- esistenziale. Ma quando nel corso della serie delle esistenze-substrato le aperture sensoriali di un essere vivente sono cresciute per essere competenti a capire i loro oggetti, allora quando una forma giunge all'interno del campo visivo, l'eccitamento dell'occhio per la forma è incentivata, e tramite la forza di questo stimolo, il substrato-esistenziale è interrotto. Quando il substrato esistenziale cessa, sorge la mente-in-azione che viene a prendere il suo posto, con quella forma, come suo oggetto, e compiendo la funzione di attenzione. La stessa cosa accade rispetto all’apertura degli altri organi di senso, ecc. Tuttavia, nel caso dell’apertura della mente, quando i sei oggetti dei sensi arrivano all'interno della serie e il substrato esistenziale è stato interrotto, allora sorge la coscienza della mente-in-azione che ne prende il posto, ed essendo senza una causa, accoppiata con l’indifferenza ne compie la funzione di attenzione. Di conseguenza, si capirà che due coscienze-in-azione funzioneranno nell’attenzione. 

   Ma dopo l’attenzione arriverà la coscienza-occhio, che ha come suo strumento l'eccitamento dell'occhio e compie la funzione di vedere nell'apertura dell’occhio, e poi dopo sorgono le coscienze dell'orecchio, del naso, della lingua, e del corpo, che compiono le funzioni di sentire, odorare, gustare, toccare, ecc., nelle loro rispettive aperture. Queste sono le fruizioni meritorie quando i loro oggetti sono desiderabili o desiderabilmente-neutri, e le fruizioni di demerito quando i loro oggetti sono indesiderabili o indesiderabilmente-neutri. Di conseguenza, si capirà che vi sono dieci coscienze di fruizione durante il vedere, o mentre si sente, si odora, si assaggia, e si tocca. 

   Ma quando è detto che dopo che la coscienza-occhio è sorta ed è cessata, ivi sorge il pensiero, la mentalità, la mente ad esso dovuta, questa è la mente-fruizione che dopo sorge sulle coscienze sensoriali, e prende nota dei loro oggetti. Quando sorge una coscienza sensoriale meritoria, è una fruizione meritoria; quando sorge una coscienza sensoriale non-meritoria, essa è una fruizione di demerito. Di conseguenza, si capirà che quando si notano gli oggetti, vi sono due coscienze-di-fruizione. 

   Ma quando è detto che dopo che è sorta la mente, e poi è cessata, ivi sorge il pensiero, la mentalità, la coscienza-mentale ad esso dovuta, questa è coscienza di fruizione-mentale, che sorge senza una causa e conosce ciò che è stato notato dalla mente. Quando in un oggetto indesiderabile-neutrale sorge la fruizione-mentale di demerito, essa è una fruizione di demerito. Quando sorge la fruizione-mentale meritoria, è una fruizione meritoria, essendo accoppiata con la gioia nel caso di un oggetto desiderabile, ed accoppiata con l’indifferenza nel caso di un oggetto desiderabile-neutro. Di conseguenza, si capirà che nel caso del conoscere vi sono tre coscienze-di-fruizione. 

   Dopo la cognizione sorge la coscienza della azione-mentale, o mente in azione, senza una causa ed accoppiata con l’indifferenza. Questo definisce l'oggetto. Di conseguenza si capirà che nel definire un oggetto vi è una sola 'coscienza-azione'. 

