Nel 1224, all'età di 23 anni, Dogen lasciò il Giappone per la Cina, in cerca di un vero insegnante. La sua ricerca continuò per un periodo di tre anni prima di trovare il Maestro Nyojo, il 51° patriarca, sotto il quale Dogen attentamente studiò. Ricevendo il ‘Sigillo della Mente’ da parte di Nyojo, tornò a casa in Giappone nel 1227. Cinque anni più tardi egli fondò il monastero zen Kosho-ji in Uji, nei pressi di Kyoto, diventando il primo fondatore della setta Zen-Soto del Giappone e diffondendo il lignaggio di Nyojo. Qui apparve l’abile monaco Koun Ejo. Egli con grande fatica e diligenza fu in grado di trasmettere il messaggio della misteriosa mente del Nirvana. Nel suo trattato, ‘Zuimonki’, Ejo scrive: “Nel secondo anno di Katei (1236) la sera dell'ultimo giorno del 12° mese, il Maestro Dogen ha nominato me [Ejo Zenji], come ‘shuso’ [capo monaco] del Kosho-ji. Dopo un discorso informale, Dogen mi chiese come shuso di prendere la frusta e per la prima volta dare una lezione. E così, io fui il primo shuso di Kosho-ji. Nel suo breve discorso, Dogen portò la questione della trasmissione del Buddhadharma in questo lignaggio. "Il Primo Patriarca arrivò dall’Occidente e si stabilì al Tempio Shorin (Shao-lin). Egli sedette di fronte al muro in attesa di qualcuno a cui trasmettere il Dharma e anticipare il momento in cui il Dharma si sarebbe sviluppato. Nel freddo dicembre di un certo anno, arrivò Eka (Hui K’o) a praticare sotto di lui. Il primo Patriarca sapeva che lui era un vaso-contenitore del Veicolo Supremo, cosi egli lo guidò e gli insegnò, e gli trasmise sia il Dharma che la veste. I loro discendenti si sparsero in tutto il paese e il Vero Dharma fu tramandato fino al giorno d'oggi. "Ho nominato per la prima volta un shuso in questo monastero. Oggi io gli ho chiesto di prendere la frusta e di dare la lezione. Non preoccupatevi per le poche persone in questo sangha [la comunità dei monaci]. Ejo, non dimenticare che tu sei un principiante. Sul Monte Funyo ci sono solo sei o sette persone, al tempio Yakusan ce n’erano solo meno di dieci. Ciononostante, tutti loro praticarono la Via del Buddha e dei Patriarchi. Questa, l’hanno chiamata 'la fioritura dei monasteri'. Riflettete sul fatto che uno studente chiamato Hsiang-yen realizzò la Via attraverso il suono di un bambù; che un altro schiarì la sua mente, alla vista dei fiori di pesco. Come potrebbe essere possibile differenziare alberi di bambù dal suono acuto da quelli col suono ottuso, o le persone illuse da quelle illuminate? Come si può essere superficiali o profondi, saggi o stupidi, stando tra i fiori? I fiori sbocciano ogni anno, però, non tutti visualizzandoli hanno raggiunto l'illuminazione. Spesso i sassi colpiscono i bambù, però non tutti coloro che ne sentono il suono chiariscono la Via. Solo attraverso la virtù del lungo studio e della continua pratica, con l'ausilio di un diligente sforzo nella Via, si realizza la Via o si schiarisce la mente. Questo non si è verificato perché il suono di bambù è stato particolarmente meraviglioso, né perché il colore dei fiori di pesco era particolarmente profondo. Benché il suono del bambù sia meraviglioso, e non per il suono in sé, ma perché esso suona con l'aiuto di un sassolino. Anche se il colore dei fiori di pesco è bello di per sé, essi si aprono con l'aiuto della brezza primaverile. La condizione del praticare la Via è così anch’essa. Questa Via è insita in ognuno di noi, eppure la nostra stessa possibilità di raggiungere la Via dipende dall'aiuto di praticanti esperti. Benché ogni persona è già luminosa in sé, però la nostra possibilità di