QUALCHE INFORMAZIONE SUL CHAN…(di Aliberth)

Vale la pena ricordare che il Chan ebbe un vigorosa e produttiva ripercussione nei confronti dell’espansione spirituale del Buddhismo nella sua cavalcata in Estremo Oriente. Il Buddhismo di quel periodo, che applicava un certo tipo di Meditazione (Dhyana) come promotrice dell’Illuminazione della mente, arrivò in Cina portatovi dall’esimio Patriarca Indiano Bodhidharma, nel V° secolo dopo Cristo. Questa particolare forma di Buddhismo si intrecciò subito con la preesistente filosofia Taoista dando continuità a quel filone eclettico, ma anche estremamente pragmatico, conosciuto come la ‘Scuola dell’Illuminazione Istantanea’ e trasportandovi quegli antichi metodi di pratica, nonché convertendo nella lingua Cinese (cioè, Chan) il termine Dhyana (che significa, appunto, Meditazione).

   Prendendo spunto dai profondi insegnamenti segreti rivelati dai SUTRA, patrimonio delle filosofie Indiane più ardite nel campo della Metafisica, quali lo stesso Buddhismo Esoterico Indiano, la filosofia Madhyamika di Nagarjuna e, in parte, anche l’Advaita Vedanta di Shamkara e, il Chan fece del Sentiero Interiore il suo comandamento. Non a caso, si possono notare alcune vaghe somiglianze tra la Metafisica dimostrativa dell’Advaita Vedanta e la Visione Prajna Paramita del Buddhismo. Quasi a voler unificare il significato ultimo dell’Unica Verità, il Chan mise tutti d’accordo e formulò, sulla base delle personali esperienze dei suoi grandi Patriarchi, una Via di Saggezza che raccolse il meglio di tutte le più profonde speculazioni fino ad allora prospettate.

   In più, il Chan vi aggiunse la estrema praticità della filosofia Taoista e la propria esperienza diretta del metodo preparatorio che conduce alla Realizzazione finale. Attraverso le tecniche del dirigere all'interno l’energia conoscitiva della mente (introspezione continua) e la capacità di restare immobili di fronte a qualunque visione percepita dalla mente stessa (Cinese: chih-kuan), il praticante seriamente motivato può arrivare agli estremi limiti della Supercoscienza. Quando questa Supercoscienza si sarà spontaneamente stabilizzata, il praticante, divenuto ormai un adepto, non dovrà far altro che attenersi silenziosamente agli intimi e misteriosi influssi di questo Potere, proveniente dai più profondi recessi dell’Essere. Questo livello di coscientizzazione della mente, che da individuale si è riaperta alla sua originaria universalità, è chiamato BODHI (Illuminazione) ed è il momentaneo traguardo dell’aspirante della Scuola Chan. Il traguardo finale, la Natura di Buddha realizzata nel DHARMAKAYA, cioè il massimo e supremo stadio di Supercoscienza, è lasciato all’insondabile e inspiegabile Mistero delle Leggi del Karma. Il Risveglio dal sogno karmico come pure la Vittoria Finale nella titanica lotta della mente umana, intenzionata a sradicare la sua errata percezione egoica del mondo delle manifestazioni fenomeniche, è il frutto o il merito dell’iniziale e duro lavoro di autoconsapevolezza. 

   Ciò premesso, si deve tener presente che il Chan non può e non deve essere visto o preso per una semplice e mera forma di erudizione da parte degli assetati letterati Occidentali. Questo è il vero punto cruciale: il Chan deve essere intrapreso soltanto se si è veramente intenzionati a trasformare la propria mente e ad invertire l’innata tendenza a credere che la vita umana sia quella parentesi misconosciuta di un’esistenza personale, in un mondo popolato da altre entità apparentemente separate e disgiunte dalla nostra stessa realtà.

