Al Buddha Shakyamuni servirono 45 anni (alcuni dicono 49) di continuata osservazione ed elaborazione delle Quattro Nobili Verità. Con la sua infinita compassione, egli ci ha mostrato molte Vie per l'Illuminazione. Di sicuro, la più diretta è il Sentiero della Saggezza attraverso la Meditazione, ma sappiamo anche che non è la più facile. La meditazione senza dubbio non è un'attività facile, dato che essa attiva una montagna di difficoltà e di ostacoli nascosti. Questi appaiono in forme mondane banali, come le malattie fisiche e, seppur in rare occasioni, come disturbi da parte di altre entità sottili. Perciò, logicamente, chi è che mai vorrebbe ammalarsi ed essere distratto da una apparentemente stabile routine della pratica seduta, camminata, in piedi e sdraiata? Ma, fermiamoci un attimo prima di prendere una decisione avventata. Queste accettate routine di attività sono forse permanenti e più gratificanti di come sembrano essere? Il Buddha disse qualcosa a tal riguardo, "La comprensione dell’ individualità è la costruzione della sofferenza futura!" Gli antichi ci hanno sempre consigliato di utilizzare questi 'inconvenienti meditativi', come stimolo per un maggiore impegno. Essi non hanno affatto torto! La sofferenza del presente può infatti moderare i futuri ostacoli in altri stati del Samsara. Il consiglio comune è: "Si cerchi noi tutti di essere diligenti e di completare le nostre faccende prima di aver bisogno di manipolarle fino ad esserne segnati". Una ciliegina sulla torta sarebbe: ‘si può ridurre di molto o addirittura eliminare le distrazioni generando una qualche forma di conoscenza. Ciò include la lettura degli aspetti teorici e fare discussioni con gli esperti mediatori. Essi sono fari che aiutano ad illuminare il cammino nel 'tunnel dell’incertezza'. Lo scopo di questo articolo: Questo saggio è l’opera di un novizio, così come lo è un apprendista per gli anziani di una squadra di calcio. Lo scrittore ha semplicemente seguito il consiglio del Buddha, "Ognuno confermi la propria comprensione parlando, scrivendo e discutendo". Mettere in parole il proprio pensiero è forse la più semplice delle tre attività. Il futuro lettore viene invitato a trovare nella sua compassione per moderare il testo, se non il contenuto del saggio. Grazie ai consigli, uno può solo migliorare. Il centro dell’attenzione è: gli ostacoli incontrati da un praticante durante la meditazione. Quali sono le loro cause, i sintomi e le cure. Ad una prima lettura, il lettore può anche pensare che questa breve nota sia troppo generica o solo di base. Lo scrittore si augura che voi possiate trovare informazioni utili come una critica e una linea guida. Ciò che la meditazione non è: Tornando alla base: in generale la parola Inglese per 'Meditazione' nel buddhismo ha un’implicazione e un’elaborazione diversa. Nell’uso generale, essa implica solamente un'attività che mira a conseguire una percezione calma o pacificante. Milioni di dollari sono passati da tasca a tasca a causa di questo fraintendimento generale, ed altri milioni sono stati dispensati per le promesse di siddhi (poteri magici e stati percettivi super-normali), e miglioramento della salute, ecc. Per la vostra considerazione, presentiamo qui due antiche parole... La prima è ‘Bhavana’, un termine sanscrito che era in origine pali, ed all'incirca è tradotto in 'sviluppare o cambiare qualcosa'. Questo per noi significa trasformare i nostri stati impuri in un più elevato livello di purezza e comprensione. Si trova ad essere molto usata negli antichi discorsi dati dal Buddha e nelle primitive frasi raccolte nei sutra dell'insegnamento del Buddha. L'altra parola, sGompa, è un termine tibetano che implica che uno abbia acquisito familiarità con una