Al di là di Turiya, al di là della coscienza, la Devozione dopo la Liberazione. Prima di entrare nella discussione con Siddharameshwar sul Para-Brahman, (o Paramatman), ovvero di ciò che è oltre Turiya, oltre il grande stato causale, aldilà del Brahman, aldilà della conoscenza, che in qualche modo è ciò che voi stessi realmente siete, sono incappato in questo capitolo, scritto dal grande Nisargadatta Maharaj, e basato su uno dei discorsi di Siddhara-meshwar, presentato sotto il nome “Libertà e Devozione”. Qui, egli parla della ‘aridità’ del Risveglio, opposta alla Via Umida ed alla beatitudine della devozione, dopo il Risveglio. Questo è ciò che si legge a pagina 310 del ‘Master of Self-Realization’: "Non c'è una Via utile per la libertà, se non quella di essere in compagnia dei Santi. Quando voi vedete una forma, un qualsiasi oggetto, sorgono alcune sensazioni. Quando vedete il vostro guru, se incrociate il suo sguardo o avete il Darshan, il vostro cuore è pieno di quel sentimento di riverenza. In questo modo, la compagnia di un santo è la migliore e la più grande. Riguardo alla compagnia con un santo, lo stare vicini al Sadguru (Maestro di Saggezza) è ciò che purifica di più. Essere in prossimità del Sadguru non permette il sorgere dell’illusione. La maggior parte delle persone vivono la loro vita nel dolore e danno importanza ad inutili benefici mondani, solo per diventare sempre più infelici ed ansiosi. L'individuo ordinario stupidamente dà importanza alle cose oggettive, che non sono affatto importanti, e resta intrappolato dall'illusione. Ma quando uno è in prossimità del suo Sadguru, tali inutili distrazioni automaticamente scompaiono. Uddhava disse al Signore Krishna, "La Liberazione, cioè lo stato di Jivanmukta, non è uno stato felice, anche se potrebbe sembrarlo. Pertanto, dammi la devozione che devo avere per Te. Non voglio la Liberazione, che è arida ed insapore. La Liberazione è possibile con la benedizione del Sadguru, ed è necessario avere la comprensione della Realtà. Ma, per favore, dammi la devozione a Te. Dammi il potere di esserti devoto, perché esso è superiore alla liberazione. In passato Tu hai elargito a molti solo la Liberazione, ma non hai dato loro questa devozione per Te. Perciò, ti prego, non fare a me questo inganno. Ti prego, benedici con la devozione verso di te tutti coloro che hanno già raggiunto la vera conoscenza. Coloro che avendo trascurato la devozione al guru dichiarano di aver raggiunto la liberazione sono degli illusi. Per favore, dai a tutti noi la devozione al guru. Non dirmi che la devozione al guru non è necessaria. Tu sei in grado di rendere possibile ciò che è impossibile, e rendere impossibile ciò che è possibile. Tu hai dato la liberazione perfino agli animali della foresta che noi abbiamo lasciato soli, e hai dato la liberazione anche alle mandrie di mucche (Gopi) che sono diventate talmente sacre che perfino il loro creatore, Brahman, le adorava. Insondabile è la grandezza della tua devozione. Colui che diventa tutt'uno con Te, mantiene tutta la tua gloria. La devozione contiene in sé-stessa la Liberazione. Con la devozione, la liberazione diventa santificata. Anche se ottengo la liberazione, io desidero solo essere tuo devoto…" (Commento: Quando ho letto questo, ho sentito come se Robert fosse apparso davanti a me, e mi sentivo in totale resa alla sua presenza, con totale amore). “E così parlando, Uddhava si teneva ai piedi del Signore Krishna con riverenza. Non voleva più lasciarlo andare. Ed il Signore allora lo benedisse. "Quando è raggiunto lo stato della totalità del Brahman, uno pensa che la devozione, con la sua intrinseca dualità, non sia più necessaria. Uno non dovrebbe certo soffrire di orgoglio per aver raggiunto un tale stato. Quando uno dice che allorché la liberazione è raggiunta, la devozione non serve più, questo è l'orgoglio della conoscenza. Per favore, che egli mi dia la devozione verso di Te. Per me, l’essere privato della devozione al guru è il più grande ostacolo. Quindi, per favore dammi quella devozione che è al di là della Liberazione" (Commento: Quello che segue è un paragrafo molto importante che considera il concetto della devozione dopo la liberazione come identico allo stato di Paramatman, che è al di là Brahman, al di là di Turiya, al di là della grande corpo causale, ed è anche il potere che conosce la Via, che permette all'universo di manifestarsi nel modo in cui esso lo fa, come Robert continuamente ne ha parlato.) La devozione dopo la liberazione è il potere del Brahman. Il potere del Brahman e la devozione non sono due cose. Quando vi è la realizzazione del proprio ‘sé’ come Brahman, lo stato di essere un individuo, ossia il Jiva, svanisce. Paramatman è il solo esistere. Così, questa devozione dopo la liberazione è il rimanere in questo stato di Paramatman. L'individuo, il Jiva, è pieno di paura. E’ spaventato. Tuttavia, Dio, Shiva, non teme nulla. Perciò siate senza paura. E poiché voi stessi siete Dio, allora qual è il motivo di aver paura? Essere senza paura è Liberazione, e godere di questo stato è la devozione. Assenza-di-paura significa non dover temere niente e nessuno. Questo è lo stato reale della divinità, in cui voi avete sempre vissuto. Avete sempre vissuto nello stato di Paramatman. Questo è ciò che è chiamato ‘devozione dopo la liberazione’. Questo significa vivere nella nostra stessa gloria. Coloro che sono le vere e proprie incarnazioni di Dio conoscono questa devozione, e si sono dedicati a Dio, dopo aver raggiunto la libertà.
