Articoli di Dharma

La Sàdhana buddhista
http://www.bouddha.ch/index.html
Trad. di Aliberth


 

Per quasi un secolo, attraverso gli insegnamenti di grandi personaggi, quali i Ven.li Ajahn Chah, Ledi Sayadaw, Bouddhadâssa, Dhammapala, Nyanaponika, Nyanatiloka, W. Rahula, D.T Suzuki, T. Deshimaru, Kalu Rinpoche e il XIV° Dalai Lama, il buddhismo in Occidente ha conquistato molti seguaci e si sono visti costruire sempre di più numerosi centri di diverse scuole. Inoltre, non si deve sottovalutare il ruolo svolto, nonostante tutte le polemiche innescate sulla sua autenticità, Lobsang Rampa attraverso i suoi numerosi libri tra cui, “Terzo Occhio, la chiave per il Nirvana”, “I segreti dell’Aura”, “La Veste della Saggezza”, “La 13° candela”, ecc.

In Occidente, il buddhismo, con la filosofia che trasmette, può servire come piattaforma per le pratiche religiose occidentali, come il Cristianesimo, l'Islam, ecc. e coesistere con esse. Esso è particolarmente incline alla tolleranza per la corretta comprensione degli esseri viventi, dei fenomeni e delle cose.

Il Ven. Shinjin Robert Brandt-Diény tiene a sottolineare che egli prova il più profondo rispetto per il fervore e la pietà delle popolazioni indigene buddhiste per le quali il buddhismo è una religione ancestrale, radicata nell'inconscio collettivo. Proveniente da una tradizione di più di duemila anni, benché possa essere considerata una religione che coinvolge pressoché un miliardo di fedeli, il buddhismo si sta rivelando una filosofia fondamentalmente essenziale della vita.

Nel sesto secolo a.C., il principe Siddharta, trovandosi all’improvviso e brutalmente di fronte al quotidiano spettacolo della sofferenza, prese la ferma risoluzione di offrire ai suoi simili il suo proprio rimedio per questa sofferenza. Così, dopo aver provato diversi metodi, egli pervenne all'illuminazione e da allora in poi fu conosciuto come il Buddha, o il Risvegliato. "Se la corda della cetra è troppo rigida, si rompe, se è troppo sciolta, non produce alcun suono. Per risuonare al meglio, essa deve trovarsi al centro”.

E così, dall’India, che fu la sua culla, il Buddhismo si sviluppò dal Kashmir al Giappone, passando per il Tibet e l'Indonesia, e coprendo l'intero Est dell’Asia. Non si dimentichi che il buddhismo è diventato una religione soltanto verso il secondo secolo dopo Cristo.  Infatti, la tradizione Theravada, o degli Anziani, era molto più una filosofia di vita, trasmessa dai monaci e rigorosamente applicata da loro nei monasteri. Essa era quindi prerogativa esclusiva del clero ansioso di perpetuare gli insegnamenti originali del Buddha, l'uomo realizzato che in nessun caso era ritenuto un dio o una divinità, ma proponendosi proprio al contrario.

Come in ogni successione spirituale, anche nel buddhismo le lotte intestine nell’ordine monastico cominciarono a manifestarsi. E tra un certo comportamento lassista ed un fondamentalismo quasi fanatico, entrambi condannati dal Buddha stesso, emerse una tendenza (quella dei mahàsànghika) in cui il Sangha, in precedenza esclusivamente riservato ai monaci, poté allargarsi ai laici, (il Mahasangha). Questi, spiritualmente meno avanzati dei monaci, ebbero bisogno di meravigliosi miracoli e di superstizione per poter credere e mettere in pratica i princìpi morali e filosofici, ereditati dalla vita monastica.
E' a partire da questo momento che il buddhismo, da filosofia iniziale, da Sentiero per la Saggezza così com’era, arrivò ad essere una religione. A misura che la sua estensione territoriale si espanse, esso si acclimatò alle credenze locali generando delle divinità, e trovando delle risposte alle domande metafisiche richieste dai comuni mortali. Così si cominciò a ‘vedere’ e
quindi a disegnare un pantheon buddhista, fiorente più di divinità terrificanti ed irate che francamente pacificate, immagini destinate a colpire l'immagi-nazione dei fedeli.

