Traduzioni di Dharma

La dottrina di Shunyata (vacuità)
presentata da:. .. Il Wanderlilng
http://www.angelfire.com/electronic/bodhidharma/Shunyata.html
Trad. di Aliberth Meng (Centro Nirvana)

 
    home page      traduzioni di Dharma      articoli di Aliberth      testimonianze      maestro Zenmar      eventi      photogallery      news      link         

 

Shunyata (vacuità), è un altro di quei termini mainterpretati e malintesi cronici che così spesso si presentano nel buddhismo e nelle cose-Zen. Il principale motivo è perché Shunyata è così interconnesso sia nel Mahayana che nel concetto generalmente accettato come la "Via di Mezzo" buddhista, che lo si intende proprio come la "Via di Mezzo".  Vi è pure il termine Samsara, che è preso per significarla, ed io prendo a prestito una diretta citazione dall’ articolo su Te-Shan, "la ruota tipica che gira nel giardino, tipo tutte le persone della popolazione che vive nel Samsara", che significa solo,‘il quotidiano mondo di coloro la cui realizzazione non è ancora realizzata’. Esso è direttamente l’opposto di Nirvana, cioè quello che da alcuni è considerato come lo Stato Illuminato.

Così come la "Via di Mezzo", Shunyata è quindi considerato come essere nel centro, a metà strada tra i due, perché è appunto la "Via di Mezzo". Shunyata finisce per essere raffigurata, ad esempio, come il fulcro di una trottola che gira, con il comune Samsara di tutti i giorni equilibrato da una parte, Shunyata nel mezzo, e l’Illuminato Nirvana all'altra estremità. Il problema di una tale anologia, oltre ad essere evidentemente non così, è che si crea un dualismo che non c'è. .. Samsara da un lato, e Nirvana, dall'altro. In realtà, Shunyata non è il fulcro bilanciato che li tiene in equilibrio, Shunyata è l’INTERO, onnicomprensivo, compreso e comprendente. L’Illuminazione NON è Nirvana, e Nirvana NON è l’Illuminazione. Shunyata, il suono di una sola mano che batte, è… che cos’è. ..? Bene, allora leggiamo:

“Tutto ciò che può essere concettualizzato è perciò relativo, e ciò che è relativo è Shunya, vuoto. Poiché la Verità Assoluta è inconcepibile, anch’essa è Shunya. Shunyata, vacuità o vuoto, è condivisa sia dal Samsara che dal Nirvana. In ultima analisi, la vera realizzazione di Nirvana è la comprensione corretta del Samsara” (Nagarjuna).

I. Visione Generale di Shunyata.

Duemilacinquecento anni fa, il Buddha fu in grado di realizzare la "Vacuità" (Shunyata). Facendo questo, egli liberò se stesso dall’angoscia e dall’insoddisfazione (sancr. dukkha). Dal punto di vista dell’Illuminazione, Shunyata è la realtà di tutti i fenomeni e le esistenze mondane (sancr. dharma). E’ la realizzazione di Bodhi-Prajna (Risveglio-Saggezza). Dal punto di vista della Liberazione, Shunyata è l'abile-mezzo che districa se stessi dalle contaminazioni e dall’insoddisfazione. La vera realizzazione di Shunyata porta a non attaccarsi né aggrapparsi più a nulla. Essa è l'abile-mezzo per l’Illuminazione ed è anche il frutto stesso dell’Illuminazione.

Per tutti noi ci sono due modi di comprendere questo concetto di Shunyata nel contesto Mahayana. Un modo è di cercare di capirne la spiegazione circa la sua vera natura. L'altro modo è attraverso la realizzazione pratica. Ciò che ora ci accingiamo a discutere è proprio riguardo alla sua vera natura. Gli insegnamenti del Mahayana hanno sempre considerato che la comprensione della Shunyata è una realizzazione estremamente difficile e straordinariamente profonda.

Ad esempio, il Prajna-paramita-Sutra dice "Ciò che è profondo, ha come suo significato Shunyata, e il non-attaccamento. Le sue implicazioni non sono né la forma né le azioni, né il sorgere e né lo svanire…" Ancora, nel Dvadasanikaya-Sastra (scritto da Nagarjuna e tradotto in Cinese dal monaco Kumarajiva, nel 408 d.C.) si dice: "La suprema saggezza è la cosiddetta Shunyata".

