Articoli di Dharma

 

Il DHARMA: l’unico rimedio per l’uomo moderno…
di Nitin Kumar - Editor, Exotic India-
http://www.exoticindia.com/

 
 

Tranne quando stiamo dormendo, noi siamo sempre in una incessante attività. Nessuno passa neanche un singolo istante senza che faccia una certa azione o un’altra(Gita 3.5). Questa azione può essere fisica o mentale. 

Perché ci comportiamo in questo modo, senza neanche un attimo di respiro? Se proviamo a osservarci, possiamo vedere facilmente il nostro interesse: Noi cerchiamo sempre la felicità. Ci mettiamo seduti per essere felici, cambiamo le nostre posizioni per essere felici, mangiamo per la nostra felicità, digiuniamo per la felicità, ci sposiamo o restiamo celibi, cerchiamo la compagnia o la solitudine, tutto sempre per la felicità. Così, la felicità è l'obiettivo generale di tutte le attività o inattività.

Tuttavia, le nostre attività riguardo a questo obiettivo possono essere classificate in tre tipi:

1). Evitare il Dolore (Taapah). I dolori sono di tre tipi:a). Adhyatmika: Quello che sentiamo dentro di noi; b). Adhibhoutika: la sofferenza causata dagli altri; c). Adhidaivika: Sofferenza dovuta a cause naturali, come il caldo soffocante d’estate e  il freddo rigido d’inverno.

La pace ottenuta eliminando questi tre dolori è conosciuta come 'Shanti'. Ecco il motivo per cui noi diciamo tre volte:Shanti,Shanti,Shanti!.

2). Il secondo tipo di attività viene svolta per acquisire ciò che è buono per noi, come la salute edil benessere. Questo è chiamato‘Yoga’.

3). Il terzo tipo di attività è quello di mantenere ciò che già abbiamo. Questo è chiamato ‘Kshema’. Questo terzo aspetto non si dovrebbe mai perdere di vista. Noi notiamo nella storia che, in genere, all’inizio quasi tutte le civiltà hanno acquisito un sacco di ricchezza materiale, e dopo qualche tempo sono cadute in disgrazia e sono state dimenticate. Questo perché il benessere e la ricchezza generano vizi, come la sensualità profana, l’arroganza e la pigrizia, e alla fine va a perdersi l'equilibrio nella vita. E'più facile mantenere l'equanimità nella povertà che nella prosperità. Quindi si dovrebbe sapere come mantenere dopo le cose buone una voltache uno le abbia acquisite. Per avere successo in questo,c’è bisogno di praticare i valori spirituali, morali ed etici, pur quando si è nella ricchezza. In altre parole, il Dharma è l'unico modo per conservare tutto ciò che è buono nelle nostre vite.

Dubbio: "Io sto scrupolosamente praticando tutti i valori dharmici. Io ho anche una grande venerazione ed una fede totale in Dio, esattamente nel modo in cui mi è stato insegnato dai pii bramini. Tuttavia, io non sto avendo successo. E quindi, sono preoccupato. Perché? E' forse il mio destino (karma)?"

Risposta: Ricordate sempre che la filosofia Vedica non è fatalista. La ragione per cui non si sta avendo successo è che il nostro Karma precedente è molto più forte. Il nostro attuale karma meritorio deve prima annullare il precedente karma passato (Prarabdha), e poi superarlo quantitativamente per ottenere il successo. Pertanto, non dobbiamo disperare, ma solo migliorare la qualità e quantità del nostro karma presente. Non serve  preoccuparsi.

Domanda: "Trovo molto difficile l’evitare di preoccuparmi e quindi, lavorare in modo efficiente."
Soluzione: Per sbarazzarsi della preoccupazione, dobbiamo conoscere la sua origine. Consideriamo per esempio il fatto di utilizzare un avvocato, o un medico, per risolvere un nostro problema. Si veda la differenza tra noi e questa persona. Mentre lui lavora per risolvere il nostro problema senza preoccuparsi, noi continuiamo ancora a preoccuparci senza nemmeno lavorare per risolvere il problema. Questa è la situazione,perfino se siete voi stessi un medico, o un avvocato. Voi utilizzate un medico, o un avvocato, per risolvere il vostro problema e vi mettete seduti soltanto per preoccuparvi del problema. Perché? Voi avete un infatuato attaccamento per le persone coinvolte nel problema, ma egli non ne ha. Quindi è l'attaccamento la causa della nostra preoccupazione, che a sua volta disturba il nostro pensiero. Sappiamo benissimo che è solo il lavoro basato su un ben pensato piano che risolve i problemi e non la nostra preoccupazione. Quindi,sforzandoci, noi dovremmo controllare e moderare il nostro attaccamento ai nostri amici e parenti. Solo la fede nella rinascita può aiutarci in questo.
 