   Dopo aver definito che, nel caso, l'oggetto, forma o simile, è grande o piccolo, allora rispetto all'oggetto definito si mettono in moto sei o sette veloci calcoli. Questi sono fatti o dalle otto coscienze meritorie che appartengono al reame del piacere sensuale, o dalle dodici coscienze di demerito, o dalle nove coscienze-di-azione che appartengono al reame del piacere sensuale. Questo è come nel caso che riguarda le cinque aperture; ma, solamente dopo l’attenzione, nel caso della apertura mentale. Oltre allo stato di gotrabhû (lo stato embrionale), vi sono cinque coscienze meritorie e cinque coscienze-di-azione che appartengono al reame della forma, quattro coscienze meritorie e quattro di azione, che appartengono al reame del senza-forma, quattro percorsi di pensiero e quattro fruizioni-pensiero che trascendono il mondo,--tutto a seconda di come loro possono aver ottenuto una dipendenza. Di conseguenza, si capirà che coscienze meritorie, coscienze di demerito, coscienze-di-azione, e coscienze-di-fruizione ammontano a cinquantacinque, nella velocità di apprendimento. 

   Ma, ai fini della velocità di apprendimento, nel caso in cui l'oggetto nelle cinque aperture è smodatamente grande, o che è vivido nell’apertura mentale, allora ogni dipendenza posseduta dagli esseri nel reame del piacere sensuale al termine della velocità di apprendimento che appartiene a quel reame, tale dipendenza, vale a dire gli oggetti desiderabili, ecc., e il karma precedente, pensieri, intuizioni, ecc. avranno come risultato qualcuna delle otto coscienze-di-fruizione appartenenti al reame del piacere sensuale e possedenti una causa, altrimenti qualcuna delle tre fruizione-mentali senza causa. E, come l’acqua che segue la poppa di un vascello che sta procedendo nella corrente, sebbene solo a intervalli, così queste coscienze di fruizione, una volta o due volte ripetute, seguono la rapidità che si è sprecata dietro ad un oggetto diverso da un oggetto del substrato esistenziale. Quanto a queste coscienze di fruizione, essendo al tempo stesso capaci ai fini della rapidità di esistere in un'oggetto del substrato esistenziale, esistono anche in un oggetto della velocità di apprendimento, chiamato oggetto identico. Di conseguenza, sarà capito che vi sono undici coscienze di fruizione in un oggetto identico. 

   Ma ai fini dell’oggetto identico, c’è di nuovo il substrato esistenziale, e quando questo substrato esistenziale viene interrotto, di nuovo vi sono poi l’attenzione e tutto il resto. Una serie di pensieri che hanno ottenuto così una dipendenza che sempre ricorre nel regolare circolo dell’attenzione che segue il substrato esistenziale, e degli altri sensi, come la vista ecc. che seguono l’attenzione, fino a che in una determinata esistenza il substrato esistenziale muore. Il passaggio nell'ultima esistenza del pensiero del substrato esistenziale è chiamato ‘trapasso’ [la morte]. Quindi, la coscienza del trapasso, come il substrato esistenziale, ha diciannove sub-divisioni. Di conseguenza, sarà capito che nel trapasso vi sono diciannove coscienze di fruizione. 

   Ma dopo il trapasso sorge una concezione, e dopo la concezione di nuovo il substrato esistenziale. Di conseguenza, la serie dei pensieri degli esseri nei loro circoli di rinascita attraverso le modalità di esistenza, destini, luoghi-di-sosta, e dimore, è senza interruzione. Ma nel caso di uno che ha raggiunto l’illuminazione e la santità, essa cessa non appena cessa la coscienza del trapasso. 

Il KARMA. (Estratto dal Visuddhi-Magga (cap. xvii). 

Il Karma è così chiamato perché mette in atto tutto ciò che viene fatto. Inoltre, vi sono due generi di karma; il karma che dipende da ignoranza, e altri tipi di karma. Ci sono sei karma che dipendono da ignoranza; ovvero, tre, che sono il karma meritorio, karma di demerito, e il karma che conduce all'immobilità; e altri tre, che consistono nel karma fisico, karma verbale e karma mentale. Tutti questi, non sono altro che forme di pensieri mondani meritori e di demerito.(1) 

   Gli altri tipi di karma sono quattro; e cioè, karma statico, karma costituente, karma attivo, e karma strenuo. Quando si dice che "Tutti i costituenti dell’essere sono transitori", qui si intende il karma statico; cioè, tutti gli elementi dell’essere possiedono una dipendenza. Nei commentari, tutti gli elementi dell’essere, sia quelli con forma che quelli senza-forma, che sono derivati dal karma, e sono stati compresi nelle tre modalità dell’essere, sono chiamati karma costituente (2). Essi sono quelli inclusi nella frase, "Tutti i costituenti dell’essere sono transitori"; ma per essi non c'è un passaggio da citare in modo separato. 

