Articoli di Dharma

 

LA PRATICA del TONGLEN
(Prendere e Dare)
di Lama Thubten Zopa Rinpoce.
Tratto da ‘Trasformare i problemi in felicità’,
(trad. dallo Spagnolo di Aliberth)
 

  

(Lama Thubten Zopa Rimpoché è nato in Nepal nel 1946. Riconosciuto in età molto giovane come reincarnazione del grande Lama Lawudo, ha iniziato in Tibet i suoi studi monastici, continuati in India, dove ha incontrato Lama Thubten Yesce, da cui è stato seguito come il suo discepolo preferito, e che accompagnò fino alla sua morte. Dirige la FPMT - Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana. Il guru radice di Lama Zopa e Lama Yeshe è Trijang Rinpoche.).

 

Domanda: Vorrei sapere di più sulla vostra "nuova" interpretazione delle Quattro Nobili Verità. In tutti i libri che ho letto sul buddhismo, le Quattro Nobili Verità sono state spiegate in relazione alla sofferenza, alla causa della sofferenza e alla forma della liberazione finale dalle sofferenze, e quindi ritengo sia un po’ difficile mettere in relazione queste idee con la sua descrizione del primo discorso dato da Gautama Buddha ai suoi discepoli.


Lama T.Z.: Sì, posso capire la tua confusione. L'interpretazione delle Quattro Nobili Verità che tu hai appena descritto è molto famosa. Nella maggior parte dei libri sul buddhismo, le Quattro Nobili Verità sono riassunte in uno schema molto semplice di causa ed effetto. Secondo questo schema, la prima verità è la verità della sofferenza. Le nostre vite sono piene di dolore, angoscia e delusione. Così, la vita è sofferenza. La seconda verità è che la sofferenza ha una causa e la causa è il desiderio. Poi, la terza verità, dice che il modo per risolvere il problema della sofferenza è quello di eliminare il desiderio. E quindi la verità finale è la verità del Sentiero vero e corretto del Buddha, il sentiero che si raggiunge quando le prime tre verità sono pienamente realizzate.
Quando ero più giovane, l'interpretazione tradizionale delle quattro nobili verità era diventata un vero ostacolo per me. Anche quando mi sono trovato ad impararla, mi sembrava che ci fosse qualcosa di sbagliato. Per cominciare, non potevo accettare la premessa iniziale. Certo c'era tanta sofferenza nel mondo, ma la vita è davvero solo sofferenza? Possibile che non vi sia felicità o soddisfazione o un qualche tipo di gioia nella vita? E poi c'è sempre quell'attitudine verso il desiderio. Ed il desiderio negli esseri umani è davvero un elemento maligno, da dover sopprimere o eliminare? Personalmente non potrei immaginare la mia vita senza i desideri; essi sembrerebbero così strettamente interrelati da essere indivisibili. Per me, la vita ed il desiderio erano semplicemente due facce della stessa medaglia. Se Buddha Gautama ci esorta realmente a liberarci dal desiderio, sembra chiedere una cosa impossibile. E, infine, c'è la quarta verità, la Via finale dei Buddha. Per questa, io intendevo che fosse il Nobile Ottuplice Sentiero della corretta visione, il retto pensiero, il corretto parlare ed il retto comportamento, i retti mezzi di sussistenza, il retto sforzo, la mente corretta ed il corretto corpo. Qui il problema non stava nella mia stessa idea o nella teoria, ma nel rapporto con le altre tre verità. Non potevo certo credere che questa teoria dogmatica, pessimista ed illogica, si relazionasse in qualche modo con la realizzazione finale del fondatore della religiosità buddhista.
