(SECONDA PARTE) LO SCOPO DEL BUDDHISMO - Se dovessimo considerare qual è lo scopo fondamentale, assoluto, di una Via Spirituale, ed in particolar modo del Buddhismo, si dovrebbe considerare che esso consiste nella eliminazione della sofferenza di tutti gli esseri e la realizzazione della felicità (sempre per tutti gli esseri). Al fine di poter ottenere questa realizzazione, prima di tutto è necessario che noi stessi si attui lo stato di completo sviluppo, cioè la completa realizzazione tramite l’eliminazione di ogni nostro difetto e lo sviluppo di tutte le qualità che ora in noi esistono solo in modo potenziale. Per ottenere questo stato di completo Risveglio, è necessario ottenere una particolare attitudine chiamata Bodhicitta: cioè l'attitudine che ci fa desiderare di aiutare tutti gli altri, proprio restando nel mondo. Questo tipo di attitudine ha degli aspetti preliminari che consistono nell'amore e nella compassione. AMORE E COMPASSIONE - L'amore sorge dal desiderio di mettere gli altri nella condizione di poter avere la felicità. La compassione sorge con il desiderio di liberare gli altri dalle condizioni di infelicità in cui vivono. Perché queste due attitudini sorgano, noi dobbiamo: a) essere coscienti di ciò che costituisce un pericolo per la nostra esistenza. b) essere coscienti dello stato in cui noi siamo ora, del modo in cui noi stessi, ora, stiamo sperimentando la sofferenza. c) diventare coscienti della nostra mancanza di libertà nell’esistenza condizionata. E' necessario, cioè, realizzare la condizione attuale in cui noi siamo ora. Tale condizione è determinata dalla insoddisfazione, poiché è un tipo di esistenza in cui vi sono situazioni che procurano grande sofferenza. Tali situazioni sono, ad es., la nascita, la malattia, la vecchiaia e la morte, ecc. E' sulla base della comprensione di questa situazione che noi possiamo essere consapevoli di trovarci in una condizione di sofferenza. LE CAUSE DELLE ESISTENZE CONDIZIONATE - Questo scorrere dell’esistenza in un modo totalmente dominato dalle afflizioni mentali che esistono all'interno della nostra mente, ha due fondamentali cause 1) Karma, o inclinazioni depositate all'interno della nostra mente. 2) Emozioni negative. La Liberazione è, essenzialmente, un decondizionamento da questi inautentici o errati modi cognitivi. PARTECIPAZIONE ALLE SOFFERENZE ALTRUI - Questa Liberazione, o realizzazione per "né, sebbene sia una mèta legittima per uno che pratichi il sentiero spirituale, è tuttavia incompleta e necessita di essere autenticata in una partecipazione. La necessità della partecipazione è compresa quando si è consapevoli della situazione in cui sono tutti gli altri (situazione di sofferenza, di vari problemi, ecc.). Questa situazione è esattamente simile alla nostra. Quando diventiamo consapevoli che, così come ci troviamo noi in una situazione di sofferenza, anche gli altri vi si trovano, allora sorge quest’attitudine di amore e compassione. Queste attitudini stanno alla base di una autentica compartecipazione nel mondo e devono essere sviluppate. COME SVILUPPARE BODHICITTA - E' possibile sviluppare queste attitudini considerando la relazione positiva e la gentilezza che questi esseri hanno (o hanno avuto) verso di noi. Dentro di noi esiste un certo tipo di amore e di gentilezza, che però non sono completi, sono parziali. Infatti, esiste un tipo di amore verso coloro che ci appaiono come persone piacevoli (i nostri familiari e gli amici). Invece, è estremamente difficile sviluppare un'attitudine di apertura verso coloro che ci appaiono come nemici. Quindi, al fine di livellare questa disuguale attitudine della mente, in relazione agli esseri viventi, è necessario che siano fatte diverse contemplazioni. Questo per ridimensionare la mente, per riportarla alla realtà, al fine di sviluppare l'aspetto mentale conosciuto come 'Equanimità'. Esiste una particolare situazione della nostra mente che si esprime, ora, in una attitudine di non uguaglianza verso tutti gli esseri viventi. Noi discriminiamo gli esseri, dividendoli in tre particolari categorie. Abbiamo, infatti, un certo tipo di relazione verso coloro che consideriamo come amici, mentre la relazione cambia con coloro che ci sono indifferenti. Altro tipo di comportamento si ha con coloro che ci appaiono come nemici. Verso i primi abbiamo un’attitudine che è protesa a sviluppare attaccamento. Noi ci sentiamo molto vicini a queste persone. Ma per le persone che ci sono indifferenti, noi non proviamo nessun interesse, ed esse non hanno alcuna importanza, per noi è come se non esistessero. Se soffrono o sono felici, a noi non importa. In questa categoria c'è la maggior parte della gente. Vi sono poi altre persone che ci appaiono come spiacevoli. Verso di esse siamo protesi a sviluppare aggressività, un atteggiamento di difesa o di rifiuto. UNA MENTE DA ROVESCIARE -Questa situazione della nostra mente (totalmente priva di equanimità) deve essere rovesciata. Si può fare questo analizzando il modo in cui certe persone ci appaiono come nemici ecc. Se analizziamo il rapporto con coloro che ci sono nemici vediamo che potrebbero esserlo per un giorno, un mese, un anno... Il rapporto di inimicizia dipende principalmente dalle condizioni. E queste condizioni sono in un continuo flusso, in continuo cambiamento, e possono portare ad un mutamento completo