Altra Domanda: "La mia difficoltà è diversa. Io non sono in grado di decidere ciò che è giusto o sbagliato. Solo più tardi, il successo o il fallimento nella mia azione mi mostra ciò che era giusto o sbagliato. Come posso saperlo in anticipo per evitare il fallimento?"

Risposta: Questo è il più serio problema nella vita. In realtà, l'intelligenza umana non può mai decidere cosa sia giusto o sbagliato. Si noti che il successo di qualsiasi azione dipende non solo da parametri visibili, ma anche da quelli invisibili come Dio ed il Karma precedente. Mentre questi ultimi sono totalmente fuori dalla portata della nostra intelligenza umana dato che, appunto, sono invisibili, anche quelli visibili sono in parte fuori dalla nostra portata perché in genere sono troppi. Di norma, le persone sono scettiche o addirittura spesso deridono gli aspetti invisibili. Esse inoltre  considerano alcuni degli aspetti visibili come secolari e decidono cosa sia giusto o sbagliato dalla logica inferenziale (Anumana). Tuttavia, esse non possono neanche essere mai abbastanza sicure per prevedere con sicurezza l'esito finale di eventuali particolari Karma.


Perché ci troviamo in questa condizione?

Il requisito fondamentale è di comprendere realmente le condizioni in cui vengono definiti i termini ‘giusto e sbagliato?. Cominciamo da questa analisi. Supponiamo che vi venga chiesto quanto segue:"Che cosa vuoi fare oggi?"

Voi potreste rispondere: 'Devo andare a pagare la bolletta della luce, altrimenti domani mi sarà scollegata la corrente…'

Ovviamente, pagare la bolletta della luce non è l'unico lavoro che farete oggi. Voi potrete fare anche molte altre cose. Ma adatterete tutto il resto a questo principale scopo. Voi direte che tutto ciò che vi aiuta a pagare la bolletta è giusto e tutto ciò che vi ostacola è sbagliato. 

Supponiamo che poi vi venga chiesto:"Che cosa volete fare nei prossimi cinque anni?"

A questo voi potreste rispondere:'Sono disgustato di vivere sempre in case in affitto negli ultimi 30 anni. Voglio costruire la mia propria casa'.

Con questa risoluzione, voi potrete ridurre le spese, per quanto possibile. Potreste fare del lavoro straordinario nel vostro ufficio allo scopo di guadagnare di più. Per voi, tutto ciò che vi aiuta nella costruzione della casa è giusto e tutto ciò che quindi lo ostacola è sbagliato. Questo significa che ‘giusto e sbagliato’ sono decisi solo in relazione ad un desideratum. Ciò può essere stabilito anche in un modo totalmente inverso. 

Supponiamo che vi venga chiesto:"Che cosa è che vuoi fare nella tua vita?"

Qualcuno ha una risposta? No. E perché? Perché la gente raramente ha un qualche obiettivo specifico per tutta la vita nel suo complesso. Ecco allora perché non c'è una precisa direzione nelle nostre attività. Noi non abbiamo un qualcosa di specifico che sia ‘bene o male’. Ci accingiamo a fare qualunque cosa arrivi nella nostra mente senza pensare né al futuro né al passato. Veniamo trasportati dagli slogan dei tempi e ci muoviamo nelle acque agitate della vita in una barca senza timone. Prima o poi, veniamo catturati in un vortice o bloccati in un pantano. Non sappiamo come uscire da lì. Dobbiamo soltanto smettere di maledire ciò che pensiamo sia la ragione per la nostra situazione.


Chi può aiutarci ad uscirne fuori?

Chi può farci uscire fuori da questo guazzabuglio? Ovviamente non noi stessi, dato che se avessimo saputo come uscirne, avremmo saputo come ne siamo finiti dentro e quindi non ci saremmo affatto cascati dentro. Allora, chi è che può salvarci? Quelli che possono tirarci fuori dai guai devono possedere i seguenti requisiti:

1). Essi dovrebbero conoscere i vortici, le correnti sollevate e i pantani della vita, ma devono essere al di sopra di essi.