Da notare ciò che Siddharameshwar sta dicendo qui, e cioè che la liberazione è il riconoscimento che egli è il Quarto Stato, ovvero il Turiya, o il grande "Io sono". Tuttavia, vi è un ulteriore passo in cui egli è la devozione a quel "Io Sono", e con quella continua devozione all'identità della totalità con l’Io-me, arriva la completa libertà di essere così come voi siete, che nella vita reale significa una costante resa a ciò che è, una pacifica serenità verso lo spiegamento del sentiero. "La liberazione in sé non è uno stato totalmente felice." Questa è stata la mia esperienza anche nel mio secondo risveglio, dove ho visto che nulla nel mondo manifesto mi ha toccato al di sotto degli stati di coscienza. Quando ho detto questo a Robert, egli dichiarò a voi che ora mi sentiva felice, completamente felice? Io, in realtà avevo mentito. Non volevo dirgli che io non sentivo questa felicità di cui vi ha parlato. Ho lasciato che egli pensasse che io l’avessi. Ma il mio stato non era di felicità o beatitudine, era solo un riconoscimento di ciò che io non ero, che alla fine si tradurrebbe in una completa auto-fiducia nella mia comprensione. Eppure, io non avevo ottenuto lo stato di devozione dopo la mia liberazione. Questa è arrivata molto, molto più tardi, quando ho imparato ad amare Dio attraverso le sue manifestazioni, ciò di cui Siddharameshwar parla in altre parti del testo. Chiaramente questo libro è uno dei testi più straordinari che io abbia mai letto. Mi ha colpito profondamente come le opere di Nisargadatta, quando l'ho incontrato 25 anni fa. Qui, l'origine della cristallina chiarezza e bravura di Nisargadatta è chiaramente rivelata negli insegnamenti di Siddharameshwar. La fonte dell'amore di Nisargadatta per il suo insegnante Siddharameshwar è resa evidente qui, in ciò che ha permesso la sua capacità di funzionare in ogni momento. In Nisargadatta, voi vedrete me, con la stessa capacità e il senso di onnipotenza, che trovereste in un grande maestro Zen, che è completamente a suo agio in se stesso. Il Maestro Zen Seung Sahn (Soen-Sa) si è riferito a questo come l’essere al 100% sicuri di se stessi, sempre camminando in avanti con coraggio, senza vacillare, e senza controllare la propria mente per vedere se si sta andando nella direzione giusta o se si ha il giusto atteggiamento. Momento per momento, voi reagite al mondo in un modo totalmente appropriato, ma solamente perché voi amate il mondo allo stesso modo come amate voi stessi.