Facciamo ora un breve riassunto delle varie forme di buddhismo così come sono oggi i Tre Veicoli, o le grandi tradizioni buddhiste. Qui, è essenziale dissipare ogni equivoco o malinteso, nessuno è superiore agli altri, essi sono differenti modi di applicare la stessa dottrina e corrispondono alle diverse aree geografiche, in diversi momenti, ed anche a livelli di coscienza diversi, riguardo all’Insegnamento dato, spesso tardivo, e permeato fortemente di tradizioni eterodosse nel buddhismo iniziale, sia anteriori (Induismo) che posteriore (Lamaismo, Bon, Animismo, Sciamanesimo... che in nessun caso possono essere ricondotte al buddhismo).

1 - Hinayana (Piccolo Veicolo) o Theravada, è il diretto insegnamento durante la vita del Buddha. E' dedicato al fatto di raggiungere, egocentricamente detto per inciso, allo stadio di Arhat o Santo. Dopo aver così ottenuto la Saggezza o Illuminazione, uno diventa un Prateyka-Buddha, o Buddha per se stesso. Il Theravada è diffusa in Sri Lanka, Birmania, Cambogia, Laos, Thailandia, un po’ anche in India (oggi più induista che buddhista, contrariamente a quanto si potrebbe pensare). Tra i grandi sutra dello Hinayana ci sono il Metta Sutta e il Maha-mangala Sutta. Esso rappresenta circa il 35 percento del totale della popolazione autoctona buddhista,

2 - Mahayana (Grande Veicolo), posteriore più di due secoli dalla morte di Buddha, per contro, è più altruista e mira a superare questa assoluta ricerca egocentrica e solitaria della Saggezza, esaltando il fatto che essere arrivati al Risveglio serve ad aiutare il maggior numero di nostri simili. Ed il raggiungere questo obiettivo, rinunciando così all’accesso immediato nel Nirvana (liberazione definitiva dalla forma umana), per accettare ancora una rinascita umana come Bodhisattva, è questo altruistico scopo. Questo veicolo è maggiormente esteso in Vietnam, Cina, Corea, Giappone; tra le scuole, le più note sono: il Ch'an, lo Zen (Obaku, Rinzai, Soto, Unmon), il Chogye Coreano, il Jodo Shu e Jodo Shinshu che propugnano la Terra Pura di Amitabha, la Nichiren Shu e Shoshu, il Tendai, il Hossò, il Kegon, il Reiyukai. .. tra le centinaia di scuole, tradizioni e "nétte derivanti dal Mahayana. La sua percentuale è del 62% della popolazione buddhista.

3 - Con una netta differenziazione, fino al punto di farne un terzo veicolo distinto, si trova il Vajrayana (Veicolo Adamantino, da Diamante, destinato a tagliare l'ego) o Tantrayana, anche Mantrayana (Veicolo del Tantra, com’è più noto e che si definisce il veicolo che, secondo la stessa tradizione, permetterebbe grazie alle pratiche tantriche, l'accesso ai Nirvana in una sola vita). Eredi delle pratiche dell'Induismo e del Bonpo, che preesistevano localmente e che non appartengono al buddhismo dichiarato, queste pratiche ospitano facilmente molteplici divinità del tardo buddhismo, particolarmente in Tibet, con alcune estensioni in Bhutan, Zanskar, Ladakh, Mongolia. Alcuni di questi aspetti esoterici si trovano nella setta Shingon Giapponese (Scuola della Vera Parola, fondata da Kobo Daishi, o Kukai, nell’806 d.C.).

Il Vajrayana, detto anche "Buddhismo Tibetano" è attualmente la forma più praticata, più diffusa e popolare del Buddhismo in Occidente, perfino più dello Zen. Però, la sua percentuale di diffusione nei diversi paesi non supera il 2%, in particolare suddivisa in 4 scuole e qualche sub-scuola, che rappresentano in tutto una piccola parte della percentuale totale della popolazione indigena buddhista in Asia.

Importante: il Dalai Lama del lignaggio Gelukpa (Berretti Gialli), è il capo temporale di questa scuola, ma non è il leader spirituale, titolo che spetta unicamente al Panchen Lama, abate di Tashi Lumpo. Ci sono altre autorità spirituali in altre scuole, tra cui il Karmapa, della scuola Kagyu (la più grande delle 4 scuole tibetane), è la più nota. Com’è stato confermato dallo stesso Ven. Kalu Rinpoche, e come ripetuto di recente dal Ven. Dhagpo Rinpoche, che sono entrambi eminenti maestri di primo piano: "E’ indispensabile avere solide basi nozionali del Buddhismo, anche eccellenti, sia del Theravada che del Mahayana, prima di poter essere in grado di interferire nel labirinto delle pratiche tantriche tibetane".