Questa Shunyata, cioè non-produzione, immobilità ed estinzione (nirvana), negli insegnamenti del Mahayana ha un significato profondo. Perché lo consideriamo come l’insegnamento il più profondo? Perché non c’ è alcun tipo di conoscenza mondana, come i generali studi della scienza o filosofia, che possa portare alla realizzazione dello stato di Shunyata. L'unica strada verso la sua realizzazione è tramite la suprema saggezza di una mente priva di passioni e di discriminazioni. Essa è al di là della comune comprensione del mondo.

 

II. Il significato di Shunyata e della Cessazione

Il Buddha ha sempre usato i termini ‘shunya’ (vuoto, nulla), non sorgere e non svanire, immobilità ed estinzione, per spiegare il profondo significato di Shunyata e Cessazione. Gli insegnamenti del Buddha che furono descritti in parole, sono generalmente comuni alla comprensione mondana. Se si interpretano gli insegnamenti in modo superficiale dalle parole e dai linguaggi utilizzati, uno otterrà solo la conoscenza mondana e non l’implicazione più profonda degli insegnamenti. Per di più, si veda in una simile vena David Hume, il quale disse che la conoscenza non è ottenuta da un ragionamento a priori, ma sorge interamente dall’esperienza, quando scopriamo che qualsiasi particolare oggetto (o fenomeno) è costantemente collegato e congiunto l’un l’altro. Gli insegnamenti del Buddha hanno il loro contesto ultra-mondano che è al di là della comune conoscenza del mondo.

Per esempio, sia Shunyata che lo stato di Nirvana, in cui non vi è alcun sorgere né svanire, sono entrambe interpretate dalla maggior parte delle persone come uno stato di non-esistenza e oscurità. Esse non riescono a capire che, al contrario, Shunyata ha un significato sostanziale e positivo.

I Sutra spesso usano la parola "grande vuoto" per spiegare il significato di Shunyata. In generale, noi intendiamo il "grande vuoto" come qualcosa che non contiene assolutamente nulla. Tuttavia, da una prospettiva buddhista, la natura del "grande vuoto" implica un certo qualcosa che non ostacola né impedisce le altre cose, in cui tutta la materia svolge le proprie funzioni. Materiali sono le forme, che per loro natura, implicano l'ostruzione. La particolare caratteristica del "grande vuoto" è la ‘non-ostruzione’. Il "grande vuoto", quindi, non è un ostacolo per le forme materiali. E poiché il "grande vuoto" non presenta tendenze ostruttive, esso serve come base per far funzionare la materia. In altre parole, se non vi fosse il "grande vuoto", né la sua caratteristica di non-ostruzione, per il mondo materiale sarebbe impossibile esistere e funzionare.

Il "grande vuoto" non è separato dal mondo materiale. Quest'ultimo dipende dal primo. Possiamo affermare che nel buddhismo il significato profondo di Shunyata e la natura del Shunyata mette in evidenza la natura non-ostruttiva del "grande vuoto". Comunque, Shunyata non implica il "grande vuoto". Invece, essa è la base fondamentale di tutti i fenomeni (forma e mente). E’ la vera natura di tutti i fenomeni, ed è il principio di base di ogni esistenza. In altre parole, se l'esistenza dell'universo non fosse vuota né impermanente, allora tutti i conseguenti fenomeni non avrebbero potuto sorgere a causa della coesistenza di varie cause e non vi sarebbe né il sorgere, né lo svanire. Ecco perché la natura di Shunyata è di significato positivo!

Immobilità ed estinzione sono l'opposto di sorgere e svanire. Essi sono un altro modo per esprimere che non vi è alcuna crescita né diminuzione. Crescita e diminuzione (come pure sorgere e svanire) sono le comuni caratteristiche dell’esistenza mondana. Tutti i fenomeni sono sempre tutti in un ciclo di continuo sorgere e svanire (crescita e diminuzione). Tuttavia, la maggioranza delle persone sono solo concentrate sul vivere (crescita). Esse pensano che l'universo e la vita siano la realtà di una continua e continuata esistenza.

