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 Il Linga di Shiva – (Shivalingam)
Immagini della Virilità Cosmica nell’Arte e nella Mitologia
tratto da:

http://www.exoticindia.com/article/shivalinga/
 

  

Questa rappresentazione di Shiva è conosciuta come il lingam. Il termine ‘lingam’ significa letteralmente 'segno' o segno distintivo. Così dice il Linga Purana: "Il segno distintivo con cui si può riconoscere la natura di una cosa, è chiamato il lingam".
Ci sono variazioni sulla nascita di questo simbolo del Signore Shiva, alcuni dei quali attribuiscono ad esso una origine esoterica e astratta. Ad esempio, quando Shiva è visualizzato come l'intangibile e primordiale Potere Creatore, si dice che il lingam sia il suo segno (simbolo) che può essere adorato dai suoi seguaci, i quali richiedono una entità concreta per concentrarvi le proprie preghiere.
La maledizione di Shiva- Un’altra istruttiva leggenda descrive il perché si crede che il lingam sia uno dei più potenti simboli degli ideali Indù. Tutto è iniziato con Brahma e Vishnu, che stavano litigando per la loro relativa supremazia. I loro vani argomenti furono interrotti da un bagliore superluminoso proveniente da un fiammeggiante e strano pilastro, che ricordava la forma del lingam (organo maschile). Entrambi, allora, si diressero veloci verso quella indescrivibile luce fiammeggiante, che davanti ai loro occhi cresceva all'infinito, perforando la terra, e si estendeva in alto attraverso i cieli. Sopraffatti e terrorizzati dalla insondabile visione, le due divinità decisero di cercare l'inizio e la fine di questa immensa colonna fiammeggiante. Brahma, assumendo la forma di un cigno, volò verso l'alto, e Vishnu, prendendo la forma di un cinghiale scese verso il basso. Entrambi gli dèi, tuttavia, non riuscirono a valutare la portata di questa colonna di fuoco da entrambe le estremità, e ritornarono esausti e confusi al livello da cui erano partiti. In quel momento, la parte centrale del pilastro si aprì, e Shiva vi si  rivelò nella sua piena gloria. Allora sia Brahma che Vishnu si inchinarono suggestionati davanti a Lui. Una tonante risata, ovvero il suono di AUM, uscì dal pilastro, riempiendo il cielo.
All’inizio, l'ardente e fiammeggiante linga era una colonna di fuoco, che collegava cielo e terra. Essa non aveva fine né inizio, ma aveva una direzione, verso l'alto, così come un fuoco terrestre. In termini metafisici, era (è), l'asse verticale che insieme mantiene ed unisce cielo e terra, che li divide e li unisce allo stesso tempo, un idoneo simbolo di integrità cosmica. Come l'Albero della Vita, esso è tanto il fondamento che il sostegno che garantisce l'equilibrio tra cielo e terra.
Negli inni Vedici, Rudra (un epiteto di Shiva) è identificato con Agni, che in questi testi sacri è divinizzato come il vettore delle offerte sacrificali agli dei per cui sono destinati. Quindi, Agni è il mediatore tra uomini e dèi, e agisce come un ponte metafisico tra i due, proprio come il linga cosmico. Un’opportuna osservazione qui è che ogni processo creativo è accompagnato dalla generazione di calore. Quindi, Agni, il Dio del Fuoco, è eminentemente adatto come emblema metaforico del tejas (calore creativo) di Shiva, sia in senso metafisico che fisico.
In questo contesto è interessante notare che nei templi, dove si venera il linga, vi è spesso un vaso conico (Skt. Dharapatra), conservato appeso su di esso. Nella parte inferiore di questo vaso vi è un piccolo foro, da cui l'acqua gocciola continuamente. L'idea è quella di raffreddare il linga 'infuocato'. Shiva è Bhairava (irascibile), ma anche è Ashutosh (Colui che si calma rapidamente). Infatti, un devoto ha bisogno di calmare il suo dio prima di chiedergli i favori.
Qui vi è un parallelo con l'energia srotolata della kundalini, che si erge e si arrampica per tutta la lunghezza del suo percorso. Infatti, la direzione del sacro è verticale; ed è un simbolo di ascesi, che punta verso il cielo e le regioni del trascendente. Secondo la formula dello yoga, essa, salendo attraverso i canali sottili che fiancheggiano la spina dorsale, rende più acute le facoltà intellettuali. Quando, grazie alla concentrazione mentale, essa si risveglia e svolge le sue spire, si erge come una colonna di fuoco verso lo zenit, verso la parte superiore del cranio e lo trafigge per raggiungere i mondi trascendenti. Allo stesso modo, il linga è paragonato ad una colonna di luce, che guida noi alla vera conoscenza.
Le immagini di Shiva - Le immagini di Shiva sono di due tipi: iconiche (antropomorfe) e aniconiche. Il primo tipo rappresenta Shiva come un essere umano, mentre il secondo prevede un'origine astratta per lui. In questo modo Shiva è diverso dalle altre divinità. Le immagini di tutte le altre divinità elargiscono solo il piacere dei sensi dal momento che sono invariabilmente sempre rappresentati in forma antropomorfa, appellandosi esclusivamente agli organi di senso. Ma Shiva garantisce sia il piacere che liberazione spirituale. In forma di un'icona, egli ha il corpo di uomo, ma nella sua forma aniconica è visualizzato come il pilastro cosmico. Come forma astratta, il pilastro simboleggia una realtà puramente concettuale che non può essere percepita in termini materiali. Anche quando per Shiva venne il momento di rivelare se stesso a Brahma ed a Vishnu, egli lo ha fatto nella forma di un lingam. Quindi il linga è un oggetto di grande santità, assai più sacro di qualunque immagine antropomorfa di Shiva. Non sorprende, quindi, che il sacrario più intimo all’interno di tutti i templi di Shiva è riservato al linga, mentre nei recinti esterni delle strutture consacrate lo si può vedere nella sua forma umana. Infatti, benché le sue immagini iconiche abbondino, nessuna tale immagine occuperà mai il centro dell'attenzione all’interno di un tempio di Shiva, dato che questo onore è riservato esclusivamente al suo lingam.
Secondo Stella Kramrisch, il lingam di Shiva ha tre livelli di significanza, questi sono:
1). Il segno distintivo di Shiva: Questo è quanto di più evidente nel senso letterario della parola 'lingam', e anche nel fatto che il linga cade dal corpo stesso di Shiva. Dio, infatti, risiede in tutto ciò che è parte del Dio.
2). Il Linga come Phallus: Questo è raffigurato nel racconto della maledizione data dal saggio Bhrigu, riguardante la violazione di Shiva delle caste mogli degli asceti della foresta.
3). Il Linga come costituito di sostanza cosmica: che è basato sul racconto della rivalità di Brahma e Vishnu.
In un’altra triplice divisione, si ritiene che il linga contenga in sé tutte le tre divinità che compongono la Trimurti, la Trinità Indiana della Divinità Suprema, vale a dire, Brahma, Vishnu e Shiva. Brahma dimora nella parte inferiore che è nascosta nel profondo della terra. Vishnu occupa la porzione centrale del linga che è coperta dal piedistallo. Infine vi è Shiva, che risiede nella porzione superiore che è visibile sopra il piedistallo.
La porzione-Shiva (Rudra-bhaga) è anche conosciuta come 'puja-ansha', ovvero quella parte del linga che deve essere adorata. La parte-Vishnu è identificata con la Devi, o la parte femminile della divinità (yonis tu jagad-dhatri Vishnu-svarupini). Il Rudra-bhaga è detto essere maschile, la parte-Vishnu femminile, e la parte-Brahma neutra.