situazione. Questo fenomeno è il nostro stato naturale, il risveglio originale con il concetto di dualità. Per indicarlo, molti nomi sono stati utilizzati, e cioè, Sugata-garbha, Mente-Buddha, ecc. E sGompa implica a ciascun livello di realizzazione, che uno può realizzare che i precedenti ostacoli e le attività sui sentieri avrebbero potuto essere evitati. Essi diventano lezione per la generazione futura. Ciò che è la mèta: Il Buddha disse: "Il Sentiero sta nello sforzarsi". Cioè: possiamo lasciare tutti i fenomeni nel loro stato naturale (di vacuità) così come si presentano. Un altro aspetto è la descrizione degli antichi, "Tutti i fenomeni sono oltre il dimorare, oltre il sorgere, oltre il cessare ed oltre il senso comune". Noi viviamo nel mondo terreno e siamo circondati da un contesto dualistico. Ciascuno di noi è costretto a fare qualcosa. Forse, c’è un bisogno di elevarsi, o di gridare qualche slogan o di essere notato. Questa risposta è normale, poiché noi abbiamo bisogno di adattarci a questo cambiamento di attitudine. Questo accade tramite una routine di comportamenti modificati. In breve, lo scopo della meditazione è di ritrovare la nostra natura originaria prima che esistesse l’idea di "Io". Conoscenza di base: Prima delle vere e proprie sedute, devono essere chiariti alcuni punti fondamentali: · Corpo (postura): La tradizionale posizione a gambe incrociate è fortemente raccomandata. Il punto più importante consiste nel fatto di raddrizzare la schiena. Mettendo il corpo nel suo stato originale, la meditazione si verifica in modo naturale. · Occhi (sguardo): non è necessario chiudere gli occhi, ma neanche si devono lanciare rapidi sguardi tutt’intorno. Guardare in avanti, direttamente e senza tentennamenti. Poiché la vista e la coscienza condividono una unica natura, la meditazione avviene naturalmente. · Mente (nello stato di quiete): fate che lo stato naturale della vostra mente ordinaria non si contorca negli abituali schemi passati, né che si interessi in future attività di inquietanti emozioni, così che non si produca lo stato attuale di concettualizzazione. Posizionando la coscienza in questo modo naturale, la meditazione avviene naturalmente. La Calma Dimorante è ‘Non-Meditazione’; In questa pratica iniziale, ci viene riferito dei nove stadi di progresso, ma prima veniamo avvertiti che gli ostacoli principali a Shamatha sono sensazioni di euforia, apatia ed agitazione. Esse devono essere superate anche prima che si possa contemplare il progresso nella chiara Meditazione di Insight (cioè, la Vipashyana). Questi stadi ed i suoi ostacoli non sono affatto universali, alcuni meditatori possono 'saltarli' per andare alla frase successiva. Un’indivisibile modalità chiamata "La Shamatha inseparabile dalla Vipashyana". Un punto fondamentale da tenere presente è: altre religioni hanno una loro forma di classificazione e metodi. Tuttavia, la somiglianza finisce qui. Lo scopo della Vipashyana e la conoscenza hanno diverse prospettive. L'esperienza e gli ostacoli del Samadhi “Samadhi” è un termine generale che sarebbe ideale per descrivere il successivo livello: che è quello di assorbimento, intuizione e realizzazione. In questa fase, ci vien detto che possono sorgere tre tipi di esperienze: Beatitudine, Chiarezza e Non-pensiero. Il ‘Non-pensiero’ accade quando la coscienza è libera dal pensiero concettuale, ed è di tre tipi: *Nessun Pensiero Buono – liberi dall’aggrapparsi al meditante e all'oggetto della meditazione; *Nessun Pensiero Cattivo - è l'interruzione del flusso di pensiero concettuale grossolano e sottile; *Nessun Pensiero Neutro - riconoscimento del volto naturale della consapevolezza senza posizione. Durante lo stato di Non-pensiero, vi è Chiarezza. La Chiarezza è