Il Buddhismo, d'altro canto, promuove il valore di una continua cessazione (estinzione). Questa cessazione non implica che tutto cessi di esistere. Al contrario, essa è solo uno stato nel continuo processo dei fenomeni. In questo mondo materiale, o quello che noi chiamiamo "questa condizione di esistenza", alla fine tutto si estingue. La cessazione è la dimora definitiva di tutto ciò che esiste. Poiché la cessazione è lo stato calmo o quieto dell’esistenza e l'effettivo rifugio di tutti i fenomeni, essa è anche la base fondamentale per tutte le attività e funzioni.

  Il Buddha Amitabha che fu, ed è, venerato e lodato dai buddhisti di tutto il mondo, irradia indefinita luce e vita da questo "stato di cessazione". Questo stato è un continuo processo di calma e quiete. Esso sarà l'effettivo rifugio per tutti noi. Se riflettiamo attentamente sulle definizioni di calma-quiete ed estinzione, allora possiamo dedurre che esse sono i veri e naturali punti-finali della crescita e diminuzione (e del sorgere e svanire). La vera natura del ciclo di crescita e diminuzione (sorgere e svanire) è la calma-quiete ed estinzione. A causa di questa natura, il caos e tutti i conflitti nello stato di crescita e diminuzione, alla fine dovranno necessariamente cessare. Questo è raggiungibile con la realizzazione di prajna (suprema saggezza).

 

III. Contemplare le Implicazioni di Shunyata e Quiete (Nirvana) Osservando i Fenomeni del Mondo.

Tutte le forme di esistenze esibiscono la natura-Vacuità e la natura-Nirvana. Queste nature sono la vera realtà di tutta l'esistenza. Per realizzare la verità, dobbiamo contemplare e osservare la nostra esistenza mondana. Noi non possiamo realizzare ciò che è precedente senza osservare ciò che poi accade. Consideriamo questo estratto dal Sutra del Cuore, "Solo quando il Bodhisattva Avalokitesvara praticò la profonda saggezza della Prajna-paramita egli arrivò a realizzare che i cinque aggregati, cioè gli oggetti materiali e mentali (skandha), erano del tutto vuoti".

La profonda saggezza (prajna) ci fa realizzare che tutto ciò che esiste è di natura-Vacuità. I sutra dimostrano che il profondo principio può essere compreso se si contemplano e si osservano i cinque ‘skandha’. Noi non siamo in grado di realizzare la verità cercando qualcosa che sia al di là del mondo materiale e mentale. Il Buddha, utilizzando la sua perfetta saggezza, osservò l’esistenza mondana dai vari aspetti e implicazioni, ed arrivò a comprendere tutte le forme di esistenza.

In sintesi, ci sono tre vie per questa osservazione:

a)     Si dovrebbe osservare la situazione precedente e lo stato attuale delle condizioni. Vale a dire, ‘Osservazione secondo il concetto di tempo’.

b)     Dovremmo osservare le esistenze secondo le loro interrelazioni. Cioè, ‘Osservazione tramite il concetto di spazio (sia a due o tre dimensioni).

c)      Occorre osservare la vera natura di tutti i miriadi di esseri. E ciò è come osservare l’esistenze mondane di un punto, di un’area e di una zona. Coloro che possiedono la suprema saggezza comprendono la vera natura di tutte le esistenze mondane osservandone verticalmente le relazioni tra le condizioni precedenti e quelle attuali, e orizzontalmente le loro interrelazioni. In questo modo si sarà in grado di comprendere il vero senso di natura-Vacuità e natura-Nirvana.

1. Osservando la fase precedente e la fase attuale delle condizioni, si può verificare la legge di Causa ed Effetto, o dell’Impermanenza di tutte le esistenze mondane. Tutte le forme dell’esistenza, siano esse materiali o mentali, il mondo materiale, gli stati fisici o mentali degli esseri senzienti, tutti sono soggetti a continui cambiamenti.

Il mondo può avere alcuni stati di esseri, in cui essi sono statici o in equilibrio su base temporanea (per esempio, l’ibernazione). Ma quando li si osserva con la saggezza suprema, troveremo che non solo essi continuano a cambiare nel corso degli anni, ma anche che questi cambiamenti avvengono perfino ad ogni breve istante. Dopo che l'attuale stato delle condizioni ha cessato di esistere, un neo-formato stato si materializza. Questo è lo stato di crescita e diminuzione (o del sorgere e svanire). Il sorgere e svanire di ogni minimo momento rivela che tutte le esistenze sono sempre in un costante e mutevole movimento e cambiamento.