della relazione stessa. Un nemico può diventare un nostro amico. Se potessimo guardare la situazione a lungo termine, potremmo vedere che in vite precedenti queste persone sono state di sicuro nostre amiche. Se prendiamo in considerazione l'attitudine ad essere attaccati, o ad essere particolarmente vicini a certe persone, potremmo renderci conto che è una attitudine che non ha alcuna ragione di esistere. Le relazioni personali con i nostri amici possono cambiare da un istante all'altro. Le persone ci possono abbandonare ad un certo punto della nostra esistenza. Non c'è alcuna certezza che i nostri amici ci rimangano a fianco. Essi potrebbero trasformarsi in qualcuno che sta in una direzione opposta alla nostra. Possono trasformarsi in nemici. Poi vi sono le persone verso cui non abbiamo alcuna considerazione. Sembra che nemmeno esistano. Può darsi che queste persone in passato abbiano avuto una relazione estremamente positiva con noi o estremamente negativa. Ad ogni modo, noi siamo sempre nella possibilità di rincontrare queste persone e di stabilire sia una relazione positiva che negativa. Non c'è alcuna ragione per essere così noncuranti verso di esse. Se osserviamo i nostri amici, poi i nostri nemici, e coloro che ci appaiono insignificanti, i loro ruoli in realtà non sono sempre gli stessi, ma possono continuamente cambiare. Non c'è quindi alcuna ragione per avere un estremo attaccamento per alcuni, avversione per altri e noncuranza per altri ancora. Questa attitudine della mente così diseguale deve essere livellata attraverso il sorgere della equanimità. L'attitudine di non-equanimità sorge dall'errore di considerare positivo o negativo il rapporto con gli altri. Dal rapporto positivo otteniamo piacere, mentre con quelli che stabiliamo un rapporto negativo sorge un sentimento opposto. Ma se riflettiamo che queste persone sono uguali, ed in passato sono state molte volte nostre madri, se comprendiamo questa profonda realtà, svilupperemo su questa base l'equanimità. Se in generale guardiamo la situazione di questi tre tipi di persone (che suscitano amore, indifferenza, o odio) vediamo che essi non hanno una scelta nelle azioni, sono schiavi delle loro attitudini mentali negative, sono anch’essi nella sofferenza. Poiché gli esseri sono uguali nella loro miserevole situazione, è inutile sviluppare attaccamento verso alcuni ed odio verso altri. Questi tre tipi di persone aspirano tutti ad eliminare la sofferenza e ad ottenere la felicità. Quindi essi sono tutti uguali. Prendiamo come esempio dieci pazienti che vanno dal medico con malattie simili. Il medico non può trattarli diversamente in base a quello che egli sente per loro. RAGIONI PER LO SVILUPPO DELL'EQUANIMITA' - Questo tipo di equanimità ha delle ragioni precise per essere sviluppato: è l'antidoto all'aggressività ed all'avversione, che sorgono durante la giornata. Esso sviluppa inoltre amore e compassione in modo completo. Tutti gli esseri sono uguali, sono nella stessa condizione. Ma non bisogna lasciarli così, non è giusto. C'è la necessità di avere un rapporto positivo con gli altri. Per sviluppare questo rapporto occorre pensare che, nell'esistenza condizionata, ogni essere è stato nostra madre e ci ha beneficiato. Bisogna pensare che anche quando non è stato nostra madre, ci ha beneficiato in molti modi. Da un punto di vista spirituale, se uno ci è nocivo, in realtà non ci sta facendo del male, ma ci sta beneficiando. E' chiaro che questo suona strano, ma se ci investighiamo, troveremo che questi problemi ci aiutano ad aprirci, nel senso che, procurandoci la sofferenza, permettono alla nostra energia karmica negativa di consumarsi. Ancora, quando gli esseri ci danneggiano, essi ci mettono nella condizione di praticare la pazienza, la quale rappresenta un elemento fondamentale per chi è in un sentiero spirituale. Se nelle situazioni difficili abbiamo questa solida presenza (la pazienza), è possibile trasformare ogni azione spiacevole in qualcosa che sviluppa la nostra mente. Esiste un altro tipo di beneficio: essere in grado di mutare il rapporto con gli altri. L'odio si smorza e diventa un momento di ansietà che dischiude un momento della vita spirituale dell'altra persona. Se abbiamo due persone, di cui uno pratica la pazienza e l'altro no, il loro comportamento sarà diverso, ad es. nel caso che venissero entrambe colpite da un bastone. La seconda persona svilupperà odio verso colui che l'ha colpita. La prima, invece, riuscirà a non trasformare la mente in una mente agitata o poco chiara; riuscirà a rimanere calmo e chiaro per affrontare meglio la situazione. Questo è un requisito fondamentale per la pratica. Quindi l'essere percosso corrisponderà ad un modo per sviluppare la pazienza. Anche le persone che ci si manifestano nemiche, dal punto di vista spirituale non possono essere considerate tali. Infatti queste persone possono sempre avere una relazione con noi. Se guardiamo un pò a tutto ciò che possediamo: il nostro cibo, la nostra casa, la possibilità di vivere in questo mondo, tutto dipende esclusivamente dagli altri e dalla loro gentilezza. IL METODO MIGLIORE PER RICAMBIARE LA GENTILEZZA - Quindi, avendo riconosciuto, dopo molte contemplazioni, il beneficio e la reale situazione in cui gli esseri stanno rispetto a noi stessi, (come ogni persona farebbe se fosse beneficiata da un altro) è