 Inoltre, sia i pensieri meritori che quelli di demerito, che appartengono alle tre modalità dell’ essere sono anche karma attivo. Per essi, si può citare il passaggio, "O monaci, questo individuo ignorante sta compiendo karma meritorio, ecc."(3).   L’eroismo fisico e mentale è chiamato karma strenuo. Questo lo troviamo citato nel passaggio, "Egli andò tanto lontano, finché glielo permise il karma, ma poi si fermò, come se il carro fosse stato colpito nell'asse". (4) 

  Ma non ci sono soltanto questi tipi di karma, ve ne sono anche altri. In frasi come, "Fratello Vishâkha, quando ogni prete entra nella trance della cessazione di percezione e sensazione, prima cessa il karma vocale, poi il karma fisico, e infine il karma mentale", molti karma sono menzionati, ma non c'è nessuno di questi che non sia incluso sotto il cosiddetto karma statico. Questi tipi di karma sono quelli già brevemente menzionati, che consistono della triade che inizia con il karma meritorio e la triade che inizia con il karma fisico, così da farne in tutto sei. Tuttavia, enumerandoli in maniera completa, il karma meritorio consiste degli otto pensieri meritori, che appartengono al reame del piacere sensuale e si manifestano nel fare elemosine, mantenere i precetti, fare sacrifici agli dèi, ecc., e i cinque pensieri meritori che appartengono al reame della forma e si presentano nella meditazione estatica,- creando così tredici pensieri; il karma di demerito consiste dei dodici pensieri di demerito che si presentano quando si toglie la vita, ecc.; e il karma che conduce all'immobilità consiste dei quattro pensieri meritori che appartengono al reame del senza-forma, e si manifestano nella meditazione estatica. Questi tre karma, di conseguenza, consistono di ventinovi pensieri. 

   Riguardo agli altri tre, il karma fisico consiste dei pensieri del corpo, il karma vocale dei pensieri della voce, il karma mentale dei pensieri della mente. L'oggetto di questa triade è di mostrare la via attraverso cui il karma meritorio, ecc., viene a mostrarsi al momento dell'avvio del karma. Il karma fisico consiste di un numero pari di pensieri, cioè gli otto pensieri meritori che appartengono al reame del piacere sensuale e dei dodici di demerito. Questi, attivando le azioni, si mostrano attraverso la via del corpo. Il karma vocale è quando questi stessi pensieri attivando il discorso si manifestano attraverso la via verbale. Comunque, i pensieri che appartengono al reame della forma non sono inclusi poiché essi non formano una dipendenza per la successiva coscienza. Ed è lo stesso, con i pensieri che appartengono al reame del senza-forma. Perciò anche essi saranno esclusi dalla dipendenza delle coscienze. Tuttavia, tutti dipendono dall’ignoranza. E comunque, il karma mentale consiste di tutti e ventinove i pensieri, anche quando essi sorgono nella mente senza però attivare né l’azione gestuale o il discorso. 

