Ognuno di noi ha creato un mucchio di karma nelle proprie vite precedenti. Di norma, tutto questo karma è accumulato tramite il nostro corpo grossolano (fisico). Tuttavia, il corpo grossolano essendo inerte non può funzionare da sé. Perciò, le Scritture propongono una serie di forze all'interno del corpo, ma differenti da esso, che sono responsabili per le attività del corpo grossolano. Ci sono tre serie di tali forze all'interno del corpo: 1). Energie corrispondenti alle funzioni motorie del corpo: Lingua (parola), mani, piedi, genitali ed ano, note come le cinque Karma-indriyas. 2). La Mente: Che comprende i cinque organi di conoscenza (Jnana-indriyas), e cioè: vista, udito, gusto, tatto e olfatto. 3). I cinque aspetti della Respirazione (respiro vitale), vale a dire,Prana, Apana, Samana, Udana e Vyana. Questi tre gruppi insieme sono conosciuti come il corpo sottile (SukshmaSharira). Così il corpo sottile è responsabile per le attività del corpo grossolano. Ed allorché questo corpo sottile arriva a causare l’azione, vi è una continua reazione in se stesso - proprio come un motore, che provocando il ruotare di una ventola, genera quindi il caldo come reazione. Queste reazioni avvengono per ogni singola azione, piccola o grande, utile o banale, buona, cattiva o neutra, e queste reazioni vanno avanti accumulandosi ad ogni momento. La stessa cosa è per il karma quando una persona è attiva. Alla fine, poi, quando il momento della morte si avvicina, la persona si distende giù e tutte le sue attività cessano. Il primo sintomo di cessazione di attività è quello deikarma-indriya, come per esempio la parola. Vediamo così che per una persona che è in punto di morte, la prima facoltà ad andarsene è la parola. A questo punto, le reazioni accumulate a causa del nostro karma prendono una certa forma e vengono congelate in quelle date forme. Tali forme sono chiamati vrittis; per cui, ad esempio, la forma finale assunta dalla facoltà della parola è conosciuta come vak-vritti(facoltà-voce). Non appena la vak-vritti viene congelata, la persona non può più parlare. Essa non sarà perciò in grado di dire quello che le succede. Questa vak-vritti poi si fonde con la mente. Per questo, le persone che stanno intorno al moribondo dicono: 'Il suo parlare si è fermato, tuttavia, egli capisce ancora le cose. Ci può ancora riconoscere'. Questo implica che la sua mente sta ancora funzionando, e che si esprime attraverso il jnana-indriya. Dopo un certo tempo, la mente, che tuttora contiene la vak-vritti, prende anch’essa la forma finale, insieme ai suoi Jnana-indriyas. Anche questa forma dipende dalle reazioni precedentemente accumulate. Dopodiché, la mente (insieme allavak-vritti), viene congelata in questa forma. Questa finale forma congelata della mente è chiamato manovritti. Dopo ancora qualche tempo, questa manovritti si immerge nel prana. Allora, la gente intorno al moribondo dice che egli ha smesso anche di riconoscerli, pur tuttavia respira ancora. Quindi, essi portano dell'acqua sacra del fiume Gange e ne versano un pò in bocca al morente. Egli è ancora in grado di deglutire, perché la deglutizione è un atto del prana (respiro vitale), che è ancora funzionale. Più tardi, a tempo debito, anche il prana, che contiene già la vak-vritti e la manovritti, prende una sua forma definitiva e viene congelato in essa. Questo è chiamato prana-vritti. Questo prana-vrittialla fine penetra nel jiva-atman (anima individuale), e quindi poi le persone intorno al moribondo dicono: 'Egli è ancora vivo, c'è ancora il calore del suo corpo'.Dopodiché, il jiva-atman, che ha al suo interno il prana-vritti, il manovritti ed ilvak-vritti, si ricopre con questo calore e fuoriesce dal corpo attraverso una delle nove aperture. Dopodiché, il corpo muore e diventa freddo. Queste tre ‘modificazioni’, o vrittis, formano il progetto per il nostro prossimo e futuro corpo. Per esempio, a seconda del tipo di vritti, ci potrebbe essere un vario spettro di stati nella prossima rinascita: Vak-vritti decide se saremo del tutto muti, o balbettanti se avremo una voce normale, oppure se saremo un oratore o una persona silenziosa. A seconda della manovritti, si potrà essere schizofrenici, oppure ottusi, o normalmente intelligenti, o capaci di alta concentrazione, ed anche felici o infelici. Allo stesso modo, a seconda della propria prana-vritti, si potrà essere donna, o un uomo, o un eunuco, o anche malato, sano, grasso, magro, e così via. Per quanto riguarda il jiva-atmanche si porta dietro questi vrittis, se durante la sua vita l'individuo defunto aveva eseguito alcune particolari azioni piene di meriti (punya) o demeriti (papas), allora il jiva-atman proseguirà verso il paradiso o l'inferno. E, dopo aver trascorso ivi il suo speciale karma-phala (frutto, o ricompensa),egli ritornerà sulla terra. Tuttavia, se il jiva-atman non ha eseguito alcun karma eccezionale, allora ritornerà dritto su questa terra e per il momento non andrà né in un interposto paradiso e/o inferno. In alcuni casi, la sua energia, venendo sulla terra, penetrerà nella pioggia e attraverso di essa nei chicchi di grano, e quindi nel cibo. Qui si vede il ruolo di Dio. Le circostanze devono essere ben impostate per il jiva, affinché esso possa essere in grado di entrare dentro l’appropriato seme del padre. Le condizioni tuttavia possono non ancora essere adatte affinché un genitore possa averlo subito. Nel frattempo, può così accadere quindi che un animale consumi il particolare cibo di grano contenente il jiva. Ma dopo la digestione, il jiva sarà di nuovo libero di uscire dal corpo dell'animale attraverso lo scarico dei rifiuti e quindi reinserirsi nel cibo attraverso la pioggia ed i chicchi di grano. Questa manovra andrà avanti finché il padre casuale non sia pronto a ricevere il jiva. Quando quel cibo di grano viene consumato dal padre e quindi digerito, il jiva non sarà buttato fuori di nuovo. Piuttosto, sarà entrato nel seme del padre e da lì entrerà nel grembo della madre, per rinascere presto di nuovo.