necessario sviluppare riconoscenza verso la persona (che ci è stata di beneficio). Occorre anche sviluppare un tipo di attitudine che è protesa a ripagare i benefici. Questa attitudine contiene in sé i due aspetti: 1) Aspetto dell'Amore 2) Aspetto della Compassione. Questo amore e questa compassione hanno un aspetto fondamentale, che è quella di maturare la nostra mente fino a considerarci responsabili della felicità degli altri. In base a questo, iniziamo un lavoro che può liberare gli altri dalla sofferenza. Quando si sviluppa questo tipo di attitudine, si dice che uno possiede una 'mente non-convenzionale'. Si tratta di una mente che dice: 'Io sono l'unica persona che è responsabile per la felicità degli altri. Sono l'unica persona che ha la responsabilità di alleviare le frustrazioni, i problemi degli altri'. Questo è un tipo di attitudine non convenzionale che diventa la causa sostanziale per il sorgere dell’inizio di una autentica compartecipazione nel mondo. E questa è la Bodhicitta, che è protesa verso il completamento dell'essere per attuare una autentica partecipazione, in modo effettivo e reale. Per raggiungere questo stato vi sono delle conoscenze preliminari che devono essere interiorizzate. Esse sono: 1) Comprensione di ciò che significano le due Verità: a) Verità Convenzionale o illusoria, b) Verità Ultima 2) Conoscere le due ali che sono il motore che conduce allo stato dell'Illuminazione: c) Pratiche che rientrano nell'aspetto del Metodo che porta all'Illuminazione, d) Pratiche che sono in relazione alla Saggezza che è usata nel liberare se stessi. Questi quattro possono essere condensati in una breve istruzione che viene chiamata con il nome di 'Le Quattro Consapevolezze'. LE QUATTRO CONSAPEVOLEZZE - Questo tipo di istruzione sulle 'Quattro Consapevolezze', comincia con il dire che nello Stato di Completa Illuminazione e Realizzazione personale sono presenti due Corpi. Nello Stato di Buddha, lo stato di Completa Realizzazione, sono dunque presenti due Corpi: A) Da una parte vi è ciò che, in accordo ad un certo linguaggio del Buddhismo, viene chiamato il 'Corpo Fisico' di un Essere Illuminato. Da un punto di vista di un altro linguaggio del Dharma, viene chiamato 'Corpo Illusorio'. B) C'è un altro tipo di Corpo che viene designato sulla base della mente stessa di un Essere Illuminato, da una parte viene chiamato Dharmakaya e nel linguaggio tantrico viene chiamato 'Luce Chiara'. RICORDARSI DEL MAESTRO SPIRITUALE – Dopodiché, l'Istruzione dice che sulla base di questi due Corpi é presente il proprio Maestro spirituale, che è in possesso della grande Compassione. Questo Maestro spirituale, che è una delle condizioni indispensabili per il Sentiero spirituale, é della natura stessa di un Essere completamente Illuminato, essendo in possesso delle qualità che si definiscono come 'qualità di realizzazione' e 'qualità di abbandono', che sono proprie dello stato di Illuminazione. Qualità di abbandono di ogni negatività e Stato di realizzazione di ogni qualità. Quindi, questo Testo dice : 'Ricordati del tuo Guru e sviluppa dentro te stesso devozione e rispetto verso di Lui, che è la radice di tutte le qualità che tu puoi realizzare'. E’ necessario sviluppare grande rispetto e grande devozione verso Colui che ha questa natura di un Essere Illuminato, che è in possesso di ogni qualità, che ha eliminato ogni difetto, e cioè il proprio Maestro spirituale, tenendo in mente questo Maestro spirituale in ogni attimo dell'esistenza. Questo Testo dice ancora: 'Medita a lungo su di Lui'. Questa è una delle consapevolezze di cui si parla in questo Testo: il ricordo del proprio Maestro spirituale. Vi è una ragione precisa per portare la propria mente verso questa consapevolezza. Noi siamo in una condizione di schiavitù, abbiamo delle attitudini negative nella nostra mente. E' necessario avere qualcuno che ha realizzato e sperimentato dentro di sé la libertà da queste attitudini. Si tratta di colui che ci insegna il Metodo, che ci conduce alla Libertà. Per questa ragione, nel Sentiero spirituale, in particolare nel Buddhismo, è della massima importanza questo tipo di relazione chiara e limpida con il Maestro spirituale. L’istruzione diretta che viene data a questo punto è: 'Colui che segue il Sentiero insegnato nel Dharma (il Sentiero che mira all'autentica partecipazione con gli altri) deve vedere il suo Maestro spirituale come se fosse Buddha stesso, come se fosse un Essere Completamente Realizzato di fronte a lui. E questo a prescindere del fatto se il Maestro sia o no realizzato. Questo non importa affatto. Questo tipo di attitudine ha un grande significato, per diverse e molte ragioni alquanto complesse da spiegare. E' un tipo di attitudine pura che deve essere sviluppata perché ha la funzione fondamentale di purificare la nostra mente dalle visioni impure verso gli esseri. E questo è il vero canale tramite il quale nella nostra mente sorge una energia positiva incredibile. Ma c'è anche un altro scopo. Di solito noi siamo propensi a trovare dei difetti nelle persone. E questa propensione risulta fatale per noi. Se abbiamo una mente del genere, con proiezioni negative verso il nostro Maestro, ciò costituisce un ostacolo allo sviluppo della nostra mente. Quindi, ecco perché vedere il nostro Maestro come della stessa natura di un Essere Illuminato è l'antidoto