LE DIECI IMMAGINI DEL BUE ZEN

Da: ‘The Manual of Zen Buddhism’, di D.T. Suzuki

 (tradotto da Aliberth Meng)  

      
Si dice che l'autore di questi "Dieci Immagini" del Bue sia stato un maestro Zen della Dinastia
Sung, un certo Kaku-an Shi-en, (Kuo-an Shih-yuan) appartenente alla scuola Rinzai. Egli è anche l'autore dei poemi e delle frasi introduttive collegati ai disegni. Egli, tuttavia, non fu il primo che cercò di illustrare per mezzo d’immagini sequenziali la disciplina Zen, perché nella sua prefazione generale ai disegni, egli fa riferimento ad un altro maestro Zen chiamato Seikyo (Ching-chu), molto proba-bilmente suo contemporaneo, che si avvalse dell’immagine del bue per spiegare il suo insegnamento Zen. Ma nel caso di Seikyo, il graduale sviluppo della vita Zen era indicato da un progressivo imbiancamento dell'animale, che si concludeva con la sua sparizione. In questo, poi, vi erano soltanto cinque immagini, anziché dieci come in Kaku-an. Kaku-an pensò che questo fosse piuttosto fuorviante, a causa del fatto che un cerchio vuoto è la meta della disciplina Zen. Qualcuno potrebbe prendere il mero vuoto come la mèta più importante e finale. Da qui, perciò, si ebbe il suo migliorare la tecnica, che dette luogo alle "Dieci Immagini" del Bue e del Mandriano così come li abbiamo ora. 

Secondo un commentatore delle Immagini di Kaku-an, vi è ancora un'altra serie di Immagini del Bue, fatte da un maestro Zen chiamato Jitoku Ki (Tzu-te Hui), che apparentemente sapeva dell'esistenza dei Cinque Disegni di Seikyo, perché quelli di Jitoku sono sei. L'ultimo, il n. 6 infatti, va oltre lo stadio di vuoto assoluto, in cui finiva la serie di Seikyo: il poema dice: 

"Perfino oltre i limiti dell’Assoluto vi è un passaggio, 

Da cui egli ritorna fra i sei reami di esistenza; 

Ogni affare mondano è un’opera di buddhismo, 

E dovunque lui va, trova la sua aria di casa; 

Come una gemma, egli risiede perfino nel fango, 

Come l’oro puro, egli splende anche nella fornace; 

Lungo l’infinita strada [di nascita e morte] egli cammina autosufficiente, 

Con chiunque si trova insieme, egli si muove distaccato ed a suo agio". 
 

Il bue di Jitoku diventa sempre più bianco come quello di Seikyo, ed in questo particolare aspetto entrambi differiscono da Kaku-an. In quest’ultimo, infatti, non vi è nessun processo di sbiancamento. In Giappone, le Dieci Immagini di Kaku-an ebbero una vasta popolarità e propagazione, e attualmente tutti i libri che trattano dell’addomesticamento del Bue li riproducono. Io penso che il primo appartenga al quindicesimo secolo. In Cina, comunque, sembra essere stata in voga un'edizione diversa, quella che apparteneva alla serie di Immagini di Seikyo e Jitoku. L'autore non è noto. L'edizione, del 1585, che contiene la prefazione di Chu-hung, ha Dieci Immagini, ognuna delle quali è preceduta da un poema di Pu-ming. Quanto a chi fosse questo Pu-ming, Chu-hung stesso dice di non saperlo. In queste Immagini, la colorazione del bue cambia insieme con la gestione del suo addomesticamento. Qui sotto sono riprodotte le originali e caratteristiche stampe Cinesi, ed anche i versi di Pu-ming tradotti in Inglese (e in Italiano). Quindi, per quanto io le posso identificare, ci sono quattro varietà delle Immagini del Bue Zen: (1) quelle di Kaku-an, (2) di Seikyo, (3) di Jitoku, e (4) quelle di un autore ignoto. 

Le "Immagini" di Kaku-an qui inserite, sono state riprodotte da Shubun, un prete Zen del quindicesimo secolo, in quanto le Immagini originali sono preservate a Shokokuji, Kyoto. Egli fu uno dei più grandi pittori in bianco e nero del periodo Ashikaga. 

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Le Dieci Immagini del Bue Domato, descritte da Kaku-an e disegnate da  Shubun (15° Secolo).

