Articoli di Dharma


LE DAKINI, ed il TANTRA…
da Facebook – trad. di Aliberth
 

 
 

"Il corpo è la base per la realizzazione della saggezza. Ed i corpi ordinari sia degli uomini che delle donne, sono adatti in egual misura. Ma se una donna possiede una forte ispirazione essa è dotata di più elevate potenzialità"                                                              Guru Rinpoche (*)
(*) Guru Rinpoche, uno dei più grandi yogi dell’India buddhista, è il fondatore del Buddhismo tibetano. È conosciuto anche come Padmasambhava (in tib. Pema Jung-ne), che significa “Nato dal Loto”.

 

La Dakini, manifestazione della saggezza illuminata

Una Dakini può essere vista come una dea o una divinità femminile. Nella lingua tibetana, il termine Dakini si dice khandroma (mkha'-'gro-ma) che significa "una che danza nello spazio". Iconograficamente, il loro corpo viene rappresentato con posizioni di sinuose ballerine. È interessante notare che sebbene le dakini siano sempre rappresentate nude e belle, non sono viste principalmente come simboli sessuali, ma come simboli della natura nuda della mente, priva di qualsiasi oscuramenti. I movimenti della danza rappresentano i pensieri e movimenti della coscienza e il flusso mentale come dharmakaya - la fioritura spontanea della Mente del Buddha.
Le Dakini prevalgono nel Buddhismo Vajrayana, e in particolare in Tibet ed Himalaya, e sono considerate a volte aggressive o di umore volatile, agendo talvolta come Muse (o aspetti di ispirazione per le pratiche spirituali). energia Dakini sono forme femminili che evocano il movimento di energia dallo spazio. In questo contesto, lo spazio, indica la shunyata, l 'inconsistenza dei fenomeni, che è al tempo stesso, la pura potenzialità di tutte le manifestazioni possibili.
Le
Dakini sono agenti di prove e di sfide. Ci sono situazioni in cui una dakini è venuta per testare la conoscenza o il controllo di un aspirante su un particolare argomento. Molte storie di Mahasiddha in Tibet contengono passaggi in cui una Dakini disturba gli aspiranti Mahasiddha. Quando la prova delle dakini è superata, l’aspirante è spesso riconosciuto come un Mahasiddha e spesso portato nella Terra Pura della Dakini, un luogo di estasi di illuminazione.
Le Dakini sono connesse con l'energia in tutte le sue funzioni, e sono collegate alle rivelazioni dell’Anuttara Tantra o dei Tantra superiori, che rappresentano un percorso di trasformazione.
Qui, l'energia delle emozioni negative, chiamate ‘veleni’, verrà poi trasformata in energia luminosa della chiarezza dell’illuminazione, il flusso cangiante di energia sul quale meditare per arrivare alla realizzazione. Una Dakini può manifestarsi come una dea, pacifica o irata, assumere sembianze umane, essere percepita come l’incessante energia del mondo fenomenico. Una dakini è una danzatrice dello spazio: l`emanazione femminile, dinamica e danzante, di una mente illuminata.

Un giorno Saraha chiese alla moglie di preparargli un piatto di ravanelli al curry. Ella preparò il cibo ma nel frattempo Saraha entrò in uno stato di profonda meditazione dal quale riemerse dopo dodici anni. Appena risvegliatosi, Saraha chiese per prima cosa alla moglie i suoi ravanelli al curry. Lei era allibita. - Sei stato in meditazione per dodici anni, adesso è estate e non è la stagione dei ravanelli - gli rispose. Saraha decise allora di andare sulle montagne per continuare la propria meditazione. - L'isolamento fisico non è la vera solitudine - replicò sua moglie. - La vera solitudine è l'abbandono dei preconcetti e dei pregiudizi di una mente rigida e limitata e ancor più l'abbandono di qualsiasi etichetta o concetto. Se ti risvegli da dodici anni di samadhi e sei ancora attaccato al tuo curry, che senso ha andare sulle montagne?- Saraha ascoltò con cura le parole di sua moglie e dopo un qualche tempo ottenne le supreme realizzazioni della Mahamudra. Tutti conoscono il Mahasiddha Saraha, ma pochi sua moglie: una Dakini.
Le Dakini esprimono l’essenza dell’energia, e di conseguenza sono spesso raffigurate in forme danzanti. Una dakini è danza. Movimento. Energia spirituale in movimento del mondo che percepiamo. Il movimento dell’energia nello spazio, la pura potenzialità di tutte le possibili manifestazioni. Il loro muoversi, veloce, rapido, incandescente, rappresenta i movimenti dei pensieri che emergono spontaneamente dalla mente. L’energia è in continua trasformazione, e le dakini rappresentano il percorso di trasformazione del praticante spirituale. L'energia delle emozioni negative (klesha), cioè veleni, si trasformano in energia luminosa di conoscenza illuminata, conoscenza spirituale (jnana ye-shes). Come manifestazioni di illuminazione di un Buddha, trascendono l'esistenza del samsara. Le dakini, tuttavia, rappresentano anche la saggezza (prajna) e non solo l'energia (shakti).