Quando iniziai a studiare lo ‘Shobogenzo’, ero ansioso di trovare qualche spiegazione delle quattro nobili verità, ma ho trovato che il Maestro Dogen aveva poco da dire su di esse. Egli semplicemente ha registrato le parole di Buddha Gautama, e così queste dovevano essere venerate come una verità buddhista stessa. A quel tempo, ero assorto nel tentativo di capire le idee proprie del Maestro Dogen, quindi fui felice di mettere da parte per qualche tempo i miei dubbi circa le quattro nobili verità. Uno dei motivi per cui lo Shobogenzo è così affascinante è che le sentenze del Maestro Dogen raramente seguivano una linea coerente di argomentazione. Invece, sembrava che esse fossero costantemente in contraddizione. Questo fatto è così evidente, tanto che ho sentito che fossero apposta fatte in questo modo, anche se per lungo tempo un tale scopo mi rimase nascosto.
Infine, dopo aver letto molte volte lo Shobogenzo, la forma implicita del pensiero del Maestro Dogen mi divenne manifesto. Mi resi conto che il Maestro Dogen spiegava sempre le teorie buddhiste, le altre pratiche ed i problemi filosofici seguendo un tipo di logica in quattro fasi. In primo luogo, parlare di un problema in termini astratti, spesso affermando un principio idealistico di qualche tipo. Poi, improvvisamente cambiare il proprio punto di vista e spiegare lo stesso problema in una maniera estremamente più oggettiva, citando esempi concreti o fatti osservabili. Nella terza fase, adottare una visione particolare che mostra la realtà momentanea di una situazione. Poiché risulta impossibile spiegare questa realtà in modo diretto, in genere egli cercava di spiegarla in termini di sintesi di soggetto e oggetto, sintesi che ben si comprende nella azione. E infine, utilizzando espressioni simboliche e figurative, il Maestro Dogen aveva come proposito di andare oltre la teoria e puntare direttamente alla stessa realtà così com’è.
Capitolo dopo capitolo dello Shogobenzo, incontrai la stessa logica, lo stesso modo di pensare, e un giorno mi venne in mente che questa logica dovrebbe essere il vero fondamento di ogni teoria buddhista. Se fosse stato così, sentivo che doveva esserci una diretta relazione tra le quattro concezioni filosofiche dello Shogobenzo e le teorie originali di Gautama Buddha. Così, studiai le quattro nobili verità per verificare se tale collegamento poteva sussistere. Ho scoperto che nelle antiche scritture il significato esatto delle Quattro Nobili Verità non era chiaramente definito. C’era una caratteristica imprecisione, che mi pareva strana dato il tono un po’ dogmatico degli scritti recenti. Era come se gli scrivani che per primi cercarono di registrare gli insegnamenti di Buddha Gautama non fossero sicuri di quale fosse stata la sua intenzione originale.
L'impressione di queste prime scritture era realmente incoraggiante per me poiché mi portava a credere che le quattro nobili verità potevano essere interpretate in un senso più ampio di quanto suggerissero i sutra e i commentari più recenti. Ed anche scoprìi che molti aspetti della vita e degli insegnamenti di Buddha Gautama erano diventati più chiari e comprensibili, se si interpretavano le sue quattro nobili verità alla luce dei quattro punti di vista del maestro Dogen. Questa scoperta, insieme con l’insistenza del Maestro Dogen sul fatto che i suoi insegnamenti fossero identici in ogni senso a quelli di Buddha Gautama, mi ha portato a concludere che l'interpretazione tradizionale delle Quattro Nobili Verità è stata uno sfortunato fraintendimento, che potrà soltanto essere corretta sostituendo l'interpretazione più radicale delle stesse quattro verità.
Questa conclusione fu sorprendente anche per me, e in qualche modo essa perfino mi spaventava nelle sue implicazioni. Non avevo alcun interesse ad essere un riformatore o a sfidare le credenze tradizionali di una religione che ammiravo e apprezzavo. Però, d’altra parte, sentivo pure che la verità doveva avere la priorità su qualunque altra considerazione.