Per concludere sui diversi veicoli, si potrebbe dire che attualmente si sta delineando una tendenza simile ad un veicolo-unico, che riunisce i tre veicoli citati sopra nella essenzialità della Dottrina di Buddha (senza raccomandare una qualunque tra tutte le scuole, perché l'evidenza di questo fondamentale insegnamento è tanto vero per un Tibetano, come per un Cingalese, un Thailandese, un Giapponese, un Francese, uno Svizzero, un Belga, un Americano, ecc...) e cioè: il Buddhayâna, Veicolo del Buddha, analogo a ekayana, Via Unica, importata in Cina da Bodhidharma, 28° successore del Buddha. Questa Via Unica sarebbe basata sulla conoscenza e la pratica, con una disinteressata compassione attiva nella vita quotidiana, dei Tre Gioielli, delle Quattro Nobili Verità, dei Cinque Precetti, le Sei Fasi di Pratica, i Sette Fattori di Risveglio, il Nobile Ottuplice Sentiero, le Dieci Perfezioni o Paramita, e delle Undici Virtù..., basi comuni per i Tre Veicoli di cui sopra. Il sutra più letto e recitato del Mahayana e del Buddhayâna è il Maha-Prajna-Paramita-Hridaya-Sutra, o Sutra dell'Essenza della Saggezza Suprema.

Lo spirito del buddhismo è espresso in modo diverso secondo le diverse aspirazioni delle tradizioni Theravada, Mahayana, Vajrayana dalle quali è sorto e dei paesi in cui sono praticati. Quindi, l'Insegnamento buddhista fondamentale: la Via del Buddha, o Buddhayâna, di qualunque scuola sia, è inevitabilmente collegata alle Quattro Nobili Verità essenziali, gli stessi principi della Legge di Causalità, vale a dire:
1 - Esistenza onnipresente dell’insoddisfazione o sofferenza (termine esatto: Dukkha) – cioè, che tutto è sofferenza in questo mondo.

2 - Origine o Causa dell’insoddisfazione, dovuta al desiderio/attaccamento - l'origine di questa sofferenza è la nostra ignoranza della sua origine e delle sue cause, e cioè il desiderio e l'attaccamento/coinvolgimento.

3 - Cessazione dell’insoddisfazione e sofferenza, liberandosi dai desideri/attaccamenti - per liberarsi della sofferenza causata dal desiderio, l’unico rimedio è combattere questa ignoranza, mediante l'accesso alla conoscenza dei suoi meccanismi ed abbandonarli.

4 - Sentiero che conduce alla cessazione della insoddisfazione, - per completare le otto fasi che conducono alla totale liberazione o saggezza suprema, vi è il Nobile Ottuplice Sentiero, o la Via del Buddha. - Il cammino verso la liberazione dalla sofferenza, o Nirvana, è la corretta applicazione delle diverse tappe spirituali. (Il termine usato per indicare l'insoddisfazione denota più la natura di uno squilibrio che non sofferenza, che più che altro è una alterazione, una conseguenza mentale).

In base a questa legge immutabile, l'effetto è il risultato di cause di cui noi siamo gli agenti. Dobbiamo quindi raggiungere il Risveglio o l’Illuminazione per agire su queste cause, se vogliamo cambiare la natura dei loro effetti.

1 - In tutte le cose, l'elemento primordiale è la mente. La mente è predominante. Tutto proviene dalla mente.

2 -  Se un uomo parla o agisce con una mente disturbata e malvagia, la sofferenza lo seguirà da presso, come la ruota segue lo zoccolo del bue che tira il carro.

3 - In tutte le cose, l'elemento fondamentale è la mente. La mente è predominante. Tutto si fa con la mente. Se un uomo parla o agisce con una mente purificata, la felicità lo accompagnerà da presso, proprio come la sua inseparabile ombra.

Questi qui sopra sono i primi tre versetti del Dhammapada, una raccolta di 418 frasi che chiariscono il pensiero di coloro che aspirano a seguire la Via "indicata e mostrata" dall’Insegnamento che elargì il Buddha

L'insegnamento buddhista o Dharma si basa su diversi concetti chiave, tra cui:

- Una presenza vigile della mente nell’esperienza dei sensi, al fine di abolire ogni dualità egocentrica,

-         La liberazione da qualsiasi intenzionale attaccamento, da qualsiasi volontà di generazione del desiderio e dipendenza. ..

-         La considerazione del ruolo fondamentalmente interrelazionale e indiscriminante di tutti gli esseri viventi, mobili e immobili, nella loro partecipazione alla Totalità, o Tutto.

-         La responsabilizzazione di ogni essere umano sul e nel corso della sua vita

-         L'impermanenza di tutte le cose e di tutti i fenomeni che appaiono.