   Così, quando è detto che l'ignoranza è diretta dipendenza della triade karmica consistente di karma meritorio, ecc., si capirà che anche l'altra triade vi è inclusa.   Ma, si potrebbe chiedere, "Come possiamo dire che questi karma sono dipendenti dall’ignoranza?". Beh, la risposta è che essi esistono quando esiste l'ignoranza. Perché, quando una persona non abbandona l’assenza di conoscenza riguardo alla sofferenza dell’esistenza, ecc., il che è chiamato ignoranza, allora da quella mancanza di conoscenza riguardo alla sofferenza dell’esistenza ne deriva la sofferenza del circolo delle rinascite, con l'idea che essa sia la felicità, e quindi la persona dà l’avvio al triplice karma, che è la sua causa; da quella mancanza di conoscenza riguardo all'origine della sofferenza ed essendo sotto l'impressione che così è assicurata la felicità, essa comincia a compiere il karma che amministra il desiderio, sebbene tale karma sia invece realmente la causa della sofferenza; e a causa di quella mancanza di conoscenza riguardo alla Cessazione ed il Sentiero, e sotto l'impressione che una certa forma di esistenza potrà attivare la cessazione della sofferenza, anche se in realtà così non è, o che i sacrifici fatti agli dèi li rendano sensibili, grazie alle sue austerità, e che essi siano procedure per la via alla cessazione, anche se invece non sono da considerare così, questa persona comincia a compiere il triplice karma. 

Inoltre, a causa di questo non-abbandono dell'ignoranza, nei riguardi delle Quattro Nobili Verità, questa persona non sa che la fruizione di karma meritorio in realtà è proprio la sofferenza stessa, così da non vedere che essa è completamente sommersa con le calamità di nascita, vecchiaia, malattia, morte, ecc.; e così per ottenerla, essa inizia a compiere karma meritorio nelle sue tre divisioni di karma fisico, vocale, e mentale, proprio come un uomo innnamorato di una ninfa celeste che si getterà giù da un precipizio. Se essa non percepisce che alla fine di quella fruizione meritoria, considerata essere la felicità, arriverà il tormento doloroso del cambiamento e della delusione, poi darà l’avvio a compiere il karma meritorio sopra descritto, proprio come una locusta che volerà nella fiamma di una torcia, o come un uomo che è avido di miele e che dopo leccherà la lama imbrattata di un coltello. Quando non si riesce a percepire le calamità, a causa della gratificazione sensuale e della sua fruizione, ed essendo sotto l'impressione che la sensualità sia la felicità, e si vive affascinati dalle proprie passioni, allora si inizia a compiere il karma di demerito attraverso le tre vie, proprio come un bambino che gioca con la lordura, o come uno che desidera morire poi ingurgiterà del veleno. Quando non si percepisce la sofferenza del cambiamento che ha luogo nei costituenti dell’ essere, perfino nel reame del senza-forma, ma si ha una perversa credenza nella persistenza, ecc., allora si comincia a compiere il karma mentale che conduce all'immobilità, proprio come un uomo che ha perso la sua strada e andrà dietro ad un miraggio. 

   Quindi, poiché il karma esiste quando esiste l'ignoranza, ma non quando non esiste, si capirà che questo karma dipende dall’ignoranza. E perciò è stato detto quanto segue: "O monaci, l'uomo ignorante non istruito compie karma meritorio, karma di demerito, e karma che conduce all'immobilità. Ma, o monaci, ogni qualvolta egli elimina la sua ignoranza ed acquisisce la saggezza, tramite l'abbandono dell'ignoranza e l'arrivo della saggezza, egli non compie più neanche il karma meritorio". 

La COSCIENZA – (Estratto dal Visuddhi-magga,- cap. xvii)

Nella proposizione, “La Coscienza dipende dal karma”, la coscienza è la sestuplice coscienza sensoriale, cioè la coscienza-occhio, e le altre.- Qui, la coscienza-occhio è duplice, essendo sia una fruizione meritoria che di demerito – e similmente – la coscienza-orecchio, la coscienza-naso, la coscienza-lingua, e la coscienza-corpo-. La coscienza-mente consiste nelle due menti, cioè la mente di fruizione-meritoria così come la mente di fruizione-di-demerito, le tre coscienze-mente-senza-causa, gli otto pensieri di fruizione, appartenenti al reame del piacere sensuale e che possiedono una causa, i cinque pensieri che appartengono al reame della forma ed i quattro che appartengono al reame senza-forma, che in tutto fanno ventidue divisioni. Così nelle sei coscienze, sono incluse tutte le trentadue coscienze della fruizione mondana. Tuttavia, le coscienze che trascendono il mondo qui non sono incluse poiché esse non sono pertinenti in una discussione sulla rinascita. 

