Traduzioni di Dharma


I 5 LIVELLI di TOZAN
Di ‘The Wanderling’ – trad. Di Aliberth Meng
Tratto da http://www.angelfire.com/realm/bodhisattva/five_ranks.html

 

I “Cinque Livelli di Tozan”, noti anche come “I Cinque Gradi di Tozan”, sono diverse gradazioni di realizzazione formulati dal maestro Chan (zen) Tozan Ryokai, noto in Cinese come Tung-shan Liang-Chieh (806-869).

Essi sono:

· L'Apparente all'interno del Reale:

[sho-chu-hen] Arrivare all’interno dell’Assoluto

· Il Reale all’interno dell’Apparente:

[hen-chu-sho] Arrivare all’interno del Relativo

· Provenire dall’interno del Reale:

[sho-chu-rai] Il Relativo all’interno dell’Assoluto


· L'Arrivo alla Reciproca Integrazione:

[ken-chu-shi] L'Assoluto all’interno del Relativo


· La Raggiunta Unità o Unificazione:

[ken-chu-to] L’Arrivo Istantaneo all’interno di Entrambi


I. L'Apparente all'interno del Reale: [sho-chu-hen]

La regola de "L'apparente all’interno del Reale" indica il livello dell’Assoluto, il livello in cui si sperimenta la Grande Morte, in cui si grida "KA!", si vede il Tao, e si entra nel Principio. Quando il vero praticante, pieno di energia grazie al suo studio segreto, alle realizzazioni meritorie, ed alle pratiche nascoste, irrompe improvvisamente a questo livello, "il cielo vuoto svanisce e la montagna di ferro crolla". "In alto, non vi è neppure una tegola che copra la sua testa; in basso, non c'è un solo centimetro di terreno su cui egli possa stare". Le passioni illusorie sono inesistenti, l’Illuminazione è inesistente, il Samsara è inesistente, il Nirvana è inesistente. Questo è lo stato della totale e vuota solidità, senza suoni e senza odori, come un chiaro laghetto di cui non si vede il fondo. E' come se tutti i fiocchi di nuvole fossero cancellati dal vasto cielo. Troppo spesso il discepolo, considerando che il suo conseguimento di tale livello è alla fine del Grande Problema e del suo discernimento della totale Via-del-Buddha, si aggrappa ad esso fino alla morte e non lo lascia andare. Un tale stato viene chiamato "l'acqua stagnante dello Zen", e un tale uomo è chiamato "lo spirito maligno che veglia sul cadavere nella bara". Anche se rimane assorbito in questo stato per trenta o quaranta anni, egli non riuscirà mai ad uscire dalla grotta dell’autocompiacimento e dai frutti minori ottenuti dai Pratyeka-buddha. Perciò è detto: "Chi non lascia questo livello con la sua attività, affonda in un mare velenoso". Egli è l'uomo che Buddha Shakyamuni chiamò "il folle che ottiene la sua realizzazione al livello del Reale". Perciò, puranco se egli rimane in questo nascosto luogo di quiete, di passività e di assenza tutto il tempo, col dentro ed il fuori che sono trasparenti e la sua comprensione perfettamente chiara, allorché la sua chiara intuizione [che egli ha acquisito attraverso la sua pratica] entra in contatto con le condizioni contaminate della differenziazione, dell’agitazione e della confusione, come l’agitazione e la rabbia, l’amore e l’odio, si troverà completamente impotente di fronte ad esse, e tutte le miserie dell'esistenza si imprimeranno ancora su di lui. E’ per salvarlo da questa grave malattia, che come espediente fu istituito il livello di "Il Reale all'interno dell’Apparente".