Studi convenzionali hanno dato buone spiegazioni di queste sempre-mutevoli condizioni del mondo. Tuttavia essi, tra cui anche quelli di praticanti del Dharma, cercano di creare un senso di realtà da queste sempre-mutevoli esistenze mondane. Cioè, essi sono ingannati dall’esistenza materiale e non sono in grado di comprendere la verità più profonda di tutta l’ esistenza.

Solo coloro che possiedono la suprema saggezza dei Buddha e Mahabodhisattva possono realizzare e comprendere che tutte le esistenze sono mere ‘illusioni’. Essi comprendono che le esistenze non sono reali dall’osservazione del flusso di esistenza mutevole. Le numerose esistenze illusorie possono essere ben diverse e confondere, ma esse sorgono e svaniscono. E, quando si guarda alla loro vera natura, si troverà che sono ‘vuote’ e di natura-Nirvana.

D'altra parte, dato che tutte le esistenze sono di natura-Nirvanica, dalla prospettiva del tempo esse appaiono essere sempre mutevoli. Esse non restano mai le stesse neanche per un brevissimo istante. L’Impermanenza implica che le esistenze non hanno un’entità permanente. E questa pure è un altra implicazione della natura di Shunyata e della sua immobile-quiete.

2. Dall’osservazione dell’esistenza tramite le inter-relazioni, possiamo concludere che nella Legge di Causa ed Effetto (Causazione), nulla è indipendente, e che tutto è senza ‘ego’. Ad esempio, il Buddha spiega che il singolo essere senziente è composto di fenomeni fisici, fisiologici e psicologici. E che il cosiddetto Ego è un’ingannevole illusione che in realtà non esiste. L’eliminazione di questa illusione ingannevole è congetturata come ‘Morte dell’Ego’. La sua esistenza dipende dalla combinazione di fattori sia fisici che mentali. La sua è solo un’unione di fenomeni organici. Poi, noi chiamiamo così il nostro ego empirico. E’ un grosso errore aggrapparsi ad esso come un infatuato ‘ego’.

Il concetto Indiano di ‘supremo spirito’ implica qualcuno che comanda. Lo spirito è il sovrano che è auto-dipendente e indipendente da tutte le altre cause. In altre parole, lo spirito è Colui che è libero da qualsiasi causa primaria e secondaria (per aspetti fisici e mentali). Lo spirito è Colui che è l'anima del proprio corpo e mente. Questo è il vero ’ego’, o Spirito supremo, a cui i teologi si aggrappano. Dal loro punto di vista, l'unico modo per evitare il decadimento fisico e mentale è di essere auto-determinato e auto-sovrano. In questo modo, l'Essere Supremo può rimanere permanente nel ciclo della reincarnazione, e ritornare alla realtà assoluta liberando se stesso dalla vita e dalla morte.

Ma dalla profonda contemplazione e saggezza dei Buddha e Mahabodhisattva, sappiamo che non c’è una tale realtà. Invece, l’assenza di ego (Anatta, il concetto del non-sé, nel buddhismo) è l'unica via per capire la realtà della vita illusoria. Tutte le esistenze sono soggette alla Legge delle Cause e Condizioni. Queste, includono fin le più piccole particelle, il rapporto tra gli atomi, i pianeti, e il rapporto tra di essi, fino ad includere l’intero universo! Dalle più piccole particelle fino alle più grandi forme materiali, non esiste nessuna identità assoluta che sia indipendente.

L’assenza di ego (non-sé) implica caratteristiche vuote (vacuità) di tutta l'esistenza. L’assenza di ego (non-sé) significa la non esistenza di identità permanente del ‘sé’ e dell'esistenza (Dharma). Shunyata sottolinea la caratteristica vacuità del sé e dell'esistenza (Dharma). Shunyata e l’assenza di ‘sé’ (non-sé)  hanno analoghi attributi. Come abbiamo visto prima, possiamo osservare il significato profondo di Shunyata dalla prospettiva delle relazioni inter-dipendenti. Considerando la natura-di-Dharma e la condizione-di-Nirvana, tutte le esistenze sono irrilevanti, immateriali, e della natura del vuoto. Perciò noi vediamo ogni esistenza come indipendente l'una dall'altra. Ma però non siamo in grado di trovare una qualsiasi materia che esista indipendentemente da tutto il resto. Quindi, l’assenza di ego implica anche la natura di Vacuità!