alla mente di cui sopra. E' la vera contemplazione che riesce a vincere la mente che tende a trovare dei difetti in Lui. DALL'OSSESSIONE PER SE' ALL'OSSESSIONE PER GLI ALTRI - Il Testo continua dicendo : 'il Samsara è infinito. Così come lo spazio pervade ogni angolo dell' Universo, così gli esseri viventi indicati come Samsara, sono illimitati nel numero ed esistono in condizione di schiavitù e stanno sperimentando esclusivamente insoddisfazione. Gli esseri che sono in questa condizione (poiché in questa esistenza e nel passato, sono stati nostre madri) hanno avuto una estrema gentilezza verso di noi. Come si diceva prima, è necessario eliminare l'attitudine che considera gli esseri come disuguali, arrivando a considerarli come esseri che ci hanno beneficiato, sviluppando così l'attitudine di volerli proteggere. Ora, la nostra mente è estremamente egoistica. Noi pensiamo di noi stessi di essere la persona più preziosa e ogni nostra azione è fatta esclusivamente per la nostra felicità, per soddisfare la nostra felicità e per soddisfare i nostri desideri. La dinamica fondamentale che ci muove, inconsciamente o consciamente, è questa. L'attitudine che si esprime in una continua ossessione per la propria felicità deve essere completamente ribaltata attraverso i molti metodi che sono insegnati nel Dharma. Per fare questo si deve prendere cura di ogni essere vivente nello stesso modo in cui noi ora ci prendiamo cura di noi stessi. Con questo tipo di pratica, dobbiamo sviluppare Compassione e Consapevolezza della Compassione. Come si era detto prima, la nostra mente è ossessivamente preoccupata per noi stessi, cioè noi siamo preoccupati per la nostra felicità. CONSAPEVOLEZZA DELLA DIVINITA' - Vi è un duplice aspetto: 1) Ciò che sostiene 2) Ciò che è sostenuto. Un Palazzo Divino, come il Potala, è il primo. La Divinità che vi dimora è il secondo. La Natura di ciò che è in discussione è questa Saggezza della Grande Beatitudine, la Saggezza che è accompagnata dalla Grande Beatitudine, questa la Natura. L'aspetto è la Divinità di Meditazione, il suo Corpo. Ora il nostro corpo è impuro. E' composto di ossa, sangue, carne, ecc. Quando invece è raggiunto lo Stato di Realizzazione Completa, questo tipo di Saggezza della Grande Beatitudine si manifesta nel Corpo della Deità di Meditazione. E questa Deità di Meditazione, questo Corpo non è come il nostro, ma ha la natura luminosa, come un arcobaleno. Il Testo dice che nel Palazzo Divino, o in questo tipo speciale di Mandala, risiede la Deità la cui natura è la Grande Saggezza che è accompagnata dalla Grande Beatitudine. E questa si manifesta nella Parola, Corpo e Mente della Deità di Meditazione. Il Testo dice ancora: 'Devi essere consapevole, sviluppare l'Orgoglio Divino di essere questa Deità, che è la manifestazione della Grande Beatitudine con questo corpo di arcobaleno'. Si riferisce a coloro che praticano lo Yoga in relazione alla Divinità. Quindi, attraverso vari processi, è necessario pensare che noi si è nell'aspetto di questa Deità, così da abbandonare l'aspetto comune che normalmente abbiamo. Il testo dice: 'Medita a lungo su te stesso nell'aspetto della Deità di Meditazione, il cui corpo è profondo e chiaro'. Questa in breve, senza molte spiegazioni, è la Consapevolezza della Deità di Meditazione. Per avere più istruzioni su questo tema è necessario chiedere delle speciali iniziazioni a dei Maestri che hanno particolari caratteristiche e dopo di ciò si ha il permesso di fare determinate meditazioni cui questo Testo allude, parlando appunto della Consapevolezza della Deità di Meditazione. CONSAPEVOLEZZA DEL DHARMA - Il quarto tipo di consapevolezza è quella del Dharma: a) Consapevolezza dello stato di vacuità che si sperimenta nella meditazione profonda della vacuità stessa. b) Consapevolezza dei fenomeni come simili ad illusioni, che si sperimentano dopo che ci si è risvegliati dall'assorbimento nel precedente tipo di meditazione. Nel Testo si dice poi che la Vacuità (la vera natura dei fenomeni, o il loro vero modo di esistenza) è qualcosa che pervade ogni cosa, allo stesso modo di come l’esistenza degli esseri pervade ogni cosa, poiché ogni fenomeno ha in se stesso questa natura unica ed un duplice aspetto: cioè di essere un fenomeno e di avere come suo modo ultimo di esistenza la Vacuità stessa. Quindi, questo tipo di Vacuità che pervade ogni cosa è inesprimibile, nel senso in cui essa è sperimentata da una profonda meditazione o dalla diretta Saggezza che percepisce la Vacuità. Allo stesso modo, quando mangiamo un frutto estremamente gustoso, se poi qualcuno ci domanda: 'Qual è il sapore di questo frutto?', è estremamente difficile esprimerlo a parole e lo si potrà comprendere solo quando lo si è assaggiato. Lo stesso, è il sapore di questa Vacuità, quando è sperimentata da una diretta Saggezza. Vi è una Vacuità che NON è realmente tale, perché è esclusivamente costruita dalla mente concettuale. La VERA VACUITA’ non appare mai, fino a che non vi sarà la cognizione diretta di essa… Quindi, serve che sia la reale Vacuità dei fenomeni e sia il loro vero modo di esistenza vengano realizzati attraverso un processo di meditazione. In questo Testo, a tal riguardo si dice: 'Dimora in questa vacuità senza distrazione per lungo tempo'. Poi, allorché ci si sveglierà da questo tipo di meditazione sulla Vacuità, si dovranno osservare tutti i fenomeni come vacui, tuttavia benché vacui, essi sono un qualcosa, come forme che ci appaiono alle nostre sei coscienze. In questo modo, pur vedendoli vacui anche nel loro aspetto di apparenza, il testo continua: 'realizza che sono simili a delle illusioni'…. 