l’inostacolata, nuda radianza della Consapevolezza (ed è di tre tipi): "Chiarezza spontanea", lo stato di essere liberi da qualunque oggetto; "Chiarezza Originale", che non appare per una durata temporanea; "Chiarezza Naturale" che non è prodota da qualcuno o qualcosa (non-costruita). La Beatitudine è differente da quella usualmente definita nel dizionario ed è di quattro tipi: "Sensazione di Beatitudine" - è l’essere liberi da avverse condizioni di disarmonia. "Beatitudine Concettuale" - è l’essere liberi dall’ansia e angoscia dei concetti; "Beatitudine Non-duale" - è l’essere liberi dall’aggrapparsi alla fissazione dualistica; "Beatitudine Incondizionata" è l’essere liberi da cause e condizioni. Quando appaiono questi tre tipi di esperienze, l’attaccamento ad essi (altro ostacolo) è noto come i "Difetti della Meditazione". Se non ci si stacca, uno si smarrisce nei tre stati di esistenza (Reame del Desiderio, della Forma, e del Senza-forma). Nonostante la nozione di uno che si sia staccato dall’esperienza di cui sopra, vi è ancora un qualche 'attaccamento' di tipo sottile. Bisogna contemplare questi attaccamenti attraverso tre analogie: Distacco dalla Beatitudine, come se si è pazzi (sennò si cade nel Reame del Desiderio); Distacco dalla Chiarezza, come il sogno di un bimbo piccolo (sennò si cade nel Reame della Forma); Distacco dal Non-pensiero, come uno yogi che ha perfezionato la sua disciplina Yoga (altrimenti si cade nel Reame del Senza-forma) Per superare questo scoglio, bisogna utilizzare i "Nove Stati Sereni del Successivo Dimorare". La Causa Reale dietro gli OstacoliLa nostra mente illusa è la singolare causa per tutti gli ostacoli nella nostra esistenza samsàrica. Essa ha dato origine ai ‘Tre Veleni’ di Ignoranza, Odio e Desiderio. Attraverso il riconoscimento della loro vera essenza, noi comprendiamo il vero significato del Tripitaka e li applichiamo come Sentieri. In effetti, le cinque emozioni sono la creazione e le manifestazioni dei Tre Veleni della mente. Se si è consapevoli quando essi si presentano, si rifletterà sulla loro causa. Essi si sono originati da fattori esterni che, in sostanza, sono vuoti. Comprendendo la loro causa e lasciandoli naturalmente a riposo nel loro stato turbolento, si perfezionano le cinque innate saggezze e vengono trasformati in Sentieri. Utilizzare il Samadhi come un Sentiero Ogni buon Samadhi produce esperienza. Questo 'gusto' o prana può essere visto come un progresso o avanzamento delle pratiche, ma bisogna stare attenti. Si è tentati di aggrapparsi a esso come ego. Questo attaccamento creerà solo più azioni karmiche. Si dovrebbe capire che tutte le esperienze sono transitorie o temporanee. Esse sono dimostrazioni della nostra mente dualistica. Il praticante deve indagare nella sua essenza, senza fissazione e senza attaccamento. Questo fatto stabilisce il terreno per il sorgere ed il realizzare l'essenza vuota di un Risveglio non-duale. Usare la Malattia del corpo e il Dolore come un Sentiero(Ostacoli della malattia del corpo e del dolore)- Padmasambhava, il guru prezioso, ci ha consigliato di usare le esperienze ostacolanti, come la malattia, il dolore, il mal di testa o l’affaticamento intenso come aiuti per il Samadhi. Si deve cominciare col comprendere che essi sono di natura transitoria, che è un'esperienza temporanea. Senza considerarli come difetti o virtù, si permette semplicemente che essi avvengano naturalmente, e così ci si libera. Senza aggrapparvisi, non c’è la base di dimora. Ben sapendo che i suoi futuri ascoltatori sarebbero stati invischiati nei concetti mondani, il guru ci dà consigli su come spiegare queste malattie e il dolore del corpo. In breve, egli ci spiega: "La malattia esiste ai lati di ogni base del corpo, secondo