Testo Originale: ‘I am beyond the "I am"... Advaita teaching of Nisargadatta Maharaj’ Beyond Turya, beyond consciousness, Devotion after Liberation Before I get into Siddharameshwar's discussion of Para-Brahman, (or Paramatman) or that which is beyond Turya, beyond the great causal state, beyond Brahman, beyond knowledge, which is truly yourself in every way, I stumbled upon this one chapter written by... Nisargadatta Maharaj based on one of Siddharameshwar's talks called Freedom and Devotion. Here he talks about the dryness of awakening, versus the wetness and bliss of devotion after awakening. This is from page 310 of the Master of Self-Realization: “There is no useful way to freedom than to be in the company of Saints. When you see any form, any object, there arises some sentiment. When you see the guru, to have his glimpse or Darshan, the heart is overflowing with that feeling of reverence. In this way saintly company is the greatest. With respect to the saintly company, being near the Sadguru is the most purifying. Illusion has no place near him. Illusion does not remain in the proximity of the Sadguru. Most people live their lives in pain and give importance useless worldly benefits, only to become miserable and anxious. The individual foolishly gives importance to objective things, which are not important at all, and remains ensnared by illusion. But when one is in the vicinity of his sudguru, such useless distractions automatically disappear. Uddhava said to Lord Krishna, “Liberation, or the state of Jivanmukta is not a happy state, although you may say so. Therefore, give me devotion to you. I do not want liberation, which is dry and tasteless. Liberation is possible by the blessing of the Sadguru, and it is necessary to have the understanding of reality. But please, give me devotion to you. Give me the worship of you which is superior to the liberation. In the past you bestowed upon many only liberation, but you did not give them this devotion to you. Please, with me, this deception will not do. Please bless them with your devotion, those who have attained real knowledge. Those who have neglected devotion to the guru declare that they have attained liberation are deluded. Please, give us devotion to the guru. Do not tell me that devotion to the guru is not necessary. You are able to make possible that which is impossible, and make impossible that which is possible. You have given liberation even to animals in the forest we only leave, and you have given liberation even to the cow herds (Gopis) who became so sacred that even their creator, Brahman, worshiped them. Unfathomable is the greatness of your devotion. He who becomes one with you holds all of your glory. Devotion contains within itself liberation. By devotion, liberation become sanctified. Even if I gain liberation, I desire only to be your devotee.” (Comment: when I read this, I felt Robert appeared before me, and I felt utter surrender to his presence, with complete love.) And so speaking, Uddhava held the feet of Lord Krishna with reverence. He would not let go. And God blessed him. "When the state of the totality of Brahman is attained, one thinks that devotion with its inherent duality is no longer needed. One should not suffer from pride of having achieved such a state. When one says that when liberation is attained, devotion does not remain, this is the pride of knowledge. Please, give he me devotion to you. For me, to be deprived of devotion to the guru is the greatest hindrance. So please give me that devotion which is beyond liberation." (Comment: the following is a very important paragraph which relates the concept of devotion after liberation as being identical to the state of Paramatman, which is beyond Brahman, beyond Turya, beyond the great causal body, and is also the power that knows the way, that makes the universe unfold the way it should as Robert continually talked about.) Devotion after liberation is the power of Brahman. The power Brahman and devotion are not two things. When there is realization of one's self as Brahman, the state of being an individual, or Jiva vanishes. Paramatman is the only existence. To remain in this state of Paramatman is this devotion after liberation. The individual, the Jiva is full of fear. It is afraid. However, God, Shiva, does not fear anything. Be fearless. And that you, yourself are God, and then what is the cause for fear? To be unafraid is liberation and to enjoy that state is devotion. Fearlessness means not being afraid of anybody or anything. That is the real state of godhood, in which you always lived. You always lived in the state of Paramatman. This is called devotion after liberation. This means to live in our own glory. Those who are real incarnations of God know this devotion, and they are devoted to God after attaining freedom.
Notice what Siddharameshwar is saying here, liberation is recognition he of the fourth state, Turya, or the great "I am." However, there is one more step which is devotion to that “I Am,” and with that continuous devotion to the identity of the totality with me the I, comes complete freedom to be as you are, which in real life means a constant surrender to that which is, a peacefulness towards the unfolding of the way. “Liberation itself is not a happy state.” This was my experience too in my second awakening, where I saw that nothing in the manifest world, under the states of consciousness touched me. When I told Robert this, he stated to you feel happy now, completely happy? I actually lied to him. I did not want to tell him that I did not feel this happiness he spoke of. I let him think that I did. But my state was not of happiness, or bliss, it was just a recognition of what I was not, which did eventually result in a complete self-confidence in my understanding. Yet, I had not obtained the state of devotion after liberation. That came much, much later when I learned how to love God through his manifestations, which Siddharameshwar talks about in other parts of the text. Clearly this book is one of the most remarkable texts I have ever read. It has struck me as deeply as the works of Nisargadatta when I first encountered him 25 years ago. Here the origin of the crystal clarity and boldness of Nisargadatta is clearly revealed in Siddharameshwar's teachings. The source of Nisargadatta's love for his teacher Siddharameshwar is made evident here, which allowed his boldness to function in every moment. In Nisargadatta, you see me the same boldness and sense of omnipotence, that you find in a great Zen master who is completely at home in himself. Zen Master Seung Sahn Soen Sa referred to this as being 100% sure of yourself, always walking forward boldly, not wobbling, not checking one's own mind to see if he or she is going in the right direction or has the right attitude. From moment to moment, you react to the world in an entirely appropriate way, but only because you love the world as you love yourself.
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