praticare la Via ha bisogno del potere di altre persone del sangha. Per questo, unificando la nostra mente e concentrando la nostra aspirazione, pratichiamo e cerchiamo la Via tutti insieme. Un vaso, se lucidato, diventa un meraviglioso gioiello, ed un essere umano diventa benevolo e saggio se purifica sé-stesso. Quale gioiello brilla fin dall’inizio? Qual è la persona che è brillante sin dall'inizio? È necessario pulire e raffinare. Quindi non sminuitevi, e non rilassatevi nella vostra pratica della Via. Un antico saggio disse, 'Non sprecate il vostro tempo invano'. Ora vi chiedo, può il tempo fermarsi se vi ci attaccate? Oppure esso continuerà, anche se voi vi lamentate? Dovete sapere che non è il tempo che passa invano, è la persona che lo spende invano. Ciò significa che gli esseri umani, proprio come lo stesso tempo, devono dedicarsi alla pratica della Via anziché spendere il loro tempo invano. "Quindi, riunite insieme la vostra mente, con lo studio e con la pratica. Non è facile mantenere il Dharma qui da me. La Via che il Buddha e i Patriarchi hanno praticato è sempre stata così. Ci sono stati molti che hanno ottenuto la Via seguendo l'insegnamento del Tathagata, ma ci sono stati alcuni che hanno accertato la Via grazie ad Ananda. Shuso, non dovresti disprezzare te stesso dicendo che tu non sei un contenitore del Dharma. Dai una lezione ai tuoi praticanti con la storia di Tozan e le tre libbre di lino". Dogen lasciò il suo posto, il tamburo fu colpito di nuovo, e lo Shuso prese la frusta. Questa fu la prima volta che a Kosho-ji si 'prese la frusta'. Egli aveva 39 anni. A quel tempo, Dogen ne aveva probabilmente circa 35 o 36, ed era due anni più giovane del suo discepolo Ejo. Dogen aveva tre anni quando perse suo padre e otto quando morì sua madre. A tredici anni, egli entrò nel celebre tempio Hiezan e a quattordici divenne formalmente monaco. Egli era intimamente consapevole dell’impermanenza della vita, ed era un genio incomparabile, possedeva uno spirito non comune per la pratica religiosa e lo studio. Tutto ciò che si poteva studiare a Hiezan, egli lo studiò in modo dettagliato. Egli rilesse i Sutra tre volte, ma non riuscì a risolvere il Grande Dubbio. Il Buddha Shakyamuni disse che tutte le creature nei tre mondi sono naturalmente e pienamente dotate con il Dharma. Perché, allora, tutti i Buddha e i Patriarchi hanno dovuto sottoporsi a pratiche religiose? Se tutti sono già Buddha sin dall'inizio, come lo sono, perché tutti i patriarchi dei tre mondi (passato, presente e futuro) devono tutti fare ‘shugyo’ per risvegliarsi? Non c'è una contraddizione in ciò che disse Shakyamuni? Qual’ è la verità? Qual è lo scopo dello shugyo? Perché uno per risvegliarsi deve fare la pratica? Dogen aveva una completa padronanza della filosofia buddhista, ma la discrepanza tra l'insegnamento del Buddha e le azioni dei patriarchi lo confondeva. Quando lo chiese agli alti prelati di Hiezan, non capì ancora. Alla fine, egli lo chiese a tutti gli eminenti studiosi e capi religiosi di Kyoto. Ma ancora non fu soddisfatto. Infine, ottenne un invito ad incontrare Maestro Eisai, che era la prima persona che trasmise lo Zen in Giappone. Da Eisai egli realizzò la formidabile pratica dello Zen. Dopo la morte di Eisai, Dogen continuò a studiare sotto Myozen, discepolo di Eisai. All'età di circa 23 anni, egli andò in Cina per cercare il Dharma. Per tre anni cercò invano un insegnante in Cina. Infine, rinunciandoci tornò alla sua nave. Un vecchio monaco venne alla nave a comprare un po’ di funghi giapponesi. Dogen percepì qualcosa di nobile circa quel risoluto vecchio