2). Dovrebbero sapere perché e come le persone ci cascano dentro e come poterle fare uscir fuori.

3). Dovrebbero avere simpatia ed interesse per le persone come noi, catturate nel vortice della vita.


Uno sguardo sui 101 antichi Rishi

Chi sono queste persone che possono aiutarci? Essi sono i Rishi (antichi saggi) come Manu, Yajnavalkya, ecc. Essi ci suggeriscono i metodi per fuggire. Essi possono dare istruzioni diverse per le diverse persone che si trovano in situazione diverse. Poiché

sono di larghe vedute e pieni di grande compassione, non appena vedono qualcuno in difficoltà essi si prodigano per aiutarlo. Hanno la visione panoramica della vita che manca a noi. Perciò, solo loro possono avere un criterio per poter dire ciò che è giusto o sbagliato per ognuno di noi che siamo bloccati nelle diverse situazioni.

Ora, discuteremo qui il giusto criterio con cui i Rishi delineano ilDharmaper ciascun individuo. Come è stato notato prima, noi non abbiamo un obiettivo preciso nella nostra vita. I Rishi prescrivono che prima noi si abbia uno scopo preciso nella nostra vita nel suo complesso, che è quello di mantenere un costante flusso di beatitudine e felicità (ananda) in noi. Questo ininterrotto flusso di beatitudine è conosciuto con il nome diMoksha (Liberazione). E’ importante notare che ‘Moksha’ non è un qualcosa di diverso da ciò che noi stiamo già cercando di ottenere in ogni momento della nostra vita, e cioè la felicità. Tuttavia, rispetto a questo tipo di felicità temporanea di breve durata, gli antichi saggi vorrebbero offrirci uno stato di piacere che è costante e senza fine.


La non ambigua e infallibile definizione del Dharma

Dal momento che Moksha è lo scopo ultimo della vita, ora noi abbiamo il criterio per decidere cosa è giusto e sbagliato, cioè Dharma e Adharma. Un'azione che aiuta noi o chiunque altro verso Moksha è ‘Dharma’, e un'azione che invece ostacola il nostro movimento,o quello di chiunque altro, verso Moksha è Adharma. Perciò, seguendo scrupolosamente il Dharma si raggiungerà - prima o poi– lo stato di perenne felicità e cioè Moksha.

Obiezione: Quanto èvalidotutto ciò per stabilire il difficile scopo di Moksha come obiettivo per la vita di tutti?

Soluzione: Non so…. Le Scritture non forzano nessuno per fare diMokshalo scopo della sua vita. Esse ci indicano solo che una volta o l'altra, in questa nascita, o forse fra un milione di nascite, la vita stessa ci costringerà a lavorare per questo scopo. Il motivo è che il piacere materiale è contaminato. Non solo è momentaneo, ma anche generalmente unito alla sofferenza, dato che spesso causa malattie, ecc. Perciò, a tempo debito, esso provoca delusione,se non dispiacere e dolore diretti. Pertanto, la nostra attenzione dovrebbe sicuramente essere posta nel pensare ad una felicità che sia incontaminata e libera da uno qualsiasi di questi effetti. Ovviamente, in larga misura, la veridicità di questa affermazione può essere verificata perfino in questa vita. Tutti,in gioventù godono di piaceri materiali in totale abbandono, ma spesso in età avanzata sviluppano rimorso per quello che è successo. Quindi noi ora possiamo anche decidere di non volere Moksha come nostro scopo attuale, ma sicuramente lo vorremo quando saremo più avanti negli anni. 

Domanda: "Quale sarebbe il mio Dharma, se io ora sono interessato solo alla felicità materiale e non faccio diMoksha il mio scopo immediato?"

