Illuminazione Improvvisa e Graduale, Parte 3°
Estratti da: L’Illuminazione di Tutto il Corpo,
 

di Adi-Da Samraj, pp. 108-114. 

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Qualsiasi livello di comprensione può essere coerentemente discusso. Ogni stadio della vita è reale all'interno dei suoi stessi limiti. Ma la Perfezione della Comprensione, Pratica e Sacrificio è Realizzata solamente nel settimo Stadio della Vita. Perciò, ogni conoscenza, ogni ordine, e tutte le realizzazioni devono portare alla Saggezza della Perfezione, la Saggezza di tutti gli Adepti nel settimo Stadio.  

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   > “C'è la Beatitudine Assoluta, la Persona Assoluta, o ‘Sé’, Che è Infinitamente Radiante, la cui Radianza pervade tutte le condizioni che sorgono come possibile esperienza. Quella Radianza è essa stessa immutabile; ma tutti i fenomeni sperimentati, tutti il fenomeni del Reame di Natura, sono le modificazioni, i cambiamenti superficiali e non necessari, di questa Radianza che Tutto-pervade e che è Estremamente Beata. Perciò, se possiamo Risvegliarci dalla nostra identificazione sensoriale con il corpo-mente e sottometterci a quella Corrente di Radianza, e se possiamo Realizzare la nostra identità con quell’Unico Sé, o Coscienza, allora noi possiamo godere perfetta ed eterna Beatitudine. 

C'è soltanto una sola Verità, ma ci sono due modi di realizzarla. La verità può essere realizzata direttamente e totalmente, o può essere realizzata gradualmente. La disposizione della Realizzazione di Dio comporta una sola intuizione, o rivoluzione nella nostra coscienza, in cui siamo spinti a divenire sacrificio attraverso l’abbandono e la resa, o Amore-Comunione col Divino. Ma ci sono due vie per cui siamo perfettamente assorbiti nel Divino. Una è improvvisa o diretta, e l'altra è graduale o indiretta. 

Il sentiero graduale all’Illuminazione è un modo di muoversi attraverso i vari livelli dei fenomeni, attraverso la catena della Creazione, fino a Realizzare alla fine la Condizione Divina, ma, in generale, non in questa vita. È questione di avanzare per stadi, prima trascendendo questa nascita grossolana dell'anima "ricoperta", e muovendosi poi verso l’alto per trascendere le nascite più sottili dell'anima. Questo sentiero all’indietro, questa "Grande Via del Ritorno" prima di tutto coinvolge l’ascolto degli insegnamenti sul nostro Destino ultimo, e poi l’intraprendere una vita di rinuncia. Tramite la rinuncia strategica, viene ritirata l’attenzione dal reame grossolano delle possibilità della Corrente Vitale del corpo-mente, e poi tramite quella stessa Corrente, l’attenzione è portata lungo la linea spinale verso l’interno al centro del cervello e all’interno delle condizioni sottili della mente. Questo è il sentiero dei mistici o degli yoghi. Ci sono molte versioni di questo approccio all’Illuminazione, ma essenzialmente esse sono tutte solo una questione di mettere l'attenzione nella Corrente Vitale interna del corpo-mente, trasportandola verso l'alto, bypassando i più bassi e grossolani fenomeni fisici, e fissando la propria attenzione nelle varie regioni del centro del cervello (vale a dire, l’attenzione è mantenuta alla posizione del centro-cerebrale che è chiamato anche "terzo occhio" o "ajna-chakra". Essa è la stessa posizione della mente sottile più elevata. E da questa posizione i vari "loka" o reami dell'esperienza sottile o della mente sottile possono essere visti o altrimenti visitati e conosciuti). 

L’immergersi dell’attenzione e della Corrente Vitale nei fenomeni esperenziali del centro del cervello, in sé non è la realizzazione di Dio. È interpretato come tale da mistici e yoghi, ma in effetti è solo una disposizione nella tendenza del corpo-mente a muoversi via dal livello grossolano dei fenomeni e verso gli stati mentali psichici e sottili. Uno yoghi che ha fissato la sua attenzione e la forza Vitale nella mente cerebrale non è che ha realizzato Dio o il vero "né. Però egli ha trasceso gli elementi più grossolani mentre è ancora vivo, così dopo la morte passerà alle altre nascite nelle dimensioni sottili del Reame della Natura. La sua attenzione resta nello spettro della possibilità sottile. Perciò, lui passa a forme sottili in più elevati e sottili mondi di esperienza. Così, non è che avviene l’Autorealizzazione quando l'attenzione è portata nella Corrente Vitale al centro del cervello. Piuttosto è la trascendenza esperienziale che fa muovere dallo spettro più basso delle possibilità di esperienza. L'indipendente e misteriosa esperienza del Divino resta ancora nel futuro per tale individuo. Egli non è stato liberato in Autorealizzazione o nella vera Realizzazione di Dio. Egli sta ancora muovendosi verso di Essa. 

