La Pratica del Dharma
Di Lama Geshe Gedun Tharchin
 
 

  

Durante l’età d’oro del buddhismo in Tibet, l’era degli antichi Geshe Kadampa, Potowa Geshe Kadampa insegnava il Dharma usando sempre esempi meravigliosi. Una volta il suo giovane monaco discepolo gli disse: “Da chi hai ricevuto la trasmissione di questi insegnamenti con questi meravigliosi esempi?” il Geshe rispose: “Ho ricevuto la trasmissione da un maestro chiamato Praj-na”. In effetti il Geshe si stava riferendo al suo maestro Praj-na cioè alla sua propria conoscenza del Dharma. Sento che questo breve messaggio rappresenta la quintessenza del significato di Dharma!

Il Termine Sanscrito Dharma, in Pali Dramma, generalmente si riferisce a tutta una serie di buone azioni, o buona condotta da mantenere verso tutti gli individui e il mondo. Dharma può significare anche un qualsiasi tipo di religione, pensiero filosofico e condotta morale, considerata una virtù per tutti. Sono considerati Dharma tutte le pratiche spirituali, discipline, rituali e azioni virtuose. Il Termine Dharma tradotto in Tibetano come “Choè” significa semplicemente azione sana / salubre o azione completa / integra.

Credo che il maestro Shakyamuni rivelò il Dharma e lo introdusse agli altri, come il capolavoro delle 4 Nobili Verità e in particolare delle 2 Verità, del Nobile Ottuplice Sentiero e dei 3 Insegnamenti Elevati come il retto pensiero, sentiero spirituale, realizzazioni interne o le virtù umane di base, pensieri già esistenti nella storia umana. Perciò per i suoi seguaci e la sua filosofia, il termine Dharma come equivalente dell’insegnamento di Buddha, quì insegnamento non significa solo i suoi discorsi ma anche i contenuti degli insegnamenti, le realizzazioni e le qualità spirituali.

L”Abhidharma-Kosa” di Vasubhandu descrive il significato degli insegnamenti del Buddha.

La natura degli insegnamenti del maestro (Sakyamuni),

Ha due aspetti: la parola e la realizzazione,

Il solo modo di conservare il Dharma

E’ con l’insegnamento o la pratica.

Perciò per il buddhismo, Dharma è considerato come il secondo gioiello o un rifugio per i seguaci, dopo gli altri due rifugi, Buddha e Sangha. Infatti Buddha significa semplicemente un essere illuminato o letteralmente un essere risvegliato, un essere completamente sveglio dal sonno dell’ignoranza. Dharma è un insegnamento consistente di due aspetti; istruzioni verbali e qualità spirituali o realizzazioni che sono state insegnate da esseri illuminati. Sangha invece sono i praticanti che si evolvono nell’apprendimento e pratica del Dharma. Pregare il Dharma è un atto spontaneo per gli esseri illuminati come anche il loro amore e compassione verso gli tutti gli esseri senzienti. Sto mettendo i miei sforzi su come introdurre il Dharma per farlo essere contemporaneamente una educazione spirituale mantenendo i valori classici. Qui per Dharma intendo un valore universale spirituale, che può essere adatto per qualsiasi essere umano per il benessere di tutti gli esseri senzienti.

In questo libro i miei discorsi spesso tendono a presentare il Dharma sulle basi della saggezza e il metodo nei classici indiani e tibetani dul Dharma, in armonia con moderni benefici e integrazioni con altre culture, il valore di interrelazioni spirituali e conoscenze comuni. Penso che il Dharma sia in grado di avere terreno spirituale aperto per il ventunesimo secolo, andando oltre tutte le barriere fra le religioni e i gruppi spirituali. Desidero che tutti i ricercatori di arricchimento spirituale potrebbero trovare un terreno comune rilassato e condiviso per tutta l’umanità.

Il linguaggio occidentale non ha ancora sviluppato un termine equivalente alla parola sanscrita “Dharma”. Gli insegnanti buddhisti di lingua inglese, gli studenti e traduttori hanno usato termini “Law” (legge), “Truth” (verità), e “Religion” (religione) ecc, come equivalente in lingua inglese per indicare o sostituire il termine “Dharma”. Tuttavia non hanno mai creato un contesto sociale adeguato per permettere a nessuno di questi termini di dare un senso completo alla parola “Dharma” o “Choè”. Quindi la maggioranza continua a preferire il termine originale “Dharma” anche in inglese, come il termine “Yak” è ugualmente valido in lingua inglese anche se è un termine di origini tibetane.

