Comincio, con la mia proverbiale lentezza a trascrivere un Insegnamento dato a Villorba (Treviso) dove il Centro Lama Tzong Khapa ha avuto, per una ventina di anni, la sua sede. L'Insegnamento fu donato dal Ven. Ghesce Yesce Tobden il 26-27-28 Gennaio 1981. La venuta di Ghesce-là a Treviso sembrava improbabile: in un primo momento non sembrava disponibile il traduttore. Per questo motivo non si è potuta fare molta pubblicità. Qui ci sono molte persone che hanno già ascoltato molti insegnamenti, sanno che cosa sia il Dharma e il Buddhismo in generale. ORIGINE DELL'INSEGNAMENTO - Da chi proviene questo Insegnamento? Proviene da Buddha Sakiamuni. Questo insegnamento è esistito in altri periodi storici, è stato dato da altri Buddha, ma quello che ci perviene ora proviene da Buddha Sakiamuni. Buddha Sakiamuni non era fin dall'inizio simile ad un dio, ma era una persona normale come noi, che attraverso certe pratiche di Dharma, certe pratiche spirituali, arrivò alla purificazione della sua mente, percependo il modo in cui la realtà è, e avendo realizzato lo scopo ultimo a cui aspiriamo. Per moltissimo tempo sviluppò l'attitudine (di beneficiare gli esseri) e le varie qualità della mente, fino a raggiungere quella che si chiama Buddhità o Illuminazione, uno stato di completa realizzazione. Fece questo all'inizio per mezzo dell'aspirazione che tutti gli esseri siano in possesso della felicità, di un certo tipo di benessere, poi con l'aiuto di diverse pratiche spirituali.
SIGNIFICATO DI BUDDHITA' - La parola Buddha, quindi, non significa qualcosa di esterno a noi stessi, ma rappresenta uno stato di illuminazione, uno stato in cui la mente (o l'individuo) è completamente libera da ogni tipo di difetto, da ogni ostacolo, da ogni attitudine mentale negativa e, dall'altra parte è in possesso di tutte la qualità positive. Quindi è uno stato mentale, uno stato che noi possiamo realizzare all'interno di noi stessi. Questo aspirare ad ottenere questo stato di completa realizzazione, non è qualcosa di egoistico che si persegue esclusivamente per se stessi, ma è uno stato che, una volta ottenuto, dà origine ad una relazione creativa con gli esseri, ad una autentica partecipazione nel mondo. MODO DI BENEFICIARE GLI ALTRI - Quando una persona raggiunge questo stato di realizzazione avendo l'intenzione di beneficiare gli altri, può ottenere, attualizzare questo, ma in che modo? La persona non può donare le sue qualità agli altri, né può liberare gli esseri dalla sofferenza, poiché questo è impossibile, in quanto la Via Spirituale presuppone uno sforzo personale nello sviluppo della mente. Colui che ha raggiunto questa perfetta realizzazione beneficia gli altri tramite il mostrare la Via Spirituale, il donare insegnamenti che, se praticati e interiorizzati, possono condurre al frutto di questa realizzazione. Vi sono moltissimi Insegnamenti esposti dal Buddha, dagli esseri Illuminati. Questi Insegnamenti portano la persona a svilupparsi interiormente. Vi sono Insegnamenti che sono comuni ad altre religioni. Gli insegnamenti sono intesi a condurre la persona a comprendere la natura del modo in cui esistono i fenomeni e del modo in cui esistiamo noi stessi, cioè in modo interamente dipendente, in un modo non realmente esistente, ma in modo simile ad una illusione. Tutti gli insegnamenti del Buddhismo, direttamente od indirettamente, mirano a questo tipo di comprensione. FENOMENI PERMANENTI O IMPERMANENTI - Volendo sviluppare questo punto, partiamo da alcune considerazioni. Esistono diversi fenomeni, ma questi esistono inclusi in due categorie: 1) Fenomeni che sono composti, che sono impermanenti, che nascono da cause. 2) Fenomeni che hanno la natura di essere permanenti, non composti, non creati da cause. Ogni cosa che esiste è inclusa o all'interno di fenomeni permanenti, o all'interno di fenomeni impermanenti. I fenomeni impermenenti hanno una possibilità di cambiamento, di mutamento e sono in continuo stato di flusso (es. gli esseri viventi, le cose esterne, ecc.). I fenomeni permanenti non hanno cause e la loro esistenza non muta. FENOMENI IMPERMANENTI -Prendendo in considerazione i fenomeni impermanenti, essi hanno delle cause; non sono fenomeni che si presentano così come li vediamo ora: solidi ecc. davanti ai nostri occhi, ma sono fenomeni in continuo mutamento, la cui presenza dipende da una moltitudine di fattori, di cause. Queste cause si raggruppano insieme e danno origine ai fenomeni. Poiché hanno la caratteristica di essere fenomeni che esistono esclusivamente a causa delle loro cause specifiche e sono fenomeni che appaiono esclusivamente a causa di determinate condizioni e poi scompaiono, sono privi del modo opposto di esistenza, cioè di un modo solido, stabile, autonomo e indipendente. A causa delle nostre misconcezioni, noi ora vediamo i fenomeni come solidi, stabili, autonomi ed