Questo articolo è basato quasi interamente sugli insegnamenti di Swami Param Pujya Paramanand Bharati Ji. Tuttavia, gli eventuali errori sono tutti da addebitare all'autore.
Bibliografia e ulteriori informazioni: Bharati, SwamiParamananda. Foundations of Dharma (Fondamenti del Dharma): Bangalore, 2008. Shankaracharya, Shri. Commentary on the Brahma Sutras.(Commento al BrahmaSutra).
Testo originale Moments Before Death: Transfer of Karma from One Birth to Another Each one of us has done a lot of karma in our previous lives. This karma is apparently done by our gross (physical) body. However, the gross body being inert, it cannot function by itself. Therefore the scriptures posit a set of forces inside the body but different from it, which is responsible for the activities of the gross body. There are three sets of such forces inside the body: 1). Corresponding to motor functions of the body: Tongue (Speech), Hands, Feet, Genital, Anus, known as the five Karma-Indriyas. 2). Mind: Which includes the five organs of knowledge (Jnana-Indriyas) - Sight, Hearing, Taste, Touch and Smell. 3). The five aspects of respiration (life-breath), namely Prana, Apana, Samana, Udana and Vyana. These three together are known as the subtle body (SukshmaSharira). Thus the subtle body is responsible for the activities of the gross body. As this subtle body goes on causing action, there is a continuous reaction on itself – just as a motor, which causes a fan to rotate, gets heated up as a reaction. These reactions take place for each and every action, small or big or trivial, good or bad or neutral; and these reactions go on accumulating every moment. So much so for karma when a person is active; finally, when the moment of death approaches, the person lies down and all his activities cease. The first cessation of activities is that of the karma-indriyas; for example the speech. Thus we see that for a person on his deathbed, the speech is the first faculty to go. At this moment, the accumulated reactions due to our karmas take up a certain shape and get frozen in those shapes. Such shapes are called vrittis; for example, the ultimate shape taken by the faculty of speech is known as vak-vritti. As soon as the vak-vritti gets frozen, the person can no longer speak. He will not be able to tell what happens to him. This vak-vritti later merges into the mind. Then people around the dying person say: ‘His speech has stopped; nevertheless, he still understands things. He can recognize us.’ It implies that his mind is still working, and expressing itself through the jnana-indriyas. After sometime, the mind, which already contains the vak-vritti, also takes up a final shape, along with the jnana-indriyas. This shape also depends upon the previously accumulated reactions. Then the mind (along with the vak-vritti), gets frozen into this shape. This final frozen shape of the mind is called the manovritti. After some time, this manovritti merges into prana. Then people around him say that he has stopped even recognizing them, but is still breathing. They then bring the sacred water of river Ganga and pour a bit of it into his mouth. He is able to swallow it because swallowing is an act of prana (life-breath), which is still functional. Later, in due course, the prana too, which already contains the vak-vritti and manovritti, takes up a final shape and gets frozen into it. This is called the prana-vritti. This prana-vritti finally enters into the jiva-atman (individual soul); then the people around him say, ‘He is still alive; there is still warmth in his body.’ Then the jiva-atman, who has within himself the prana-vritti, manovritti and vak-vritti, covers himself with this heat and gets out of the body through any of the nine openings. Then the body dies and becomes cold. These three vrittis form the blueprint for our forthcoming body. For instance, depending upon the vrittis, there could be a spectrum of states in the next birth: Vak-vritti decides whether we will be dumb or stammering or a normal speaker or an orator or a silent person. Depending upon the manovritti, one can be schizophrenic or dull-headed or normally intelligent or capable of high concentration, or happy or unhappy. Similarly, depending upon one’s prana-vritti, one can be a woman or a man or a eunuch, or sick, healthy, fat, slim and so on. As for the jiva-atman carrying these vrittis, if during his lifetime the individual had performed some special acts of merit (punya) or demerit (papa), then the jiva-atman would proceed to heaven or hell. After spending his special karma-phala there, he comes back to the earth. However, if the jiva-atman has not performed any exceptional karma, then he will come back straight to the earth and not at all go to the intervening heaven or hell. Anyhow, while coming to the earth, he enters into rain and through it into food grains. Here comes the role of God. Circumstances have to be set into place for the jiva to be able to enter into the appropriate father. The conditions however may not yet be suitable for the father to have him right away. In the meantime, it may so happen that an animal consumes the particular food grain containing the jiva. But after digestion, the jiva will again come out of the animal’s body through waste discharge and then re-enter the food grain. This shunting will go on till the appropriate father is ready to receive the jiva. When that particular food grain is consumed by the father and digested, the jiva is not thrown out again. Rather, it gets into the father’s seed and from there enters into the mother’s womb, soon to be reborn again. This article is based almost entirely on the teachings of ParamPujya Swami ParamanandBharatiJi. However, any errors are entirely the author's own.
This article by Nitin Kumar. References & Further Reading: Bharati, Swami Paramananda. Foundations of Dharma: Bangalore, 2008. Shankaracharya, Shri. Commentary on the Brahma Sutras. | |