Una Lettera a Zheng Fang Lian) Del Maestro Chan Zhongfeng Mingben (tradotto in Inglese da: Nube dell’Oceano, e in Italiano da Aliberth) Zhongfeng Mingben (1262-1323) fu un eminente Maestro Chan del lignaggio di Linji (Lin-chi) nella dinastia Yuan. Egli fu uno dei pochissimi che ricevette la trasmissione dal suo insegnante, il Maestro Chan Gaofeng Yuanmiao (1239-1295), protagonista del famoso kung-an, "Hai il dominio su di te quando sei nello stato di sonno senza sogni?" ‘Nube dell’Oceano’ (in Sanscrito Sagaramegha) è un gruppo di praticanti, studenti del Maestro Chan Sheng-Yen che si sforza di portare i classici del buddhismo Cinese alla comunità Anglofona nello spirito della dana-paramita (Perfezione del dare). Essi sono: Chang Wen (David Kabacinsky) da New York, Guo Shan (Jeff Larko) dall’Ohio, e Guo Jue (Wei Tan) dal Maryland. La microscopica cimice è capace di rimanere su tutto, ma non sul fuoco. La mente degli esseri senzienti può riferrsi a tutto (come oggetto dell'apprensione) ma non alla prajna. Ma cosa è realmente la mente degli esseri senzienti, e cosa è realmente l'essenza di prajna? Perché questo discorso sulla capacità e l'incapacità di riferirsi ai fenomeni? Bene, mi si permetta di spiegare: "Imbrigliato in una briglia dorata, il cavallo nitrisce sull'erba fragrante; nel padiglione di giada, la dama è rapita dalla primavera che fa fiorire i fiori del mandorlo" – e questa è la mente degli esseri senzienti. "Nel padiglione di giada, la dama è rapita dalla primavera che fa fiorire i fiori del mandorlo; imbrigliato in una briglia dorata, il cavallo nitrisce sull'erba fragrante"; - questa è l'essenza di prajna. "Sull’erba fragrante nitrisce il cavallo con la briglia d’oro; la primavera che fa fiorire i fiori del mandorlo rapisce la dama nel padiglione di giada"- questa è la capacità e l'in-capacità di riferirsi ai fenomeni. Se siete capaci di capire questo direttamente senza nessuna esitazione, voi avrete visto [la vera realtà]. Non c'è essenza di prajna, separata dalla mente degli esseri senzienti; quando le onde si abbassano, l'acqua ritorna al suo stato originale. Non c'è nessuna mente degli esseri senzienti, separata dall’essenza di prajna; quando c'è l’acqua, le onde sorgeranno naturalmente. Quando è finita la concettualizzazione emotiva di ciò che è santo e ciò che è mondano, e quando la visione di soggetto ed oggetto si spegne, i mondi delle dieci direzioni diventano un grande campo di Illuminazione completa e perfetta. Tutti gli esseri senzienti hanno originariamente raggiunto lo Stato di Buddha. A questo punto, voi non sareste capaci di trovare i più piccoli pezzi di cosa sia la mente degli esseri senzienti; e non sareste capaci di trovare i più piccoli pezzi di cosa sia l’essenza di prajna, trovando solo i più piccoli pezzi di cosa sostenga la teoria di essere o non essere capaci di riferirsi ai fenomeni. Questo è CIO’ che noi chiamiamo la porta della Vera Talità del Dharma universale e di un unico gusto. Grazie ad essa, i Buddha del passato, presente, e futuro sono in grado di mettere in moto la Ruota del Dharma; con essa, i maestri ancestrali del passato erano capaci di aprire i veri occhi [del Dharma]; affidandosi ad essa, il firmamento sostiene il mondo; basandosi su di essa, la terra contiene tutto. I santi la utilizzano per portare l’ordine e la pace in tutti i luoghi; una persona nobile si accorda ad essa per adempiere alla virtù della benevolenza e decretare politiche per amministrare il paese. Solo, che la massa la usa ogni giorno senza conoscerla. Essendo totalmente rivolti verso la parte opposta ad essa, tutti le si allontanano sempre di più. A causa di questa alienante estraniazione, le caratteristiche del mondo profano sorgono proprio tramite l’essenza di prajna; da queste caratteristiche mondane, è generata la mente degli esseri senzienti; seguendo questa mente degli esseri senzienti, diverse azioni karmiche sono compiute. Di conseguenza, uno vaga all’intorno da un luogo all’altro, girovagando senza fine nell’esistenza ciclica. Ciò che noi chiamiamo ‘essenza di prajna’ non è nient’altro che la meravigliosa e potente consapevolezza da cui fluiscono le sei funzioni di senso. Essa è come una stanza che circonda lo spazio vuoto, avendo sei porte aperte sui lati, senza che si ostacolino l'un l'altra. Ciò che noi chiamiamo ‘la mente degli esseri senzienti’ non è nient’altro che ciò che abitualmente segue i sei oggetti dei sensi, vista, udito, odorato, gusto, tatto, e pensiero. Essa continuamente afferra e rifiuta le cose che incontra, generando sensazioni di piacere e avversione, afferrando e attaccandosi [alle cose] pensiero dopo pensiero, senza interruzione. L'essenza di Prajna è analoga all’acqua e la mente degli esseri senzienti alle onde. Quando l'oceano della mente è perturbato dal vento delle condizioni che incontra, le onde sorgono dall'acqua. Separate dall'acqua, le onde non hanno sostanza concreta. Una persona, la cui grande saggezza sia sorta in una grande luminosità ed apertura, sarebbe capace di vedere l'acqua immobile tra le mille onde che si infrangono, senza che niente sia sbagliato nel movimento e nel non-movimento. Se voi non avete raggiunto questo, voi vi state affidando soltanto su parole che le assomigliano [alla vera saggezza], essendo totalmente ciechi all'essenza della saggezza della meravigliosa consapevolezza. [Ciò che noi chiamiamo] ‘mente e coscienza’ non sono che due nomi della stessa cosa. Gli illuminati penetrano la