   Solo attraverso la comprensione della mente si può comprendere tutto il rimanente mistero della condizione umana prigioniera dei suoi sogni, nonché svelare la realtà di questo mondo artificiale e virtuale che sembra aspettarci la fuori come se esistesse realmente dalla sua parte. Questo è il vero spartiacque, la lama di rasoio che divide le schiere di coloro che non comprendono l’assurdità di un’esistenza formata da elementi frammentati rispetto a quei pochissimi che conoscono il nucleo di realtà che c’è nel cuore della nostra mente universa. La Via Spirituale ha un senso soltanto se percorsa con l’intento di affrancarsi dal nostro errato modo di concepire le cose; altrimenti si farebbe meglio ad ascoltare, o a leggere, soltanto favolette per bambini. Io non sto dichiarando nulla che non sia già stato affermato, e con una autorità sicuramente maggiore della mia, da una moltitudine di saggi da più di duemilacinquecento anni.

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INTRODUZIONE alla Prima Parte

           Questa raccolta di esperienze è nata soltanto grazie alla compassionevole volontà dei Grandi Patriarchi Chan del passato. Viene perciò fin d’ora esclusa ogni presunta volontà personale nella creazione, compilazione e pubblicazione di questi articoli. L’autore ritiene di essere stato, in ciascuna fase della sua partecipazione attiva, solamente uno strumento funzionale del Trascendente Dharma che ha utilizzato la sua persona per presentare una innovativa ed essenziale ipotesi di conoscenza sugli antichi metodi del Chan Cinese. Sebbene la forma usata sia un po’ complessa, anche se abbastanza consona alla cultura occidentale ed al livello di comprensione dei nostri tempi, il contenuto dottrinario si sforza di penetrare i misteriosi segreti di questa antichissima filosofia, che è stata ed è una tra le più importanti Visioni Spirituali del Buddhismo. Non a caso, il Chan è l’espressione del supremo Insegnamento sulla Natura della Mente nei riguardi dell’eterno cammino dell’Uomo verso l’emancipazione e la realizzazione. 

        In principio i capitoli di questa raccolta erano solo normali registrazioni di alcuni Incontri di Meditazione Chan tenuti dall’autore nel CENTRO NIRVANA di Roma. Più tardi, queste registrazioni furono fedelmente riprodotte in trascrizioni  che, dopo esser state revisionate, furono rese più scorrevoli. E’ stato fatto il massimo sforzo per ordinare e catalogare la gran parte del materiale grezzo, in funzione degli argomenti, al fine di potersene avvantaggiare nella lettura e nell’assimilazione dei contenuti. Forse la riuscita scritturale e letteraria non è delle migliori, a causa di riconosciute carenze oggettive da parte del sottoscritto, che tuttavia domanda umilmente scusa. Si ritiene, comunque, che ciò non abbia granché ostacolato una fedele trasmissione della materia trattata se è vero, come è vero, che lo ZEN notoriamente non necessita di essere trasmesso per mezzo di ridondanti esposizioni. Quello che veramente conta, per l’aspirante intenzionato ad approfondire la sua conoscenza sulle Istruzioni del Chan, è che sia rispettata la diretta indicazione sul corretto metodo da doversi applicare. In tal modo, egli potrà essere in grado di utilizzare questa pratica per conoscere la propria mente. E’ possibile constatare che, in questi discorsi proclamati con una certa veemenza al fine di creare una condizione di silenzio mentale nella coscienza del lettore, oltre alle fondamentali nozioni del Chan sono state spesso citate ingiunzioni e sentenze del Vedanta-Advaita Indiano. E’ un accostamento voluto, sulla base di una convinzione che entrambi i Sentieri, peraltro non molto differenti tra loro nell’impostazione e nell’obiettivo finale benché ognuno col proprio metodo e nei rispettivi ambienti culturali, perseguivano i medesimi altissimi scopi spirituali.