La Saggezza è più di un’ intellettuale facoltà della mente che penetra nella natura della realtà distinguendo ciò che è vero da ciò che è falso. La rappresentazione di questa saggezza non è una donna sentimentale e passiva. Piuttosto, una Dakini è una manifestazione pienamente attiva, dinamica, travolgente, dell’illuminazione.

Se una Dakini si esprime nel mondo della natura, si parla espressamente di Karma-Dakini (las Kyi mkha'-'gro-MA, attività delle dee). Però appartiene ancora al Samsara e non è un essere illuminato. Si muove, danza e vive nella dimensione di energia della terra. Alcune di queste Dakini mondane, un tempo erano dee e spiriti della natura dell’antichità, poi divenute Guardiane degli Insegnamenti Buddhisti. 

Il termine Khandro, o più propriamente Khandroma, è del Tibet orientale. Si utilizza per una donna-Lama, Lamini, o maestra spirituale, ed anche per la moglie o la figlia di un Lama, come un titolo onorifico. Il termine Dakini si ritrova anche nella tradizione induista, usato per le divinità femminili, gli spiriti femminili delle foreste, nel corteo che accompagna la grande dea Durga. Nella tradizione buddhista, invece, il termine è molto più ampio e con vari significati.

Il corrispettivo maschile delle Dakini sono i Daka, di solito raffigurati come yogi tantrici con lunghi capelli arruffati, nudi o vestiti di pelli di animali. Indossano ornamenti di ossa umane, e dimorano in cimiteri e luoghi di cremazione. In alcuni luoghi di pellegrinaggio, i Daka e le Dakini si riuniscono in determinate fasi della luna, per celebrare la festa tantrica del Ganachakra Puja.


Uddiyana, la leggendaria terra delle Dakini
Secondo gli storici tibetani, come Taranatha (1575) e Pema Karpo (1527), il Tantra Anuttara ebbe origine nella misteriosa terra di Uddiyana. Il famoso Giuseppe Tucci si basa su due racconti medioevali tibetani scritti molto tempo dopo che la storica Uddiyana era sparita. Egli ritiene che Uddiyana sia stata quella che oggi è la piccola valle di Swat dell’attuale Pakistan. Ma forse l’area era più vasta e comprendeva gran parte dell'Europa orientale in Afghanistan. Secondo gli storici tibetani, il Buddha Uddiyana, su invito del re Indrabhuti, insegnò il Guhyasamaja Tantra. Questo è uno dei Tantra centrali nella tradizione buddhista tibetana, sia secondo la scuola antica sia quella nuova.

Si narra che il re Indrabhuti e la sua corte, e tutta la popolazione del paese, praticati i metodi di questo Tantra, abbiano tutti raggiunto l’illuminazione. Anche oggi tra i tibetani, Uddiyana rimane la leggendaria Terra del Dakini. Una terra, straordinaria-mente bella, e indipendente, abitata da sole donne. Si narra che nel medioevo molti dei grandi Mahasiddha, che poi donarono al mondo i Tantra buddhisti, abbiano visitato Uddiyana per ricevere l’iniziazione alla pratica del Tantra dalle Dakini stesse. Mahasiddha dai nomi famosi come Nagarjuna (la reincarnazione del precedente e più famoso filosofo Nagarjuna), Saraha, Tilopa e altri. Si narra che Nagarjuna recuperò da uno stupa su un lago il testo originale del Tantra scritto da Indrabhuti stesso e custodito e preservato dai Naga, esseri serpentini, che abitavano l'acqua del lago.