 

II. Il Reale all'interno dell’Apparente: [hen-chu-sho]

Se l’adepto fosse rimasto al livello di "L'Apparente all'interno del Reale", il suo giudizio sarebbe sempre stato vacillante e la sua visione pregiudiziale. Pertanto, il Bodhisattva della capacità superiore conduce invariabilmente la sua vita quotidiana nel reame detto delle [sei] polveri, il reame di tutti i tipi della continua evoluzione differenziativa. Tutti i miriadi di fenomeni che sono davanti ai suoi occhi - il vecchio e il giovane, l'onorevole e la plebe, le sale e i padiglioni, verande e corridoi, piante ed alberi, montagne e fiumi – egli li considera come il suo originale, vero e puro aspetto. E' come guardare in uno specchio luminoso e vedere la propria faccia in esso. Se per lungo tempo egli continua a osservare tutto ciò ovunque con questa radiante intuizione, tutte le apparenze di se stesso diventano il prezioso specchio intarsiato della sua stessa casa, ed egli stesso poi diventa proprio lo specchio intarsiato di casa sua. Dogen Zenji ha detto: "Sperimentare i multiformi dharma (fenomeni) attraverso l'uso di se stessi è illusione, sperimentare se stessi attraverso l’apparire dei multiformi dharma è ‘Satori’". Questo è proprio ciò che sto dicendo io. Questo è lo stato di "abbandonati mente e corpo, mente e corpo sono abbandonati". E' come due specchi che si riflettono reciprocamente l'un l'altro senza nemmeno l'ombra di un'immagine tra di essi. La mente e gli oggetti della mente sono una e la stessa cosa, le cose e se stessi, non sono affatto due. "Un cavallo bianco che entra tra i fiori di canna e la neve si accumula in una ciotola d'argento". Questo è ciò che è noto come specchio ingioiellato del Samadhi. Questo è ciò che si dichiara nel Nirvana Sutra quando dice: "Il Tathagata vede la Natura di Buddha con i propri occhi". Quando sei entrato in questo samadhi, "anche se spingi il grande bue bianco, esso non andrà avanti", la Universale Natura di Saggezza si manifesta davanti ai vostri occhi. Questo è ciò che si intende, con le espressioni, "Esiste un solo Veicolo Unico ", "la Via di Mezzo", "la Forma Reale", "la Verità Suprema". Ma, se l’adepto, dopo aver raggiunto questo stato, fosse soddisfatto con esso, allora, come prima, vivrebbe in un profondo stato di "fissazione nel livello inferiore di Bodhisattva". Perché è così? Perché egli non è né in familiarità con il comportamento di un bodhisattva, e né comprende le condizioni causali per una Terra-di-Buddha. E sebbene egli abbia una chiara comprensione della Universale e Vera Saggezza, non può far risplendere la Meravigliosa Saggezza (Prajna) che comprende la non-ostruita interpenetrazione dei multiformi dharma. I Patriarchi, per salvarlo da questa calamità, fornirono il livello di "Provenire dall'interno del Reale".




III. Provenire dall’interno del Reale: [sho-chu-rai]

In questo livello il bodhisattva Mahayana non rimane nello stato di realizzazione che ha realizzato, ma stando in mezzo al mare della spontaneità egli lascia che la sua grande compassione incausata risplenda all’esterno. Mantenendosi fermo nei Quattro Grandi Voti del Bodhisattva, egli spinge avanti la ruota del Dharma "cercando il Bodhi in alto e salvando gli esseri senzienti in basso". Questo è il cosiddetto "provenire-da all'interno dell’andare-in, l'andare-in all’interno del provenire-da". Inoltre, egli dovrà conoscere il momento del [la riunificazione degli] opposti associati, luminosità e oscurità. E perciò è stato istituito il livello di "L'arrivo alla Reciproca Integrazione".



