Quando affrontiamo per la prima volta l’idea di meditare sulla morte possiamo avere una reazione di sconcerto. Forse pensiamo che la meditazione dovrebbe avere come oggetto delle esperienze felici, mentre la morte e le cose a essa associate, lacrime di dolore, abiti neri, scheletri e cimiteri evocano sentimenti di timori e panico. Consideriamo la morte come la negazione della vita, della bellezza e della felicità: appartiene al regno dell’indicibile, dell’impensabile. Ma perché siamo incapaci di accettare la morte con la stessa calma con la quale accettiamo che i fiori freschi di ieri siano appassiti oggi? Il cambiamento, la disintegrazione e la morte sono aspetti naturali ed inevitabili dell’esistenza. Il buddhismo spiega la morte come la separazione della mente dal corpo, dopodiché il corpo si disintegra e la coscienza continua in un’altra vita. L’ego convenzionale o Io, che dipende dall’attuale combinazione di mente-corpo, termina al momento della morte, mentre una diversa immagine del sé sorgerà con la nuova vita. La morte è pertanto non una cessazione ma una transizione, una trasformazione. Alla radice del nostro malessere e della nostra negazione c’è la ignoranza. Noi ci aggrappiamo all’immagine che abbiamo di noi stessi come a qualcosa di permanente e immutevole e vogliamo viverla per sempre. Questo desiderio può non essere conscio, esprimibile in pensieri o parole, ma è definitivamente presente ed è il motivo per cui istintivamente fuggiamo, lottiamo o proteggiamo noi stessi quando la nostra vita è minacciata. Questo non vuol dire che c’è qualcosa di sbagliato nel cercare di soprav-vivere: la vita è davvero molto preziosa, ma sarebbe utile esaminare la natura dell’io che non vuole morire. Il difetto non sta nel desiderio di prolungare la vita, ma nell’idea fondamentale di chi o che cosa siamo veramente. “Chi sono io, il corpo o una parte qualunque di questo composto di ossa, sangue e carne?” “Sono la mia coscienza?” “Sono qualcosa oltre il corpo e la mente?” La comprensione della vacuità o la non-esistenza di un Io autonomo e permanente ci libera dal timore della morte e da tutti i timori e le concezione errate. Fino a che non si raggiunge quel punto, è importante conservare la consapevolezza dell’impermanenza e della morte. Il principale beneficio della pratica di questa meditazione è che ci obbliga a decidere quali atteggiamenti e attività hanno veramente valore. La vita umana è altamente significativa per le opportunità che provvede alla nostra crescita spirituale sviluppando il nostro amore, comprensione, chiarezza, saggezza e, alla fine, la realizzazione dell’illuminazione. Ciascuno di noi ha questo potenziale. Ma la vita è breve. La morte può arrivare in qualunque momento e il morire, senza aver intrapreso l’unico lavoro che abbia un beneficio duraturo sia per noi che per gli altri, sarebbe molto sfortunato. La nostra vita attuale e le nostre esperienze sono passeggere: aggrapparsi a qualcosa in questo mondo è come cercare di afferrare un arcobaleno. Se lo terremo sempre in mente non sprecheremo tempo in scopi mondani ma l’occuperemo saggiamente evitando quello che è negativo, e quindi anche la causa dell’infelicità, coltivando ciò che è positivo e di conseguenza, la causa della felicità. Il modo in cui viviamo la nostra vita influisce inevitabilmente sulla nostra morte. Se viviamo pacificamente moriremo in pace, ma se manchiamo di prendere nella giusta considerazione la morte, e di conseguenza di prepararci ad essa, è probabile che moriremo con paura e con ripianti: stati mentali che si aggiungeranno alla nostra sofferenza. A: L’inevitabilità della morte Tutti dobbiamo morire: Noi pianifichiamo per i giorni, i mesi e gli anni a venire i nostri progetti e le nostre attività, ma sebbene la morte sia il solo evento certo, essa non fa mai parte dei nostri progetti. Per generare un’esperienza dell’inevitabilità della morte, per prima cosa ricordatevi delle personalità del passato: governanti famosi e scrittori, musicisti, filosofi, santi, criminali e persone ordinarie. Tutte queste persone, una volta erano vive, hanno lavorato, pensato e scritto; hanno amato e lottato, hanno goduto la vita e sofferto, ed infine sono morte. C’è mai stato qualcuno che sia vissuto senza dover morire?