3. Dall'osservazione di tutte le esistenze, possiamo inferire la teoria di Nirvana e la cessazione totale e finale di tutti i fenomeni. Dal punto di vista dei fenomeni, tutte le esistenze sono quindi differenti le une dalle altre, tanto da contraddirsi l’una con l'altra. Esse perciò non sono che il Caos (Hun-Tun). In realtà, la loro esistenza è illusoria e sorge dalla ‘causazione’ condizionata. Da un lato, le esistenze sembrano esistere, però dall'altro, non esistono. E così i fenomeni, essi sembrano essere uniti, ma però sono così diversi fra loro. Tuttavia, sembra che essi esistano e che poi cessino! In ultima analisi, tutto è destinato a ritornare alla totale armonia e tranquillità. Questa è la natura di tutta l'esistenza. E’ il luogo dell'ultimo riposo per tutto. Se sapremo comprendere questa realtà e rimuovere le nostre illusioni, potremo trovare questo stato di completa armonia e tranquillità.

Tutte le nostre contraddizioni, impedimenti, ostacoli e confusione, saranno convertiti in equanimità. Liberi dall’illusione, la più completa calma-e-quiete sarà il risultato dell’ottenimento del Nirvana. Il Buddha sottolineò il significato di questa realizzazione e incoraggiò la contemplazione profonda e diretta della natura del Vuoto. Egli disse, "Poiché non vi è un’auto-natura assoluta, ecco perché tutte le esistenze mostrano la natura del Vuoto. E poiché vi è il Vuoto, non vi è alcun nascere né svanire. Poiché non vi è alcun nascere né svanire, quindi tutte le cose sono fin dall’origine in completa quiete e tranquillità. La loro auto-natura è Nirvana ".

Dal punto di vista del tempo e dello spazio, possiamo anche supporre che tutte le esistenze sono impermanenti, che tutte le esistenze non hanno alcun ‘sé’ permanente, e che il Nirvana è il risultato della cessazione di tutte le esistenze - le Tre Caratteristiche Universali. Non è che vi sono tre verità diverse. Piuttosto,  esse sono le caratteristiche dell'unica verità assoluta e la realtà ultima. Questa è la spiegazione della natura-di-Dharma e della condizione-di-Nirvana. Le tre caratteristiche sono una sola ed unica caratteristica, e viceversa!

Noi possiamo coltivare la nostra meditazione, contemplando l’impersonalità di tutte le esistenze. Questo ci porterà all’Illuminazione tramite il Sentiero della Vacuità. Contemplare il Nirvana e la calma-e-quiete più totale conduce all'illuminazione tramite il Sentiero della Non-forma (l’immaterialità della forma). E infine, contemplare l’Impermanenza di tutte le esistenze, conduce all'illuminazione tramite il Sentiero della Non-azione (nessun desiderio).

Le Tre Caratteristiche Universali sono le altre implicazioni della natura-di-Dharma e del Nirvana. Ed anche i Sentieri per l'illuminazione sono la causa stessa della Realtà Assoluta. Tutti loro ritornano alla natura-di-Dharma ed alla condizione-di-Nirvana. In breve, gli insegnamenti del Buddha partono dalla osservazione e contemplazione di tutti i fenomeni del mondo. Essi sono come le migliaia di ruscelli d'acqua che competono gli uni contro gli altri, e che scorrono dalla cima dei monti verso il basso. Alla fine, tutti loro ritornano al mare della Vacuità ed al Nirvana.

 

IV. Shunyata e Cessazione è la Verità (Natura) di Tutte le Esistenze.

Tutte le forme di esistenza che sono riconosciute dalla comprensione del mondo, sia materialmente, spiritualmente o intellettualmente, sono sempre state mal-comprese da noi. Ci aggrappiamo ad esse come se fossero reali, fisicamente esistenti e permanenti. In realtà, esse sono solo nomi irreali.