'Poiché sono simili a delle illusioni, scaccia da te la misconcezione che li comprende come realmente esistenti'…. 'Comprendi i fenomeni come privi di una esistenza reale ed inerente. Comprendili come esistenti esclusivamente sulla base del potere della convenzionalità'…. 'Mantieni la mente su questi fenomeni, che adesso comprendi come illusori, e medita a lungo'…. In breve, queste Quattro Consapevolezze sono vasti Insegnamenti che sono spiegati nella pratica del Dharma e che sono inclusi all'interno di questi quattro punti: 1) CONSAPEVOLEZZA DEL MAESTRO SPIRITUALE 2) CONSAPEVOLEZZA DELLA COMPASSIONE 3) CONSAPEVOLEZZA DELLA DEITA' DI MEDITAZIONE 4) CONSAPEVOLEZZA DEL DHARMA O DELLA VACUITA' Quindi, in queste Quattro Consapevolezze sono racchiusi una grandissima quantità di Insegnamenti, che appartengono ai due aspetti del Buddhismo, chiamati Sutra e Tantra. Questo insegnamento è stato donato molte volte in forma più o meno elaborata da S.S. il Dalai Lama, da cui Ghesce-là l'ha ricevuto. CONCLUSIONE - Questi insegnamenti spiegano il metodo (come stabilire le cause) per l'ottenimento di una condizione favorevole dell'esistenza e, alla fine, per una completa dischiusura di una possibilità di esistenza. Da una parte, essi spiegano come il tipo di conflitto, che noi abbiamo nell'esistenza, dipende da misconcezioni che dividono la realtà dalle nostre immagini mentali e, da questa dicotomia sorge proprio lo stesso conflitto che noi sperimentiamo. Tale conflitto ha origine, fondamentalmente, in queste misconcezioni, in questi inautentici stati cognitivi della mente. E questi dovranno essere gradualmente eliminati dalla pratica del Dharma. Dall'altra parte, per ottenere la Liberazione, vi è la necessità di eliminare completamente queste attitudini mentali negative. Ancora, c’è bisogno di avere la possibilità di fare ciò in questa esistenza ed in quelle immediatamente successive. Infatti questa situazione attuale non è eterna. Presto, molto presto, saremo tolti via da questa esistenza. E' necessario che dopo questa esistenza sorgano delle diverse condizioni positive nelle quali sia possibile sviluppare se stessi. Solo sulla base di autentici comportamenti positivi è possibile eliminare il ricorrere delle esistenze condizionate. Infatti, qualsiasi esistenza che noi possiamo ottenere è sempre caratterizzata dalla insoddisfazione. E questo finché non avremo radicalmente decondizionato noi stessi dalle emozioni negative che sono frammiste alla nostra mente. Nel Dharma vengono presentate due situazioni possibili: A) Una situazione finale di realizzazione per "né, in cui uno è completamente decondizionato da queste attitudini mentali negative. B) Vengono presentati dei modi di agire che portano ad una condizione temporanea di felicità nella esistenza condizionata. E' come se noi viaggiassimo in un dato paese per arrivare alla nostra casa. Questo viaggio è lungo. Naturalmente la mèta è di arrivare a casa, però è chiaro che di notte, in certe situazioni, dobbiamo fermarci in posti di soccorso. Lo stesso accade per chi pratica il Dharma: oltre al vantaggio finale della realizzazione di "né, ci sono anche vantaggi collaterali, quali la felicità in questa condizione di esistenza condizionata, in questa vita. MA NON BASTA ESSERE FELICI DA SOLI - Ottenere la realizzazione per "né stessi non è sufficiente. E' necessaria una partecipazione con gli altri. Questa partecipazione con gli altri è costruita sulla base dello sviluppo delle attitudini che appartengono all'aspetto del metodo del sentiero spirituale: amore e compassione. La mente matura gradualmente in dipendenza del desiderio di rendere felici gli altri e di eliminare le loro sofferenze. E’ necessario manifestare, attraverso la pratica, lo stato di completa realizzazione, l’OPTIMUM di esistenza come ‘essere’. E' solo in questa situazione che si verifica una reale partecipazione, cioè una vita straordinaria, seppur normale, di essere un essere “autentico” con gli altri. Questa condizione è possibile per ognuno di noi. Non è stata mai possibile finora perché non abbiamo mai incontrato gli Insegnamenti adatti per fare ciò. La possibilità di ottenere una completa realizzazione è offerta dal Dharma. Si tratta di qualcosa che sta esclusivamente nelle proprie mani, dipende dal proprio sforzo. E questa capacità è esclusivamente 'risvegliata' dagli Insegnamenti che furono dati dai vari Buddha. NON E' NECESSARIO ABBANDONARE IL LAVORO - Esistono alcuni di voi che hanno compreso alcune cose riguardo al Sentiero Spirituale. Esistono invece altri che si accostano solo ora a questo Sentiero. In ogni modo, in questa vita non è indispensabile abbandonare il lavoro che si sta facendo; anzi più o meno è sconsigliabile. Bisogna ricevere molti Insegnamenti ed utilizzare ciò che è di beneficio per noi stessi, per la nostra situazione di ora, per poter dare una risposta ai problemi che stiamo vivendo. Se tutto questo succede, ciò è una acquisizione positiva della Via Spirituale ed è il suo fondamentale scopo. Ascoltando molti Insegnamenti e tentando di riferirli alla propria