IV. L'arrivo alla Reciproca Integrazione: [ken-chu-shi]

In questo livello, il Bodhisattva dello spirito indomito gira la Ruota-del-Dharma della non-dualità di luminosità e oscurità, da qui si produce la Luminosità Oscura. Egli sta in mezzo alla sporcizia del mondo, "il suo capo è coperto di polvere e il suo volto rigato di sporco". Egl si muove in mezzo alla confusione di rumori e piaceri sensuali, sbattuto tra questi e quelli. Egli è come un fiore di loto che sboccia nel fuoco e che, incontrando le fiamme, diventa ancora più radiante nel colore e più puro nel profumo. "Egli entra in un mercato con le mani vuote, eppure gli altri ricevono beneficio da lui. Questo è ciò che è chiamato ‘essere sulla strada, pur senza aver lasciato la casa’, e di ‘aver lasciato la casa, pur non essendo ancora sulla strada’." Egli è un uomo comune? O un saggio? I maligni e gli eretici non possono distinguerlo. Perfino tutti i Buddha ed i Patriarchi non possono mettere le mani su di lui. Se qualcuno provasse a indicare la sua mente, [sarebbe come indicare] i corni di un coniglio o i peli di una tartaruga che sono andati oltre la più lontana montagna. Tuttavia, egli non dovrebbe considerare questo stato di essere come il suo ultimo luogo di dimora. Perciò è detto: "Un simile uomo ha in sé uno spirito che si eleva fino al cielo". Che cosa dovrebbe fare, alla fine? Egli dovrebbe sapere che c'è ancora un livello più su, il livello della "Raggiunta Unità Unificata".

Cao-shan (Ts'ao Shan Pen Chi, Sozan Honjaku, 840-901), chiamava ‘Relativo’ il mondo delle infinite forme e 'Assoluto’ il reame della Vacuità; il relativo viene anche chiamato il fenomenico, e l'assoluto, il principio. Il Terzo Livello, Relativo all’interno dell’Assoluto, è la realizzazione della vacuità della mente, in cui tutte le cose sono vuote - così c’è il ‘relativo-assoluto’ che contiene l’assoluto-relativo. L'Assoluto all’interno del Relativo, il Quarto Livello, è la consapevolezza-specchio che si rivela pulendo e lucidando la mente con la cessazione e la vacuità; a questo punto, la focalizzazione della concentrazione può permettere che una qualsiasi cosa riempia l'universo, o faccia dell'intero universo un unico punto di consapevolezza. Relativo e Assoluto dipendono l'uno dall'altro, così i due elementi ne fanno tre, aggiungendovi la loro reciproca intercompenetrazione, la sorgente dei due. L'Assoluto viene sempre espresso nel Relativo – e questo è il vero assoluto, ma non è sempre visto. La perfetta comprensione del relativo basata sulla esperienza dell’assoluto culmina nella simultanea realizzazione della conoscenza e di una completa pace e tranquillità. A questo punto, Dongshan (Dong Shan Liang Chieh, cioè, Tozan Ryokai, 806-869) dice:

"Uno 'torna a sedersi in mezzo alla cenere/vivendo questa vita come un viandante, che esprime la propria solidarietà col mondo nel voto di realizzare la perfetta Illuminazione con tutti gli esseri. Le cinque erbe saporite ed il diamante-fulmine sono le immagini del cinque-in-uno; questi cosiddetti livelli o posizioni, essendo la serie dei cinque l’ultimo paradigma della dialettica e una illustrazione degli stadi della meditazione, provengono tutti dalla stessa fonte, e quindi è chiamata l'associazione di cinque in uno"

Le citazioni di cui sopra sono tradotte da Thomas Cleary in “Timeless Spring: A Soto Zen Anthology”



V. La Raggiunta Unità o Unificazione: [ken-chu-to]

Il verso-commento del Maestro dice:

“Quante volte Tokuun, la vecchia trivella in disuso,

Non è sceso dal Picco Meraviglioso!

Egli ingaggia sciocchi saggi per portare la neve,

E poi, lui e loro insieme riempiono il pozzo”.

L’adepto che desidera penetrare oltre il livello "La Raggiunta Unità" di Tozan, dovrebbe prima studiare questo verso. E’ della massima importanza studiarlo per poter passare attraverso i Cinque Livelli, per raggiungere una loro penetrante intuizione, e per essere totalmente senza fissazioni o esitazioni. Tuttavia, anche se il vostro personale studio dei Cinque Livelli arriva alla fine, il Buddhadharma si estende all'infinito e non c’è alcun luogo in cui fermarsi o permanere. Le Porte del Dharma sono molteplici.