La Via diretta, o Sentiero Improvviso di Illuminazione, la Via di Dio o la Via della Verità, non ha niente a che fare con dove si pone l’attenzione, col destino dell'ego, o con la coscienza separata. Essa è la Via dell'insight nel vero gesto dell’attenzione stessa, è la Via di partecipare nel naturale processo di Comunione con Dio, che è abbandono dell’attenzione. La Via improvvisa non è la manipolazione della attenzione in livelli di esperienza grossolana o sottile, ma la resa dell’attenzione stessa alla sua radice che è nel cuore. Una volta che questo processo è stato perfettamente realizzato, allora lo stesso Cuore ha realizzato di essere l'Infinito, l'Assoluto, il Divino Perfetto. In questa Realizzazione, non c’è assolutamente alcuna necessità per una qualsiasi esperienza. La nostra vita presente o corpo-mente continua il suo corso, e vive nel modo naturale che è adatto per uno che vive in Comunione con Dio. Ma all'interno di "né non contiene il seme della sua stessa ripetizione. Alla morte perciò, non vi è migrazione. Il corpo-mente è ritornato agli elementi, in alto e in basso, e la coscienza si è ritirata dai reami dell’attenzione, proprio come alla morte la Forza Vitale si è ritirata dal corpo fisico. Quindi, l'essere consapevole è assorbito nell'Assoluto. 

Nel caso del mistico o dello yoghi, tuttavia, l’attenzione alla morte resta vagante. Essa si sta ancora muovendo verso i fenomeni. Perciò, quando tale individuo muore, egli emigra. Con la Corrente Vitale egli viaggia attraverso la regione mentale degli occhi, o col sentimento dell’attenzione che sorge nella cima della testa. Perciò, l'anima segue l’attenzione, o la mente, nei mondi più alti dell’esperienza. È solo il vero devoto, quello che è orientato verso Dio, piuttosto che ai destini dell’attenzione, che trascende tutte le possibilità. Egli trascende tutti i reami dei fenomeni, non con atti di volontà o con l’ attenzione verso oggetti e possibilità, ma attraverso il Risvegliarsi alla fonte dell’attenzione, la reale e vera Condizione della Coscienza. Così, il vero devoto Realizza la Condizione in cui l'esperienza non è necessaria. L’attenzione, o mente, è Trasformata nel cuore, e la Corrente Vitale fisica, è liberata da ogni schiavitù verso la mente; le tendenze dell’attenzione verso le esperienze nel corpo-mente, sono liberate nella Radianza Onnipervadente che tramite il terminale superiore del cervello (aldisopra del centro del cervello) va in tutte le direzioni verso l'Infinito. 

Finché voi siete legati alla mente e corpo, dovrete tenere attivi questi stati. Dovrete continuare ad avere esperienze per dare a voi stessi il senso di esistenza. Se esse tendono ad abbassarsi, o a non avere abbastanza novità, così che voi diventate annoiati, allora voi si sentirete scomodi e minacciati. E quando il corpo sta morendo, vi sentirete terrorizzati, perché immaginate di aver bisogno del corpo e delle sue associazioni, per esistere ed essere felici. Invero la vostra Condizione è inerentemente Felice in Dio. Nessuna esperienza di cui noi possiamo parlare è necessariamente associata a Lui. È una Condizione Assoluta in cui non c'è nessun indipendente gesto di coscienza ma solo semplice assorbimento nella perfetta Infinita Beatitudine di Dio. 