persona e alla nostra mente, il gusto, il sapore del Dharma diverrà sempre più forte. Attraverso la Via Spirituale si attua un processo di decondizionamento delle attitudini negative. E questo processo è fondamentale, è il senso reale di ogni attività religiosa. E non c'è null’altro, a parte questo! E, con esso, si manifesterà una certa dose di rilassamento mentale, di gioia, di felicità. Mentre, se sono predominanti le attitudini negative, questa gioia e questa felicità mancano sempre in ogni situazione della nostra vita. DOMANDE E RISPOSTE – Domanda: E' possibile rincontrare il proprio Maestro Spirituale? Risposta: Se in questa stessa vita si ha una Guida Spirituale con cui si è stabilito un particolare tipo di relazione, in accordo a certi Insegnamenti, si stabilisce con questo Maestro una connessione che può durare anche in altre vite. Se si deve rispondere a una domanda precisa, del tipo: 'si rincontrerà il proprio Maestro nella prossima via'?, diciamo che questo è molto difficile da affermare. Domanda: Qual è il modo corretto per stabilire un giusto rapporto con il Maestro? Risposta : Vi sono numerosissimi insegnamenti. In breve, ciò che è stato espresso nella prima parte di questi Insegnamenti sulle Consapevolezze, va bene: uno deve vedere il proprio Maestro spirituale identico al Buddha, anche se questi non fosse Illuminato. Lo si deve vedere come un Essere che non ha alcun difetto e che possiede tutte le Qualità. Il Discepolo quindi deve sviluppare rispetto verso il proprio maestro Spirituale ed uno stato particolare di fede: questo è il modo migliore per stabilire una relazione. Domanda: Che tipo di Fede, si intende? Risposta: Fede, in questo caso, significa un tipo di mente che è attratta verso il proprio Maestro, che ha gioia di incontrarlo, che sviluppa un certo tipo di attrazione. Uno dei modi principali di manifestare rispetto al Maestro è: praticare eseguendo esattamente le istruzioni date e metterle in pratica dentro di noi: questo il modo migliore di mostrare rispetto. Vi sono particolari consigli che sono molto difficili da mettere in pratica e che provengono dal proprio maestro spirituale. Quindi, bisogna avere una cognizione realistica delle proprie possibilità. Una cognizione non influenzata da altri tipi di attitudini negative (ad es. complesso di inferiorità, o pigrizia). Ci deve essere una buona attitudine a mettere in pratica le cose che sono direttamente possibili per noi, farcele tenere in mente, ed un’aspirazione a praticare ciò che non è ancora nella nostra possibilità, ma che fa parte del Sentiero Spirituale. (FINE SECONDA PARTE)
(TERZA PARTE)
LA PRATICA DEL RIFUGIO - 'Io prendo rifugio nel Maestro, nel Buddha, nel Dharma, e nel Sangha'. Per prendere Rifugio bisogna visualizzare di fronte a "né i Tre Oggetti del Rifugio. Prima ancora, però, bisogna trasformare l'ambiente in cui siamo, visto che si invitano di fronte a "né i Tre Gioielli, insieme ad essi, così, arriva anche l'ambiente in cui vivono. TRASFORMARE L'AMBIENTE -L'ambiente in cui il Buddha vive è la manifestazione della sua Saggezza ed è causato dagli infiniti meriti di un Essere Illuminato. Per cui ha l'aspetto di una Terra Pura, che è meravigliosa. Tutto l'ambiente è fatto di sostanze preziose, la terra è fatta di oro e lapislazzuli, ma soffice al tocco. Le montagne sono fatte di pietre preziose. I boschi sono meravigliosi, con alberi pieni di fiori bellissimi e molto profumati. Vi sono torrenti deliziosi e laghetti profumati. Gli uccelli cantano e questo canto è il suono del Dharma. IL TRONO – Ora, siamo in questa Terra Pura e di fronte a noi, nello spazio all'altezza della propria fronte, si visualizza un vasto trono d'oro, sorretto da otto leoni bianchi. Sul fiore di loto c'è un disco lunare e un piatto disco solare. Sopra questo grande trono, verso il centro del disco solare e lunare, ci sono cinque troni più piccoli. Questi troni più piccoli sono ugualmente ingioiellati e sorretti da otto leoni. Un trono è al centro, uno di fronte, uno dietro, uno a destra, uno a sinistra. IL BUDDHA E LE ALTRE DIVINITA' - Sul trono centrale è seduto Buddha Sakiamuni con i suoi tre abiti monastici, il corpo d'oro, e tutti i marchi minori e maggiori di un Buddha. Sul trono che è alla destra di Buddha (quindi alla propria sinistra) c'è Buddha Maitreya. Attorno a Lui (che predomina con la sua figura su tutti gli altri) ci sono i Lama del 'Lignaggio dell'azione estesa'. Sul trono alla sinistra del Buddha, c'è Manjusri e attorno a Lui i Lama della 'visione profonda'. Ciò significa che Buddha ha dato Insegnamenti del metodo della Bodhicitta a Maitreya, il quale li ha passati ai Lama del lignaggio della 'azione estesa'. A Maitreya quindi è stata data la specialità della Bodhicitta. Maitreya ha poi passato questi Insegnamenti che sono arrivati sino a noi attraverso i Maestri Indiani. Il Buddha ha dato Insegnamenti della Vacuità a Manjusri, il quale li ha poi passati ai Maestri del 'lignaggio della Visione profonda'. Attraverso i Maestri Indiani gli Insegnamenti sono arrivati sino a noi. Buddha ha dietro di "né Vajradhara, che è la forma con cui il Buddha diede gli Insegnamenti del Tantra. Intorno a Lui ci sono tutti i Lama della 'potente ispirazione spirituale' (lignaggio del Tantra). Infine nel trono di fronte al Buddha bisogna visualizzare nel pensiero tutti i maestri dai quali abbiamo