KEN-CHU-SHI & KEN-CHU-TO: UNA QUESTIONE DI GRADI

A seconda del contesto, Ken significa "entrambi", e/o "percepire" – cioè, percepire la profonda consapevolezza di come ‘sho’ ed ‘hen’ NON sono separati, ma sono in realtà aspetti pienamente integrati ed interfusi dello stesso singolo ‘fenomeno’ non duale. Per esempio, detto in parole semplici, un non-dualismo interfuso è quando si dice freddo e caldo. La maggior parte delle persone, a livello superficiale, potrebbero sostenere che sono apparentemente diversi, ma in realtà, essi sono entrambi aspetti interrelati di uno stesso singolo spettro non-duale di temperatura (cioè, tanto il punto di congelamento dell'acqua che il punto di ebollizione dell'acqua stessa possono essere visualizzati su un unico termometro).

Così, allora, si può vedere l’uso del rimpiazzo del termine ‘ken’, cioè la realizzazione sia di ‘hen’ che di ‘sho’, entrambi totalmente mescolati e interfusi, al posto del termine ‘hen’ - come in ken-chu-shi, piuttosto che hen-chu-shi nel Quarto Livello - porta in sé la possibilità per un significato molto più profondo di una semplice varianza di sintassi o del cambio della prima lettera.

Un buon esempio di quel sottile cambiamento di lettera si trova in “ZEN Enlightenment – The Path Unfolds”, in cui il Wanderling, parlando del suo mentore, scrive: "... a me è stato gentilmente concesso il ken-chu-shi dalla persona di cui ho cercato la guida; egli stesso, avendo sperimentato la piena realizzazione per grazia e la luce di Sri Ramana Maharshi circa trentanove anni prima..." Da notare che il suo mentore, appositamente selezionò ken-shi-chu anziché hen-chu-shi, significando che egli sentì che le sfumature di tutto un più profondo livello di comprensione era raggiunto meglio di quanto offrisse hen-chu-shi. Tuttavia, si noti come pure il suo mentore NON lo graziò con hen-chu-to, e più significativamente non ken-chu-to, che apparentemente indica in entrambi i casi che, sebbene la realizzazione del Wanderling fosse profonda, perlomeno a quel tempo non era totale.


TORNARE A: KEN-CHU-SHI

È ben noto e più o meno confermato da tutti che il venerato santo Indiano il Bhagavan Sri Ramana Maharshi era veramente un essere illuminato. Il suo risveglio avvenne a 17 anni a seguito di una esperienza assai simile alla morte. Dopo questa esperienza, egli lasciò la casa e la sua famiglia e si diresse verso la montagna sacra di Arunachala, restando inizialmente, subito dopo l'arrivo, per la maggior parte in una serie di grotte e caverne, come in altri ambienti. Durante questi primi anni, il giovane Swami raccolse intorno a sé un certo numero di discepoli e seguaci, che nel corso degli anni continuò a crescere insieme al livello della sua realizzazione. Tuttavia, indipendentemente dal livello raggiunto, o quanto profondo fosse il suo risveglio avvenuto a 17 anni nella sua precedente esperienza, egli, nel 1912 a 32 anni ebbe una poco nota e poco discussa Seconda Esperienza di Morte che si narra abbia profondamente cambiato - o almeno modificato - la sua visione. Il che indica che, indipendentemente dal cosiddetto livello o profondità, un vero uomo saggio o santo può decidere o meno di rimanere ancora in tali livelli di profondità o altri profondi livelli fino a quando l’Assoluto è infine raggiunto.
In aggiunta ai Cinque Livelli o Gradi dello Zen, come teorizzati da Tozan e citati sopra, vi sono anche quelli che vengono chiamati “I Cinque Tipi, o Cinque Varietà di Zen” che sono state riportati o formulati tramite le opere del venerabile maestro Zen Kuei-feng Tsung-mi (Keiho Shumitsu Zenji, 780-841). I Cinque Livelli di Tozan ed i Cinque Tipi o Varietà di Kuei-feng, non devono essere confusi. I Cinque Tipi sono in breve descritti qui di seguito. Si noti che i cinque di Tozan sono stadi di Zen così altamente raffinati che non sono nemmeno dimostrati nei primi tre, forse neanche nel quarto. I Livelli o Gradi di Tozan possono al massimo essere un sottile strato galleggiante sulla cima del quinto tipo. Una volta che uno li ha attraversati, tuttavia, sono tutti oltrepassati.