( Estratto dal Milindapañha) (62,8). 

"Abate (bhante) Nâgasena, che cos’è la coscienza?"  

"La coscienza è l'atto di essere consapevole, Vostra maestà". 

"Me ne dia un'illustrazione." 

"Vostra maestà, è come se il sorvegliante della città fosse seduto all’incrocio delle strade nel centro della città, e possa osservare ogni uomo che si avvicina dal quadrante orientale, ogni uomo che si avvicina dal quadrante meridionale, ogni uomo che si avvicina dal quadrante occidentale, e ogni uomo che si avvicina dal quadrante settentrionale: precisamente allo stesso modo, Vostra maestà, qualsiasi forma che un uomo vede con l'occhio, di essa lui è consapevole con la coscienza; qualsiasi suono che lui sente con l'orecchio, di quello lui è consapevole con la coscienza; qualsiasi odore che lui odora col naso, di quello lui è consapevole con la coscienza; qualsiasi gusto che lui assaggia con la lingua, di quello lui è consapevole con la coscienza; e qualsiasi cosa tangibile che lui tocca col corpo, di quella lui è consapevole con la coscienza; qualsiasi idea di cui è consapevole con la mente, di quella lui è consapevole con la coscienza. Così, Vostra maestà, l'atto di essere consapevole è coscienza." 

"Lei è un uomo capace, bhante Nâgasena." 

(Estratto dal Majjhima-Nikâya (Sutta 38). 

“La coscienza, o monaci, è chiamata così in dipendenza da ciò che viene a essere. La coscienza che, dipendendo dall'occhio, entra in essere rispetto alle forme è chiamata coscienza-occhio. La coscienza che, dipendendo dall'orecchio, entra in essere rispetto ai suoni è chiamata coscienza-orecchio. La coscienza che dipen-dendo dal naso, entra in essere rispetto agli odori è chiamata coscienza-naso. La coscienza che dipendendo dalla lingua, entra in essere rispetto ai gusti è chiamata coscienza-lingua. La coscienza che dipendendo dal corpo, entra in essere rispetto alle cose tangibili è chiamata coscienza-corpo. La coscienza che dipendendo dalla mente, entra in essere rispetto ai pensieri e le idee è chiamata coscienza-mente. 

   Proprio come, o monaci, il fuoco è chiamato così dipendendo da ciò che brucia. Il fuoco che brucia per tronchi di legno è chiamato un fuoco-di-legna. Il fuoco che brucia per trucioli è chiamato un fuoco-di-trucioli. Il fuoco che brucia per l’erba secca è chiamato un fuoco-di-erba-secca. Il fuoco che brucia per sterco di vacca è chiamato un fuoco di sterco di vacca. Il fuoco che brucia per le scorze è chiamato un fuoco-di-scorze. Il fuoco che brucia per la spazzatura è chiamato un fuoco-di- spazzatura. Precisamente allo stesso modo, o monaci, la coscienza è chiamata da ciò che dipende la sua entrata in essere. [M.i.260,2] 

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Note a margine - 

1) Cioè, tutte le coscienze enumerate da 1 a 17, e da 22 a 33.

2) Cioè, i quattro gruppi più bassi, così come sono sorti dal karma, e le coscienze di fruizione del

gruppo delle coscienze. 

3) Vedi la frase ripetuta più sotto. 

4) Questa citazione si riferisce probabilmente alla ruota del carro del Buddha, quando andava in giro

con il suo auriga, e simbolicamente esprime il vittorioso progresso di un Monarca Universale nel soggiogare il mondo.