Risposta: Tu ora puoi certamente godere di felicità materiale, ma dovrebbe essere fatto nell'ambito del Dharma. Se tu fai ricorso all’Adharma(cioè, al Non-Dharma) al fine di soddisfare il tuo desiderio di piacere, cioè‘Kama’ -andrà sicuramente a finire che provocherai assoluta sofferenzadi sicuro a te stesso e probabilmente anche agli altri. Ecco perché i Veda fanno riferimento a due tipi di Kama: Il primo all'interno diDharma e Moksha, e l’altro che è totalmente esteriore. Qui, Moksha è solo l’obiettivo più lontano indicato dalle Scritture e non il vostro interesse immediato. Nondimeno,voi avete fede (shraddha) nei Veda. Quindi, per voi, il primo tipo di Kama è un tipo di Purushartha, cioè qualcosa che è ricercato da ogni uomo comune. Ma il Kama che è fuori dai termini diDharma e Moksha deve essere rifiutato. Per esempio, il piacere sessuale che proverete con il partner coniugale della vostra lunga vita è Dharma, perché mentre esso soddisfa i vostri bisogni naturali generati dai samskara, non ci porta fuori da Moksha.Infatti, una pia vita in comune potrebbe perfino far muovere entrambi in direzione di Moksha, anche se nell’immediato voi potreste non aspirare ad esso. D'altro canto, lo stesso piacere provato fuori del matrimonio è Adharma. In definitiva,esso apporterà a voi ed ai vostri cari molta sofferenza.


Conclusione: Dharma per tutti noi

Il Dharma ci garantisce di poter godere dei piaceri della vita familiare, tuttavia essi per noi diventano incidentali e non la nostra primaria preoccupazione. Ricordatevi che seguire coscientemente il Dharma assicura automaticamente anche la nostra felicità materiale. Quando ci sono problemi nella vita, dovremmo ricordare la legge del Karma e affrontarli con forza e coraggio.

Alcune caratteristiche salienti del Dharma del capofamiglia, come proposto nelle Scritture sono: Lavorare sodo e guadagnare bene solo con mezzi onesti. Fare carità (dana) al meglio delle nostre possibilità. Non deviare mai dalla retta condotta. Non deviare mai dalla pratica quotidiana. Mai consumare cibo senza prima averne offerto alle Divinità. Essere disciplinati nelle nostre abitudini alimentari. Fare esercizio fisico e tenere lontane le malattie. E'nostro dovere prenderci cura dei nostri genitori e farli felici con la nostra condotta. Non si dovrebbe mai smettere di studiare e di acquisire conoscenze - sia mondane che spirituali. Condividetele con i vostri figli. Date loro dei buoni semi e tendenze mentali (samskara). Non elogiateli quando e se ottengono qualcosa, ma semplicemente benedicendoli date loro un forte abbraccio silenzioso. Questo li galvanizzerà a ottenere di più. Lodandoli, li farete solo diventare più egoistici,cosa che, a sua volta, frenerà la loro crescita. Rispettate vostra moglie e fate in modo di non provare piacere senza di lei. Lasciatela essere parte integrante di tutte le vostre attività religiose. Ricordate: Dharma,Dharma,Dharma. Il Dharma ci aiuta ad evitare la sofferenza. Il Dharma ci apporta ciò che ci fa bene. E, infine, il Dharma ci aiuta a proteggere e da preservare quello che già abbiamo.

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Questo articolo è basato quasi interamente sugli insegnamenti di ParamPujyaSwamiParamanandBharatiJi. Tuttavia, eventuali errori sono interamente dovuti all’autore stesso. Cordiali saluti.





 

Dharma: The Only Remedy for Modern Man

Except when in sleep, we are always in ceaseless activity. No one spends even a single moment without doing some action or the other (Gita 3.5). This action may be physical or mental. Why do we act like this even without a moment’s respite? If we closely watch ourselves, we can see our purpose: we are seeking happiness. We sit erect for happiness, change our posture for happiness, we eat for happiness, we fast for happiness, we marry or we are celibate, we seek company or solitude, all for happiness. In this way, happiness is the general goal of all activity and inactivity.

Nevertheless, our activities towards this goal can be classified into three types:

1). To Avoid Grief (Taapah). Griefs are of three types: (a). Adhyatmika: Within ourselves - b). Adhibhoutika: Grief caused by others - c). Adhidaivika: Due to natural causes like hot summers or cold winters).

The peace obtained by eliminating these three griefs is known as ‘Shanti’. That is why we say Shanti ShantiShanti three times.

2). The second type of activity is done to acquire what is good for us, like health and affluence. This is called Yoga. Foundations of Dharma

3). The third type of activity is to retain what we already have. This is called as Kshema. This third aspect should never be missed sight of. We generally notice in history that almost all civilizations acquire a lot of material affluence in the beginning and after sometime they go into oblivion. This is because affluence begets vices like profane sensuousness, arrogance and laziness and eventually the balance in life is lost. It is easier to retain equanimity in poverty than prosperity. Therefore one should know how to retain the good things after acquiring them once. Success in this needs the practice of spiritual moral and ethical values in the midst of affluence. In other words, Dharma is the only way to retain all that is good in our lives.