indipendenti. SHUNIATA: ESSENZA DI UN MODO DI ESISTENZA INTERDIPENDENTE - La mancanza di un modo di esistenza reale, inerente ai fenomeni, è ciò che nel Buddhismo viene chiamata e viene intesa come realtà ultima dei fenomeni o Shunyata. Infatti i fenomeni mancano di questo particolare modo di esitenza inerente, propro per questo motivo: essi non sono realmente esistenti, ma sono esistenti esclusivamente in dipendenza dalle cause e dalle condizioni. Questa esistenza dipendente rende possibile l'esistenza della legge di causa ed effetto. LEGGE DI CAUSA ED EFFETTO - La legge di causa ed effetto dice che da particolari cause sorgono particolari effetti, in special modo in relazione alla nostra mente. Da modi autentici di essere sorge uno stato autentico, uno stato che è pervaso dalla felicità, dal benessere. Da modi inautentici di essere, modi confusi, sorge uno stato di frustrazione, uno stato di confusione. La situazione che viviamo ora può essere di due tipi: 1) Situazione in cui predomina la confusione. 2) Situazione in cui ci troviamo bene. Queste due situazioni possono essere sperimentate da noi ora, in questo tipo di esistenza, ma non sono indipendenti, non nascono spontaneamente in dipendenza da cause esclusivamente esterne, ma la loro causa fondamentale esiste dentro di noi ed è stata accumulata attraverso le nostre azioni del passato. ESIGENZA DI UN METODO - Poiché tutti gli esseri, compresi noi stessi, desiderano in ultima analisi ottenere una situazione migliore, uno stato di completezza individuale, di realizzazione, tutto ciò non sorge spontaneamente, ma ha bisogno di cause specifiche. Queste cause si creano attraverso la realizzazione di un metodo. Quindi da una parte vi è un obiettivo che desideriamo raggiungere, dall'altra parte vi è qualche cosa che tentiamo continuamente di evitare (l'insoddisfazione, lo stato di angoscia che pervade l'esistenza). LA PRATICA SPIRITUALE - Questo stato di insoddisfazione può essere eliminato, estromesso da noi stessi, attraverso una pratica spirituale: non vi è altro modo di poterlo fare. Fondamentalmente, la pratica è in relazione all'abbandono di certe attività che hanno carattere inautentico. Per illustrare questo, pensiamo: se ci troviamo in una casa dove c'è molto fumo, è chiaro che la causa di questo fumo è il fuoco. Quindi per eliminare questo fumo che ci disturba, è necessario eliminare la sua causa fondamentale, cioè il fuoco. Da una parte, desideriamo ottenere uno stato migliore per noi stessi, inconsciamente o consciamente tendiamo verso questa direzione. Dall'altra parte desideriamo evitare il sorgere del dolore. Perciò è necessario stabilire le cause che permettono il sorgere del benessere, ed eliminare ciò che conduce allo stato di sofferenza. Sebbene si desideri ottenere questo stato di benessere dentro di noi, il solo desiderio non è sufficente: ciò dimostra inoltre che noi non abbiamo seminato, cioè non abbiamo praticato il metodo che ci permette di realizzare questa condizione migliore. Naturalmente noi non desideriamo alcun conflitto, non desideriamo situazioni spiacevoli nella nostra vita, però nonostante il nostro desiderio, le situazioni spiacevoli piovono su di noi in ogni momento. Da cosa dipende ciò? Dipende dal fatto che noi continuiamo ad accumulare le cause che hanno come frutto questo tipo di situazione. ANIMALI ED UOMINI - E' necessario comprendere il tipo di situazione che stiamo vivendo come esseri umani. Questa condizione è estremamente diversa da una condizione animale. Qual è la differenza tra queste due condizioni? La differenza consiste nel fatto che noi sappiamo discriminare ciò che è utile per il nostro sviluppo spirituale. La condizione umana e la condizione animale sorgono da particolari modi di essere. Da modi inautentici di essere sorgono le condizioni per una esistenza animale; il contrario accade per l'esistenza umana. LE RINASCITE E LE 10 AZIONI NEGATIVE - Nel Buddhismo si afferma che è possibile rinascere in altre condizioni di esistenza al di fuori di quella umana. Vi sono delle esistenze sfavorevoli e queste sorgono da modi inautentici di essere del nostro corpo, della nostra parola, della nostra mente (come ad es. togliere la vita ad altri esseri, impossessarci di ciò che appartiene ad altri, dire il falso, fare del male agli altri, ecc.). La condizione umana, che è estremamente favorevole per la pratica spirituale, sorge dall'abbandono di alcuni modi specifici di essere inautentici. Questi modi specifici che devono essere abbandonati sono, da una parte, quelli del corpo: uccidere, togliere la vita agli altri esseri, impossessarci delle loro ricchezze senza averne il diritto, essere continuamente coinvolti nel desiderare di possedere il corpo degli altri. Vengono poi i modi inautentici di essere, in relazione alla parola (ed anche questi devono essere abbandonati per poter ottenere una rinascita