coscienza e ritornano alla mente; le persone confuse trasformano la mente in coscienza. Quindi cos’è la mente? È soltanto un nome dato alla meravigliosa consapevolezza quando funziona senza alcuna confusione. E cos’è la coscienza? È il nome dato all'illusorio sorgere della discri-minazione, dal funzionamento della meravigliosa consapevolezza. Al giorno d’oggi, i praticanti che abbondano in astrusa eloquenza sostengono soprattutto l'entità della coscienza, senza realizzare l'essenza della mente della meravigliosa consa-pevolezza. In realtà, ciò che noi chiamiamo ‘meravigliosa consapevolezza’ non è essa stessa un oggetto che può essere conosciuto. Ecco perché gli antichi dicevano che uno specchio non riflette se stesso ed un fuoco non brucia se stesso. Se uno specchio riflettesse se stesso, non sarebbe capace di rispecchiare gli altri oggetti; se un fuoco bruciasse se stesso, non sarebbe capace di bruciare gli altri oggetti. Per l’essenza della mente è la stessa cosa. Se ciò che noi chiamiamo consapevolezza meravigliosa conoscesse se stessa come un'entità di conoscenza, non sarebbe in grado di conoscere nient’altro. Se si arriva a conoscerla come un oggetto di cono-scenza, ciò che è conosciuto dovrà davvero essere l'entità di coscienza, e non l’essenza della mente. La coscienza è il vero oggetto della mutevolezza di nascita e morte. Se uno si tiene stretto ad essa, come può trascendere nascita e morte? La vera essenza della mente non può essere vista, udita, conosciuta, sentita, né può essere afferrata o rifiutata. Qualsiasi cosa che può essere generata è illusoria, irreale, ed invertita. Se non c’è qualcosa che può essere vista, udita, conosciuta, o sentita, come può un praticante raggiungerla come realizzazione trascendente? Bene, tutto ciò che si dovrebbe fare è partire da ciò che può essere visto, udito, conosciuto, o sentito, al punto che ciò che parte e ciò che è partito (dall'oggetto) sono portati nella vacuità e nella quiescenza. L'essenza della mente si manifesterà allora semplicemente in ciò che può essere visto, udito, conosciuto o sentito. Quando gli antichi entrarono in silenzioso accordo e realizzarono vividamente ciò, ne conseguì naturalmente la non-ostruzione di tutti i fenomeni e condizioni. Tuttavia, se si desidera partire dalla malattia del visto, udito, conosciuto e sentito, questo stesso desiderio messo in atto migliorerà la malattia. Ecco perché di esso gli antichi ne fecero un abile mezzo di pratica. Essi proposero un insignificante huatou, istruendo i praticanti ad investigarlo completamente. Se uno [mette tutta la propria attenzione] nell'investigazione del huatou, egli dovrebbe naturalmente partire dal visto, udito, conosciuto, sentito, ecc., senza cher debba fare nessuna invenzione. Dalle varie registrazioni della ‘Trasmissione della Lampada’, sappiamo che gli antichi maestri non generavano sensazioni di dubbio attraverso l'uso del huatou. Piuttosto, essi spontaneamente realizzarono la non-generazione tramite le parole parlate. Ecco perché essi erano veramente e sinceramente determinati a chiarire il grande problema di nascita e morte. Anche prima di entrare dentro la porta della pratica Chan, il pensiero dell’impermanenza e la gravità del problema di nascita e morte in essi era già palpitante. Questo pensiero era infisso nelle loro menti ed essi non erano in grado di prendere una decisione. Di conseguenza, essi viaggiarono, andarono in giro, facendo migliaia di miglia, entrando in siti remoti completamente ricoperti di vegetazione selvaggia, con il vento come loro unico compagno [allo scopo di cercare una soluzione]. Essi proseguirono diligentemente e con una mente diretta e ferma, senza altro scopo che illuminare completamente il "chi sono Io". Se essi non avessero realizzato la loro risoluzione dopo aver praticato per decenni, la loro sensazione di dubbio sulla nascita e morte sarebbe maggiormente aumentata col tempo, ma essi non abbandonarono nemmeno per un solo momento di andare in quella intenzione. Se uno può praticare con un tale potere di saggezza, non ci sarà nessun bisogno di preoccuparsi se la luce possa o meno manifestarsi. Ahimè! Oggi le menti umane sono irrequiete e superficiali. Molta gente dichiara che sta praticando il Chan. Il fatto è, che molti desiderano essere istruiti soltanto nelle varie forme della pratica, ed usarle come materiale per chiacchierare. Poiché essi non dirigono le loro menti per chiarire il grande problema di nascita e morte, più essi ne parlano, e più sono intrappolati nelle loro concezioni, sempre più profondamente legati, producendo così il rafforzamento del ciclo di nascita e morte. Come sono sfortunati! Se volete emulare i Buddha ed i maestri ancestrali, dovete generare l'aspirazione corretta di voler chiarire il grande problema di nascita e morte. Mettetevelo di fronte ai vostri occhi! Quindi, anche se siete irretiti in innumerevoli eventi e siete bombardati dalle innumerevoli attività della mente, state attenti a non generare neanche una sola intenzione deviante, la quale genera pensieri di discriminazione, ostruendo così la vostra aspirazione. Se questa aspirazione per risolvere [il grande problema] di nascita e morte non è genuina e sincera, è sicuro che non sarete in grado di praticare veramente nella vostra vita quotidiana. E se anche ci provaste, sarebbe soltanto un fugace sforzo, che non durerebbe. Perfino se voi foste così acuti ed intelligenti da poter ottenere una certa comprensione dalle parole dei