preso o prendiamo Insegnamenti. Buddha Sakiamuni, Vajradhara, Maitreya, Manjusri, i Maestri da cui abbiamo avuto Insegnamenti - Sul fiore di loto stanno i dischi lunare e solare che devono essere pensati piatti, come due cuscini. Sul disco solare bisogna prima pensare, in cerchi concentrici, tutte le Divinità del Tantra, partendo dalla classe più alta, l'Anuttara Yoga Tantra. Quindi, verso l'esterno, vi sono le Divinità dello Yoga Tantra, poi Chakya, poi Kriya, e intorno a questi i Buddha dei Sutra. Questo significa che ci sono i mille Buddha di questo eone sfortunato, i 35 Buddha della Confessione, gli otto Buddha della Medicina, e intorno a questi, i Bodhisattwa, partendo dagli 8 Figli Più Vicini (i più cari al Buddha) e dopo questi i Pratieka e gli Sravaka, poi i Daka e le Dakini. Infine, nell'ultimo cerchio verso l'esterno, vicino ai petali del fiore di loto, si visualizzano i Protettori del Dharma. 1) Divinità delle 4 classi del Tantra. 2) I Mille Buddha 3) I 35 Buddha della Confessione 4) Gli 8 Buddha della Medicina 5) I Bodhisattwa 6) I Pratieka 7) Gli Sravaka 8) I Daka 9) Le Dakini 10) I Protettori del Dharma. Si cerchi di visualizzare in questo modo, il meglio possibile: l'importante è essere consapevoli che di fronte a "né ci sono questi Oggetti del Rifugio, che sono veramente venuti qui da noi grazie alla nostra aspirazione. Quindi, dopo la visualizzazione si generano le cause del Rifugio, cioè si recita la formula del Rifugio. 'Lama-la chiab su cio' (prendo rifugio nel Maestro'). Tutti gli esseri illuminati visualizzati di fronte a noi sono i nostri Maestri, la personificazione del nostro Maestro. Ma, in questo caso, in modo particolare ci si rivolge a coloro che mostrano l'aspetto esteriore del Maestro: e quindi, in essi si prenda Rifugio.'Sanghie-la chiab su cio' ('prendo rifugio nel Buddha' ). Si prenda rifugio in tutte le Divinità delle quattro classi di Tantra ecc. 'Cio-la chiab su cio' (prendo rifugio nel Dharma'). Si prenda rifugio nelle qualità interiori di tutti gli Esseri Illuminati visualizzati di fronte a noi. Il Dharma, come oggetto di rifugio, sono le realizzazioni nella mente degli Esseri Illuminati che hanno raggiunto il Sentiero degli Arya. Infatti, essi hanno raggiunto la Verità della Cessazione, cioè hanno realizzato la eliminazione dei difetti mentali. Inoltre, è oggetto di rifugio anche la Verità del Sentiero, il Dharma, cioè il metodo che porta alla cessazione di questi difetti mentali, cioè la realizzazione della Bodhicitta e della Vacuità. Gli individui che nel loro continuum hanno queste realizzazioni sono anch’essi oggetto di Rifugio, il Sangha: a tutti questi ci si rivolge dicendo, ‘Ghedun-la chiab su cio’ (‘prendo rifugio nel Sangha'). RAGGI DI PURIFICAZIONE - Mentre si recita la formula del Rifugio, dai diversi Oggetti di Rifugio si sprigionano raggi di luce e, insieme a questi, un nettare luminoso: l’amrita; la luce entra dentro di noi ricolmando completamente il nostro corpo ed eliminando completamente le impressioni negative che noi avevamo accumulato. Essa elimina completamente gli oscuramenti e le interferenze alla pratica. Dobbiamo pensare di diventare completamente puri, limpidi, trasparenti, completamente purificati. Adesso, si cerchi di pensare bene alle due cause del Rifugio, si cerchi di visualizzare di fronte a noi gli Oggetti del Rifugio. Mentre recitate la formula, cercate di avere questa apertura mentale, per poter ricevere l'ispirazione spirituale dagli Oggetti del Rifugio. Il chiedere rifugio è un affidarsi, un aprirsi, un arrendersi e, nello stesso tempo, un chiedere aiuto a questi Esseri Illuminati; si chiede loro l'ispirazione spirituale. Ora recitate: 'Lama la chiab su cio, Sanghie la chiab su cio, Cio la chiab su cio, Ghedun la chiab su cio '. Vi è anche una forma più breve: 'Prendo rifugio nel Maestro, negli Ydam (Le Divinità di meditazione), e nei Tre Goielli.('Lama Ydam con cio sum la chiab su cio') Mentre si prende rifugio, si può pensare non solo a "né, ma anche a tutti gli esseri. In questo caso, bisogna pensare che, come soffriamo noi, così tutti gli esseri soffrono, e quindi, si chiede rifugio non solo per "né, ma anche per tutti gli esseri viventi. Si visualizzano intorno a "né tutti gli esseri in forma umana. Nei monasteri, quando i monaci dicono le preghiere, c'è il monaco anziano che inizia, mentre gli altri lo seguono. Quando si recita la formula del rifugio, siamo noi che iniziamo e tutti gli esseri, inseme a noi, recitano la formula. Ora, pensando di recitare la formula di rifugio insieme a tutti gli esseri, ripetiamo la formula: 'Lama la chiab su cio, Sanghie la chiab su cio, Cio la chiab su cio, Ghedun la chiab su cio '. Molte volte si usa anche recitare la preghiera in quattro versi, che si deve recitare anche prima degli Insegnamenti: 'Prendo rifugio nel Buddha, nel Dharma e nella Suprema Comunità'. Poi vengono tutti i versi di generazione di Bodhicitta: ‘Per i meriti della pratica della generosità, ecc., possa io al più presto ottenere l'Illuminazione, per il beneficio di tutti gli esseri'. Quindi, in questi quattro versi c'è sia il Rifugio che la generazione di Bodhicitta. ASSORBIMENTO - Ora, dopo aver recitato più volte la formula del Rifugio, bisogna che assorbiamo gli Oggetti di Rifugio. Tutti gli Esseri Illuminati che sono sul grande trono, sul disco lunare, si assorbono