umana): il vano chiacchierare, come coinvolgimento inautentico nel mondo; - c'è poi un tipo di linguaggio che è frequente dentro di noi, si tratta di un tipo di linguaggio che tenta di dividere gli altri, in funzione dei nostri progetti, dei nostri desideri. - poi ancora un tipo di linguaggio che nasce dall'orgoglio; - infine un tipo di linguaggio che non ha senso (e questo caratterizza la maggior parte dei nostri discorsi). Vi sono poi tre attitudini proprie della mente (che devono pure essere abbandonate per poter ancora ottenere in futuro una rinascita umana): - l'attitudine mentale che sta sempre nell’aspettativa di danneggiare gli altri, o qualcuno. - l'attitudine mentale che è sempre in aspettativa di possedere le cose degli altri. (Quest'ultimo tipo si può definire come 'confusione sulle realtà di questa esistenza). Quindi, sono dieci modi inautentici di essere (alcuni del corpo, altri della parola, altri della mente) che devono essere abbandonati per poter ottenere ancora questa condizione umana. Questa nostra esistenza umana è una esistenza estremamente positiva, ed ha bisogno per esistere, per sorgere, di cause simili, cioè di cause positive. E' però vero anche l'opposto: sfavorevoli condizioni di esistenza sorgono esclusivamente dall'essere coinvolti in modi inautentici di essere, in modi negativi, in rapporti negativi con le cose, dimenticando fomdamentalmente noi stessi. Considerando quindi la nostra situazione, se in futuro si vuole ancora ottenere una esistenza umana, sulla base della quale è possibile sviluppare la propria mente, o renderla significativa, è necessario abbandonare questi modi inautentici dei essere. COME OTTENERE UNA RINASCITA FORTUNATA - Da un lato, dobbiamo determinare cosa significhi questa rinascita umana, dall'altro lato dobbiamo chiudere le porte, eliminare la possibilità di rinascite sfavorevoli. Questo si può ottenere: 1) Sviluppando attitudini positive, aspetti mentali che sono in una direzione autentica. 2) Eliminando gli aspetti negativi della mente. Questi due scopi, questa duplice attività, è il fondamento di ogni Via Spirituale che consiste nel comprendere fondamentalmente ciò che è negativo, al fine di sviluppare la nostra mente attraverso l'abbandono della negatività stessa. L'essenziale è riuscire a cogliere ciò che è significativo per l'essere, e coltivarlo. Questo duplice scopo dell'attività spirituale è comune, probabilmente, a tutte le Religioni. Ma anche considerando il problema non sotto l’aspetto delle religioni e restando alla stessa situazione dell'individuo, possiamo dire che è necessario praticare lo stesso questi due scopi appunto se si desidera una condizione di vita positiva e sopportabile. Inoltre non basta praticare allo scopo di ottenere una condizione di vita migliore, ma è necessario praticare la Via Spirtuale per una mèta più importante, che viene definita ''Realizzazione per "né''. Per comprendere cosa significhi 'realizzazione per "né' che alcuni chiamano 'Liberazione', è necessario fare una piccola introduzione alla situazione in cui noi viviamo. La situazione in cui viviamo è un ricorrere di esistenze condizionate in merito alle quali noi non abbiamo alcuna possibilità di scelta circa il loro carattere positivo o negativo. Siamo esclusivamente soggetti all'esistere, a causa di attitudini negative presenti nella nostra mente. Questo particolare modo di esistere- privo di libertà- ha la natura della schiavitù e nel Buddhismo viene chiamato col nome di Samsara. LA SOFFERENZA DEL SAMSARA - Esiste una ragione che ci spinge ad abbandonare questo tipo di esistenze: - è l'angoscia che questo modo di esistere provoca - la sofferenza che pervade questo modo di essere. Questo è il motivo per cui si tende alla libertà della persona. Ogni condizione di esistenza, anche quella umana (nel Buddhismo si parla anche di altre esistenze), per il fatto che è dominata da attitudini mentali negative, ha in "né il germe della sofferenza. Il solo fatto di nascere rappresenta una sorta di angoscia, dovuta al fatto che si viene gettati in un'esistenza, che, di per "né, è un problema. Vi sono altri tipi di sofferenza più generali: - la sofferenza della malattia, ad es. - la morte che chiude la possibilità di esistere in un certo modo. In generale, ogni aspetto dell'esistenza umana ha la natura dell'insoddisfazione. Vi sono inoltre altri tipi di insoddisfazione e di conflitto che sorgono in questa esistenza a causa delle concezioni sbagliate. SOFFERENZA DELL'ATTACCAMENTO - A causa dell'attaccamento, sorgono conflitti dovuti al fatto che non possiamo raggiungere la persona che noi desideriamo. Altri conflitti sorgono per il fatto di dover incontrare delle persone che ci appaiono spiacevoli. Ed ancora, per non riuscire ad ottenere ciò che desideriamo e per essere continuamente costretti a subire situazioni indesiderate. Vi sono altri tipi di