maestri antichi, questo aumenterà soltanto la vostra erudizione, non avendone voi alcun beneficio per quanto riguarda il problema di ciò che concerne la nascita e morte. Ciò è dovuto alla mancanza di un'aspirazione genuina. Vi sono tre requisiti essenziali sul Sentiero della pratica: Il primo è di stabilire sinceramente la mente sul problema di nascita e morte; il secondo è di vedere e penetrare l'illusorietà e la fugacità delle preoccupazioni mondane, come l’onore e l’umiliazione, il guadagno e la perdita, ecc.; la terza è una forte determinazione di perseverare lungo il Sentiero, senza mai regredire. Se manca anche uno solo di questi requisiti, la vostra pratica sarà monca; se ne mancano due, sarete persi; e se mancano tutti e tre, allora anche se sapete recitare a memoria l’intero Tripitaka e vi immergete profondamente in carrettate di libri, ciò alimenterà solo il flusso karmico della vostra coscienza, generando orgoglio ed arroganza, e non avendo alcun beneficio su ciò che riguarda il vostro problema [di nascita e morte]. In passato, un monaco chiese al Maestro Chao Chou, "Un cane ha la natura di Buddha?" Chao Chou rispose, "Wu!" Questa sola parola "wu" è come una grande spada nel cielo ed un tamburo intriso di veleno. Quelli che entrano in contatto con essa morranno immediatamente e quelli che la usano avranno i loro spiriti scioccati nell’oblio. Perfino i Buddha ed i maestri ancestrali non osarono guardarla direttamente. Sin dal momento in cui fu profferita, molte persone si sono intrigate con essa, e come risultato molti raggiunsero la realizzazione tramite essa. Tutta-via, vi furono anche molti che la fraintesero. Se volete completamente illuminarvi alla grande intenzione dei Buddha e dei maestri ancestrali, e completamente penetrare nella vostra vera mente, perché non mettete questa parola "wu" sulla vostra tavola e fra i vostri libri? Sia che voi stiate parlando o restiate in silenzio, in movimento o a riposo, tenete davanti a voi questo huatou! Memorizzatelo e osservatelo incessantemente. Che cos’è realmente? Perché Chao Chou disse "wu"? Investigatelo quando siete in movimento, esaminatelo quando siete seduti. Pensatelo e siate sempre interessati ad esso giorno e notte, senza mai smettere neanche per un istante. Mentre state investigandolo ed esaminandolo, non tentate di capirlo, né nel senso mondano né in quello trascendente. Solo andate avanti come se nulla stesse accadendo davanti ai vostri occhi. Se il flusso della vostra investigazione è scorrevole e senza intoppi, non siate gioiosi a causa di ciò. Se invece il flusso è intermittente e dispersivo, non scoraggiatevi. Sia che voi siate in grado di farlo o no, portatelo solo avanti in una maniera efficace. Non generate il pensiero di voler trovare un qualche mezzo abile per migliorare la pratica. Il far sorgere un simile pensiero crea in effetti un'interruzione nella vostra pratica. Se continuate incessantemente in questo modo, dai e dai, la vostra pratica diverrà naturalmente senza intoppi e spontaneamente accadrà che la mente interna ed il mondo esterno saranno entrambi svuotati e chiariti. Istantaneamente, saranno trascesi sia il santo che il mondano. A quel punto, realizzerete che la Via è stata raggiunta all'interno del vostro stesso essere, e non in o da qualcosa di esterno. Voi avete sofferto in questo impermanente mondo di nascita e morte per infiniti innumerevoli kalpa senza essere capaci di raggiungere la Liberazione. Ciò non è stato per colpa di qualche causa esterna. La vera causa di questa condizione è la confusione e l'ignoranza della vostra propria mente. Quando la mente è confusa, entra volontariamente [nella nascita e morte]. Nulla di esterno potrebbe farglielo fare. Non è così riguardo a cielo e terra, spiriti e divinità. Se questa volontarietà avesse la sua causa negli oggetti esterni, non potrebbe essere chiamata volontà. Poiché essa non deriva dagli oggetti esterni, noi diciamo che sorge in modo volontario. Poiché è proprio la vostra volontà che dà luogo all'intrappolamento di nascita e morte, voi non sarete capaci di trascenderlo e muovervi verso il Nirvana se non generate una profonda volontà per tale scopo. Se pensate di aspettare la guida e il consiglio dei santi e saggi per essere pungolati all’azione, considerate almeno il fatto che quando siete entrati nel flusso samsarico, non fu a causa del vostro essere pungolati da altri! Contemplando le cose in questa maniera, se noi saremo disposti a cambiare la mente che si aggrappa alla nascita e morte a farla rivolgere verso il Sentiero, ognuno raggiungerà [l’Illuminazione]. Ecco perché gli antichi dicevano, "Se ognuno potesse stabilire la propria mente sul Sentiero così fortemente come fa con gli attaccamenti emotivi, avrebbe raggiunto già da tempo lo Stato di Buddha", e, "Se voi generate una decisa volontà [per la pratica], io posso assicurarvi che non verrete ingannati". Non è mai stato detto che tali parole abbiano ingannato qualcuno! In passato, il Ministro Feng scrisse il seguente verso sulla sua pratica: “Quando non mi dedico ai doveri ufficiali, mi piace sedere in meditazione. “Tempo fa io facevo star giù il mio corpo solo quando dormivo. “Anche se io vivo la mia vita come un ministro governativo, “Aldilà dei quattro oceani, la gente sa che io sono un anziano sul Sentiero. Il Principe Li aveva scritto questo verso sulla pratica: “Un uomo sul Sentiero, è un uomo con una volontà ferrea “Qualunque cosa incontri, non rallenta il corso dell’azione “Dirigendosi direttamente verso la Bodhi Suprema “Non presta attenzione alle questioni del mondo”. Il laico Pang disse: “Non c’è niente di speciale nel mio vivere quotidiano, “È solo che io sono in totale armonia con me stesso. “Non mi attacco a niente e non rifiuto niente, “Non favorendo né opponendomi a nessuna condizione. “Chi designò il rosso come "rosso" e il blù come "blù"? “Le colline e le montagne sono libere dalla polvere. “Miracolosi poteri e meravigliose funzioni, servono “Per radunare il legname e trasportarlo con l’acqua”. Lo studioso Zhang Zhuo ha detto nei suoi versi: “La luminosa luce illumina serenamente gli innumerevoli mondi, “Il sacro ed il profano -tutti gli esseri senzienti sono la mia famiglia. “Quando non un solo pensiero sorge, si manifesta completamente, “Quando i sei sensi si muovono anche se debolmente, è coperta da nubi. “Sradicare l’irritazione farà migliorare la vostra malattia, “Anche operare per trovare la vera Talità, è deviante. “Perché essa fluisce col mondo, senza ostruzione. “Nirvana e Samsara sono entrambi illusori fiori nel cielo.” L’Onorevole Zhao Qingxian compose i versi seguenti: “Sedendo silenziosamente nella corte dietro alla cucina, “La mente originaria è immobile--chiara come l’acqua. “Nel lampo di un fulmine, la corona della testa si apre in due, “Io ricordo quello che ho sempre avuto, da molto tempo”. Questi furono tutti nobili esseri che andarono in giro e giunsero nel grande campo dell’Illuminazione perfetta e completa, senza partire da meriti mondani e fama. Se gli antichi poterono essere così, non c'è ragione perché le persone di oggi non possano fare la stessa cosa. Se uno ha una fede profonda e pratica sinceramente, non ci sarà differenza tra una persona odierna e le persone dell’antichità. Non siate esitanti! Altrimenti avrete tracciato un limite per limitarvi. Il Buddhadharma è la porta della Grande Liberazione. Gli unici requisiti sono, che si dovrebbe considerare il problema di nascita e morte come una grave questione, generare una fede profonda, e investigare direttamente il proprio huatou con un grande sforzo. Si dovrebbe essere molto cauti e accorti nel giudicare e soppesare il proprio progresso, nel cercare di valutare il guadagno e la perdita. Non bisogna essere come i praticanti dei due veicoli di liberazione individuale, che impiegano i vari metodi, come il detestare il proprio corpo, evitare i contatti con l'ambiente, eliminare i pensieri, evitare le situazioni, rifiutare ciò che si ama, espellere le avversioni, scartare gli attaccamenti emotivi, e cercare di allontanarsi dall'illusorio. Inoltre, un vero adepto non dovrebbe rifuggire il clamore e cercare la quiete, né si dovrebbe interessare a discriminare il giusto dall’errato, cercare il santo e rifiutare il mondano, o lottare contro la mente dispersiva e la stupidità. Pur se partite con la corretta concentrazione nell’investigare il "Wu", ma date origine anche alla minima preoccupazione per ciò che ho menzionato sopra, la spada avrebbe voglia di oscillare, prima che voi lo realizziate! Per voi sarebbe impossibile realizzare l’Illuminazione. L'unico vero scopo della pratica Chan è realizzare l’Illuminazione. Voi dovreste prendervi cura di non separarvi dal vostro huatou, qualunque cosa accada. Se voi generate una qualsiasi altra intenzione, che non sia la realizzazione dell’Illuminazione, non sarete accordati con la pratica. Mettete perciò la massima cura nell’assicurarvi di questo! I praticanti di oggi spesso hanno come preconcetto un'idea emotiva della santità e del mondano. Questa concettualizzazione rimane latente nella coscienza-deposito (alaya), e di conseguenza, quando sorgono i pensieri, seguono le discriminazioni. Queste persone generano sentimenti di avversione e fastidio anche prima di impegnarsi in un compito; e si preoccupano continuamente facendo calcoli anche prima di entrare in contatto con le cose. Bene, se non le penetrate direttamente e correttamente, voi proprio occupandovene vi stancherete, non ottenendo alcun beneficio nel principio. Siate continuamente guardinghi del vostro huatou, e fate questa pratica in maniera sempre più costante. Quando starete praticando con costanza, non intrattenete alcun pensiero su questa costanza. Perché nonappena si genera tale pensiero, voi cadrete [nella trappola della] continuità e non sarete più accordati alla pratica. [Se solo potrete] perseverare al punto che la vostra pratica sia efficace e raffinata, gli ingannevoli attaccamenti emotivi di piacere ed avversione, afferrare e rifiutare, corretto e sbagliato, tutti saranno completamente sradicati senza nessun sforzo, senza nessun secondo pensiero. Lo scopo del Sentiero Confuciano è di coltivare e raffinare la mente, mentre lo scopo del Sentiero buddhista è di illuminare e realizzare la mente. Coltivare e raffinare sono processi graduali, mentre illuminare e realizzare sono improvvisi. Anche se la mente è la stessa, il Sentiero graduale ed il Sentiero improvviso sono diversi. E questa differenza è precisamente quella che c’è tra il mondano ed il trascendente. Se il Buddha avesse dovuto dirci come ci si dovrebbe comportare nel mondo, egli non avrebbe potuto deviare dall’insegnamento confuciano, di una mente retta e della propria intenzione sincera. Allo stesso modo, se Confucio avesse dovuto parlarci della via trascendente, l'insegnamento non poteva essere nient’altro che l’essenziale principio di svuotare la mente e ottenere la completa Illuminazione. Se