la costituzione dei canali e come abituali tendenze. Le sue cause sono dovute al karma insalubre accumulato attraverso l'ignoranza e l'attaccamento all'ego. Esso è attivato dalle emozioni inquietanti, il pensiero concettuale, i venti del ‘prana’, oppure da dèi e demoni. Il risultato maturato è che esistono 404 tipi di malattie, che provocano calore e freddo, catarro, dolori e gonfiore. In breve, la malattia della ignoranza co-emergente è la principale causa, e la malattia dell’ignoranza concettuale è la principale circostanza ". In sintesi, ogni malattia (comprese quelle non legate alla meditazione) possiedono cinque fattori: Il Karma malsano e insalubre come causa; Le Emozioni Disturbanti come circostanze; Il Pensiero Concettuale, come anello di congiunzione; Il Vento del Prana, come l'assemblatore conclusivo, Dèi e Demoni, come fattore di supporto. Usando l'Ignoranza come esempio, il procedimento è: Poiché la causa è l'Ignoranza, come cura, riconoscere la Saggezza co-emergente,. Poiche la condizione è le Emozioni Disturbanti, stabilire la vostra attenzione all’uguaglianza. Poiché il connettore è il Pensiero Concettuale, tagliare i legami del pensiero. Poiché il produttore dell’assemblaggio conclusivo è il Vento del Prana, concentrarsi sul punto-chiave del vento. Essendo il supporto di base Dèi e Demoni: si deve abbandonare l'idea di un demone. In questo modo si sarà liberati da tutti i tipi di malattia.
Tuttavia, la cura per l'essenza della malattia, secondo le istruzioni del Maestro Illuminato, può essere al di là della nostra mente concettuale. Quindi, Egli ora ci spiega le eventuali alternative: Meglio lasciare che si sia auto-liberati. E cioè, nei preliminari, non inseguire la malattia. Durante la parte principale, non coltivare la malattia. Durante la conclusione, non soffermarsi sulla sensazione di malessere. Attraverso questo, si scioglieranno le malattie antiche e si sarà illesi da quelle nuove. (I Seguaci viventi di questo consiglio sono quelli che hanno compreso) Trasmutazione delle Avversità: Considerare la malattia con gratitudine e lasciare che la propria mente sia gioiosa, mangiare il cibo che ostacoli la malattia ed agire in modo opposto verso di essa. Eliminarla direttamente: Questo processo di eliminare la malattia è la medicina di spazzarla via. Equalizzarla: Almeno non si dovrà soffrire per il pensiero di una sensazione di malessere. Per ultimo, c’è il modo di curarsi con la meditazione. In generale, rimanendo sereni si dovrebbe diventare pienamente l'essenza del Non-pensiero. Bisogna far sì che tutte le preoccupazioni stiano lontano ed essere esenti da dubbi ed esitazioni su ciò che è esorcizzato o visualizzato. La visualizzazione e la vostra stessa mente devono essere unificate. Quindi è importante affidarsi e concentrarsi su questi tre punti. La Paura e il Timore di Dèi e Demoni: Il verificarsi di questi ostacoli è universale. Essi esistono nella mente del praticante, che deve ancora arrivare in contatto con un minimo di barlume della Realtà. Ma da dove vengono, questi? La presenza di forza demoniaca e il dubbio, nascono dall’indivisibilità del prana (energia) e della mente dualistica (la quale si nutre di pensiero concettuale). Il guru consiglia il seguente metodo: "Quando sorgono gli ostacoli, come i pensieri di paura e terrore, occorre identificarli in modo rapido e portarli sul Sentiero (della pratica). Se si lascia che essi scorrano in modo selvaggio o se cadete sotto il loro potere, essi in seguito matureranno come un ostacolo per la vostra pratica. "La base delle forze del male e delle apparizioni magiche è nella vostra mente erronea. Sicuramente, non ci sono 'dèi' o 'demoni' al di fuori di voi stessi. Nel momento stesso che voi incontrate le forze