Il devoto sul sentiero diretto all’Illuminazione è Risvegliato dall'Insegnamento del Maestro Spirituale, e così entra in un ordine naturale di vita in cui egli trascende tutti gli stimoli verso le esperienze, sottili e grossolane, mentali e fisiche. Egli le trascende insieme al corpo-mente. Non è che elimini le sue tendenze, ma piuttosto, egli è assorbito nel cuore, e tramite il cuore, nell'Assoluto Divino Che è Onnipervadente e Trascendentale. E quando gli occhi del cuore si aprono, e il devoto diventa identico al vero Sé, allora tutti i fenomeni che sorgono sono visti come se fossero soltanto modificazioni di quel Radiante Sé, col quale il devoto si è identificato. E così, poi, non c'è alcuna necessità del mondo. Essa è però una condizione semplicemente provvisoria, creata dalle associazioni passate, e quando essa è giunta al suo termine, cessa di essere. Alla morte, il devoto non se ne va su o giù, né dentro o fuori. Non è cambiato proprio in quel momento, ma egli semplicemente dimora nella Realizzazione della Beatitudine di Dio. Egli è completamente Trasportato nel Dominio di quella Beatitudine, senza le associazioni con i fenomeni che tendono a distrarlo e letteralmente a scoraggiarlo. 

La Via dell'Ignoranza Divina è il Messaggio di questa Via improvvisa e molto più diretta. E quindi, questi meccanismi per cui gli yoghi e i mistici ascendono in piani sottili della mente sono ispezionati, riconosciuti, compresi, e trascesi, ma non sfruttati. Resta inteso che questo è un processo breve. La Via dello Yoga o misticismo, prende molte vite, ma il processo nella Via dell'Ignoranza Divina è più integrale; perciò, non significa che voi passerete tutta la vita a muovervi e ad ispezionare attraverso gli stadi dell’attenzione. Gli stadi di pratica in questa Via non sono livelli di perfezione di una qualche condizione esperienziale. Essi sono livelli di responsabilità per la conversione della coscienza in cui è stabilito un ordine naturale nell'essere psico-fisico. Quell’ordine è senza un auto-sfruttamento e senza urgenza, e l’individuo rimane sempre più profondamente abbandonato alla Divina Corrente che Tutto-pervade (anziché alla corrente interna del corpo-mente) e alla vera Coscienza che Eternamente Trascende lo stesso corpo-mente. 

Qualunque cosa non abbiate trasceso, voi dovete adempierla. Questa è la Legge. Il solo essere entrati nella Società del Maestro Spirituale durante la vostra vita non significa che voi siate in grado di sfuggire tutte le possibilità. Voi dovete vivere così. Dovete adempiere alla Via nella condizione di reale trascendenza delle possibilità di esperienze. Dovete entrare nella realizzazione della Beatitudine di Dio mentre siete in vita. Altrimenti voi sarete attratti verso gli umani, o un qualcosa di più elevato dei destini umani dopo questa vita. Se rimangono alcune tendenze verso qualsiasi altra cosa che non sia la Comunione con l'Assoluto, allora quelle tendenze saranno adempiute in esperienze nel futuro. 

Non è l’essere assorbiti in Comunione con l'Assoluto che è difficile. Quello che è difficile è trasportare l’attenzione verso l’alto e costringerla a indagare in reami sottili, separarsi dalla naturale attenzione fisica, è ciò che è difficile. Augurarsi un futuro benigno nel bel mezzo dell’esperienza, controllare la propria attenzione per produrre un bel destino, è ciò che è difficile. Essere un santo o uno yoghi, è difficile. Ciò coinvolge una gran dose di sforzo auto-manipolativo e la capacità creativa per l’illusione. La Via di Realizzazione-di-Dio è la Via oltre le illusioni, La Via oltre i fenomeni di qualunque tipo, in cui non c'è identificazione con il ciclo dell’attenzione che fuoriesce dallo Stato della pura Coscienza. Non c'è identificazione col corpo, né con la mente, né con fenomeni di alcun genere. C'è la naturale, assai semplice, e molto diretta Comunione con l'Assoluto. Ciò è Perfetto. E non è difficile. 