Così è che per qualche tempo, semplicemente adottai la mia nuova interpretazione delle quattro nobili verità come una sorta di ipotesi di lavoro e continuai il mio studio del buddhismo basandomi su questa visione per molti anni. Alla fine, la semplice ipotesi divenne una mia convinzione. Sono convinto così che lo scopo originale di Buddha Gautama non era di spiegare il problema della sofferenza in sé, ma di mostrare la vera natura della vita come è percepita da quattro punti di vista separati e distinti. Adesso abbiamo la possibilità di identificare e descrivere queste diverse visioni del mondo in una maniera più chiara e precisa. In questo modo, generalmente io spiego le quattro nobili verità in termini di quattro filosofie. Queste quattro filosofie sono l’idealismo, il materialismo, il realismo buddhista e la filosofia di una verità al di là della filosofia: la ineffabile realtà stessa.
Se avete letto molti libri sul buddhismo, a questo punto, potreste trovare molto difficile accettare la mia interpretazione delle quattro nobili verità, ma io spero che voi possiate mantenere una mente aperta. Prima di terminare, spero di dimostrare che molte delle teorie originali del buddhismo riflettono effettivamente questa comprensione. Ho anche la speranza che la mia interpretazione sia più che una interpretazione teorica. Penso che se il buddhismo debba avere un reale valore nella nostra vita, è necessario fornire un modo di lavorare sui nostri problemi reali. Questi problemi non sono così semplici. Le nostre vite sono confuse e complicate. Se vogliamo vivere bene, abbiamo bisogno di un certo modo di intendere le complessità della nostra vita. Io credo che il Buddha Gautama abbia cercato di darci questa forma di insegnamento sulle quattro nobili verità, seguendo la mia teoria delle quattro filosofie.
Vi racconto una storia. La moglie di un uomo era molto malata. Sul letto di morte, dice al marito: "Ti amo troppo! Non voglio lasciarti, e non dovrai mai tradirmi. Promettimi che non vedrai altre donne quando sarò morta, o ritornerò per punirti!”. Per alcuni mesi dopo la sua morte il marito evitò le altre donne, ma poi incontrò una donna e se ne innamorò. Nella notte in cui essi si unirono, apparve il fantasma della moglie morta. Lei lo accusò di non aver mantenuto la promessa, e tornò ogni sera a tormentarlo. Il fantasma gli ricordava tutto ciò che era accaduto tra lui e la sua fidanzata quel giorno, fino al punto di ripetere, parola per parola, i colloqui che avevano avuto. Questo fatto lo sconvolse così tanto che egli non riusciva più a dormire.
Disperato, egli richiese la consulenza di un maestro Zen che viveva nei pressi del suo villaggio. "Questo è un fantasma molto intelligente", gli disse il maestro dopo aver sentito la storia dell’uomo, "Eh, sì!" rispose l'uomo. "Ricorda ogni dettaglio di quello che ho detto e fatto. Sa tutto!". Il maestro sorrise. "Dovresti ammirare un fantasma così, ma ti dirò che cosa fare la prossima volta che apparirà". Quella notte il fantasma ritornò. L'uomo fece esattamente quello che gli aveva detto il maestro Zen. "Tu sei un fantasma saggio," disse, "Tu sai che non posso nasconderti nulla. Quindi, se riuscirai a rispondere a una domanda, romperò il fidanzamento e rimarrò single per il resto della mia vita". "Fai la domanda," rispose il fantasma. L'uomo prese una manciata di fagioli da un grande zaino che stava sul pavimento, "Dimmi esattamente quanti fagioli ho in mano". In quel momento stesso, il fantasma scomparve e non tornò mai più…