monaco, perché dopo aver parlato con lui abbandonò la sua idea di tornare in Giappone. Egli sentì che sul Mt.Tendo viveva un maestro Illuminato di nome Nyojo. Con piacere, Dogen si stabilì dal vecchio monaco sul Mt.Tendo. Dogen aveva finalmente trovato un posto per dedicarsi alla seria pratica. Per Dogen, l’incontro con Nyojo fu motivo di una certa pace di mente, ma il suo dubbio rimase ancora irrisolto. La sua mente era ancora in angoscia. Aveva capito tutto ciò che c’era da capire, ma nel profondo del suo cuore si sentiva insoddisfatto e indifeso. Un giorno d'estate rincontrò il vecchio monaco che era venuto sulla nave, mentre essiccava i funghi al sole con la schiena piegata a causa dell’età avanzata. Lo guardò con una certa pena. Dogen corse da lui e disse: "Venerabile monaco, è un peccato che tu debba fare questo. Mi permetto di chiamare un giovane monaco per fare il tuo lavoro". Ma il vecchio monaco Bodaishin era ancora forte. Egli fissò risolutamente Dogen e disse: "Gli altri non sono me. Ho sentito che tu sei venuto in Cina per trovare la Grande Via. Dovresti indagare a fondo il tuo ‘sé’. Nel momento stesso in cui tu metti gli occhi su di me, stai già guardando l’altro modo di illudere te stesso. Perdere di vista se stessi, preoccupandosi degli altri, è da sciocchi. Tu non comprendi il significato del ‘vero-vedere’. Senza coinvolgere il ‘sé’, ‘guarda’ soltanto. Questo è ciò che è shugyo. Tu non puoi vedere che io sto semplicemente facendo questo, perciò non dire stupidaggini. La pratica di un'altra persona è un suo proprio affare". Dogen non comprendendo il significato della parole del vecchio monaco ingenuamente disse ancora: "Perché non aspetti che il sole scenda un po'?" La sua gentilezza era di tipo mondano. Quando non si comprende, non c'è molto che si può fare per quella persona. Il vecchio monaco batté la sua canna e colpì Dogen finché non ebbe compreso. La gentilezza mondana distrugge la Via, mentre la rabbia e la durezza sono di enorme compassione per il Grande Veicolo. Il vecchio monaco continuò, "Tu sei apatico. A causa di ciò, il Dharma potrebbe perire. Non aspettare un certo tempo". Shugyo è ‘qui-ed-ora’, è il momento presente. Se tu non comprendi, perfino quando sorgono i pensieri mondani, allora non sai cos’è shugyo. E non sai nemmeno dove andarlo a cercare. Che pena. Quando andrai a cominciare la pratica? Non c'è niente oltre al ‘qui-ed-ora’. Per risolvere la mente, deve essere rimosso l’ostacolo. Per fare questo, la chiave è di impostare il proprio sguardo sul momento presente. Ciò significa che tutta la nostra vita, la nostra esistenza e la nostra pratica è ‘qui-ed-ora’, che accade proprio così come è. Tralasciando questo, noi sprechiamo la nostra vita. Quindi, all’inizio, in che modo dovremmo respirare? Stando faccia a faccia con il respiro e indagare il respiro stesso. E quando si cammina? Prendere ogni passo come il vero primo passo, investigando e indagando quel singolo passo così come è. E quando si sta mangiando un boccone di cibo? Proprio facendolo e investigandolo, veramente indagando ciò che quel boccone è. E come vedere davvero? e sentire? o gustare? È necessario non perdere neanche un solo istante, perché l’azione distratta o inconsapevole è priva di significato. Quando la mente non è unificata, essa è separata dalle proprie azioni, e non si è diversi dall’essere un semplice animale. Come ha scritto il maestro Mumon Ekai: "E' come quando fantasmi e spiriti saltellano tra cespugli ed alberi, non avete idea di che cosa si sta effettivamente facendo". [Però, a quel tempo, Mumon non era ancora in grado di investigare il