Le Dakini di Uddiyana erano donne reali, esistite in quel tempo, praticanti del Tantra. Non erano dee, divinità o altro. Erano donne praticanti del tantra, delle tantrika. I nomi di alcune di loro sono sopravvissuti al tempo, per esempio quello della principessa Lakshimkara, la sorella del re Indrabhuti, che scrisse i testi che sono sopravvissuti. Ma la maggior parte di queste donne tantrika rimane nascosta nel mito e nella leggenda.

Secondo il sistema del Tantra buddhista, il praticante prende rifugio non solo nei Tre Gioielli (dkon-mchog gsum) vale a dire nel Buddha, nel Dharma, e nel Sangha, ma prende rifugio anche nelle tre radici (rtsa-ba gsum): il Lama, gli Ydam e le Dakini, i Daka e protettori. In termini di meditazione, il Lama (Guru, maestro spirituale) dona al praticante le benedizioni, l’energia spirituale d’ispirazione e illuminazione. Le Dakini concedono i poteri (siddhi) per scopi non mondani.

Le Dakini e il Karmapa
/..La storia dei Karmapa inizia prima di questo mondo. Il Karmapa si manifestò nelle sue vite precedenti in molte forme differenti e sotto nomi molto differenti. Mantenne l’attitudine del Bodhisattva per lunghissimo tempo per poter beneficiare tutti gli esseri senzienti. Durante la meditazione, i Bodhisattva ai più alti livelli vedono molte cose chiaramente nella propria mente, per esempio, quale sarà la loro attività nel futuro. Nel contesto del Dharma, riferirsi all’attività significa sempre beneficiare tutti gli esseri. In una certa epoca, il Karmapa meditò sul Monte Meru e la sua meditazione durò dieci milioni di anni. Tutti gli altri Bodhisattva riconobbero che egli sarebbe stato di straordinario beneficio per tutti gli esseri e gli diedero il nome di “Karmapa”, che significa ‘attività di tutti i Buddha’. In quello stesso momento apparvero centomila Daikini che gli offrirono uno simbolo speciale, un segno di vittoria. Crearono una corona con i loro capelli e la offrirono al Karmapa. Questa corona non è fisica ma esprime le qualità senza tempo del Karmapa.

Da quel momento in poi il suo nome fu Karmapa e il suo simbolo la Corona Nera. Egli rappresenta l’attività di tutti i Buddha. Nel futuro, il sesto Buddha continuerà l’attività del Karmapa. Il Buddha Sakyamuni era il quarto Buddha storico; il prossimo sarà Maitreya. Il sesto Buddha porterà il nome Singhe, che significa “Leone”. Così il Karmapa riapparirà sotto il nome di Singhe. Insegnerà nello stesso modo del Buddha Sakyamuni, mantenendo la sua forma di Bodhisattva. Quando il Buddha Shakyamuni, dopo la sua illuminazione, dava insegnamenti, molte migliaia di persone che erano suoi studenti, raggiunsero l’Illuminazione in pochissimo tempo. Lo stesso è detto negli insegnamenti sul Karmapa come sesto Buddha. Le persone che hanno perso tutte le possibilità e non hanno raggiunto fino ad ora l’Illuminazione, possono fare auspici per rinascere in quel tempo come suoi principali studenti. /. ..(Da un articolo di Lama Jigme Rinpoche)