Nella società tibetana è socialmente conosciuto che la radice del Dharma è avere un buon cuore e l’essenza del Dharma sono le 6 sillabe mantra: “Om Ma-Ni-Ped-Me Hum”. Qui a+o+ma tre lettere incarnano il corpo dell’essere illuminato, la parola e la mente che rappresentano i nostri obiettivi o il futuro. Ma-Ni significa il gioiello che è l’incarnazione dell’amore e compassione, Ped-Me significa invece l’incarnazione del loto della saggezza. Compassione e saggezza simboleggiano il sentiero e le pratiche che portano allo stato di perfezione e illuminazione. Hum è il simbolo della creazione delle fondamenta dei tre corpi perfetti nei semi dell’illuminazione, conosciuto come natura di Buddha o natura della mente, il più interno segreto della mente che ci porta dentro lo scorrere della nostra mente. Così le sei sillabe che con la pratica della compassione e saggezza si può stabilire le fondamenta per la realizzazione delle tre forme illuminate dentro il nostro flusso mentale, che è il senso e il significato della vita.

Jhe Tsonkhapa nei suoi poetici testi disse:

“Se l’atteggiamento è positivo, anche il sentiero e i posti saranno positivi,

Se l’atteggiamento è meno positivo, anche il sentiero e i posti saranno meno positivi,

Quindi tutto dipende dall’atteggiamento mentale,

E il Karma negativo e positivo determina l’atteggiamento negativo o positivo”.

Vasubhandu nel l”Abhidharma-Kosa” dice:

“Tuttle le parole differenti vengono a essere il risultato del Karma,

E il Karma è l’atteggiamento e le sue produzioni,

L’atteggiamento è conosciuto come Karma mentale,

E le sue produzioni sono conosciute come Karma fisico e verbale”.

Shantideva nel “Boddhisattvacaryavatara dice:

“In questo mondo elefanti indomiti e impazziti,

sono incapaci di causare danni così gravi

come le miserie del profondo inferno

che possono essere causate dalla nostra mente scatenata.

Ma nell’elefante la mia mente è fermamente legata

Su tutti i lati con la corda della consapevolezza,

tutte le paure cesseranno di esistere

e tutte le virtù arriveranno nella mia mano.

Anche quelli che cercano la felicità e di vincere la povertà

Divagheranno senza scopo o significato

Se non comprendono il segreto della mente

Il significato supremo di Dharma”.

Anche Buddha nel Dharmapada dice:

Tutti i fenomeni virtuosi e non virtuosi hanno la mente come precursore,

hanno la mente come il loro capo; sono fatti di mente.

Se uno parla o agisce con mente diabolica, Dukkha/ spiacevoli condizioni seguiranno lui o lei

Se uno parla  o agisce con mente pura, Sukha/ la pace seguirà a lui o a lei

Il compito principale da prendere in considerazione per un praticante di Dharma che vuole apprendere, è allenare ad addomesticare e sottomettere la propria mente e flusso mentale

e realizzare la sua essenza scoprendone il suo segreto. In altri linguaggi quì la mente dovrebbe essere chiamata anima o spirito. Un così profondo livello di conoscenza e sviluppo nelle reali qualità della mente verrà messo in atto solo attraverso la pratica della meditazione quotidiana.

Quindi Shantideva dice:

dove è nascosta la copertura del mondo intero?

Il vasto mondo può essere coperto nascondendolo a sufficienza con un solo paio di scarpe.

Allo stesso modo, visto che non posso controllare gli eventi esterni,

controllerò la mia propria mente.

Che cosa importa dalla mia parte se altre cose sono controllate?

Contenuti e Capitoli

Il capitolo di introduzione su “I tre giri della ruota del Dharma” riguarda gli insegnamenti tenuti all’istituto Lamrim di Roma il 3 ottobre 2003 come intensivo mensile, intitolato Le quattro nobili verità. Insegnamenti di Dharma sono stati pubblicati nel DHARMA REVIEW n. 21 (estate 2005) dal titolo “I tre giri della ruota del Dharma”.

Introduciamo in dettaglio i contenuti nel resto di ogni capitolo, parte prima, Le Quattro Nobili Verità forniscono il pensiero e i principi fondamentali della pratica di Buddhadharma. E’ l’argomento piu’ vasto e profondo del buddhismo. Per ulteriori studi su questo argomento suggerisco di leggere: “Le Quattro Nobili Verità” del 14th Dalai Lama, “L’antico Sentiero del Buddha” di Thera Piyadasi, “Il Sentiero della Purificazione” di Buddhaghosa Visshuddimagga, e Analizzando Le Quattro Nobili Verità – 24mo capitolo del “Madyamikamulakarika” di Nagarjuna.