momento attuale ed era ancora intossicato dai suoi sensi e percezioni. La sua visione di gentilezza era ancora di tipo mondano]. Dogen aveva messo se stesso in acqua calda due volte (modo di dire zen, n.d.t.). Il suo ruggito una volta sembrava un vero suono, ma che ora era stato perduto. Uno comincia a pensare, Dove? Quando una persona si butta tutta nello ‘shugyo’, vi è un solo posto dove andare: un “shugyo-dojo” [centro di pratica]. Il motivo per cui Dogen non aveva ancora già sciolto i suoi dubbi, era perché egli non era incentrato sul momento-presente in cui l'ego dimora. Successivamente, egli fu in grado di offrire il consiglio-tipo "Lo studio del buddhismo è lo studio di sé", perché lui stesso personalmente riconobbe che la causa del ‘perdere di vista se stessi’ è dovuta al ragionamento che sorge prima. Egli vide che non si deve mai perdere il restare agganciati al momento-presente, in cui effettivamente i sei sensi funzionano; che perdendo di vista il proprio sé-attuale, uno meramente diventa un essere abitudinario. La nostra pratica è quella di spezzare quelle abitudini. Operando in questo modo, ogni forma di discriminazione e il senso di ‘giusto-e-sbagliato’ scompaiono, poiché viene chiarito il perder coscienza del corpo e mente. Alla fine, Dogen realizzò la gravità del suo ottuso modo di capire le osservazioni dell’anziano monaco. Senza saperlo, il suo metodo di pratica era stato chiarito. Egli fu profondamente grato ai commenti preziosi del vecchio monaco. Ora il suo corso, cioè trattenere il momento presente, fu così stabilito. Un giorno, nella sala di meditazione del monastero, il monaco seduto accanto a Dogen si dondolava quasi addormentandosi durante zazen. Master Nyojo vedendo questo, dichiarò: "Giorno e notte, ogni soldato rischia la sua vita per la guardia al suo paese. Gli agricoltori lavorano sodo dalla mattina alla sera per aumentare le loro coltivazioni. I monaci si vestono e si cibano grazie agli sforzi degli altri. Un monaco ha quindi il dovere di fare ‘shugyo’ e sedersi in modo aperto. Come può mai dormire!" Così dicendo, Nyojo colpì il monaco con il suo bastone, per puro amore del Dharma. Con il suono di quell’impatto, Dogen, abbandonando il corpo, scartò completamente l'ego/sé. Eliminando il ‘gap’, egli fu realmente rinato. Questo futile evento che lo stupì fu il messaggio della realizzazione di "L'occhio e il Tesoro del Vero Dharma". Fu l'annuncio di tutti i suoi definitivi e totali shugyo e la soluzione del suo grande dubbio, per ottenere il Sigillo della Mente di Salvezza. Quindi, andando nella sala del Master Nyojo, Dogen ricevette il suo riconoscimento e l'approvazione. Questo evento non gli dette una gioia particolare, perché che c’era da dover essere gioioso? La mattina in cui Dogen lasciò la Cina, egli disse, "Il Buddhadharma non esiste affatto. Solo avere una mente flessibile. Io so soltanto che gli occhi sono orizzontali e il naso sta in verticale". Infatti, i suoi occhi e le orecchie e la mente erano gli stessi di prima, e il mondo dei sensi e la percezione non erano cambiati. Solo tutto ciò che è in natura era la stessa vera cosa, così come è. Quando il ‘gap’ è rimosso, tutte le preoccupazioni svaniscono e tutto è definitivamente in pace. Questo è veramente il Buddhadharma. Coloro che non sanno questo, semplicemente non lo conoscono. Questa questione è al di là delle parole, non può essere spiegata con le parole, così non c'è nulla che resta da dire. E' tutta una questione di pratica, come se la vostra testa andasse a fuoco (oppure, come se la vostra vita dipendesse da esso). IL RISVEGLIO al VERO MONDO DELLA