Quindi, si dice che non c'è alcuna buona ragione di fare ciò che è necessario, per arrivare in Cielo, non più di quanto vi sia una qualche buona ragione di sfruttare se stessi qui sulla Terra. L'unico Modo tramite cui noi siamo liberati deve essere un sacrificio di Amore nella Comunione col Dio Assoluto Che è Onnipervadente e Che è l'Energia Infinita e Che è Trascendentalmente Presente come il nostro ‘Vero-Sé’ o lo Stato di Pura Coscienza. Se praticheremo quel sacrificio, allora noi saremo liberati dalle nostre illusioni, dalle nostre auto-possessioni, dalle nostre spinte verso il compimento di esperienze, e cesseremo così di emigrare dalla vita alla morte, e ancora alla vita attraverso i mutamenti, ma anzi alla fine saremo entrati nel Dominio Divino, la Perfezione Assoluta di Beatitudine che non può essere descritta dal punto di vista dell’esistenza psico-fisica o con l'identificazione con il corpo-mente. 

Questa Condizione, grazie all’infinita espansione di se stessa oltre l'Infinito, è straordinaria e oltre-passa ogni beatitudine e ogni perfetta felicità che possono essere realizzate tramite una qualunque soddisfazione nella forma umana. E noi possiamo essere un sacrificio in quella Realizzazione di Dio anche mentre viviamo in una forma umana. Non è affatto necessario avere una forma più alta, perché la forma umana è strutturata in perfetta intimità con la Matrice dell'universo, Il Divino Vivente è manifestato nel cuore, così noi non abbiamo bisogno di entrare in un corpo più sottile per poter fare questo sacrificio. 

Nel processo di questa Via di Verità, noi diveniamo un sacrificio volontario e spontaneo in cui non c'è alcun ‘aggrapparsi’ ad un qualunque fenomeno, nessun aggrapparsi al corpo e alle sue possibilità, nessun aggrapparsi al respiro, nessun aggrapparsi alle manifestazioni di esistenza, o alla nascita, nessuna resistenza alla morte, nessuna reazione al mondo, nessuna reazione al ciclo dei fenomeni e degli inevitabili cambiamenti. Non c'è nessun aggrapparsi al pensiero, nessun aggrapparsi a nessuna mente, nessun aggrapparsi ad una qualche speranza per situazioni ‘sottili’, nessun aggrapparsi ad un qualunque sforzo mistico verso circostanze sublimi. C'è solo il semplice, naturale Assorbimento nella Realtà Divina, nessun sforzo, nessun stimolo, nessun movimento dell’attenzione, ma semplicemente l'assorbimento stesso. In quell’assorbimento, o dissoluzione dell’attenzione, tutti i fenomeni diventano non necessari ed il loro seme, che è la funzione stessa dell’attenzione, è trasformato in realizzazione di Dio. L'essere consapevole non è distrutto; Esso Realizza la sua Condizione nella Verità, che non è l'essere interno del corpo-mente ma il Divino Assoluto. L'anima indipendente realizza quella stessa Condizione solamente attraverso il suo proprio sacrificio, la liberazione dal suo stesso utilizzo della attenzione e dall'associazione con i fenomeni. Solamente in quella trascendenza assoluta della spinta verso le esperienze l'anima atomica Comprende che Essa esiste nell’Eternità. 

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Il Tantra del Re che "Tutto-crea"   (vedi anche nelle “TESTIMONIANZE”)

Il Kunjed Gyalpo ("Il Re che crea Tutto") è un Tantra buddhista preservato in Tibetano che accentra gli insegnamenti diretti del Buddha assoluto primordiale (Adibuddha), il cui nome è Samantabhadra, Samantabhadra è presentato come ‘Bodhi-citta’, la Mente Risvegliata, la "mente di perfetta purezza". Vi è uno straordinario e potente sapore panteistico negli insegnamenti trasmessi da questo profondo e misterioso sutra. Samantabhadra dice che egli, il Re che Tutto-crea, è l'essenza di tutte le cose, degli esseri e di tutti i Buddha, e che riconoscerlo come la Mente Risvegliata significa ottenere l'essenza della Realtà: "Io sono la base esistenziale [gnas chen] di ogni Buddha, e poiché la radice di tutte le cose non è nient’altro che l’Unico Sé, Io sono il luogo dove tutte le cose esistenti dimorano". 