Da ultimo Brahma, il creatore, rappresenta quello stato primordiale non manifesto che precede tutta la creazione. In questo stato archetipico non vi è dualità percepibile, e nessuna distinzione di forze positive e negative. Soltanto quando vi è una tendenza a creare allora la prima scintilla di dualità appare in questo strato indifferenziato. Questa dualità ha il carattere di poli complementari di attrazione, che poi si manifesta in tutta la creazione con caratteristiche maschili e femminili. Perciò, Brahma, in virtù del suo precedere la dualità insita nella creazione, è non-duale, cioè né maschio, né femmina.
Dal momento che il linga è mostrato per comprendere la trinità (Brahma, Vishnu e Shiva) ed anche tutte le creature della terra, è logico dire con una certa sicurezza che i venerabili antichi che concepirono questo impressionante simbolo avevano ragione nel dedurre che l'intero mondo vivente, anzi l'intero universo, è una parte del ‘lingam' di Shiva.
Il culto dello Shiva-Lingam - La setta di adoratori di Shiva conosciuti come Lingayats, si distinguono per i ciondoli di lingam in miniatura che portano sul loro corpo per tutta la vita. Essi vengono conservati in recipienti d'argento appesi al collo, e si ritiene che essi possano agire sia come un talismano protettivo che come amuleti per sconfiggere le influenze negative.
I Lingayats sono una comunità unica, i cui componenti non credono nel sistema delle caste, e sono noti per il loro atteggiamento indiscriminato verso tutti. Le loro donne hanno un linga in una teca d'argento (ayigalu lingam) modificata in forma d'uovo (gundgurdgi) e cofanetti (banajiga lingam) sono portati da uomini e donne sul braccio sinistro o sulla parte superiore della testa, sotto un berretto di stoffa, da un sacerdote Lingayat Jangam.
Il linga è davvero un grande equalibratore. Ogni ordinario devoto potrà testimoniare di aver visto adoratori, senza distinzione di sesso, casta o credo, che si lavano e versano generose libagioni sul linga, accarezzandosi allo stesso tempo nelle loro parti intime. Inoltre, il linga è sempre installato al livello del terreno, mentre tutte le altre divinità antropomorfe restano situate in altezza, ben al di là della portata del devoto ordinario.
Il linga non è solo l'organo della generazione, ma un segno del progenitore e l'essenza della virilità cosmica che si manifesta nel microcosmo. Con il culto di esso, adorandolo, noi non stiamo semplicemente deificando un organo fisico, ma stiamo riconoscendo la forma assoluta che è sia eterna ed universale.
 



Riferimenti e Approfondimenti
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