Il più preciso significato del termine "nome irreale" è "assunto" o "ipotesi". Cioè, un nome empirico. Esso è costituito dalla combinazione di differenti e diverse cause ed effetti. (inclusi gli effetti della coscienza mentale). E’ un qualcosa che non esiste di per sé. Tutte le cose esistono relativamente. Quindi, qual è la verità ultima? Se indaghiamo ulteriormente l’esistenza, potremo realizzare che tutte le esistenze sono vuote. Questa è la caratteristica fondamentale e la vera realtà di tutta l'esistenza. E’ ultima ed assoluta. Ma non dobbiamo pensare che il ‘vuoto’ significhi il nulla. In realtà, esso implica lo svincolarsi dal nostro fraintendimento mondano dell'esistenza di un sé, l'identità, e la realizzazione dell’Assoluto.

Nei Sutra e nell’Abhidharma, le comprensioni mondane a volte sono riferite come tutti i fenomeni (dharma). Shunyata è riferito come "natura-dei-dharma" e, di conseguenza, vi è una distinzione tra "fenomeni" e "Dharma-natura". Tuttavia, questa è solo una spiegazione-espediente per aiutarci a realizzare la verità di Shunyata attraverso i fenomeni di tutte le esistenze. Non dobbiamo pensare che "esistenza" e "natura", o "Dharma-fenomeni" e "Dharma-natura", siano qualcosa di contraddittorio. Essi sono solo concetti necessari per comprendere le implicazioni di Shunyata.

   Possiamo analizzare la spiegazione-espediente di "esistenza" e "natura (vacuità)" da due aspetti:
         a) La verità di Shunyata è la natura di ogni singola esistenza. Ogni passo che noi facciamo nella comprensione che ogni minima forma ha una natura che non è descrivibile a parole, è un passo avanti nella realizzazione della verità di Shunyata. La Shunyata della natura del Dharma è la stessa per tutti, non è distinguibile. Tuttavia, dal nostro illuso punto di vista, noi supponiamo che essa sia la natura di ogni singola esistenza e non una astratta natura comune.

         b), La Dharma-natura è meglio descritta come la caratteristica dell’equanimità di Shunyata. Essa non può essere descritta come molti, o uno e assoluto. (Uno è relativo ai molti!) Non si può dire che Dharma-natura sia differente dall’esistenza. Ma, allo stesso tempo, non si può dire che sia uguale all’esistenza. Tutto in tutti, Shunyata è la natura dell’esistenza. Anche se la realizzazione della ‘prajna’ (saggezza suprema) può sembrare superficialmente astratta, essa incarna idee molto consistenti e interessanti.


V. La Relazione tra i Fenomeni e Shunyata della Dharma-natura.

Dalle nostre discussioni di cui sopra, appare chiaro che l'esistenza e la natura non possono essere descritte come la stessa, o differente. Nell’insegnamento Mahayana, la teoria del "non lo stesso, né diverso" è indiscutibile. Tuttavia, al fine di adattarsi alle diverse basi spirituali del pensiero, gli antichi grandi praticanti hanno diverse spiegazioni.

   a) La "nétta Dharmalaksana sottolinea la teoria "dei fenomeni o caratteristiche delle cose", che è, "l'apparenza dei semi karmici alimenta il sorgere delle cose e viceversa". La Legge dell’Originazione Dipendente dei semi karmici spiega tutti i Dharma del mondo (mondani) e oltre il mondo (ultra-mondani). Quando questa "nétta spiega l’impermanenza, ed il sorgere e svanire di tutta l'esistenza, essa omette di menzionare la sua relazione con la Dharma-natura che è ‘non-sorgere e non-svanire’.

Secondo loro, sotto le definizioni di impermanenza e ‘sorgere e svanire’, i "semi karmici" appaiono e alimentano il sorgere delle cose e, a loro volta, possono essere formati. Pertanto, la natura di "non sorgere né svanire" non può essere la base di ogni esistenza.