Seconda parte, I 12 anelli dell’origine interdipendente, che presente importanti concetti sul Karma, la vita e Le Due Verità. Durante il corso abbiamo studiato i temi di base della “Madyamikamulakarika” e le sue traduzioni dal tibetano, inglese e italiano, incluso i seguenti tre testi:

1.            Madyamikamulakarika è stata tradotta e rivista dal tibetano sotto il patrocinio del Dio Re, il maestro indiano mahayana madyamika Jana Garba e il traduttore tibetano Bikshu Chok Ro Lui Gyal Tsen. Dopo nella città di Kashimiri Pe Med pan-dit Vidya Sumati e il traduttore tibetano Bikshu Nyi Ma Drak che ha rivisto ancora il testo aggiungendo un commentario comparativo molto ben fatto (Pubblicato dal centro di ricerca e cultura tibetano Kansu).

2.            Mulamadyamakavrtti Prasannada Nama (uma tsa wei drel wa tsig sal she jawa) Lucida esposizione della via di mezzo di Acharya Chandra Kirti (Lo Pon Da Dak Pa) Tradotto in tibetano al tempio del gioiello nascosto al centro della città di Kashimiri Pe Med  dal grande maestro indiano e pensatore Mahasumati e dal grande traduttore tibetano Patsab Nyima Drak consultato con la versione kashimiri del testo. Qualche tempo dopo in Tibet al tempio di Lhasa rasa Rhamo Che Kashimiri il maestro Kana Varbhae e lo stesso traduttore tibetano rivisitò e ri-editò il testo consultandolo con la versione originale Sotto il sole Orientale (Kashimiri). Pubblicato in India nel 1967 dalla Tibetan Publishing House.

3.            “La Saggezza Fondamentale della Via di Mezzo” traduzione in inglese dall’originale tibetano di Jay L. Garfield.

Abbiamo studiato intensamente riguardo al modo di esprimere i concetti attraverso il giusto vocabolario nel contesto del linguaggio contemporaneo. Alla fine come sintesi di tutte le traduzioni, abbiamo creato la nostra propria versione dei versi in italiano, la quale crediamo sia il modo più idoneo e modesto per esprimere il pensiero di Nagarjuna.

Il terzo capitolo sulle Quattro Consapevolezze è un soggetto molto importante nel buddhismo tibetano, che si è molto sviluppato nella pratica quotidiana del buddhismo Vajrayana.In questo capitolo ho provato anche a chiarire come aspetti della pratica buddhista del Vajrayana e del Mantrayana possono essere un sentiero semplice e pratico. Durante il corso abbiamo trattato con la canzone di Milarepa sulla Mahamudra.

Capitolo quarto, “Come vincere la rabbia” significa riflettere su come vincere la propria rabbia e odio riflettendo sul grande pensiero e pratica di Shantideva, principalmente il capito n. 6 del Bodhisattvacaryavarata, La Pazienza. Per avere una versione più completa su come affrontare la rabbia, siamo passati anche attraverso molti versi di altri capitoli della Bodhisattvacaryavatara. Mentre nelle lezioni abbiamo usato principalmente la versione tibetana del testo e il sio commento di Gyaltsab Je, con anche la versione in inglese e italiano. Per la versione inglese, abbiamo confrontato tre diverse traduzioni del bodhisattvacaryavatara;

1, tradotta direttamente da tibetano da Stephen Batchelor

2, tradotta dal sanskrito dal World Oxford Classic,

3, tradotta dal sanskrito e tibetano da Vesna A. Fallace e B. Alan Wallace.

Per l’italiano abbiamo letto la traduzione di Ubaldini della edizione di Oxford e la traduzione della Chiara Luce della versione di Stephen Batchelor.

Alla fine abbiamo provato a fare una sintesi delle tre traduzioni e abbiamo anche noi prodotto la nostra versione italiana dei versi, la quale crediamo sia la più corrispondente all’originale.

Gyaltsab Je alla fine del suo commentario sulla Bodhisattvacaryavatara dice: “Chi è impegnato nella pratica del Bodhisattva, gran maestro Shantideva, che guardato direttamente dai Manjusri. Lui cacciò il suo regno come polvere di sliva e con molte meravigliose azioni portò a termine tutte le pratiche del bodhisattva, in modo particolare ottenne lo stato di vajradara attraverso la pratica del modo più nascosto del’anuttra yoga.” 