sofferenze che appartengono ad esistenze apparentemente felici: ad es. nelle esistenze come esseri divini. Questi esseri sono estremamente felici fino a 7 gg. prima della morte. In quest’ultimo periodo prima della morte perdono completamente il loro profumo, le ghirlande che adornano il loro corpo appassiscono e sono completamente esclusi dalla comunità cui appartengono, per essere soggetti alla morte che li riporta ad una condizione inferiore di esistenza. Queste esistenze del samsara, dominate dalle attitudini negative, possono a volte avere un carattere estremamente felice; è il caso di una rinascita come essere divino. Ma perfino questi esseri, sono soggetti alla impermanenza, e quindi cessano e muoiono. Quando si schiocca una freccia nell'aria, questa ricadrà non appena la propulsione iniziale sarà terminata. Così è per l'esistenza umana e per ogni altro tipo di esistenza felice nel Samsara. LA REALTA' FRUTTO DELLA MENTE NEGATIVA - Questa nostra esistenza è costituita da tre aspetti: 1) il proprio corpo 2) il mondo esterno 3) ciò di cui si gode Questi tre elementi sono in una condizione continua di essere potenzialmente causa di conflitto e di insoddisfazione. Siccome essi esistono in una esistenza samsarica, sono prodotti esclusivamente da attitudini negative che depositano inclinazioni nella nostra mente. Da queste attitudini sorgono, prima di tutto, - il nostro corpo, - poi l'ambiente e poi – le cose che usiamo. E' necessario, in primo luogo, riconoscere che questa situazione, questa dinamica della sofferenza (o dell'esistenza condizionata) è qualcosa che ha un’origine precisa. L'origine sta dentro di noi, nella nostra mente, e particolarmente, negli aspetti negativi di cui essa è composta. Per eliminare ogni tipo di problema per noi stessi è necessario eliminare completamente gli aspetti negativi della mente. Esistiamo ora, in una condizione in cui ci viene rubato qualche cosa: ci viene rubata la possibilità di una scelta vera, la possibilità reale di scegliere. Esistiamo come se fossimo spinti da qualcuno, verso direzioni non stabilite da noi. La possibilità autentica di essere, la libertà di scelta, non ci vengono rubate da qualcuno o da qualche cosa che è esterno a noi (come le condizioni ambientali, ecc.) ma dalle attitudini negative che condizionano ogni nostra azione, ogni nostra motivazione, ogni nostro pensiero. E queste attitudini non solo ci hanno privato della libertà in passato, ma ci condizionano qui e ora, nel presente, e saranno l'elemento che deciderà il nostro futuro. IL NOSTRO PEGGIORE NEMICO E' DENTRO DI NOI - Negli Insegnamenti sul modo di trasformare il nostro pensiero e le nostre attitudini (questo viene spiegato molto estesamente in certi aspetti della pratica del Dharma) si dice che non esiste alcun nemico esterno, ma che ogni nemico può essere ricondotto dentro di noi, nell'aspetto di queste attitudini negative. Il nemico è qualcuno che ci causa dispiacere, ci mette in una situazione nella quale siamo costretti a soffrire. Se guardiamo queste attitudini mentali che sono la causa del nostro soffrire, dei nostri conflitti, allora dobbiamo riconoscere che esse sono i nostri veri nemici. Se, tramite le pratiche che sono indicate nel Sentiero Spirituale, riusciamo ad eliminare da noi stessi queste attitudini negative, è possibile ottenere anche una libertà nell'esistenza, è possibile cioè avere la possibilità di scelta, relativo al modo di nascere, al luogo della nascita, alle condizioni dell'esistenza stessa, e al modo di morire, ecc. Si dice ancora che, una volta ottenuta questa condizione, vi è un corpo diverso da questo che abbiamo ora, un corpo di luce, un corpo puro. Per poter essere in grado di eliminare questo samsara, questo tipo di esistenza condizionata, è necessario riconoscere e comprendere le parti negative della nostra mente. I DIFETTI MENTALI - Vediamo alcuni aspetti negativi della mente. 1) Aggressività e odio, che è uno dei due poli che stanno all'origine di ogni nostra azione, di ogni nostra attitudine negativa che può manifestarsi dentro di noi. Possiamo dire che l'aggressività si tratta di un tipo di mente che si basa sul vedere gli oggetti, le persone, in modo spiacevole. Quest’aggressività ci pone in difesa, pone il nostro piccolo ego in una posizione di difesa verso gli altri, verso il mondo. 2) Attaccamento, il secondo polo, cioè l'attitudine che desidera impossessarsi di oggetti, persone, e di tutto ciò che appare come piacevole. Questo tipo di mente, sorge sulla base di una esagerazione delle caratteristiche dell'oggetto che viene visto come molto affascinante. Così, si tenta di possedere l'oggetto esclusivamente per autosoddisfazione. 3) Considerare noi stessi superiori agli altri per qualità fisiche o capacità mentali. Questo tipo di mente ci fa guardare dall'alto in basso coloro che ci appaiono come inferiori: ci fa essere in competitività con coloro che ci appaiono al nostro livello, ed è la base della gelosia verso coloro che ci appaiono come superiori. 