Per quanto saggia, ricca, potente o famosa possa essere una persona, la sua vita deve finire. E’ questo è vero per tutti gli esseri viventi. Malgrado i progressi della scienza e della medicina, non c’è ancora nessuna cura contro la morte e nessuno ha la speranza di poterla eliminare B: La durata della vostra vita diminuisce costantemente
Il tempo passa: i secondi diventano minuti, i minuti diventano ore, le ore diventano giorni, i giorni diventano anni e voi vi avvicinate sempre più alla morte.Mantenete per qualche tempo la vostra consapevolezza sull’esperienza di questa corrente ininterrotta del tempo che vi trasporta verso la fine della vostra vita.Se foste sul punto di cadere da un aeroplano senza paracadute, sarete pienamente consapevoli della prossimità della morte. Immaginate che questo è quello che vi sta effettivamente succedendo e controllate i pensieri e sentimenti che attraversano la vostra mente. C-: La quantità di tempo della vostra vita dedicata allo sviluppo della vostra mente è molto ridotta. Ammesso che solo la mente continui dopo la morte, la sola cosa che avrà qualche valore quando morirete sarà l’energia positiva e costruttiva creata proprio durante la vostra vita. Ma quanto tempo dedicate effettivamente a capire la vostra mente, ad essere gentili con gli altri, a sviluppare saggezza e compassione?Quante ore dormite mediamente al giorno? Quante ore lavorate? Quante ore passate a mangiare, a socializzare? Quanto tempo passate a sentirvi depressi, frustrati, annoiati, in collera, pieni di risentimento, gelosi, pigri o critici? Ed infine quanto tempo passate cercando coscientemente di migliorare il vostro stato mentale? D: L’incertezza del momento della morteLa durata della vita è incerta: Se gli esseri umani morissero a un’età precisa, diciamo ottant’anni, avremmo molto tempo per prepararci alla morte. Ma non esiste una tale certezza e la morte ci coglie prevalentemente di sorpresa.La vita può finire in qualsiasi momento: alla nascita, nell’infanzia, nell’adolescenza, all’età di ventidue, oppure cinquanta anni. Anche se adesso siamo giovani e sani, non c’è alcuna garanzia che vivremo ancora a lungo. Possiamo sperare di vivere fino all’età di settanta, oppure ottant’anni, ma non possiamo essere certi di poterlo fare. Non possiamo essere nemmeno certi che non moriremo più tardi, nel corso della giornata. E’ molto difficile essere convinti che la morte potrebbe avvenire in qualsiasi momento. Abbiamo la tendenza a credere che, poiché siamo sopravvissuti fino a oggi, così la prosecuzione della nostra vita sia sicura, ma migliaia di persone muoiono ogni giorno e pochi tra loro lo avevano previsto. E: Vi sono molte cause di morte
Ogni giorno abbiamo notizie di qualche disastro o di altre catastrofi: terremoti, incendi, tempeste, alluvioni, terrorismo, che provocano la morte di migliaia di esseri umani… Per quelli di noi che si sentono lontani e al sicuro da morte violente di questo tipo, ci sono cause di morte più banali come: gli attacchi di cuore, il cancro ed altre malattie mortali; Gli incidenti d’auto ed aerei, gli annegamenti e l’omicidio. Anche delle cose che hanno il compito di aiutare e proteggere la vita possono provocare la morte: il cibo e le medicine, se ingerite impropriamente, possono portare alla morte. Infine c’è la vecchiaia che non risparmia nessuno. La gente muore nel sonno, nell’utero materno, tornando a casa dal lavoro, andando a scuola, sui campi da gioco e mentre prepara la cena. Contemplate queste situazioni. F: Il corpo umano è molto fragile: Il corpo fisico è estremamente vulnerabile, si può ferire e rompere facilmente. Nel giro di pochi minuti può trasformarsi e da forte ed attivo diventare disperatamente debole e pieno di dolori. In questo momento potete sentirvi sani, sicuri e pieni di energia, ma una cosa piccola come un virus o tanto insignificante come una spina può assorbire la vostra forza e provocare la vostra morte.