Riguardo i traduttori e la sua traduzione Gyaltsab Je dice:

“Tradotto dal maestro indiano Sarva Jana Deva e il grande traduttore tibetano Bende Paltzek con la consultazione della versione Kashimiri del testo. E dopo una buona revisione del maestro indiano Dharma Shree Badra e il grande traduttore tibetano Rinchen Zangpo. Ancora dopo riveduta e corretta la traduzione con consultazione della versione indiana centrale del testo del maestro indiano Sakya Ood e il grande traduttore tibetano Rinchen Zangpo. Più tardi dal Nepalese pandit di Bhadendapa, Sumati Kirti a il traduttore tibetano Loden Sherab restaura ancora la traduzione con estrema precisione e studio, consultando anche la traduzione della versione Kashmiri del testo principale.”

 Gyaltsab Je commentò il boddhisattvacaryavatara al monastero di Gaden in Tibet nel quindicesimo secolo e i versi del boddhisattvacaryavatara furono anche rivisitati da lui con la consultazione di altri testi tibetani, ma principalmente consultando la consistenza dei significati e contenuti. Alla fine del commentario disse: “Ci ancora qualcuno che potrà vedere molte differenze tra i vocabolari nella radice del testo tradotto da Loden Sherab e la radice dei versi del testo citati dentro il commentario di Loden Sherab. Quindi, io ho scritto la radice dei versi con precisione consultando principalmente la consistenza dei significati.”

Capitolo Quinto, il commentario del Sutra del Cuore, che è un tema significativo.

La fonte della nostra sofferenza risiede in una tendenza profondamente radicata in noi ad afferrarci a delle realtà permanenti dove non ve ne sono, in modo particolare nell'afferrarsi ad un senso permanente del sé. E’ questo attaccamento che provoca una disfunzione nella nostra interazione con gli altri esseri e il mondo intorno a noi. Poiché questa tendenza è profondamente radicata nella psiche, nient'altro che una radicale decostruzione della nostra comprensione naïve del sé e del mondo può condurci ad una vera libertà spirituale. La negazione categorica da parte del Sutra del Cuore di un'esistenza intrinseca di tutte le cose, specialmente i cinque aggregati dell’individuo, può essere vista non solo come un'estensione di questa Saggezza chiave ma di fatto come un esempio supremo di ogni saggezza. Questo è il motivo dell'intensa venerazione nel mondo Buddhista di questo testo. Oltre che essere utilizzato per una profonda contemplazione meditativa sulla vacuità, il Sutra è spesso decantato come uno dei mezzi atti a sormontare i vari fattori che ostruiscono il progresso spirituale. L'idea è che molto di ciò che noi. percepiamo come ostacoli al momento attuale proviene da un profondo afferrarsi alla nostra propria esistenza e alla centralità del sé che questa produce. Con una penetrante riflessione sulla natura essenzialmente vuota di tutti gli esseri, noi recidiamo ogni fondamento dei cosiddetti ostacoli che ci impediscono di mettere radici all'interno di noi stessi. La meditazione sulla vacuità, fatta spesso attraverso la recitazione del Sutra del Cuore, è considerata un potente metodo per il superamento degli ostacoli.

Le Quattro Nobili Verità un seminario di un week end nel 2002, I 12 anelli di origine interdipendente un corso di un week end tenutosi il 28 – 29 giugno 2003, Canto delle Quattro Consapevolezzedel settimo Dalai Lama, corso di un week end svolto il 30 novembre – 1 dicembre 2003, Come vincere la paura nel week end 24-25 aprile 2004 e commentario del Sutra del Cuore corso del week end 13 – 14 novembre 2004, sono tutti stati svolti al centro Milarepa di Torino. Tutti gli insegnamenti in lingua inglese tradotti in italiano da Roberto Volpon, un ex monaco buddhista di tradizione tibetana. Tutte le trascrizioni e correzioni sono state eseguite dalla amica di Dharma Renata Simonotti con il suo grande e gioioso impegno e puro interesse nel Dharma. Io personalmente ho letto il testo molte volte, intitolato i capitoli, rivisto e corretto il testo e sistemato i capitoli in questa sequenza e ordine.