L’Aspetto irato delle Dakini
I Tantra buddhisti sono divisi in quattro classi di testi. Le prime tre classi sono chiamate i tre Tantra inferiori, e cioè il Kriya Tantra, il Charya Tantra e il Tantra Yoga. Essi trattano delle immagini di Buddha e degli aspetti di Buddha come forme pacifiche, sorridenti, con abiti ornati e preziosi, che sono nello spazio luminoso e irradiano luce. Infatti, la compassione del Buddha è spesso paragonata ai raggi del sole che ricade su tutti allo stesso modo senza distinzione alcuna.
Queste assemblee, o coorti, di Buddha e bodhisattva riempiono lo spazio infinito. Vi è però un altro aspetto della dimensione della mente. Questo lato è affrontato nella quarta classe superiore dei Tantra, l’Anuttara Tantra. In questi Tantra superiori, a volte le Dakini sono raffigurate a dorso di cavallo mentre attraversano il cielo, oppure a dorso di animali selvatici. Guidate dalla loro regina, in questi tantra, si riuniscono nei cimiteri o luoghi di cremazione. Il simbolismo iconografico dell’Anuttara Tantra è caratterizzata dalla presenza di Dakini in un aspetto irato, terrifico. Ma non sono assolutamente da confondere con demoni o diavoli conosciuti dalla cultura occidentale! Nel Buddhismo si parla di dimensioni della mente. L’aspetto terrifico è un aspetto protettivo contro le negatività della stessa mente e dissolve gli ostacoli della mente stessa!
Per esempio, la Dakini Simhamukha, in aspetto terrifico, è una manifestazione della coscienza illuminata e della compassione dei Buddha! In certi momenti, è necessario che i Buddha mostrino un volto irato, proprio come un genitore quando vuole avvisare di un pericolo incombente i figli indisciplinati che continuano ad avvicinarsi al fuoco.
I commenti ai Tantra composti dai Lama spiegano che proprio perché nel mondo c'è tanta rabbia, odio e violenza - nel corso di questo Kali Yuga - i Buddha e i bodhisattva hanno manifestato una tale profusione di aspetti irati su cui fare pratiche di meditazione. Lo scopo è la trasformazione dell’energia negativa delle emozioni di odio e rabbia (che generano violenza, caos e distruzione) in energia positiva, in una mente illuminata, a beneficio di tutti gli esseri.
Questa trasformazione per eccellenza è il metodo dell’Anuttara Tantra: la trasformazione o trasmutazione di energia delle emozioni negative (klesha) in una consapevolezza illuminata (jnana). Ciò è possibile perché i fenomeni non hanno una esistenza intrinseca, e questo è vero anche per l'energia delle nostre emozioni. Fenomeni e manifestazioni di energia sono intrinsecamente vuoti e vacui (Shunyata), e quindi è possibile trasformare il negativo in positivo. Questo metodo va al di là del metodo dei Sutra, vale a dire la rinuncia della vita nel mondo e il prevenire emozioni negative o passioni a tutti i costi. Nel Tantra non si evita il mondo, bensì ci si addentra ancor più nel mondo, nelle emozioni e li si trasforma. Una via ardua, che necessita di un vero insegnante spirituale, e una vera motivazione di trasformare la propria mente.

 

IL CANTO di MILAREPA

Quando guardo il volto del mio guru e ascolto le sue parole,
Io, il mendicante, mi sento commosso dal prana nel mio cuore.
Esso deriva il rispetto e la venerazione
per ricordare gli insegnamenti del mio guru.
Le sue benedizioni compassionevole penetrare me;
tutti i pensieri distruttivi svanire.
Il mio canto sincero Pensieri diritto sul mio Guru
è stato probabilmente sentito da Te, mio Maestro;
Tuttavia, sono ancora al buio.
Vi prego abbiate pietà di me e mi danno la tua protezione!
Incrollabile perseveranza
è il sacrificio più alto per il mio Guru.
Il modo migliore per far piacere
Continua il difficile compito di meditazione!
Vive da sola in questa grotta
è il servizio più nobile di Dakini;
essendo io stesso un devoto del dharma sacra
è il miglior servizio al buddhismo.
Dedicare la mia vita è la meditazione
Aiutare la mia creatura indifesa singoli!
Amore e morte, la malattia è una benedizione
in base al quale i peccati vengono puliti;
respingerli vietato gli aiuti alimentari
per conseguire la realizzazione e l'illuminazione;
per riparare i debiti che ho con il mio guru padre
I meditate, meditate ancora e ancora.
Oh, il mio guru, mi protegga;
aiutare questo mendicante a rimanere sempre presso l'Eremo.


Torna alla sezione: Articoli di Dharma