PARTE 2: IL FATTO CHE SOLO LA CONOSCENZA SPIRITUALE VI PUO' AIUTARE AL MOMENTO DELLA MORTE: Niente di tutto quello che abbiamo acquisito o accumulato durante la nostra vita in termini di famiglia ed amici, ricchezza, potere, esperienze di viaggi e così via, ci segue dopo la morte. Solo il flusso della nostra coscienza continua portando in sé le impronte di tutto quello che abbiamo pensato, sentito, detto e fatto. Dovremmo cercare di morire in pace con noi stessi, sentendoci soddisfatti di come abbiamo vissuto la nostra vita e senza lasciarci dietro dei conflitti irrisolti con delle persone. Listen Read phonetically Le uniche cose da cui trarremo momentaneamente beneficio al momento della morte saranno le impronte lasciate dallo sviluppo del nostro amore, della nostra saggezza, pazienza, compassione ed altre attitudine positive. Se possiamo renderci conto di questo adesso, avremo l’energia e la determi-nazione di vivere una vita significativa. Potete provare una forte sensazione di questa realtà esaminando i seguenti tre punti visualizzando voi stessi in punto di morte. A: I vostri beni e i vostri piaceri non possono aiutarvi : mentre siete sdraiati sul vostro letto di morte, e il vostro corpo diventa sempre più debole ad ogni istante, a che cosa pensate? Quando siete infelici o malato generalmente vi rifugiate in comodità materiali, ma il cibo, le medicine, il sonno, la musica, il sesso, le droghe o l’alcool possono aiutarvi adesso? Pensate ai vostri bene, a tutte quelle cose che avete tanto faticato ad ottenere per soddisfare le vostre necessità e desideri: come possono aiutarvi adesso? Cercate di riconoscere la vostra dipendenza da queste cose e ricordatevi che non potete portare nessuna di queste con voi. Non solo non possono aiutarvi al momento della morte, ma il vostro attaccamento ad esse sarà solo un ostacolo a morte serena. B: Quelli che amate non possono aiutarvi: Cercherete aiuto specialmente presso i vostri cari che sentono per voi molto interesse ed affetto e chi vi hanno dato tanto conforto e tanta sicurezza. Ma adesso, mentre la vostra coscienza scivola via, non possono fare molto per voi: siete totalmente soli nella vostra esperienza di morte. Aggrapparsi ai propri cari, e sentire del dolore al pensiero di separarsi da loro, creerà solo agitazione nella vostra mente e renderà impossibile una morte serena. Ammettete l’attaccamento che avete per la vostra famiglia e per i vostri amici, rendetevi conto che è assolutamente inappropriato sentire un attaccamento così forte sia nella vita che nella morte. C: Il vostro stesso corpo non potrà esservi d’aiuto: Il vostro corpo è stato il vostro compagno costante sin dalla nascita. Lo conoscete più intimamente di qualunque altra cosa o persona. Ne avete avuto cura, lo avete protetto, vi siete preoccupati per lui, lo avete mantenuto nelle comodità e sanno, lo avete nutrito e pulito, con lui avete provato tutti i tipi di piacere e dolore: è stata la proprietà cui avete dato maggiormente valore Ma adesso state morendo e questo significa che verrete separate dal vostro corpo che diventerà debole e di conseguenza completamente inutile: lo abbandonerete ed è destinato al cimitero. Di quale utilità potrà essere adesso? CONCLUSIONE - E’ Possibile che vi sentiate depressi o preoccupati dopo aver fatto questa meditazione. Da un latto questo dimostra che avete preso sul serio le idee e che le avete contemplate bene, Ma dimostra anche che siete arrivati ad una conclusione errata e non sarebbe saggio finire la vostra sessione in un stato mentale del genere. Ricordatevi che la morte è solo un aspetto naturale ed inevitabile della vita e che è la vostra incapacità ad accettarla come tale che vi spaventa. Il timore e il dispiacere sorgono a causa di un aggrapparsi non realistico ad un Io permanente, se ci ricordiamo della morte in modo sereno ed aperto, questo attaccamento all’ diminuirà permettendoci di essere attenti e di fare ogni azione positiva e benefica per noi e per gli altri. Una consapevolezza della morte ci dà un’enorme energia per non sprecare la nostra vita, e per viverla nel modo più significativo.
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