Questa scuola è famosa per la sua particolare e attenta osservazione. Tuttavia, vi è la tendenza a fraintendere la teoria del ‘non sorgere-né svanire’ (l'eterna Dharma-natura) e la teoria del ‘sorgere e svanire’ (ciò che produce i dharma) considerandole così come due distinte identità. E questa non era certo l'intenzione degli studiosi della "nétta Dharmalaksana. Ecco perché quando noi ci distacchiamo dall'illusione del ‘sorgere e svanire’, e dalla Legge di Causa ed Effetto, vedremo la verità del Dharma-natura. Noi realizzeremo che i Dharma e la natura dei Dharma non sono né la stessa cosa, né sono cose diverse. Questa è la natura delle esistenze individuali, che sono al di là di ogni descrizione. Non vi è alcuna differenza dai Dharma. Differenziare il Dharma dagli aspetti di crescita ed estinzione, è come sottolineare la differenza tra la "natura" e i "fenomeni" (il che è inesatto).

    b) Le scuole Tien Tai, Xian-Shou e Chan (Zen) sottolineano la Dharma-natura. Esse si definiscono "Scuole della Natura" e la loro enfasi è la perfetta inter-comunione di tutte le cose. Riguardo alla equanimità del Dharma-natura, i fenomeni e tutte le cose sono incarnati nella ‘Natura-di-Dharma’. I fenomeni di Dharma che siano puri o illusori hanno tutti origine dalla Dharma-natura. Gli studiosi del Tien-Tai la chiamano "Natura-Incarnata": (Essa è la natura-di-Buddha, che comprende il bene ed il male). Gli studiosi del Xian-Shou dicono: "Essa origina dalla natura primordiale", e gli studiosi del Chan (Zen) dicono: "Essa è la natura che causa il sorgere delle cose".

Tutti i Dharma sono la Dharma-natura. Non sono diversi dalla Dharma-natura. Dharma e Dharma-natura non sono due identità distinte, così come non sono distinguibili "fenomeni" e "natura". In altre parole, non vi è alcuna differenza tra il principio (assoluto) e la pratica (relativa).

Questo implica anche che non vi è alcuna differenza tra le varie pratiche. Le scuole che sottolineano la Dharma-natura, non sottolineano le differenze. Tuttavia, gli studiosi che hanno frainteso le varie implicazioni di essa, si sono sempre attaccati ai principi (l’assoluto), ed hanno sottovalutato la pratica (il relativo). Questo non è sicuramente l'obiettivo delle scuole della "Dharma-natura".

    c) La Scuola Madhyamika, che è anche chiamata "Scuola della Shunyata", spiega la verità in modo diretto. Essi dicono che esistenza e Shunyata non sono né la stessa cosa e né sono diverse. Secondo la Scuola della Shunyata, tutti i Dharma originano da cause e condizioni. Pertanto la natura di tutti i Dharma è vuota. A causa della sua natura vuota, essa deve fare affidamento sulle cause e condizioni per sorgere.

In altre parole, tutti i Dharma sorgono da cause e condizioni, e tutti i Dharma sono vuoti nella loro natura. La Legge dell’Originazione Dipendente (esistenza) e la natura del vuoto (vacuità) non sono la stessa cosa né sono differenti. Esse esistono mutualmente. "Shunyata" ed "esistenza", come pure "natura" e "fenomeni", non sono in conflitto l’una con l'altra, e questa è la verità. Diversamente dagli studiosi della Setta Dharmalaksana, i quali spiegano che i Dharma esistono solo nell'aspetto dell’ Originazione Dipendente, o dagli studiosi del Dharma-natura che spiegano l'esistenza dei Dharma solo dall'aspetto del Dharma-natura, gli studiosi del Madhyamika spiegano la verità del Dharma da entrambi gli aspetti. Quindi, ecco perché essa è chiamata la Via di Mezzo, perché non pende né da un lato né dall’altro.

Queste sono le tre principali scuole dell’insegnamento Mahayana. I Dharma e la Dharma-natura assomigliano ai fenomeni mondani ed all’entità, ma non sono identici. Nell’insegnamento Mahayana, la Dharma-natura è la natura di ogni singolo Dharma. Non vi è alcuna ‘entità’ che causa l'apparire delle cose. Anche se i Dharma (fenomeni esistenti) e la Dharma-natura non sono identici, essi però non sono al di là dei Dharma (le esistenze). Non dobbiamo pensare che questi concetti siano troppo profondi o troppo elevati per noi. Realizzando il Dharma e la Dharma-natura, dall'esistenza (Dharma) tutta intorno a noi, allora la reale e profonda implicazione di Shunyata potrà essere rappresentata.


(Tradotta da Aliberth, nel mese di Guigno 2008, per conto del Centro Nirvana, senza scopo di lucro)