nella figura centrale (Buddha Shakyamuni). Coloro che sono attorno a Maitreya, si assorbono in Maitreya. Così pure gli Esseri Illuminati che sono attorno a Manjusri, si assorbono in Lui. Coloro che sono attorno a Vajradhara, si assorbono in Lui. Coloro che sono attorno al Maestro principale, si assorbono in Lui. In questo modo rimangono solo i cinque troni principali. A questo punto, c'è l'assorbimento dei quattro troni laterali nel trono principale. I troni si assorbono nel trono di Buddha e Maitreya, Manjusri, Vajradhara e il Maestro principale si assorbono in Buddha. Anche il trono maggiore si fonde in luce e si assorbe nel trono di Buddha il quale, a sua volta, dopo essersi trasformato in luce, si assorbe anch’esso in Buddha. A questo punto, il Buddha diventa sempre più piccolo fino a diventare della grandezza di un pollice. Egli viene sul nostro capo e guarda verso l'altare, nella stessa direzione in cui guardiamo noi. Entra dentro di noi sino ad assorbirsi nel nostro cuore. A questo punto, dobbiamo pensare che la nostra mente è la Mente di Buddha, il corpo è il Corpo di Buddha, e la parola è la Parola di Buddha. In questo stato ci dobbiamo assorbire con la maggiore intensità possibile. I BENEFICI DELLA PRATICA - Se questa pratica è fatta bene, con attenzione, allora si sentono subito i benefici e si raggiunge lo scopo della pratica. Questa pratica è anche una pratica di purificazione ed il fatto che non si vedano queste impressioni negative che escono da dentro di noi, non significa che, in realtà, non ci si stia purificando. Anche quando creiamo le impressione negative, noi non ce ne accorgiamo. Allo stesso modo, quando ci si purifica, non è che vediamo con gli occhi qualche cosa che esce dal nostro corpo, ma questo è proprio ciò che avviene. Noi, adesso non possiamo vedere le molte manifestazioni di Buddha, ma appunto, prendendo Rifugio, si creeranno i vincoli, quei legami, quelle relazioni che ci permetteranno di incontrare queste manifestazioni di Buddha (uomini, donne, laici, monaci, animali domestici e selvaggi. Prendendo Rifugio, c'è la possibilità di incontrare queste manifestazioni di Buddha. Ci sono molte storie che raccontano come chi ha preso Rifugio sia stato aiutato dalle manifestazioni di Buddha. Un tempo, in India, c'era un sarto che aveva una moglie che riceveva spesso un amante. Un giorno, il sarto rientrò prima del tempo e l'amante si nascose dentro un sacco. Quella sera stessa, arrivarono dei ladri e rubarono il sacco, credendo che contenesse un tesoro, visto che era piuttosto pesante. Il poveraccio dentro il sacco, naturalmente, era molto spaventato. Arrivati al covo, i ladri si arrabbiarono moltissimo quando scoprirono l'uomo e decisero di sacrificarlo a Shiva. Questi, allora, si mise a pregare i Tre Gioielli dal più profondo del cuore ed ecco che il Buddha si manifestò come Shiva, ordinando che l'uomo fosse rilasciato libero. GLI IMPEGNI DEL RIFUGIO - Quando si prende Rifugio, c'è anche un’altra pratica da fare: la pratica principale è evitare di fare del male agli esseri senzienti. Poi si prende Rifugio più che si può. In genere quello che si fa è prendere rifugio almeno tre volte al mattino e tre volte alla sera. Se uno prende Rifugio, poi può prendere i tre tipi di Ordinazione, inoltre purifica le impressioni negative, evitando così la rinascita nei reami inferiori. BENEFICI DEL RIFUGIO - Oltre a poter prendere le diverse ordinazioni e purificare le impressioni negative, si è protetti da ogni danno che può essere arrecato da esseri umani e non umani. Si riesce facilmente a realizzare i propri desideri. Quando uno vuole ottenere qualche cosa, prega i Tre Gioielli, chiede il loro aiuto, e in questo modo ci riesce. Ora che vi è stato detto come prendere Rifugio, si cerchi di farlo più che si può, ogni giorno. Se a volte siete in situazioni difficili e non sapete cosa fare, allora chiudetevi nella vostra stanza. Se avete immagini di Buddha, mettetele sul tavolo. Mettete una candela davanti, degli incensi, sedetevi di fronte e prendete Rifugio intensamente, dal più profondo del vostro cuore…, vedrete che qualcosa cambierà. Voi potete sperimentare questo. Le offerte che si offrono, procurano dei meriti e questi meriti sono proprio la causa dell'Illuminazione. Adesso, voi avete preso Rifugio. Questa è una cosa molto buona. Gheshe-là non ha mai detto a nessuno di fare questo. Egli non pensa che sia una cosa giusta da dirsi. Sono gli altri che possono decidere. Prima di partire per venire qui in Italia, S.S. il Dalai Lama gli ha detto proprio che non è necessario far prendere Rifugio: l' essenziale è insegnare il Dharma. Tuttavia, voi avete comunque deciso di prendere Rifugio, ed è ancora meglio. Siete arrivati attraverso una riflessione, e questa è una cosa molto giusta. Prendere Rifugio significa affidarsi, chiedere aiuto, quando ci rendiamo conto di tutti i problemi che abbiamo, problemi che sono così grandi che noi da soli, non sappiamo come fare per superarli. Così abbiamo bisogno dell'aiuto di un Maestro. Cercate di prendere Rifugio anche quando siete a casa. Ora dedichiamo i meriti, pensando: 'Per i meriti accumulati nel prendere Rifugio, nell'aver ascoltato gli Insegnamenti, possa io raggiungere l'Illuminazione per il bene di tutti gli altri esseri viventi'. E poi si reciti anche la preghiera per lo sviluppo di Bodhicitta. | |