Doubt: “I am scrupulously practicing all Dharmic Values. I also worship God in total faith exactly in the way taught to me by pious Brahmins. However, I am not getting success. I am worried. Why so? Is it my fate?"

Reply: Always remember that the Vedic philosophy is not fatalistic. The reason for not getting success is that our own previous Karma is stronger. Our present meritorious Karma should first annul our previous Karma (Prarabdha), and then exceed it quantitatively for getting success. Therefore, we should not despair; only improve the quality and quantity of our present Karma. There is no use in worrying.

Query: “I am finding it difficult to avoid worry and work efficiently."

Resolution: In order to give up worry, we should know its origin. Consider for example a lawyer or a doctor we employ to solve our problem. See the difference between us and him. While he works to solve our problem without worrying, we on the other hand only worry without working to solve the problem. This is the situation even if you are yourself a doctor. You employ a doctor to solve your problem and just sit only to worry about the problem. Why? You have an infatuated attachment to the people involved in the problem; but he does not have. So attachment is the cause of worry, which in turn disturbs our thinking. We very well know that it is only the work based on well thought plan that solves problems and not our worry. So, we should check and temper our attachment to our kith and kin with effort. Faith in rebirth alone can help us in this. (See Exotic India Article of the Month July 2011)

Question: “My difficulty is different. I am not able to decide what is right or wrong. Only later, the success or the failure in my action shows what was right or wrong. How can I know it beforehand to avoid failure?"

Answer: This is a most serious issue in life. Actually, human intelligence can never decide what is right or wrong. Notice that the success of any action depends not only on visible parameters but also invisible ones like previous Karma and God. While the latter ones are totally out of reach of human intelligence because of being invisible, the former ones too are partly out of our reach because they are generally too many. Normally people are skeptical or often even derisive about the invisible aspects. They look at some of the visible secular aspects and decide that something is right or wrong by inferential logic (Anumana). However, they too can never be sure enough to predict the outcome of any particular Karma with surety.

Why Do We Get Into Jams?

The fundamental requirement is to actually understand the conditions under which right and wrong get defined. Let’s start this with an analysis. Suppose you are asked the following:

“What is it that you want to do today?"

You may reply: ‘I have to go to pay the electricity bill; otherwise the power will be disconnected tomorrow.’

Of course paying the electricity bill is not the only job you will do today. You will do many other things also. But you will adjust everything else to this main purpose. You will say that anything that helps you pay the bill is right and anything that hinders it is wrong. Suppose you are then asked:

“What is it that you want to do in the next five years?"

To this you may reply:

‘I am disgusted of living in rented houses for the last 30 years. I want to build my own house.’

With this resolve, you cut down your expenses wherever possible. You work overtime in your office to earn more. For you, anything that helps you in building the house is right and anything that hinders it is wrong. This means that right and wrong are decided only relative to a desideratum. This can also be established from the reverse direction. Suppose you are asked:

“What is that you want to do in your life?"

Has anyone an answer? No. Why? Because people seldom have any specific goal for the life as a whole. That is why there is no direction in our activities. We do not have anything specifically good or bad. We go on doing whatever occurs to our mind without thinking either of the future or of the past. We are carried by the slogans of the times and move in the turbulent waters of life in a rudderless boat. Sooner or later, we get caught in a whirlpool or stranded in a quagmire. We do not know how to escape from there. We only end up cursing what we think is the reason for our predicament.

Who Can Help Us Out

 

Who can get us out of that jam? Obviously not ourselves; had we known how to get out of it, we would have known why we got into it and therefore we would not have got into it at all. So, who can bail us out? Those who can bail us out should have the following qualifications:

1). They should know the whirlpools, the high currents and quagmires of life, but be above them.

2). They should know why people get into them and how they can get out of them.

3). They should have sympathy and concern for people like us caught in the whirlpool of life.