4) Dubbio in relazionie a questioni critiche, in relazione all'esistenza: ad es. in merito all'esistenza o meno dei Tre Gioielli, o dei Tre Rifugi di cui si parla nel Dharma. 5) Misconcezione della natura fondamentale delle cose: un altro tipo fondamentale di attitudine negativa che collega tutte queste emozioni (nel senso che essa è la vera causa di tutte le negatività). 6) Gelosia, che consiste nel non avere una mente aperta verso la felicità degli altri e verso i loro oggetti che non ci appartengono. Al contrario, sviluppiamo un certo tipo di irritazione. 7) La competitività; questa è ciò che domina gran parte delle nostre attività mentali, rendendo estremamente tesi i nostri rapporti con gli altri, in quanto sono basati sulla mera competizione. 8) L'avarizia: è una totale chiusura mentale, e non solo in relazione a ciò che possediamo. E' un tipo di attitudine che pervade la nostra mente, rendendola chiusa e non disposta a dividere ricchezze, conoscenze e situazioni. La mente si aggrappa a queste cose difendendole. 9) Mantenere il rancore verso certe persone, diviene causa dell'odio e mantiene la mente in uno stato di rigidità. In questo stato mentale non esiste flessibilità. Certe situazioni non vengono dimenticate e ci si afferra alle persone che hanno prodotto la sofferenza. Tutte queste cause di sofferenza sono tenute dentro di noi fino a che non arriva il momento di rispondere nello stesso modo (arrecando cioè lo stesso danno che pensiamo ci sia stato fatto). Questi sono esempi che ci permettono di comprendere come parti negative della mente costituiscono la causa per il sorgere di esperienze spiacevoli. In queste attitudini mentali non vi è alcun aspetto positivo: esse sono negative sia in relazione a noi stessi sia in relazione agli altri. Il Sentiero Spirituale deve essere inteso come un metodo per eliminare dalla nostra mente queste attitudini negative: e questa è l'essenza di un sentiero spirituale. Queste emozioni negative non sono spontanee, non sorgono a caso, ma sorgono secondo una dinamica che è stabilita, prima di tutto, dai due poli dell'esistenza condizionata, e cioè odio/aggressività e attaccamento. IL TERRIBILE INGANNO DELL'IO – Odio/aggressività ed attaccamento sorgono da una misconcezione fondamentale che è all'origine del Samsara. Questa misconcezione è un tipo di concezione che ci fa afferrare la persona che sta di fronte a noi come realmente esistente, come un qualcuno che ha una realtà personale realmente esistente, inerentemente esistente. A causa di questa misconcezione pure la persona che ci beneficia viene vista come realmente esistente. Noi stessi ci consideriamo come qualcuno la cui identità potrebbe essere indicata come 'qui' ed 'ora', nel nostro corpo, nella nostra mente, in un modo evidente. Tale tipo di identità, all'interno di un fenomeno come quello della persona (che è un composto di aggregati psicofisici, in continuo mutamento) non esiste. Un tale tipo solido di 'io', così come noi lo percepiamo, lo concepiamo, che diviene manifesto in determinate situazioni, è completamente inesistente. La persona esiste in un modo che è priva di esistenza reale. La mancanza di esistenza reale della persona, questa mancanza di identità individuale, deve essere compresa e diviene la base su cui si sviluppa un tipo di saggezza che comprende l'opposto di questo. L'opposto è comprendere che la persona non esiste in modo reale. Questa saggezza costituisce l'antidoto per quella che è la radice del samsara: la concezione di un io realmente esistente. Ora, questa concezione che ha come base il nostro corpo e la nostra mente, afferra qualche cosa che sembra essere la nostra identità che, sebbene sia del tutto indefinita, sembra qualcosa di solido ed appare quando diciamo il nstro nome o quando qualcuno dice il nostro nome. Questo modo di apparire come un esistere inerentemente, come una realtà solida, è errato. Così pure è errato il modo spontaneo, concettuale, in cui noi ci percepiamo, cioè come se avessimo un’ identità inerente e a "né stante. In realtà, non vi è alcuna persona esistente in modo inerente, reale. Quando analizziamo il nostro corpo, la nostra mente, se cerchiamo dove siamo noi, dove si può indicare 'io sono', noi ci rendiamo conto che non c'è alcun punto di questo corpo o di questa mente che possa essere indicato come la persona realmente esistente. Quindi, analizzando in profondità noi stessi, questo modo così solido di apparire della persona, svanisce completamente. SOLO UN NOME - Il nostro corpo e la nostra mente sono solo una base di designazione per il nostro nome, il nome della persona. Proprio per il fatto di essere la base della designazione, esso non è la designazione stessa. D'altra parte, vi è questa mente