Nuova Luce di Dharma

spero che questo libro, collezione di alcuni corsi di Dharma svolti nei week end potranno aiutare a far brillare una nuova luce di Dharma, adattando il tutto ai principi di saggezza del mondo contemporaneo. Il volume può rappresentare un prospettiva classica del buddhismo e dei suoi valori pratici nella società contemporanea. Inoltre è da considerarlo anche come il mantenimento di un patrimonio cultura.

In questo libro l’enfasi principale è stata messa sul modo di applicare l’antica saggezza come una pratica imparziale di valori spirituali a tutti i livelli dell’essere umano per portare armonia, rispetto e tolleranza nel contesto del mondo del nostro tempo. Questo è per semplificare il Dharma piuttosto che farlo diventare più complesso e farlo rimanere un mero argomento intellettuale nelle forme di alcune rappresentazioni rituali. Tutto il mio impegno e le mie ricerche personali sono state dedicate per la scelta del Dharma essenziale come mezzo abile per applicare i valori universali spirituali e farli diventare parte integrante delle azioni e eventi della nostra vita quotidiana. Lo considero una urgente e cruciale necessità in questo odierno mondo con una società così rapidamente tecnologicamente sviluppata. Le mie speranze e aspirazioni che questa presentazione del Dharma potrà portare nuovi freschi stimoli per elevare il mondo del ventunesimo secolo con comprensione e dialogo!

Spesso provo nei miei discorsi di Dharma che inizino con riflessioni su come può essere di beneficio per gli altri e saggia osservazione, una espressione di silenzio del pubblico con i loro bisogni e qualità. Questa caratteristica crea normalmente discorsi che nascono al momento dentro l’atmosfera del posto e dell’assemblea. Così i discorsi vengono direttamente dal mio cuore e si concentrano sul cuore dei presenti, che permette al nocciolo dell’essenza e della pratica del Dharma di essere stata presentata. Qualche volta ho iniziato i miei discorsi di Dharma con riflessioni sui miei problemi personali come esempio, trovando una chiara visione al riguardo a significare la ricerca di una soluzione Dharmica che poteva risolvere.

Questo metodo è stato in pratica molto utile sia a me stesso che al pubblico presente per permettere di dare una chiara spiegazione del Dharma. A volte anche temi molto complicati potevano venire ad essere risolti con soluzioni estremamente semplici e chiare, dovute a questo tipo di riflessioni. In particolare le letture trattate in questo libro sono state utilizzate per lezioni avanzate e intensive di Dharma sempre con sofisticati argomenti. Ho provato a spiegare il tema profondamente ma allo stesso modo semplice e accessibile al lettore ordinario dei concetti fondamentali del buddhismo. Lo scopo è di prendere l’essenza del pensiero buddhista e delle abilità nella meditazione mantenendo le tradizioni individuali nel contesto delle influenze culturali. Ho provato anche a illustrare un lucido, puro e umile comportamento di Dharma che può facilmente e praticamente essere integrato per aiutare a semplificare la propria vita quotidiana in questa società del nostro tempo così sofisticata. Malgrado le mie capacità limitate, un obbiettivo del mio lavoro è quello di cercare che il buddhismo può dare significanti contributi al miglioramento della società mondiale piuttosto che creare una categoria sociale aggiunta.

Dato che i discorsi sono avvenuti in Italia, credo che sia significante la presentazione del Dharma nel contesto dell’Italia contemporanea, con la mentalità europea, religione, cultura, educazione, e stile di vita sociale. Potremmo dire che è una presentazione aggiornata dei mezzi abili buddhisti nel contesto della cultura del mondo e della civilizzazione contemporanea.

Come affrontare il Dharma

Riguardo a come affrontare il Dharma è stato chiarito molto bene nel Boddhisattvacaryavatara di Shantideva nei seguenti tre versi:

Ci si dovrebbe applicare industriosamente nell’addestramento

appropriato alle varie situazioni in cui ci si trova

qualunque esse saranno, anche se verranno da altri.

Per questo non cè niente che un Boddhisattva non può apprendere.

Non c’è niente che non sia un atto di merito per la buona persona che lo conduce sulla via.

Non si dovrebbe fare niente al di fuori di quello che è direttamente o

indirettamente di beneficio degli esseri senzienti, e solo per il beneficio

degli esseri senzienti si dovrebbe dedicare tutto al raggiungimento dell’illuminazione.