A Glimpse on 101 Ancient Rishis

Who are such people who can help us? They are the Rishis (ancient sages) such as Manu, Yajnavalkya etc. They suggest the methods of escape. They give different instructions for different people caught in different situations. They are broad-minded and melt with compassion as soon as they see someone in distress. They have the panoramic vision of life which we lack. Therefore, only they can say what is right or wrong for each one of us stuck in different situations.

The Criterion for Deciding Right and Wrong

AnandUllasHere we discuss the criterion on which the Rishis delineate an individual’s Dharma. As noted above, we do not have a specified goal for our life. The Rishis first prescribe such a goal for our life as a whole, which is to keep a constant bliss of happiness (Ananda) flowing to us. This unintermittent flow of happiness is known as Moksha. It is important to notice that Moksha is not something different from what we are already struggling for every moment of our life, namely happiness. However, compared to this temporary short-lived happiness, the ancient sages want to give us a state of pleasure which is constant and never ending.

The Unambiguous and Infallible Definition of Dharma

Since Moksha is the ultimate goal of life, we now have the criterion for deciding what is right and wrong, i.e. Dharma and Adharma. An action which helps us or anyone else move towards Moksha is Dharma, and an action, which hinders our or anyone else’s movement towards Moksha is Adharma. Scrupulously following Dharma, we will attain the state of perennial happiness – Moksha - sooner or later.

Objection: How fair is it to fix the difficult goal of Moksha as the aim for everybody’s life?

Resolution: No. The scriptures do no force anyone to have Moksha as the aim of his or her life. They only point to us that sometime or the other, in this birth or perhaps a million births later, life itself will force us to work for that aim. The reason is this: Material pleasure is polluted. It is not only momentary, but also generally coupled with pain like causing disease etc. So, it causes disillusionment in due course, if not direct sorrow. Therefore, one’s attention would surely turn to thinking about a happiness that is unpolluted with any of these shortcomings. Of course, to a large extent, the veracity of this statement can be verified even in this life. Everyone enjoys material pleasures with total abandon in youth, but develops remorse in old age for what happened. So we may not want Moksha as our aim now, but we will surely want it later.

Question: “What would be my Dharma if I am interested only in material happiness and do not adopt Moksha as my immediate aim?"

Answer: You can certainly enjoy material happiness, but it should be within the ambit of Dharma. If you resort to Adharma in order to satisfy your desire, i.e. Kama – it will surely end up in causing utter sorrow definitely for you and perhaps for others too. That is why the Vedas refer to two types of Kama: One within the brackets of Dharma and Moksha and another which falls outside. Here, Moksha is only the distant aim indicated by the scriptures and not your immediate interest. However you have Shraddha (faith) in the Vedas. Therefore for you the first type of Kama is a Purushartha, i.e. something to be sought after by every common man. But the Kama which lies outside the brackets of Dharma and Moksha is to be abjured. For example, conjugal pleasure with your life-long partner is Dharma because while it satisfies our natural urges born out of Samskara, it does not put us way from Moksha. In fact, a joint pious life would even move both of you towards Moksha, even though you may not be aspiring for it immediately. On the other hand, the same pleasure out of wedlock is Adharma. Ultimately it lands you and your kin in grief.

Conclusion: Dharma for All of Us

Dharma ensures that we do enjoy the pleasures of family life, however they become incidental for us and not our primary concern. Remember that following Dharma automatically ensures our material happiness also. When there are problems in life we should remember the law of Karma and face them with fortitude. Some salient features of the householder’s Dharma, as propounded in the scriptures are:

Work hard and earn well by honest means only. Do Dana (charity) to the best of our ability. Never deviate from righteous conduct. Never deviate from the daily Puja. Never consume food without first offering it to God. Be disciplined in our food habits. Take physical exercise and keep off disease. It is our duty to look after our parents and keep them happy with our conduct. One should never stop studying and gaining knowledge – both secular and spiritual. Share it with your children. Give them a good Samskara. Never praise them when they achieve anything; just hug them silently and bless. This will galvanize them to achieve more. Praising will only make them egoistical which, in turn, stunts their growth. Respect your wife and do not enjoy anything without her. Let her be an inseparable part of all your religious activities. Remember: Dharma DharmaDharma. Dharma helps us avoid grief. Dharma gets us what is good for us. And finally, Dharma helps us protect and retain what we already have.

This article is based almost entirely on the teachings of ParamPujya Swami ParamanandBharatiJi. However, any errors are entirely the author's own.

Warm Regards,

 

Nitin Kumar

Editor, Exotic India