che designa questo nome, questa entità, sulla base degli aggregati. Tutto ciò prova che la persona, così come ci appare ora (indipendente, dalla sua parte, con una identità inerente all'interno della stessa) non eiste, è una concezione totalmente errata, il modo di apparire della persona è completamente errato. Il nostro corpo e la nostra mente fungono come base di designazione concettuale. Quindi ci sono due aspetti di questa misconcezione: 1) misconcezione in relazione ai fenomeni, come opposti alla persona, 2) misconcezione della persona come realmente esistente, in opposto a quella dei fenomeni. Questi sono i due tipi di concezione che stanno alla base del''esistenza condizionata. Quando si comprende che l'oggetto di questa misconcezione non esiste (e si comprende questo sulla base della Saggezza che comprende Shuniata, che realizza la mancanza di esistenza inerente dei fenomeni e della persona), si possiede l'antidoto diretto alla misconcezione. Quando si realizza la Saggezza che comprende Shunyata, questa esclude direttamente la concezione che afferra la persona e i fenomeni come realmente esistenti. Nei testi si paragona questa Saggezza ad un'ascia che taglia alla radice l'albero delle emozioni negative. Questo tipo di saggezza viene anche paragonato al fuoco che ha la capacità di ridurre in cenere il legno: riduce in nulla dentro di noi ogni concezione errata, ogni modo sbagliato di essere. In genere queste attitudini negative sono presenti dentro di noi, condizionano ogni aspetto della nostra vita, ed è estremamente difficile abbandonarle senza un metodo preciso. Per abbandonarle, è necessario attuare uno sviluppo spirituale. All'inizio si ricorre ad un temporaneo antidoto allo sviluppo di queste attitudini negative, poi si sviluppa l'antidoto definitivo, la Saggezza che realizza il vero modo in cui i fenomeni esistono. Poiché la concezione che afferra i fenomeni come realmente esistenti è spontanea dentro di noi, è estremamente difficille sradicarla esclusivamente con la comprensione intellettuale della mancanza di reale esistenza dei fenomeni. E' quindi necessario che questa comprensione sia diretta, e sostenuta da un lungo dimorare della mente sul suo oggetto (cioè su Shunyata e sulla mancanza di esistenza reale dei fenomeni). Questo lungo dimorare della mente sul suo oggetto coinvolge un altro aspetto della pratica spirituale, aspetto che viene chaimato 'dimorare con una mente stabilizzata'. Quando la mente è così sviluppata, essa è in grado di dimorare sul suo oggetto per lungo tempo. Questo tipo di stabilità mentale, di concentrazione, non può sorgere esclusivamente in modo meccanico, da pratiche di meditazione o da posizioni fisiche, ma, poiché ha fondamentalmente la natura di una pacificazione mentale, questa pacificazione è esclusivamente possibile sulla base di un abbandono di inautentici modi di essere e di attività negative grossolane. Tre sono le pratiche fondamentali in cui molte altre possono essere condensate. TAPPE DELLA SAGGEZZA - Esiste un processo di sviluppo di questa saggezza. Dapprima vi è un tipo di chiara comprensione intellettuale di cosa significhi la vacuità. Sulla base di questa, si sviluppa una comprensione attraverso la concentrazione e si ottiene la percezione non concettuale, una percezione diretta, limpida, della realtà così com'è. E' necessario comprendere così, come è esposto nel Dharma, che la causa ultima di tutti i problemi è la misconcezione della natura ultima dei fenomeni e di noi stessi. Questa misconcezione può essere esclusivamente eliminata sviluppando la Saggezza che realizza la Vacuità. Con il termine 'Liberazione', si intende il processo di decondizionamento dalle emozioni negative, tramite lo sviluppo della saggezza che comprende Shunyata. Attraverso questo processo di decondi-zionamento dalle attitudini negative che sono frammiste alla nostra mente, si ottiene la cosiddetta 'Liberazione'. Per attuare questo decondizionamento, ci si basa sulle tre pratiche fondamentali di cui si parla nel Dharma: 1) MORALITA' - 2) CONCENTRAZIONE - 3) SAGGEZZA -. 1) MORALITA', cioè un fondamento coerente di esistenza che conduce ad una tranquillità, ad una mente chiara. 2) CONCENTRAZIONE, cioè la stabilità della mente. 