 

I°) Cercare il Bue. L’animale non è mai andato fuori strada, e qual’è lo scopo di cercarlo? La ragione per cui il mandriano non è in intimità con esso, è perché egli ha violato la sua intima natura stessa. L’animale si è perso, perché il mandriano l'aveva condotto fuori dalla Via tramite i suoi ingannevoli sensi. La sua casa è ormai lontana, e incroci e scorciatoie l’hanno reso sempre più confuso. Desideri di guadagno e paure di perdite bruciano come lampi di fuoco; idee di giusto e sbagliato scoppiano nella mente come falangi di guerra. 

Da solo nella regione selvaggia, perduto nella giungla, il ragazzo sta cercando, cercando! 

Nei gonfi fiumi, su per le montagne, un percorso senza fine; 

Esausto e disperato, il poverino non sa più dove andare, 

Egli sente solamente le cicale che cantano di sera nei boschi di acero. 

1. Indisciplinato

Con le sue corna ferocemente proiettate in aria, la bestia sbuffa, 

Correndo pazzamente sui sentieri di montagna, sempre più lontano va fuori strada! 

Una nube scura è apparsa attraverso l'ingresso della valle, 

E chi sa quanta fresca e delicata erba è calpestata sotto il suo selvatico zoccolo! 

 

II°) Vederne le Tracce. Con l'aiuto dei sutra e le dottrine, egli è arrivato a capire qualcosa, lui ha trovato le tracce. Egli ora sa che tutti i vasi, di qualunque tipo, sono tutti fatti di oro, e che il mondo oggettivo è un riflesso del Sé. Eppure, egli non è capace di distinguere ciò che è buono da ciò che non lo è, la sua mente è ancora confusa riguardo a ciò che è vero e ciò che è falso. Poiché egli non ha ancora varcato la porta, provvisoriamente si dice che egli ha visto le tracce. 

Le tracce dell’animale disperso sono celate dal fiume e dagli alberi; 

Le erbe dolcemente profumate sono cresciute folte - trovò egli la Via? 

Comunque la bestia può vagare remota sulle colline e via lontano, 

Il suo naso può arrivare ai cieli e nessuno può nasconderglieli. 

2. Comincia la disciplina 

Io sono in possesso di una corda di paglia, e la passo attraverso il suo naso, 

E lui subito fa un frenetico tentativo di fuggire, ma viene severamente frustato e frustato; 

La bestia resiste all'addestramento con tutto il potere che c'è in una natura selvatica,

Ma il rude mandriano mai non rilascia la sua pastoia tirata e la frusta sempre-pronta. 

 

III°) Vedere il Bue. Il ragazzo trova la Via dal suono che sente; egli quindi vede dentro l'origine delle cose, e tutti i suoi sensi sono in armonioso ordine. In tutte le sue attività, egli è manifestamente presente. È come il sale nell’acqua e la colla nel colore[che sono là, anche se non distinguibili come entità individuali]. Quando l'occhio è diretto propriamente, egli troverà che non c’è altro che lui stesso, 

Su di un ramo di pesco c’è quell'usignolo che canta allegramente; 

Il sole è caldo, ed una calma brezza soffia, sulla sponda i salici sono verdi; 

Il bue è là da solo, non c’è nessun luogo in cui può nascondersi; 

La splendida testa ornata da grandiose corna, quale pittore può riprodurlo? 

3. Messo in sicurezza 

Gradualmente messa in sicurezza la bestia ora è contenta di essere aggiogata nel naso, 

Traversando il fiume, camminando lungo la montagna, segue ogni passo del mandriano; 

Il padrone tiene ermeticamente la corda nella sua mano, e non la lascia mai andare, 

Egli sta sull'attenti tutto il giorno, quasi inconsapevole della fatica che fa. 

 

IV°) Catturare il Bue. A lungo disperso nella landa selvaggia, il ragazzo alla fine ha trovato il bue e le sue mani sono su di esso. Ma, a causa della opprimente pressione del mondo esteriore, il bue è duro da tenere sotto controllo. Esso desidera sempre ardentemente il vecchio campo pieno di profumi. La sua natura selvatica è ancora indisciplinata, e rifiuta totalmente di essere cambiata. Se il mandriano desidera vedere il bue completamente in armonia con se stesso, egli dovà certamente usare la frusta liberamente. 