davvero non si capisce il grande espediente degli insegnamenti e i metodi di trasformazione istituiti dai santi, allora su di essi si sta soltanto dibattendo e facendo dispute, continuando a fare solo chiacchiere su chiacchiere. Quando uno si applica nello studio della cultura mondana, gli otto soggetti della coltivazione della Via, virtù, benevolenza, rettitudine, corretta condotta, musica, legge e ordine [sociopolitico], non sono un qualcosa di alienato dalle meravigliose funzioni della mente. Quando la mente non ha ostruzioni, è chiamata la Via; se la mente è retta, è chiamata essere virtuoso; quando la mente è infusa di gentilezza, è chiamata benevolenza; quando la mente è obiettiva, è chiamata rettitudine; se la mente è costante, è chiamata corretta condotta; se la mente è tranquilla, essa è chiamata gioiosa [dell'estetica musicale]; se la mente è onesta, è chiamata la legge; se la mente è imbevuta di chiarezza, è chiamata ordinata. Infatti, non solo questi otto soggetti, ma centinaia e migliaia di comportamenti salubri - qualsiasi azione che è di beneficio al mondo e alla moltitudine -, tutti avvengono grazie al meraviglioso funzionamento della mente. Una persona mondana gli volta le spalle e perde questa meravigliosa funzione. Ecco come ogni sorta di confusione e caos arriva ad essere. Di conseguenza, i santi non avevano nessuna alternativa se non di stabilire i loro insegnamenti per rettificare la situazione. Per dimostrare ulterior-mente questo, io offro i versi seguenti: “La Via ultima e assoluta è sempre stata intima con la mente, “Non avendo raggiunto la mente, vedrai la realtà della Via così com’è. “Quando la mente, la Via, l’esistenza, ed il nulla saranno tutti estinti, “Diventerai un’uomo inattivo in questo universo di innumerevoli mondi. “Le virtù dovranno essere trovate nella natura degli infiniti oggetti, “Ma solo le virtù degli esseri umani si accordano con la mente. “Fin da quando io sono venuto a conoscenza di tutto questo, “Parlando o tacendo, la chiarezza splende in accordo solo con l'Ultimo. “I santi istituirono una grande diversità degli insegnamenti, “Trasformando, istruendo, e allevando tutti, in ogni spazio e tempo. “Con il voler essere benevoli, la benevolenza si manifesta, “Non c'è alcun bisogno di cercare qualcosa fuori della mente. “Quando la mente avrà finalmente realizzato l'equanimità, “L’uguaglianza di se stessi e degli altri sarà attualizzata, “Tutto nella propria vita quotidiana sarà giusto ed appropriato. “Finché uno non vede l'identità della natura di Dharma di tutti, “Ciò non comporta che non si debba esercitare gentilezza o autorità. “Non è per l’etichetta che ci si deve comportare dignitosamente, “Quando la mente non è deviata, la corretta condotta sarà naturale. “Quando noi ci incontriamo, non c'è bisogno di fare regali elaborati, “Uno schiocco di dita mostra la nostra autenticità ed innocenza. “L’orchestra naturale del vento a mezzanotte suona un flauto senza buchi, “L'acqua dei fiumi strimpella un'arpa senza corde nella luce mattutina. “Se tu vuoi conoscere dove mai uno può raggiungere questa felicità, “Dovrai cercare, e trovarla nella tua stessa mente. “Ospitare pensieri insalubri significa provocare dolori per la mente, “Tremila regole e leggi sono istituite per governare questo tuo corpo. “Un uomo che è sul Sentiero dimentica tutto circa il bene ed il male, “Mentre la legge e l’ordine sono chiaramente e vivamente amministrati. “La mente è come una bilancia, indica ciò che è pesante e ciò che è leggero, “Quando viene caricato, il peso è chiaramente mostrato. “Fin da tempi immemorabili, tutti i governanti benevoli sono uguali, “Per migliaia di anni, sono serviti come regola per ammirare gli esseri umani. Un Commentario del Maestro Sheng-Yen, su: Il Canto della Mente (Hsin-ming) (II° parte)di Niu-t'ou Fa-jung Questo articolo fa parte di una serie di conferenze date nel mese di novembre 1987, durante il Ritiro al Centro Chan di Elmhurst, New York. Trascritto da Chris Marano. Tratto da Internet e tradotto in Italiano da Aliberth “Il Giorno eterno è come la notte, la Notte eterna, come il giorno”. Questo versetto ci parla di due differenti livelli: il livello del principiante – cioè noi tutti in questo ritiro - ed il livello dell'essere già-illuminato. Ora parliamo del primo livello perché è più attinente alla nostra situazione. John mi dice che, finora, ogni giorno di ritiro è stato buono. Forse gli altri si sentiranno un pò invidiosi, ma in realtà John non dovrebbe sentirsi troppo felice per la sua situazione. Infatti, sarebbe meglio se lui considerasse ogni giorno come se fosse la notte più oscura. D'altra parte, chi tra voi pensa che i giorni sono stati oscuri e difficili, dovrebbe pensare ad ogni giorno come se fosse pieno di luce e gioia. Egli, probabilmente, si sta chiedendo, "Come può il dolore essere gioioso?". Ma l'esperienza del dolore è una parte della pratica e della vita, ci offre l'opportunità di osservarlo, di vedere come rispondiamo ad esso, e di praticare accettandolo e lasciandolo andare. Un buon amico di Taiwan, con cui spesso ho una buona conversazione, qualche volta mi sente parlare delle mie difficoltà e dei miei problemi. La risposta di questo buddhista laico a ciò che io dico è sempre la stessa, "Nessun problema! Tutto va bene!". Egli crede che problemi e guai sorgano, così come noi-stessi, così che si possa affrontarli. E’ un’importante parte della pratica quotidiana. Quest’uomo ha una grande