Tong-Len
I saggi, vedendo che ogni tipo di felicità e sofferenza dipendono dalla mente, cercano in essa la felicità, e non guardano a qualcosa di esterno. La mente ha in se stessa le cause della felicità. È possibile poterlo verificare con la pratica della trasformazione del pensiero, in particolare se si utilizza la propria sofferenza nel sentiero di illuminazione. Quando non si pensa ai benefici degli stessi problemi - mescolando i problemi con la trasformazione del pensiero Mahayana e utilizzandoli nel sentiero Mahayana, - e ci si  concentra esclusivamente sugli svantaggi, si concepiscono le difficoltà come problemi e quindi queste vi appaiono come i problemi. Perciò, è la vostra mente che li ha creati.
Questo è un modo di descrivere il processo attraverso il quale la vostra mente diventa la causa dei vostri problemi, di descrivere come i problemi in realtà provengono dalla vostra mente. Qualcosa di simile succede quando si pensa ai benefici dei problemi e li si utilizza nel sentiero Mahayana. Quando si distrugge il pensiero di rifiutare i problemi e si stabilisce il pensiero di apprezzarli, si vedranno i propri problemi come benefici, come un qualcosa di meraviglioso.
Tutte le vostre esperienze di felicità provengono dalla vostra mente. Dal più piccolo piacere di sentire la brezza fresca quando fa caldo, fino alla stessa Illuminazione, tutta la felicità viene dalla vostra mente, è prodotta dalla nostra propria fabbrica interiore.
Tutte le cause sono lì, nella vostra mente. Poiché i pensieri della vostra mente sono la causa della vostra felicità, dovete trovare la felicità nella vostra mente. Trovare felicità nella propria mente è l'essenza stessa del Dharma, degli insegnamenti del Buddha, e la pratica della trasformazione del pensiero è il più chiaro ed efficace metodo per cercare la felicità nella vostra stessa mente.
La vostra felicità non dipende da qualcosa di esterno; non dipende dal fatto se gli altri sono o meno arrabbiati con voi, o se vi criticano o no. Quando qualcuno è arrabbiato con voi, se lo guardate con compassione egli si dispiace per la situazione. E se voi lo guardate con affettuoso amore, il vostro cuore si sentirà più vicino a lui, e lo vedrete nell'aspetto della bellezza. Quando si utilizza la trasformazione del pensiero, si vedrà l’altro come la persona più incredibilmente di valore e più gentile, come la persona più importante nella vita, più preziosa di milioni di dollari e di montagne di diamanti. Tra tutti gli esseri senzienti questa persona è il più valida, la più gentile.
Non importa il danno che altri esseri potrebbero causare al vostro corpo, parola o mente e, seppure l’intenzione è quella di farvi del male, applicando la trasformazione del pensiero, voi vedrete che ciò essi stanno facendo è incredibilmente vantaggioso per lo sviluppo della vostra mente, e questo vi farà molto felici. Comprenderete alla perfezione che questa felicità viene dalla vostra mente; non dipende da come gli altri si comportano con voi o da cosa essi pensano di voi. Quello che voi credete essere un problema proviene dalla vostra mente; quello che credete essere un piacere proviene pure dalla vostra mente. La vostra felicità non dipende da nulla di esterno.
Gli stolti cercano la felicità all’esterno, correndo da una parte all'altra e mantenendosi occupati con tale aspettativa. Se siete alla ricerca della felicità al di fuori di voi stessi, non avrete la libertà, avrete sempre problemi e non sarete mai completamente felici o soddisfatti. Non sarete mai in grado di ottenere nulla, sarete incapaci di vedere le cose chiaramente, e incapaci di giudicare correttamente. Avrete sempre tantissimi problemi, per non parlare dei pericoli arrecati da nemici e ladri! E' molto difficile ottenere una soddisfazione completa, un successo assoluto.
Yigme Tempe Nima ci dà il seguente esempio: “Non importa quanto un corvo alimenti con il suo proprio becco un piccolo di cuculo, sarà sempre impossibile che il cuculo si possa trasformare in un corvo. Inoltre, poiché non si può aspettare di trovare la felicità all’esterno, basterebbe ottenere l'esaurirsi della sofferenza del non avere mai una vera soddisfazione e che non ha mai fine.
Poi, Yigme Tempe Nima conclude la sua spiegazione sul modo di usare la sofferenza sul cammino verso l'illuminazione: "Questo è il mio consiglio essenziale che in uno solo integra un centinaio di punti distinti". In altre parole, centinaia di consigli su come praticare il Dharma sono stati integrati in questo consiglio essenziale sul modo di saper utilizzare la sofferenza nel sentiero Mahayana per l'illuminazione.
Potrebbe essere che non abbiate sentito nulla di nuovo in questo insegnamento. Pur-tuttavia, se si pratica questo consiglio, si percepisce un definitivo beneficio concreto e immediato. Se non si intende praticare questa istruzione, anche se nella mente uno ha una grande biblioteca di insegnamenti sulla trasformazione del pensiero, tutti i vostri problemi saranno ancora lì.
La trasformazione Mahayana del pensiero è il metodo più efficace per trasformare i problemi della vita facendoli diventare felicità. Cercate di mettere il più possibile in pratica questo insegnamento. Questa è la cosa principale.