Con l'energia di tutto il suo essere, il ragazzo alla fine ha ripreso il bue: 

Ma com’è selvatica la sua volontà, com’è ingovernabile il suo potere! 

E mentre si pavoneggia su un altopiano, quando ecco!

Egli è di nuovo perso nell’impenetrabile nebbia di un passo di montagna. 

4. Faccia a Faccia

Dopo lunghi giorni di addestramento, il risultato si comincia a vedere ed il bue è affrontato

Finalmente una natura così selvatica è trasformata, il bue è diventato più gentile; 

Ma il mandriano non gli ha dato ancora tutta la sua piena fiducia, 

Tiene ancora la sua corda con la quale il bue è ora allacciato ad un albero. 

V°) Domare il Bue. Quando un pensiero si muove, un altro segue, e poi un altro-ancora. Un treno senza fine di pensieri è così risvegliato. Con l’illuminazione tutto si trasforma in verità; ma la falsità è asserita quando è la confusione che prevale. Le cose ci opprimono non per colpa del mondo oggettivo, ma a causa della mente auto-illusa. Non lasciate che si allenti il freno, tenetela stretta, e non permettete alcun vacillamento. 

Il ragazzo non deve separarsi dalla frusta e dalle corde, 

Affinché l'animale non corra via in un mondo contaminato; 

Quando il bue è propriamente domato, diventerà puro e docile; 

Senza catene, e nulla che lo leghi, lui seguirà da solo il mandriano. 

5. Addomesticato 

Sotto l'albero di salice verde vicino all’antico torrente di montagna, 

Il bue è messo in libertà per intraprendere i suoi propri piaceri; 

Alla sera quando una nebbia grigia sta discendendo sul pascolo, 

Il ragazzo inizia la sua Via del ritorno con l'animale che quietamente lo segue. 

 

VI°) Ritorno a Casa con il Bue. La lotta è finita; l'uomo non è più interessato al guadagno o perdita. Egli canticchia un rustico motivo, canta le canzoni semplici di quand’era ragazzo. Spingendo il bue, i suoi occhi si fissano sulle cose terrene, ma che non sono della terra. Anche se viene chiamato, lui non girerà la testa; e pure se adescato, egli non si fermerà più. 

Cavalcando l'animale, egli si dirige comodamente verso casa: 

Avvolto nella nebbia serale, accordando il suo flauto, la fa svanire! 

Cantando e battendo il tempo, il suo cuore è pieno di indescrivibile gioia! 

Poiché egli ora è uno di quelli che sanno, c’è bisogno di dirlo? 

6. Finalmente Libero 

Sul verde campo la bestia giace contenta oziando via il suo tempo, 

Di nessuna frusta ora c’è bisogno, né alcun genere di limitazione; 

Anche il ragazzo è comodamente seduto sotto l'albero di pino, 

Suonando col flauto un motivo di pace, inondandosi di gioia. 

 

VII°) Dimenticato il Bue, l'Uomo è in Pace. Tutti i dharma sono l’Uno ed il bue è simbolico. Quando si sa che ciò di cui si ha bisogno non è la trappola o la rete, ma la lepre o il pesce, è come quando si separa l’oro dalla scoria, è come la luna che sorge fuori dalle nubi. L’unico raggio di luce splende sereno e penetrante, perfino prima dei giorni della creazione. 

Cavalcando l'animale, lui finalmente ritorna nella sua casa, 

Dove, ecco! il bue non c’è più; l'uomo siede da solo serenamente. 

Sebbene il rosso sole sia alto su nel cielo, lui sta ancora sognando quietamente, 

Sotto un tetto di paglia è la sua frusta e lega con corde giacendo inattivamente. 

7. Lasciar Andare 

Il torrente nel sole serale fluisce languidamente lungo le rive piene di salici, 

Nell'atmosfera offuscata l'erba del prato cresce folta a vista d’occhio; 

Quando è affamato il bue pascola, quando è assetato beve, il tempo passa piacevole, 

Mentre il ragazzo sul masso sonnecchia per ore, non curandosi di ciò che accade.