attitudine. Qualunque cosa gli accada, per lui non è un problema. Se sei stato licenziato dal lavoro, nessun problema. Se qualcuno che tu amavi è morto, nessun problema. L'ultima volta che lo vidi, io ebbi l'opportunità di offrirgli un po' della sua stessa saggezza. Egli stava pensando ad un promettente affare azzardato, che poi risultò essere una frode, ed il suo presunto partner scappò via con la sua metà dell'inve-stimento. "Nessun problema!", gli dissi io. "Nessun problema!" rispose lui, sconcertato e scuotendo il capo. "Ma io ho appena perso molti soldi." Io risposi, "Va tutto bene. Quando hai i soldi, ti preoccupi continuamente di come proteggerli o salvarli o investirli. E ciò ti crea pensieri. Ora non hai niente di ciò, a cui pensare, e così non hai problemi!". Vorrei riferire un'altra storia che una volta stava su un popolare giornale di news in Taiwan. Sembra che la bella moglie giovane di un uomo ricco e famoso fuggì a Hong Kong con un Americano. Ovviamente, la stampa fu spietata. Tutti erano comprensivi verso il ricco uomo Asiatico, dipingendolo come uno che sicuramente stava soffrendo di grande tristezza, rabbia, ed umiliazione. Invece lui sembrava essere non turbato dall'esperienza. I suoi amici gli chiesero increduli, "Come puoi startene così tranquillo?". E lui rispose, "Il fatto che altri desiderino mia moglie significa che lei è molto buona. E ciò dimostra che io ho buon gusto." Tre mesi più tardi sua moglie ritornò da lui. Di nuovo, la stampa fece un grande trambusto sulla svolta di eventi, ma l'uomo era ancora felice. Egli approntò una grande festa per dare di nuovo il benvenuto a sua moglie. I suoi amici furono di nuovo completamente sorpresi dal comportamento di quest’uomo e gli chiesero come mai avesse potuto perdonarla ed essere così magnanimo. Lui disse loro, "Il fatto che lei è ritornata da me mi dice che io sono un buon marito e che lei si preoccupa di me. Dopo aver avuto l'opportunità di comparare la nostra relazione con un altro, lei mi ha scelto, e ciò mi fa felice!". Secondo voi, questa persona è un uomo saggio o uno sciocco? Chi può giudicare? Chi può sapere le sue vere motivazioni? Io preferisco credere che quest’uomo non è davvero eccessivamente legato alle cose, che realmente egli non si preoccupa delle cose, e che ha la capacità di disinteressarsi delle cose. Il suo atteggiamento è sano. Incurante di quali fossero le sue vere intenzioni, il modo in cui egli rispose alla situazione fu alquanto non comune, ed il suo comportamento è attinente alla nostra pratica. Se, per esempio, voi dite che le vostre gambe vi fanno così male da pensare che non otrebbero farvi star peggio, il miglior atteggiamento sarebbe di vedere ciò come un'opportunità d’oro per sperimentare una simile condizione. Vale la pena sperimentare fin dove pensiamo che possano essere i limiti delle nostre capacità. Sopportare ciò che noi consideriamo essere un dolore tormentoso tempera la nostra volontà, la determinazione, e l'autodisciplina. Chiaramente, ci sono diversi modi di trattare con il dolore. Dal punto di vista della pratica, il modo di trattare con tutte le circostanze è non tentare di conquistarle o superarle, ma accettarle e lasciarle andare. Tale atteggiamento funziona per le situazioni dolorose e difficili così come per le situazioni piacevoli e attraenti. Perciò, se tutto sembra che stia andando per il meglio con la vostra pratica, non c’è alcuna ragione di sentirsi felici od orgogliosi. Dall’esperienza io posso dirvi che nel momento in cui date credito alla Vostra buona fortuna e felicità, la situazione cambierà. E ancora, se voi accettate e sopportate il dolore alle gambe, alla fine il dolore scomparirà e voi potrete andar via con una sensazione fresca e piacevole. La miglior cosa sarebbe ignorare il nuovo sviluppo e concentrarvi sul metodo. Ma, se rivolgete la vostra attenzione alle gambe, pensando, "Uau, che sorprendente esperienza! Un minuto fa le mie gambe mi tormentavano dal dolore, ma ora c’è una sensazione quasi piacevole. Può essere accaduto realmente questo, o è la mia immaginazione? Ho poteri speciali? È forse un risultato della giusta pratica?". Nel rivolgere la vostra attenzione alla vostra esperienza, la mente si rimescola, farete la scoperta che siete fuori dal metodo e che il dolore è ritornato. La lezione da imparare è di non lasciare che la vostra mente si rimescoli, né con sensazioni di sofferenza né con sentimenti di gioia. La maggior parte di voi è probabilmente stata almeno una volta al circo e ha guardato con un certo timore il modo in cui un acrobata compie le sue giravolte in equilibrio su un filo posto in alto. Dove pensate che sia la concentrazione di questa persona? Secondo voi, egli sta chiedendosi se il pubblico è contento o no? Sta pensando ad applausi o fischi? O la sua mente è sulla sua pratica? Come l'acrobata, noi dobbiamo totalmente addestrarci per essere completamente indifferenti a ciò che ci succede, o a quale tipo di risposte noi andremo incontro, perciò dobbiamo rimanere diligentemente focalizzati sul nostro metodo. Per compendiare il primo livello di comprensione, questi versi dicono ai praticanti di non essere costernati da situazioni difficili, o fuorviati da situazioni gradevoli. La pratica, come la vita, non è lineare, e così potrete incontrare giorni buoni e giorni cattivi, meditazioni buone e meditazioni meno buone, buone esperienze e cattive esperienze. Il miglior approccio è tenere la vostra mente sul compito e lasciare che