MENTE Quando c’è la sofferenza e la delusione? Quando uno è ingannato dal pensiero? Quando c’è la gioia? o il dolore? La risposta a queste domande è semplice, adesso. Questa è proprio la nostra condizione attuale. Il presente è onni-presente. Domani, o il prossimo anno, o fra 100 milioni di anni, siamo tutti nient’altro che il presente istante. Ogni cosa del passato e del futuro, non è che mera costruzione concettuale e immaginaria. I risultati sorgono naturalmente in base alle cause. Questo è il futuro. Fintanto che vi è il presente, ci sarà un futuro. Nel ‘Qui-ed-ora’ vi è sia la causa che l’effetto. Dovete sapere che distaccandovi dal presente, sia passato che futuro scompaiono. Quando sorge la sofferenza? o le preoccupazioni? Quando c’è la soluzione per esse? Essa può esserci solo nel momento presente: la soluzione è nel mondo assoluto in cui non c’è inizio né fine. C'è qualcosa al di fuori di questo ‘ora’? Vedere, udire, gustare, pensare, sentire la fame o il freddo, o l’insoddisfazione e il malcontento: sono tutti la presente realtà. Sono tutte circostanze: fenomeni che sorgono a causa delle relazioni e condizioni. Non vi è nulla che sia sempre permanente, immutabile. Di conseguenza, a causa di relazioni e condizioni, le cose sono libere di cambiare in qualsiasi forma. L’acqua che scorre penetra ovunque. Tutte le cose accadono o sorgono a causa della transitorietà. La transitorietà è l'opera del ‘qui-ed-ora’ e la vita dell'universo. Tutte le cose non sono che il disegno delle vicissitudini del momento presente. Il presente è la forma di tutti i fenomeni viventi del cosmo. Questo presente assoluto è lo zenith della purezza e semplicità. Ciò significa che tutte le cose sono, nel momento stesso, puramente e semplicemente così come sono. Non importa quale sia la forma o l’aspetto, tutto è semplicemente ‘adesso’, così com'è. Nell’adesso, non c’è passato o futuro. Questo è il mondo del Nirvana e la realizzazione del messaggio chiamato Illuminazione. Questo mondo del ‘non-prima-né-dopo’, della cosa in sé, così come è, è anche chiamato Non-mente. E' il mondo puro e libero di ogni tipo di intelletto, ragionamento, o preoccupazioni. Per risvegliarvi, dovete assimilare apertamente e semplicemente la vostra attuale condizione di ‘adesso’. Penetrate nel momento presente del ‘qui-ed-ora’. Quando le cose proprio ‘sono’, allora voi diventate qui-ed-ora. Esistere senza esistere è la condizione di adesso, della ‘talità’ o ‘quiddità’ (le cose come sono), senza il gap. E' il rilascio di corpo e mente. Per risvegliarsi, usare tutti i mezzi per diventare assolutamente proprio il ‘qui-ed-ora’. Quando voi conoscerete personalmente il messaggio, questa è l’Illuminazione. Lo Zazen è la pratica per conseguire ciò. Lo zazen è solo zazen. Non vi è alcuna legge fondamentale o naturale più franca e aperta di questa. In breve, il punto principale dello zazen è trascendere perfino lo stesso zazen. Questo messaggio è di speranza e luce eterna. E' la salvezza e il cuore del Buddha, e la sua Rinascita. E noi siamo già quella persona. Questa grande verità è il Buddhadharma. E’ chiamata la Via di salvezza del Buddha. Tutte le cose hanno un elemento principale, e anche shugyo, lo è. E' che qualcuno in modo rapido, sicuro e facile realizza la mèta. Per risvegliarsi, occorre mettere da parte i pensieri stupidi, tagliar via i pensieri casuali, e cercare continuamente di tornare al momento presente. Questo è come ci si deve sforzare all’inizio. Ovviamente, la perseveranza di ciascuno, la credenza, e la concentrazione variano. Ma il loro sviluppo corre tutto sullo stesso percorso. La