Prendere e Dare

Quando avete un problema, applicate la pratica della trasformazione Mahayana del pensiero chiamato Tong-Len (Prendere e Dare). Prendete tutte le sofferenze di tutti gli esseri nel vostro cuore, e date tutto - il vostro proprio corpo, i vostri beni, la vostra felicità e il merito - agli altri. Poiché molti altri esseri hanno lo stesso problema come voi, prendete su di voi la vostra esperienza su quel tema specifico, come la sofferenza e le cause della sofferenza di tutti gli esseri. Così, starete accettando i vostri problemi per gli altri.
Quando uno decide di accettare un problema per gli altri esseri senzienti, trasformerà questa esperienza in felicità. Poiché si sta affrontando il problema in nome di tutti coloro che hanno problemi simili o diversi dai vostri, la vostra esperienza si converte in una potente purificazione e in un merito valido per accumulare una grande quantità di merito. Poiché il numero di esseri dei quali si deve sopportare la sofferenza è infinito, anche i meriti che si accumulano sono infiniti.
Un altro insegnamento della trasformazione del pensiero dice: "La malattia è la scopa che pulisce via tutto il karma negativo e tutti gli oscuramenti". Quando ci si ammala, ci si sente felici se si pensa: "Il karma negativo che io ho accumulato nel passato e che dovrò sicuramente e definitivamente sperimentare, è ora maturato in questo corpo, in questa vita. Se non fosse così, dovrei sopportare i risultati del karma negativo durante inconcepibili vite nei reami inferiori". Questo modo di pensare vi permette di vivere la vita con una mente felice e spensierata. Non vi sentirete mai depressi o arrabbiati con niente e nessuno. E siccome la mente è rilassata, le condizioni esterne non vi saranno di disturbo e si sarà in grado di continuare la pratica del Dharma.
Pensate ancora: "In passato realizzai la pratica di Tong-Len (prendere e dare), e cioè di prendere la sofferenza degli altri esseri e dedicare il mio corpo, la felicità ed i meriti agli altri. Ora ho ricevuto la sofferenza, il karma negativo e le oscurazioni di altri esseri, e quindi ho avuto successo nella mia pratica. Il mio desiderio è stato soddisfatto". Così pensando si genera la felicità.
Pabongka Dechen Nimpo insegnò che, quando la vostra malattia sta peggiorando, si dovrebbe pensare: "La mia malattia significa che ho avuto successo nella mia pratica del Tong-Len. Usando i miei problemi per praticare il ‘prendere e dare’, ho accumulato un merito inconcepibile - la causa della felicità,-  e ho fatto un grande purificazione. Se guarisco, potrei perdere questa opportunità di praticare il Dharma. Potrei non avere un’altra possibilità di usare il mezzo abile del Tong Len, che mi permette di accumulare meriti e di purificare le mie inimmaginabili oscurazioni. Quindi, fortunatamente questo mio problema non è cessato! Se non avessi questo problema sarei diventato più pigro. E sarebbe stato più difficile praticare la purificazione o l'accumulo di merito".