3) SAGGEZZA che realizza la vacuità, che si realizza sulla base di questa concentrazione. Una volta ottenuto questo tipo di Liberazione, non vi è più possibilità di ritorno di attitudini negative. Eliminando le emozioni negative, si elimina anche ogni tipo di difetto, ogni tipo di conflitto e di dolore che si sperimenta nella vita. Si dice che questo decondizionamento ha la natura della felicità e della libertà. Esso è realizzato dal modo verticale di concepire l'esistenza, in antitesi al modo orizzontale. Sulla base dei due scopi presenti nel Sentiero Spirituale, di cui si era parlato all'inizio, si intraprende il sentiero dell'eliminazione di ogni attitudine mentale negativa, e sulla base di questa pratica si attua la realizzazione di "né. La Via Spirituale, o Dharma, deve essere qualcosa che deve essere impiegato per eliminare le attitudini negative, per realizzare ciò che è fondamentale e di reale beneficio per l'essere. Non è un metodo per allungare la nostra giornata, o per sprecare il tempo. IO SONO LA CAUSA DEL MIO PROBLEMA - E' necessario, prima di tutto, non restare ingannati, in relazione alla causa di ciò che noi sperimentiamo, poiché c'è sempre l'attitudine di porre il problema fuori da noi stessi. Nella pratica spirituale si sviluppa la comprensione che noi stessi siamo il vero problema, così ci responsabilizziamo in merito a ciò che ci affligge. Questa comprensione può essere generata dentro di noi se analizziamo gli aspetti della nostra mente (odio, attaccamento, ignoranza), ecc. e cioè il modo in cui essi ci condizionano e il meccanismo attraverso il quale danno origine alla dinamica del conflitto: tutto questo deve essere estremamente chiaro dentro di noi, deve divenire chiaro per la nostra mente. Una volta che questa situazione è limpida, ed è presente con chiarezza nella nostra mente, sorge spontaneamente il bisogno, la necessità di attuare un metodo che ci permetta di scindere la nostra mente da queste attitudini. Per ottenere esperienze di benessere in questa vita o nelle vite future, è necessario creare le cause che si accordino con l'effetto. Dalle cause positive, cioè dall'abbandono di modi inautentici di essere, scaturiranno effetti positivi, modi autentici di essere. Ogni tipo di esistenza futura, dipende dal comportamento della nostra mente. E' stato poi detto che essendo il nostro vero nemico le attitudini negative, queste devono essere eliminate attraverso tutte le pratiche che si concentrano nei tre training principali: moralità, concentrazione e saggezza. Attraverso queste tre pratiche si realizza per "né un modo autentico di essere, che possiede la felicità e la libertà. DOMANDE E RISPOSTE - Domanda: Perché esiste una negatività ed una positività. Perché la mente deve soffrire se tutti noi dobbiamo arrivare all'Illuminazione? Perché esiste questo tragitto della mente dal negativo al positivo? Risposta: Esiste una condizione attuale in cui la mente è frammista alle attitudini negative. Questa è la situazione che noi tutti possiamo vedere. Non è necessario chiederci il perché di questo. Pensando a questa condizione di conflitto nella nostra mente nasce la domanda se effettivamente la tua mente può essere libera da queste emozioni negative. Secondo alcuni Sentieri Spirituali, come il Buddhismo, la mente può essere libera da queste attitudini negative: si può quindi tendere ad uno stato migliore. Poiché vi è questa possibilità, esiste una pratica da attuare, la pratica del Dharma. In alcune persone sorge l'interesse per questo tipo di attività spirituale. Se si pensa al fatto che esiste la possibilità di liberare la mente dai condizionamenti, ci si rende conto che questa possibilità esiste realmente entro di noi. La possibilità di decondizionamento esiste realmente poiché alla base delle emozioni negative, c'è la fondamentale misconcezione che considera i fenomeni e le persone come inerentemente esistenti. Avere questa misconcezione è come scambiare da lontano una roccia per un uomo: non appena ci si avvicina a questo masso, lo si riconosce realmente come tale, mentre la concezione errata che la nostra mente aveva (una roccia = un uomo) svanisce comletamente. Allo stesso modo, nella pratica del Dharma, attraverso alcuni insegnamenti si è introdotti a questa spiegazione della vera natura dei fenomeni (che è priva di esistenza inerente). Attraverso la contemplazione di ciò, uno elimina la misconcezione che sta alla base di ogni attitudine negativa. Domanda: Quando dentro di noi si cerca di delineare il vero modo di esistenza dei fenomeni, dopo aver ascoltato gli insegnamenti, non c'è il rischio di vivere alcune volte una situazione di irrealtà? Nel senso di una realtà più sfumata... Fino a quanto questo è sbagliato, fino a quanto è pericoloso? Risposta: In generale questo senso di irrealtà, questa comprensione dei fenomeni come simili ad una illusione, è ciò a cui nel Buddhismo si mira attraverso la contemplazione della Saggezza che realizza la Shunyata (Vacuità). Se è davvero un tipo di comprensione di irrealtà, un tipo di esperienza vissuta che viene da questa pratica (che prima di tutto deve avere alla base una comprensione profonda di ciò, e poi deve essere sostenuta da una pratica seria) se è veramente così, allora è proprio ciò a cui si mira nel Buddhismo. E' proprio questa irrealtà dei fenomeni che dà la possibilità al fatto che essi abbiano una funzione nel mondo, al fatto che più tardi essi possano avere degli effetti, ecc. Non si può comprendere questo meccanismo di