sofferenza e il progresso delle persone dovrà dipendere dalle molteplici abitudini che esse hanno formato. Ma il meccanismo per poter conservare personalmente la propria mente è la stessa per tutti, come lo è il meccanismo per rimuovere in realtà il gap così da diventare quella persona franca e aperta. Il fattore più decisivo è quello di indagare a fondo la mente fino a che sorga il profondo e fondamentale Grande Dubbio. Nel frattempo, uno non si deve arbitrariamente attaccare alla definizione o forma del Dharma, dell'Illuminazione o dello Zen. Ci sono due fattori importanti in ‘shugyo’. Il primo, è solo sedersi. Non non solo sedere, ma soltanto sedersi nella seduta come Sedersi in Shikantaza. Secondo, fate domande ben dettagliate al vostro insegnante o maestro riguardo al Dharma. Ascoltate attentamente ciò che egli dice, dategli riflessiva considerazione, e rivedete e migliorate la vostra comprensione; e poi fate in modo che l’insegnante possa controllare la vostra comprensione. Se vi restano dubbi o problematiche, allora assicuratevi di indagare su di essi. Non interpretate in modo sbagliato la comprensione della teoria del Dharma. Confermate la vostra comprensione, poi senza più dubbi mettete in pratica costantemente ciò che avete compreso tramite l’insegnamento. IL PROCESSO della PRATICA SPIRITUALE
1. L’Illuminazione è il raggiungimento del Buddhadharma e della mente di Buddha. Per fare la pratica (shugyo) gettate via i vostri vari desideri. Per poter raggiungere la Vera Via votatevi decisamente al Buddha ed a voi-stessi. Mostrate grande riverenza e affetto a tutti gli insegnanti del passato, e mettete la massima importanza nel trovare un vero maestro. 2. Quando avrete incontrato un vero insegnante, credete solo in ciò che egli insegna e mettetelo in pratica. 3. Continuamente gettate via il pensiero casuale, mentre conservate ogni singolo respiro. A causa del potere delle abitudini accumulate nel passato, si perde di vista il sé presente. A questo punto, uno sforzo aldisopra e oltre il potere delle abitudini acquisite è necessario. Proprio fare questo è la cosa più difficile. 4. Quando si siede in zazen, dopo ogni respiro fate oscillare una volta il corpo verso sinistra e verso destra. Questo taglia via i pensieri casuali, allevia lo stress pendente, migliora il naturale flusso di energia sia del corpo che della mente, ed arresta la sonnolenza. 5. Quando voi comincerete a differenziare i momenti di pensiero e il mondo reale, diventa più facile riportare se stessi al presente. Non è più necessario l’inutile sforzo. La sofferenza nella seduta cessa. Vedendo il confine tra il mondo reale e il pensiero, istantaneamente lo zazen diventa piacevole. 6. Presto i pensieri vaganti saranno risolti. E uno non segue più i pensieri, ed anche se essi arrivano, lascia le cose come stanno. Più o meno in questo periodo, si arriva a capire la coscienza quando iniziano a sorgere i pensieri. Poi si arriva a conoscere la sorgente stessa del tagliare il pensiero, dove nulla esiste. Dopo, lo zazen diventa ispirante. Ed in tutte le attività quotidiane, è possibile essere costantemente consapevoli di ogni momento presente. Alla fine la mente smette di muoversi in modo arbitrario. Ma è ancora necessario restare in guardia, non consentendo alla mente di essere rapita dai sensi e dalle percezioni, poiché i pensieri casuali continuano a sorgere. 