         Mi auguro perciò che questa piccola opera, frutto di diversi anni di lavoro, possa essere veramente di aiuto per tutti gli Esseri in cammino, stanchi della permanenza in questo drammatico mondo Samsarico. Spero sinceramente che tutti gli Esseri umani, vittime dell’Ignoranza Primordiale installata nella mente, ne siano agevolati al fine di ottenere la Liberazione dall’angoscia e la Realizzazione della Pura Coscienza.-

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 INTRODUZIONE alla  Seconda Parte

      La seconda parte della raccolta “Dalla mente alla… MENTE”, è il naturale proseguimento della prima, dato che anch’essa tratta del metodo di Autoistruzione alla scoperta della Mente Chan. Facendo seguito al sistema di trascrizione delle cassette registrate direttamente nella sala di Meditazione si ricalca ora la stessa strada nel presentare questa seconda serie di Insegnamenti Segreti sul Metodo Chan. La naturale facilità di esposizione, in un linguaggio schiettamente derivato dalla trattazione orale di questa antica Disciplina filosofica del Buddhismo Cinese, ha creato qualche problema nella fase di scritturazione. Ma, come già accaduto per la prima parte, anche per questo secondo tentativo si cerca la comprensione del lettore affinché giustifichi e assolva le lacune linguistico-letterarie dovute alle carenze del compilatore, autore e trascrittore di entrambe le raccolte.

   Essendo notoriamente stabilito che, nell’addestramento Zen, il più efficace stimolo per le coscienze pressoché addormentate degli esseri umani deve essere impartito con una dirompente e provocatoria azione frontale, questo è lo scopo principale che ci siamo prefissi. Speriamo di esserci riusciti, anche a costo di sembrare spesso ripetitivi e disadorni nell’intento di operare quel martellamento coscienziale necessario affinché il lettore non consideri questi scritti essenziali come mere letture per passare il tempo. Anche in questo caso, più che la cronologia degli incontri che dettero luogo alla trasmissione orale, si è voluto tenere in considerazione la sequenza dottrinaria degli argomenti trattati.

   Pur se un compendio che tratti efficacemente di Chan potrebbe essere scritto riempiendo tutte le pagine semplicemente con una sola parola, e cioè “AUTO-CONSAPEVOLEZZA”, l’applicazione in veste moderna della pratica di Meditazione Chan ha richiesto una mutevole e diversificata analisi. Il notevole ampliamento dell’interesse verso le discipline metafisiche Orientali, che si è manifestato in Occidente in questi ultimi anni, ha fatto giungere fino a noi enormi quantità di materiale eruditivo in forma di opere valide ed altre meno valide. Per questo motivo, al fine di rispettare l’originaria e pura intenzionalità degli antichi Maestri e dei Patriarchi del Chan Cinese abbiamo tentato di proporre una diretta e personale testimonianza del corretto metodo di insegnare il Chan. Quei mirabili esempi di Comprensione Assoluta, che miravano direttamente e specificatamente alla scoperta della Mente Reale all’interno della mente umana, hanno permesso che fosse possibile tramandare il Vero Chan. Ed a questo scopo, più e più volte si è fatto uso di richiami e allusioni ai SUTRA, Testi Sacri della Tradizione Buddhista.

   Chiunque sia veramente interessato a conoscere più in profondità l’aderenza all’autentica Dottrina potrà farlo confrontando i dettami del vero Dharma delle antiche Scritture con le semplici ma continuate istruzioni date ai praticanti in questa modesta raccolta. Consapevoli che nulla in questo mondo può essere perfetto, ci auguriamo soltanto che la lettura e l’utilizzo di queste istruzioni possa servire alla causa di affrancamento dalla sofferenza karmica, per i sinceri aspiranti della Via del Chan, in questa oscura era di perversione e disperazione per la mente degli ignari abitanti attuali del Pianeta Terra. -  OM MANI PADME HUM!

          OM GATE GATE, PARAGATE, PARASAMGATE BODHI SVAHA!

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