del male e le apparizioni magiche, applicate il punto vitale della Comprensione che esse non possiedono alcuna vera esistenza, in quanto sono vuote e prive di insorgenza, permanenza e cessazione. "Si comincia assumendo una posizione yoga. Trattenendo lo sguardo, indaghiamo nella loro identità. Non appena il nostro pensiero si rivolge alla cognizione del vuoto, arriveremo ad avere il fiducioso coraggio che accuratamente taglierà via la paura e il terrore". Noi siamo anche messi in guardia però che pensieri auto-rassicuranti, come: "Io non posso essere danneggiato da ostacoli!" e "chissà se incontrerò qualche ostacolo!" potrebbero, in realtà, creare un benvenuto per i demoni (proprio perché c’è un pensiero che si attiva…). In sintesi, ci viene consigliato di ridurre il flusso del pensiero concettuale! Questo include l’offerta dei vostri aggregati come offerta o come cibo per la festa. Questo è il sicuro modo per gettare via l'ego-attaccamento. Uno semplicemente applica il punto essenziale e pratica! Uno può anche cercare di praticare la meditazione sull’ "Amorevole Gentilezza" o ‘Chod’. Quest'ultimo è un metodo sviluppato in Tibet dalla saggia Machig Labdron. Un espediente che significa unire la pratica dei sutra e l’insegnamento esoterico. Integrare l'Esperienza Meditativa nei Cinque Nobili Sentieri Padmasambhava disse che i Cinque Sentieri sono inclusi all'interno delle tre esperienze (Beatitudine, Chiarezza e Non-pensiero) del Samadhi. Le relative istruzioni sono: · 1. Dopo aver eliminato queste trappole (a partire dai 4 Stati di Serenità Senza-forma – i 4 Dhyana), si pratichi una meditazione impeccabile rimanendo serenamente e vividamente in questa Chiarezza e nel Non-pensiero durante lo stato di meditazione. Tuttavia, nello stato post-meditativo, le apparenze sorgono facilmente e in sostanza esse sono come un sogno o un'illusione magica. Allora, bisognerà capire la natura della causa ed effetto, riempire la quantità di meriti fino all'orlo, ottenere il 'calore del samadhi', e dunque perfezionare il ‘Sentiero di Accumulazione’. · 2. Praticando questo per lungo tempo, si veda la realtà, il senza-spazio e l’auto-consapevolezza, la natura della presenza in se stessi. Riconoscere il proprio volto naturale nel ‘Sentiero della Visione’. · 3. Sperimentando l'apparenza, la consapevolezza e la vacuità di essere auto-consapevole e senza-dimora, si veda direttamente l’incondizionata natura innata. L'oscuramento delle emozioni disturbanti è distrutto alla radice. Realizzare che ‘causa ed effetto’ sono in realtà vuoti, e che il samsara non ha un'esistenza solida. Lo stato di meditazione è indivisibile dallo Stato-di-Buddha, e tutto ciò che c’è nello stato post-meditativo nasce come illusione magica. E questo è il ‘Sentiero della Comprensione’. • 4. Aumentando la familiarità con questo stato e sempre sostenendolo, tutti i fenomeni diventano non-duali. Riconoscendoli come un’auto-visualizzazione, le apparenze e la mente si mescolano in un solo insieme. Quando la vacuità sorge come ‘causa ed effetto’, si realizza l’Originazione Dipendente. Durante lo stato di meditazione, tutti i fenomeni sono senza-dimora e presenti come l'essenza della consapevolezza. La leggera presenza delle apparenze oggettive durante lo stato post-meditativo è detto il ‘Sentiero della Coltivazione’. • 5. Mantenendo questo per lungo tempo, realizzerete che tutto, sia il samsara che il nirvana, è non-duale, al di là del sorgere e cessare, riunito, compiuto e assolutamente perfetto, auto-consapevole e senza-dimora. L'oscuramento cognitivo svanisce totalmente, e nel momento stesso in cui tutto sorge come Risveglio Originale, vi è il Compimento dell’Incomparabile Illuminazione, lo Stato di Buddha, l’Anuttara-samyak-sambodhi. |