7. Poi, si arriva ad ottenere il pensare senza-pensieri ed il reame del ‘non-prima-né-dopo’. Si arriva a capire la propria natura originaria, che confermerà che uno non deve fare assolutamente nulla. Fare qualcosa significa percepire un ‘sé’ e quindi contaminare il Dharma. Uno arriva a vedere questo. E’ il mondo della ‘talità’, del ‘così-è’, il mondo uni-dimensionale della serenità e dell’uguaglianza. Qui, uno può solo penetrare. La vera pratica è proprio il momento presente. I sentimenti si acquietano, però è una tranquillità ben oltre l'aspetto esteriore. E' il mondo dei sensi e delle percezioni così come sono. Si arriva a capire cos’è realmente l'illuminazione, che è la vera condizione precedente al pensiero ed alla parola. Ogni dubbio scompare. Le parole dei maestri del passato diventano vivamente chiare. [Se invece si è inconsapevoli, questo può stimolare una soddisfazione intellettuale, perciò, il mero leggere dovrebbe essere evitato]. 8. Ora realmente si penetra nel non-sé, si penetra la cosa stessa e si raggiunge la vacuità. Questo è un momento di grande gioia e delizia. Rimuovendo il gap, avrete la conferma che questo stesso ‘gap’ era solo stato immaginato. È Nirvana e Illuminazione, il vero presente. E’ un mondo in cui passato è stato tagliato e le preoccupazioni non sorgono più. E’ un mondo in cui tutte le facoltà di cui siamo naturalmente dotati semplicemente funzionano in base a condizioni e circostanze. Poiché la mente è istantaneamente funzionante in accordo alle condizioni del presente immediato e totale, non c’è nulla che esista. Il momento arriva quando uno decisamente diventa quel mondo, realizzando il messaggio di "La forma è vuota; il vuoto è forma". Il vero significato di ‘così com’è’ diventa nostro. Ed è la prima volta che tratterete con franchezza il vero sé. Voi non dimorerete più nel mondo normale in cui il ‘sé’ rimane ignoto e poco chiaro. 9. Ora inizia lo shugyo dopo l’Illuminazione. Con l'illuminazione stessa arriva una eccezionale forza di convinzione. Riconoscendo l’Illuminazione, essa diventa un ostacolo. Ora vi è la pratica del gettar via anche l’Illuminazione. Il percepire i pensieri casuali o il percepire l’Illuminazione, sono entrambi mera illusione. Pur se niente esiste, si può diventare qualsiasi cosa a seconda delle circostanze. Questa è la vera libertà. Per scacciare l’idea di Illuminazione, qualsiasi cosa facciate, fatela. Buttate realmente via tutto, anche il Dharma, l’Illuminazione, e il Buddha. In realtà, fate semplicemente tutto quello che fate, fermamente dimoranti nel presente. 10. Quando l’Illuminazione e il Dharma sono svaniti (nella mente), questa è la grande Realizzazione: Grande Illuminazione, ANUTTARA SAMYAK SAMBODHI, la consumazione dell’incomparabile Risveglio. La Grande Verità è priva di ciò che è ritenuto essere verità e non-verità. Qui uno arriva alla sfera dell’ attività del Buddha Shakyamuni, la brillante luce del mondo "In tutto il cielo e la terra, io solo sono l’Onorato nel mondo", portando noi stessi fino alla profondità eterna dell’esistenza realizzando gioia e dignità della vita e morte; dotati del potere della sconfinata libertà e pace della mente, salvando gli altri esseri e il mondo. Tutti coloro che hanno realizzato questo mondo della mente, hanno temprato e purificato la talità per se stessi. Il Maestro Nazionale Daio disse, "Pur se dalla vostra mente avrete eliminato i buddha ed i patriarchi, non trascurate shugyo". Profondamente Illuminato, anch’egli gettò via tutto, e raffinò perfino ciò in cui non c’era nulla da raffinare. Andando totalmente al di là delle parole, egli dimenticò le parole e non aprì più la sua bocca. Neanche il Buddha stesso poté trovarlo. Ma, di certo, il Buddha lo onorò, come onorerà chiunque sia in grado di arrivare a questo punto….
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