le esperienze vengano e se ne vadano. Questi versi ci dicono anche che come praticanti, nella nostra pratica noi dovremmo mantenere l'equanimità e non permettere alle nostre menti di essere smosse dall'ambiente circostante. Il verso "Il Giorno eterno è come la notte, la Notte eterna, come il giorno", parla anche della condizione illuminata. Le persone che si sono illuminate non agiscono in modo diverso da quelle che non sono illuminate. Le persone che agiscono diversamente, si danno solo delle arie, o agiscono in maniera superiore agli altri perché ‘pensano’ di essere illuminate, invece in realtà non sono illuminate. La persona veramente illuminata non si attacca all'esperienza della illumina-zione. È qualcosa che è già passato. Per l'illuminato, non c’'è realmente una tale cosa come l’illuminazione. Perciò, gli illuminati agiscono più o meno allo stesso modo delle persone ordinarie. In una folla, probabilmente, essi non sarebbero rilevati, perché non si interessano a ciò che gli altri pensano di loro. Non ricercano attenzione o adulazione. Spesso, il maggior praticante è il monaco che appare lento e un po’ tonto; mentre spesso il monaco che sembra essere estremamente acuto e bene informato è quello che ha bisogno di praticare più diligentemente. Non curatevi e non sprecate tempo a chiedervi cosa possano significare le vostre esperienze, se state facendo o no dei progressi, o come apparite agli altri, o a me. Restate sul vostro metodo ed esso si prenderà cura di voi-stessi. Segue: Commentario del Maestro Sheng-Yen, su: Il Canto della Mente (Hsin-ming) (III° parte)di Niu-t'ou Fa-jung “All’esterno, apparire come uno sciocco, All’interno, con la mente che è vuota e reale”. Ieri, ho parlato brevemente dei monaci nei monasteri, e come sembra che spesso possono essere fuorvianti. Alcuni monaci che sembrano essere sciocchi o ottusi, in realtà possono essere profondamente illuminati. Ci sono molte leggende nella storia buddhista che parlano di monaci illuminati che spesso dagli altri venivano trascurati a causa del loro aspetto o comportamento. Sovente, questi monaci rompevano o trascuravano molte delle regole minori del monastero, facendoli sembrare scortesi, ignoranti, o distratti. Una di queste storie riguarda il Maestro Han-shan (della dinastia Ming) e la sua esperienza con un monaco, mentre visitava un monastero. In particolare, questo monaco aveva contratto una malattia che gli aveva grottescamente ingrossato il corpo ed aveva dato alla sua pelle un nauseabondo colore giallo. Egli era evitato dal resto dei monaci del monastero perché erano disgustati. Così, lui passava da solo la maggior parte del tempo, perché nessuno voleva stargli vicino. Eppure, lui era contento di stare nel monastero, e quando chiese di fare un servizio di lavoro, gli fu dato il compito di pulire i bagni. Il Maestro Han-shan sviluppò un interesse per quest’uomo perché ogni mattina aveva notato che i bagni erano immacolati e puliti. Han-shan si diresse per parlare al monaco ammalato. Questo monaco gli disse che lui puliva i bagni ogni notte mentre tutti gli altri dormivano, dato che lui non aveva un luogo per dormire. Dopo che aveva finito questo compito, lui passava il resto della nottata nella Sala di Meditazione aspettando il servizio della mattina. Dopo aver sentito questo, Maestro Han-shan ebbe il massimo rispetto per questo monaco che ognuno evitava. Quando si rivolse a lui, Maestro Han-shan aveva dei problemi di vecchia data con la sua meditazione che non poteva risolvere. Egli pensò che poteva rivolgersi a questo monaco che nessuno conosceva, e così disse a lui dei suoi problemi e gli chiese un consiglio. Le intuizioni di Maestro Han-shan erano esatte, perché il monaco malato considerò i problemi una questione semplice e gli dette un prezioso consiglio. Da questa storia possiamo ricavare alcune intuizionii acumi. Una, questo monaco non sentiva alcun bisogno di reclamizzare la sua esperienza e realizzazione; e due, lui non era depresso né distolto dai preconcetti e da come lo trattavano gli altri monaci. Lui non indulgeva in arroganza o autocommiserazione. Come vi sareste comportati voi in circostanze simili? Le grandi esperienze spirituali vi avrebbero riempito con sentimenti e pensieri di orgoglio e superiorità? Come avreste reagito voi se foste stati oggetto di continua molestia o ridicolo? O, ancor peggio, come vi sareste sentiti se venivate ignorati ed evitati? Avreste avuto la stessa risoluzione ed equanimità come fece il monaco della storia? Di solito, più profondamente illuminata una persona è, e meno sarà notato in una folla. Una volta, qualcuno fece un lungo pellegrinaggio alla residenza di Hsu-yun, per incontrare il grande Maestro contemporaneo. Costui vide un indefinito monaco che spargeva concime in un campo e gli chiese se stava andando nella direzione giusta e quanto tempo c’era ancora per arrivare al monastero di Hsu-yun. Il monaco nel campo infastidì il viaggiatore perché gli fece domande sulle sue ragioni di voler visitare Hsu-yun. Il viaggiatore non voleva essere infastidito da questo monaco ordinario, ma come avrete già indovinato, il monaco che spargeva il concime era Hsu-yun stesso. Neanche il mio Maestro, Lin-yuan, aveva l'aspetto di un monaco che ispirasse un grande timore riverenziale. Fu lo stesso per me, quando ero più giovane, ma ora le persone mi mostrano più rispetto. Alcuni potrebbero dire che è grazie alla mia personalità e reputazione di insegnante di Ch'an, ma io sospetto