1. BONPU (pratica senza motivazioni religiose)

Il primo tipo è chiamato bompu o Zen 'ordinario' che, pur insegnando alla gente come concentrare e controllare la loro propria mente, non è in grado di scuotere le illusorie convinzioni della persona comune, che sono nettamente diverse da quelle del Cosmo. Di conseguenza, non può portare alla liberazione dall'angoscia esistenziale che deriva da tali visioni e convinzioni.


2. GEDO (pratica religiosa al di fuori degli insegnamenti buddhisti)

Il secondo tipo di Zen è chiamato gedo, o 'metodo esteriore', che implica, dal punto di vista buddhista, insegnamenti religiosi o filosofici diversi da quelli buddhisti.


3. SHOJO (Forma di Zen Hinayana diretto verso la propria pace interiore)

Il terzo tipo di Zen è chiamato shojo, o 'piccolo veicolo' [Hinayana].


4. DAIJO (Zen Mahayana; realizzazione della "Grande Via" del buddhismo)

La quarta classe è chiamata daijo o 'Grande Veicolo' [Mahayana], che ha Kensho come suo obiettivo, cioè vedere nella propria natura essenziale e manifestare il Tao nella vita quotidiana. Questo è il metodo di Zen insegnato dal Buddha a coloro che desiderano l’"esperienza dell’assoluta, indifferenziata Realtà" (jijimuge).

5. SAIJOJO (shikantaza; realizzazione della natura di Buddha di tutti gli esseri)

Il veicolo più alto è il saijojo-Zen, che è anche chiamato shikantaza (solo-seduta), una pratica in cui i mezzi e gli scopi si uniscono. Daijo e saijojo Zen si completano a vicenda, ed entrambe le principali sette Zen in Giappone li impiegano con una diversa enfasi (ad esempio, lo Zazen e/o la pratica di studiare i Koan).

Indipendentemente da tutti i livelli e le sottili sfumature a cui le persone potrebbero sempre arrivare, la spartizione dell'infinito è ancora spartizione dell'infinito. Per coloro che possono essere così interessati c’è anche quella che viene chiamata ‘Trasmissione della Mente’ o ‘Trasmissione del Potere Spirituale’, come praticata dal Maestro Zen Huang Po (circa 770-850) nell’epoca classica e, più recentemente, in tempi moderni, da Alfred Pulyan e di solito suddivisa in tre sottogruppi chiamati Marga. C'è un quarto marga, NON sempre menzionato, chiamato aparka marg (sannyasa-vidvat), che in qualche modo corrisponde alla Illuminazione Improvvisa o immediata. Esso dice così:

"Supponiamo che ci sia un frutto dolce e maturo nella parte superiore di un albero. Per assaporare il gusto del frutto, il frutto maturo cade a terra proprio nel momento esatto in cui un ignaro essere affamato è sotto. Aparka Marg è il modo in cui la Realizzazione piomba sul ‘Sé’". Così come il Bhagavan Sri Ramana Maharshi, un altro ottimo esempio di come sarebbe raro lo sviluppo della mistica Shunyata è il Sesto Patriarca del Chan, Hui-neng, che, mentre era ancora un ragazzo che raccoglieva legna da ardere, ebbe un’esperienza di Risveglio proveniente sostanzialmente dal suo stesso interno.