Anche il grande Nagarjuna dichiarò qualcosa di simile nel suo Ratnavali preziosa ghirlanda:

Come all’inizio fa un grammatico

fa leggere l’alfabeto ai suoi studenti

così il Buddha insegnò ai suoi apprendisti

la dottrina che potevano sopportare

ad alcuni insegnò dottrine

per scoraggiare il peccato,

ad altri dottrine basate sulla dualità,

ad altri insegnò basate sulla non-dualità, ad altri

insegnò quello che è profondo pauroso e terrificante,

avendo l’essenza della compassione e vacuità,

Il significato del raggiungimento dell’illuminazione.

Così l’insegnamento del Dharma non consiste nel dialogare  con i pensieri e le idee dell’altro ma piuttosto è considerato di più parlare di qualunque cosa sia di beneficio per gli altri. Questo è un modo per avvicinarsi ai mezzi abili per servire gli altri con un atteggiamento compassionevole, e anche un maestro dovrebbe allo stesso modo usare un insegnamento che sia di qualsiasi aiuto per gli altri, piuttosto che promuovere le sue idee o filosofia. Questo è di  grande significato nei mezzi abili della compassione o dell’atteggiamento Nying Tze. Qualunque azione deve venir fuori come il risultato di una motivazione di compassione, questa motivazione naturalmente trasformerà tutte le azioni in virtuose e positive. L’amore e la compassione sono considerati l’essenza del Dharma e una caratteristica unica del Buddha della compassione, come  mezzi abili per aiutare gli esseri samsarici.

L’insegnamento del Dharma dovrebbe iniziare con una motivazione di altruismo, tecnicamente chiamata da amore a compassione, in tibetano Nying Tze, tradotto alla lettera Cuore Sensibile, che è il vero mezzo abile per servire gli altri. Il mio tentativo è quello di insegnare il Dharma con grande motivazione, ma per le mie limitazioni samsariche sicuramente le mie motivazioni sono state sempre miscelate con molti interessi materiali / mondani. Quindi devo accettare se eventuali errori si possono essere verificati per colpa dei miei limiti. Sarei inoltre lieto se il lettore darà qualsiasi suggerimento per miglioramenti della prossima edizione. Spero che questo libro possa diventare uno motivo di rivelazione dell’antica saggezza nel mondo odierno e che possa avere un effetto sulla creazione dell’amore universale e la tranquillità di tutti gli individui – qui e ora. Voglio dire che il Dharma è una virtù essenziale per tutte le esistenze, con lo scoprire questo porterà equilibrio in tutte le anime.

Personalmente considero che le mie spiegazioni  e letture di Dharma sono semplicemente alcuni suggerimenti ai miei amici spirituali e che ogni decisione deve venire da dentro ogni individuo per proprio conto. Questo principio è quello che io credo sia il senso della parola del nostro maestro Sakyamuni:

“Tu sei il tuo maestro e sei anche il tuo nemico” Un altra ragione per cui penso che esperienze di religione destino, e Dharma è un esame molto personale, che deve essere adottato da se stesso. Questo libro intende poter aiutare a completare una inevitabile naturale tendenza che molte persone hanno nei confronti del pensiero e delle pratiche del buddhismo. Spero che ottenendo risultati a breve e lungo termine il Dharma permetterà a molta gente di godere una soddisfacente vita significativa e di pace, senza perdute ricchezze o dominati da identità culturali, con grande rispetto verso tutte le tradizioni religiose e ammirazione verso l’armonia sociale. Per concludere, le seguenti strofe del Boddhisattvacaryavatara che mi ha sempre toccato il cuore!

-                      Il maestro Sakyamuni dichiarò che il campo degli esseri senziente è il campo dei Buddha, perché molti hanno raggiunto le più alte realizzazioni onorandoli.

-                      Come l’adempimento delle qualità dell’essere illuminato / qualità del Buddha è ugualmente dovuto all’essere senziente e al Buddha, comè che io non rispetto gli esseri senzienti allo stesso modo di come io faccio con i Buddha?

-                      La loro grandezza non è in termini di intenzioni ma di risultati, la grandezza degli esseri senzienti è paragonabile a questa, quindi sono uguali.

-                      Una disposizione amichevole, che è ammirevole, è la vera grandezza degli esseri senzienti. I meriti dovuti alla fede nei Buddha è la vera grandezza dei Buddha.

-                      Quindi gli esseri senzienti sono uguali al Buddha nel loro dividere le acquisizioni delle qualità del Buddha; ma nessuno di loro è uguale al Buddha, dove ci sono oceani di buone qualità con infinite porzioni.

Vorrei esprimere la mia gratitudine verso tutti i miei amici che hanno aiutato a portare questo libro alla realizzazione.