che sia a causa del mio apparire vecchio e dei miei capelli diventati bianchi. Questi altri due versi si riferiscono all'aspetto di uno che già è illuminato, ma io vi incoraggio tutti a non aspettare l’illuminazione per coltivare tale atteggiamento. Avrete meno irritazione, se avrete l'atteggiamento del monaco malato nella storia di Han-shan. La pretenziosità è fonte di molti problemi. Qualunque cosa stiate facendo, solo fatela! Non preoccupatevi dell'approvazione o disapprovazione degli altri. Non pensate al fatto se sembrate uno sciocco o no. Le persone sprecano così molto tempo ed energia cercando di impressionare o trarre vantaggio dagli altri. Quanti di voi accetterebbero un lavoro come addetto alle pulizie dei bagni? Considerereste quel lavoro come inferiore? Quanti di voi sarebbero disposti a fare in modo che qualcun altro si trovi meglio di voi in certe situazioni? Se non siete capaci di fare questo, allora non avete imparato molto dalla pratica. Se nella vostra mente siete chiaramente consapevoli di quello che sta accadendo a voi o intorno a voi, allora non ha importanza ciò che gli altri percepiscono o credono. Agli altri potete pure sembrare sciocchi o creduloni, ma nella vostra mente voi sapete che non è così. Coltivare tale personalità può essere anche trasformativo per gli altri, perché le persone alla fine comprenderanno che voi non siete sciocchi e che, in effetti, voi li state accettando. Un tale comportamento dà agli altri l’opportunità per essere più onesti e meno pretenziosi anch’essi. Uno dei miei studenti in Taiwan, una volta mi disse di essere chiaro ed acuto quando lui ascolta le mie conferenze, ma quando sta lavorando, lui si sente ottuso ed un passo dietro agli altri. Poi si rivolse a me e disse, "Tu spesso appari come vuoi, Shih-fu. Se io già non ti conoscessi e vedessi il modo in cui tu qualche volta agisci, penserei che tu sia un idiota stupido." Io non mi aspettavo un tale commento, e così risposi, "Una persona con grande saggezza è uguale ad una sciocca." Ma poi aggiunsi, "Siccome io non sono una persona di grande saggezza, probabilmente tu hai ragione. Forse io sono solo uno sciocco". Io sono anche felice che grazie alla mia pratica, sono diventato meno sensibile alle cose che le altre persone dicono e fanno; altrimenti probabilmente io mi sarei sentito insultato, dal commento di quest’uomo. In realtà, è vero che io qualche volta agisco in modo un po’ lento. Potrei dire che è perché sto attento in ogni mia decisione e movimento; ma la verità è che, talvolta, io non so cosa fare. Una volta, due dei miei discepoli stavano disputando e litigando proprio davanti a me. Se io avessi aderito alle regole del tempio, avrei chiesto loro di andare via. Invece, io chiusi gli occhi. Mi sedetti, senza far niente, e poi me ne andai in silenzio. La stessa persona che mi aveva chiamato ‘stupido idiota’ era presente all’intera scena e subito dopo, fermandomi nell'atrio, mi chiese, "Tu sei il loro Shih-fu (guida). Cosa farai, in merito a questo?". Io risposi "Non lo so". Alla fine, parlai a ciascuno dei due discepoli, ma non finché non si erano calmati, finendo di discutere. Io non vedevo il modo di farli ragionare allorché erano nel bel mezzo di una lotta. Non si poteva fare nulla. Aspettando che essi fossero calmi e razionali, io fui capace di parlar loro senza umiliarli o provocargli ulteriore ostilità. Inoltre, poiché dopo essi erano più chiari, il problema fu rapidamente e più facilmente risolto. Io non sono ancora sicuro se la mia strategia fosse sciocca o saggia, ma al momento, sembrò essere la cosa più conveniente da fare. In una precedente conferenza, io vi chiesi cosa avreste fatto se il Centro Chan prendesse fuoco. Continuai col dire che un praticante col vero spirito Ch'an sarebbe rimasto sul metodo, anche a rischio di incenerirsi. Spero che voi abbiate capito che io stavo esagerando per fare un esempio. In un certo senso, io vi stavo incoraggiando a trascurare tutti i disturbi esteriori. D'altra parte, dovreste avere abbastanza senso per sapere cosa fare in una determinata situazione. E’ ovvio che se il fuoco è fuori controllo, cosa potreste mai fare? Se continuate a meditare, pensando che "i Protettori del Dharma del Centro Ch'an si prenderanno cura della situazione", allora realmente io direi che siete degli sciocchi. Fate ciò che è più conveniente. Più tardi, se poi vi sgrido per esservi permessi di muovervi dal vostro posto, bè, accettatelo. Nella vostra mente, voi sapete di esser chiari e che stavate facendo la cosa più saggia. Non importa cosa io penso di voi. Nella nostra vita di ogni giorno, dovremmo addestrarci ad essere meno sensibili alle percezioni degli altri. Come esseri illuminati, noi non dovremmo avere paura di apparire sciocchi esteriormente. Ogni volta che scoprite di esser pieni di rabbia a causa di imbarazzo o iper-sensibilità, riflettete, "Perché non sto coltivando la sciocchezza all’esterno e la chiarezza all’interno?". Questo non è un compito facile per la maggior parte delle persone, neanche per i buddhisti ed i praticanti di Ch'an. Inoltre, noi non siamo esseri illuminati, così non possiamo aspettarci di agire così tutte le volte. Ma, alla fine, è un’attitudine per coltivare valore, ed io vi incoraggio a renderlo una parte integrante della vostra pratica quotidiana. ----- JJJ
Tradotto nel mese di Ottobre 2006 - per conto del Centro Nirvana di Roma – senza scopo di lucro
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