Come ho detto prima, non si deve pensare soltanto che questa particolare sofferenza degli altri è ciò che è maturato in voi, pensate anche di aver preso ad ognuno tutta la loro sofferenza. "Ho ricevuto la sofferenza che tutti gli esseri stanno sopportando in questo momento e tutte le penalità future che dovranno sperimentare fino alla fine del samsara. Sto accettando tutto questo a nome degli altri". Si dovrebbe anche pensare, come ha spiegato Sua Santità Trijang Rinpoche: "Come è fantastico poter assumere su di me la sofferenza di tutti gli esseri in questa occasione". Rallegratevi e sentitevi felici. Praticare il Tong-Len (prendere e dare) in questo modo, rinunciando completamente a se stessi per gli altri, potrebbe diventare la pratica di un monaco, Kunpang Drabguien, che guarì completamente dalla malattia della lebbra attraverso la pratica di prendere e dare.
Allorché si stia facendo un ritiro intensivo di meditazione basato sulla trasformazione del pensiero, tra le sessioni si dovranno effettuare suppliche al guru ed ai Tre Gioielli, affinché ci diano il potere di usare la nostra propria sofferenza nel sentiero Mahayana. Quando la vostra capacità mentale sarà più sviluppata, fate delle offerte ai Tre Gioielli, ai protettori ed agli spiriti nocivi, e chiedete loro di far maturare su di voi tutte le sofferenze ed i problemi degli esseri senzienti. Implorate gli spiriti di far cadere su voi, piuttosto che agli altri, tutte le sofferenze, tutte le esperienze indesiderate, le malattie, i fallimenti, ecc. Fate petizioni per essere in grado di prendere su di voi tutte queste avverse condizioni a nome degli altri esseri senzienti.
Un insegnamento dell’addestramento mentale spiega: "Gli spiriti avidi, desiderosi di avervi, sono trasformazioni dl Vittorioso. Così come la sofferenza è una manifestazione della vacuità".
Quando gli spiriti vi attaccano e, notte e giorno, voi soffrite incubi terribili, non pensate che siano gli spiriti, pensate che siano una manifestazione del Buddha. Se meditate sul fatto che questi spiriti sono le tue divinità, non potranno farvi del male. Pensare che il male prodotto dagli spiriti sia una trasformazione del Vittorioso, significa che gli spiriti non possono turbare la vostra pratica, e quindi, la vostra mente è felice. Questo è un modo per proteggersi.
Applicate la trasformazione del pensiero, anche quando i pensieri inquietanti sorgono in una maniera incontrollabile o che, per esempio, abbiano creato il karma negativo di trasgredire i vostri voti o ignorare i consigli del vostro guru. Pensate così: "Quando praticavo il Tong-Len, facevo suppliche perché tutte le esperienze indesiderabili degli altri esseri viventi maturassero in me. Ora, le mie preghiere sono state esaudite. Sto ricevendo tutte le esperienze indesiderabili degli altri e le affronterò per loro conto".
Poi, pregate così: "Possa questo karma negativo rappresentare il karma negativo di tutti gli esseri che hanno tagliato la radice della liberazione, rompendo i tre livelli di voti, e di tutti coloro che hanno ignorato i consigli del loro guru. Che questo karma negativo possa sostituire ciascuna delle esperienze spiacevoli di tutti gli esseri dotati di coscienza. Che io possa essere l'unico a sperimentare tutte le cause della sofferenza ed i suoi risultati, che tutti gli altri siano liberi da tutto il karma negativo e dai suoi risultati ".
Per esempio, se non avete potuto fare le pratiche quotidiane di meditazione con cui vi siete impegnati, applicate la trasformazione del pensiero in un modo simile: "Possa il karma negativo di non aver rispettato i miei impegni, sostituire tutti i problemi di tutti gli altri esseri. Possa io ricevere questo karma per loro conto". Accettate ciascuna di queste esperienze spiacevoli a nome di tutti gli altri esseri.