 

VIII°) Il Bue e l'Uomo, Entrambi Liberi. [1] Tutta la confusione è messa da parte, e la sola serenità prevale; anche l'idea di santità non serve. Non si perde tempo su dov’è il Buddha, e dove non c'è nessun Buddha, si passa via rapidamente. Quando non esiste nessuna forma di dualità, perfino uno con mille-occhi non riesce a vedere un buco. Una santità di fronte alla quale gli uccelli offrono fiori non è che una farsa. 

Tutte le cose sono vuote -la frusta, la corda, l'uomo, ed il bue: 

Chi mai può osservare la vastità del cielo? 

Sulla fornace che brucia ardente, non può cadervi neppure un fiocco di neve: 

Quando si ottiene questo stato di cose, la manifestazione è lo spirito del maestro antico. 

8. Tutto Dimenticato 

La bestia che ora è tutta bianca, è circondata dalle nuvole bianche, 

L'uomo è perfettamente libero e a suo agio, così è il suo compagno; 

Le nubi bianche penetrate dal chiaro di luna, gettano la loro ombra bianca, 

Le nubi bianche e la brillante luce della luna -ciascuno segue il suo corso. 

 

XI°) Ritornando all'Origine, Indietro alla Fonte. L’uomo, fin all’inizio immacolato e puro, non è stato mai colpito dalla contaminazione. Egli guarda allo sviluppo delle cose, mentre lui stesso dimora nella immobile serenità della non-asserzione. Non si identifica con la maya (illusione)-delle trasformazioni [che gli arrivano addosso], né fa alcun uso di se stesso [che sarebbe artificioso]. Le montagne sono verdi, le acque sono blu; sedendo da solo, lui osserva le cose che subiscono i cambiamenti. 

Ritornare all'Origine, ritornare alla Fonte-- questo è già un passo falso! 

Assai meglio è starsene a casa, cieco e sordo, e senza molto chiasso; 

Sedendo nella capanna, lui non ha cognizione di nessuna cosa esteriore, 

Vede solo fluenti torrenti-dove che nessuno conosce; e i fiori rosso vividi - per chi sono? 

9. la Luna Solitaria 

In nessun luogo è la bestia, e il mandriano è padrone del suo tempo, 

E’ una nube solitaria che è leggermente diffusa sulle vette di montagna; 

Egli, battendo le sue mani, canta gioiosamente nella luce della luna, 

Ma ricorda che c’è ancora un ultimo muro che sbarra il cammino del suo ritorno. 

 

X°) Entrare nella Città della Gioia -Giungendo le Mani. La porta della sua capanna di paglia è chiusa, e i più saggi neppure lo conoscono. Nessun lampo è noto della sua vita interiore; perché lui segue la sua propria Via senza seguire i passi degli antichi saggi. Con una zucca [2] lui va al mercato, piegandosi su un bastone [3] ritorna a casa. In società, egli è in compagnia di bevitori di vino e macellai, e lui e loro sono tutti trasformati in Buddha. 

Col torace scoperto e con i piedi nudi, lui va nel luogo del mercato; 

Spalmato con fango e ceneri, lui però come largamente sorride! 

Non ha alcun bisogno del miracoloso potere degli dei, 

Perché tutto ciò che tocca, ecco! gli alberi morti sono in pieno fiore. 

10. Entrambi Svaniti 

L'uomo e l'animale sono scomparsi, non ci sono più tracce, sono andate via, 

Il brillante chiaro-di-luna è vuoto e fa ombra con tutti i diecimila oggetti in esso; 

Se qualche persona dovesse chiedere il significato di questo, 

Osservi i gigli del campo e la sua profumata e fresca verzura.


[NOTE: 1.) E’ interessante notare ciò che un filosofo mistico ha da dire riguardo a questo: "Un uomo diventerà veramente povero e così libero dalla sua volontà di creatura, come era quando nacque. Ed io vi dico, per la verità eterna, che finché voi desiderate adempiere il volere di Dio, e non avete alcun desiderio per l'eternità e Dio; così voi non sarete mai veramente poveri. Egli solo ha la vera povertà spirituale, che non vuole niente, non sa niente, non desidera niente."--(Da Eckhart, come citato da Inge, in Luce, Vita, ed Amore.) 

2.) simbolo del vuoto o vacuità (sunyata). 

3.) Egli non ha alcuna volontà di possedimento e proprietà, perché egli sa che il desiderio di possedere è la maledizione della vita umana.]