Se un individuo riconosce il suo proprio insito Buddha-Samantabhadra (eternamente esistente), egli sarà subito liberato. Poiché gli esseri senzienti e tutti gli altri fenomeni sorgono dalla Mente della Perfetta Purezza [cioè, dal Buddha Samantabhadra], egli nel suo insegnamento si riferisce ad essi come i suoi "piccoli figli". Buddha Samantabhadra dichiara: 

"Oh, tutti voi esseri senzienti di questo triplice mondo [cioè, l'intero universo, visibile ed invisibile]! Poiché Io, il Sovrano che Tutto-crea, vi ho creato, voi siete i miei figli e siete tutti simili a me. Poiché voi non siete diversi da me, Io sono sempre presente in voi... Oh, tutti voi esseri senzienti di questo triplice mondo, se io non esistessi, voi stessi sareste non-esistenti... Poiché tutte le cose non esistono all’infuori di me, io dichiaro fermamente che io sono il Tutto – Colui che crea Tutto". 

Samantabhadra insiste e continua: "... Tutto è Me-stesso, il Sovrano che Tutto-crea, la mente di perfetta purezza... Io sono la causa di tutte le cose. Io sono il seme di tutte le cose. Io sono la base di tutte le cose. Io sono la radice di tutte le cose... non c'è altro Buddha oltre me, il Re che Tutto-crea". 

Egli appartiene alla natura della primitiva e incondizionata Consapevolezza della Mente Risvegliata che è eterna, indistruttibile e radiante di luce: "La caratteristica della consapevolezza primordiale  ed auto-originata è l’indistruttibilità, che è nota come 'il luogo dove tutto è Luce' [kun tu 'od kyi sa]". E ancora: "I tre aspetti della Mia natura devono essere noti come segue: (1) non-nato, (2), senza termine, e (3) fonte dell’incessante e meravigliosa creazione.… La Mia stessa essenza, o essere [svabhava], è proprio la Realtà". (da: The Sovereign All-Creating Mind, trad. di E. K. Neumaier-Dargyay, Sri Satguru publications, 1992, pp. 111, 157 and passim). 

E’ insegnato che questa base ultima della realtà, il Buddha Samantabhadra, risieda in tutti gli esseri e che sia realizzabile – essa è la saggezza, l'essenza immortale che è oltre il pensiero e che permea la natura della mente e tutte le cose. È la spontanea immediata presenza istantanea, che trascende il pensiero, della onni-inclusiva Consapevolezza. Essa potrebbe essere collegata alla nozione del Tathagatagarbha che, nell'Angulimaliya Sutra, è dichiarato essere come l'essenza pura nel cuore stesso della mente. Questo sutra non promulga la centralità degli insegnamenti della "Vacuità" che si trovano un po' in tutto il buddhismo Mahayana, ma mette invece l’accento sulla pienezza e sulla perfezione della Mente Buddhica che tutto-adempie e sulla virtù come costituente il cuore di tutto ciò che è.  Buddha Samantabhadra dichiara ancora: 

"Dai tre aspetti [cioè, il Non-nato; l’essere senza-fine; e la fonte della incessante e meravigliosa creazione] della Mia natura, che è Colui che Tutto-crea, [viene] la pienezza che adempie a tutte le necessità". E ancora: "Ciò che è noto come il Buddha rivelato è questa evidenza del Mio stesso essere. Poiché esso è il centro, il vigore centrale è il ‘Sé’ di tutte le cose. Poiché non ha bisogno di nessuna azione, è fin dall'inizio il Buddha. Poiché è libero di sforzarsi e di realizzare, è fin dall'inizio noto come il Grande. Il Grande Sé è noto come il Grande Buddha. Questa evidenza che è non-nata e non-concettuale è la dimensione ultima della Realtà [dharmadhatu]... ". 

Questa Realtà è totalmente incondizionata, non-dipendente, e piena di beatitudine. “Essa sola è in grado di conoscere se stessa: In essa non c'è nessuna cosa che sia dipendente da un’altra. Questa grande beatitudine auto-perfezionata sarà compresa intuitivamente dalla forza del Sé, il quale è la stessa incomparabile consapevolezza originaria". 

In questo recondito reame, ogni speculazione, ogni concettualizzazione e l’attaccarsi alle nozioni di "Vuoto" o "Vacuità", si rivela totalmente mal riposto ed inadeguato, e solamente la percezione diretta del Buddha Samantabhadra può dischiudere la mente alla Verità ultima: "Tutte le cose che esistono sono il Mio stesso essere. La totalità del mondo animato e inanimato è la Mia propria essenza. Non esiste nessuna cosa che non consista di Me-stesso". (http://www.thezensite.com/zenessays.html)

 (Traduzione di Aliberth Meng - Centro Nirvana - Gennaio 2008)