causa ed effetto tra le cose, se si mantiene questa concezione che abbiamo ora. Concezione che ci fa vedre tutti i fenomeni come solidi, indipendenti, unici, separati da tutti gli altri ecc. I fenomeni sono COME illusione, infatti, non si dice che siano delle illusioni. Le illusioni non hanno la capacità di effettuare la funzione di ciò che esse sembrano essere. I fenomeni, invece, hanno la capacità di effettuare la funzione che ci si aspetta e che gli si dà. Si prenda, ad esempio, l’illusione di un mago. Un mago, quando crea un cavallo, non crea qualcosa di reale, ma è una vera e propria illusione perché non può fare la funzione che di solito fa un cavallo. Gli oggetti invece possono effettuare la loro funzione. Non sono quindi illusioni, ma simili ad illusioni. Essi sono SIMILI ad illusioni, nel senso che, quando sono analizzati, non vi si può trovare qualcosa di essenziale, qualcosa che sia l'essenza, che rappresenti il loro nome; infatti, esistono esclusivamente come una proiezione di un nome sulla base di qualche cosa che esiste all'esterno, ed anche il nome è esso stesso proiettato sulla base di qualche cosa che sta alla sua base ecc. Dunque, tutti i fenomeni sono illusione, non nel senso di essere ‘Maia’, ma di essere simili a sogni o illusioni, poiché mancano di esistenza reale, di esistenza inerente. Domanda: In che relazione mentale è il continuum mentale con la mente? Risposta: Il flusso della mente, o il suo continuum, è il suo scorrere. E' questo continuum a cambiare. Con la parola mente si può designare ogni singolo momento della mente stessa. Quando si parla del continuum, si parla del protrarsi della mente, del suo esistere in un dato lasso di tempo, pur con una simile natura, però in continuo cambiamento. Il continuum della mente significa il suo divenire, nel passato, presente e futuro, con le caratteristiche di essere una mente. Domanda: Una domanda circa l’argomento della causa ed effetto. E' stato detto che da una causa negativa deriva un effetto negativo. Un comportamento negativo ci porta ad un'esistenza negativa. A me succede che più faccio il bene, più sono portato a fare il bene. Ma lo stesso discorso vale anche per il male: più faccio il male e più sono portato a farne… Risposta: Se non ci si pone il problema di controllare la propria mente, ma ci si fa controllare da essa, allora va proprio così. Se invece ci si pone veramente il problema di dirigere con determinazione la nostra mente in una data direzione, cioè in una direzione positiva, allora à chiaro che sorgono degli ostacoli, molti ostacoli, di cui prima non eravamo coscienti. Siccome si tenta coscientemente di dare una direzione alla nostra mente, gli ostacoli, i modi di pensare negativi, si manifestano chiaramente nella nostra mente. Avviene, quindi, una specie di battaglia, ma questo è normale. Domanda: A volte, si parla di 'eterno', cosa si intende con esso? Risposta: Il concetto di eterno è diverso da qualche cosa che è permanente. Ciò che è permanente, è qualcosa che non cambia di momento in momento, di attimo in attimo, ma poi, ad un certo punto, può anche scomparire, e non esistere più. Le cose permanenti non possono essere sempre designate come eterne. Le cose eterne possono, invece, essere designate come impermanenti (la stessa mente o la mente in generale). Naturalmente vi sono delle emozioni negative che possono essere eliminate. Ma esiste una mente generale dell'individuo che non può mai essere fermata, che non ha fine. Allora si può dire che la mente generale non ha fine, ed è eterna. Quindi si può usare questo concetto anche per le cose impermanenti. La mente di Buddha, per es., esiste sebbene sia impermanente e cambi di momento in momento. Esiste per sempre. Anche noi stessi, come persone, cambiamo di momento in momento, cambiamo forme di esistenza ecc. La persona è mutevole, però la persona non può mai avere una fine. La persona (sottile) esiste per sempre. Domanda: Cosa si intende per Liberazione? Risposta: Si intende ‘essere liberi’ da rinascita e morte condizionate dalle attitudini negative. Domanda: Allora, che differenza passa tra Liberazione e Nirvana? Risposta: Nirvana e Liberazione sono la stessa cosa. Domanda: La coscienza, in che posto si trova? Partecipa? Risposta: La nostra mente è frammista alle attitudini negative. Però, poi, quando si libera da queste attitudini negative, ottiene lo stato di Liberazione. La Liberazione è lo stato della mente quando si è liberata dalle attitudini negative. Quando noi puliamo un panno sporco, il panno diventa pulito. Allo stesso modo la mente, quando viene separata dalle attitudini negative, ottiene la Liberazione e poi, però, resta per sempre così. Poiché esiste la possibilità di separare la mente dalle attitudini negative, esiste anche la giustificazione e si prova la necessità per il sentiero spirituale. (fine della prima giornata ) | |