Articoli di Aliberth


 

Sofferenza e Vacuità…

 

 

 
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 Anche stavolta, come in altre occasioni, Aliberth prende spunto da uno scambio di mail con una sua amica, per esprimere il suo personale punto di vista (che è quello generato dalla sua trentennale esperienza di studio e di pratica del Dharma). Ora, in questa circostanza, si parla di Sofferenza e di come superarla, così come lo stesso Buddha ha insegnato con le sue Quattro Nobili Verità…

 

M. -  Buongiorno Aliberth, ho una domanda da farti: tutta la mia vita l'ho passata a giustificare e prendermi tutte le colpe; prima dei miei genitori, poi della società ed in fine quelle di marito e figli... non mi costava e non mi costa, perché tutt'ora giustifico e cerco di comprendere le ingiustizie, vedo sempre il lato buono delle persone ed ogni volta muoio un pò... Ma ora mi trovo ad affrontare l'ennesimo baratro, devo essere sincera... sono un pò stanca di prendere su di me le loro azioni. Forse sono un pò cattiva, lo sò! Ma, la mia anima si sente ferita. Scusa lo sfogo. Un abbraccio... (M.).

Aliberth: Ciao cara amica... non ti biasimo... tu hai una innata natura di compassione che ti ha permesso di accogliere su di te (nella tua mente e nel tuo corpo) tutto il dolore per le disgrazie degli esseri umani con cui sei venuta a contatto... Ma purtroppo, e questo è il vero problema, non credo che tu abbia le cognizioni mentali giuste per riuscire a sopportare, trasformare e far fluire tutte queste sofferenze... Mi ricordi un pò la mia compagna Cristina... anche lei assorbiva tutte le sofferenze degli altri (oltre alle sue) e questo ammasso di dolore, purtroppo, l'ha portata alla morte (infatti, anche lei, quando le dissi - ormai troppo tardi - di usare la mente per sciogliere tutto questo dolore che si accumulava in lei, mi rispose che la sua mente ERA STANCA!) Guarda un pò, la stessa cosa che dici tu...                                                   E allora, cara amica mia, ti dico, Rinforza la tua mente con le preghiere ma anche con la pratica della Vacuità... Che cos'è la 'Vacuità'? Troppo lungo da spiegare qui, sappi però che in qualche modo è un alleggerimento della nostra mente che crede TROPPO alle cose, ai fenomeni, alle situazioni... La comprensione della Vacuità è riuscire a far credere alla nostra mente che tutte le cose che accadono, a noi ed a gli altri, malgrado la loro forte dirompenza di simil-realtà, in verità, non sono altro che sogni... o almeno, che le cose, con persone, fatti, eventi, sono SIMILI ai sogni, e perciò non dovrebbero fissarsi così profondamente e così dolorosamente nella nostra mente.... E solo se una mente è COSI' forte, potrà riuscire a sopportare, risolvere e superare questo accumulo di sofferenza e dolore e pertanto, così facendo, essa si rigenererà sempre, come una miracolosa cellula che riesce a funzionare sempre bene, fino alla durata dello stesso corpo...                                                Devi sapere che chi ha compreso la vacuità, così come la legge dell’impermanenza, ha realizzato che tutte le cose sono prive di una intrinseca e sostanziale ‘realtà’, come invece non accade alla totalità degli umani. Questo significa che, per i saggi risvegliati, tutti i fenomeni, vale a dire gli oggetti, le persone, gli eventi e i fatti di ogni singola esistenza non sono così “reali” come sembrano, poiché non sono esistenti dalla loro parte, ma esistono solamente in una maniera interdipendente, dipendendo dalla loro co-emergente interazione, e cioè sono tutti originati attraverso l’aggregazione, in modo interdipendente, delle loro cause e condizioni…Perciò, anche le cose che ci fanno soffrire, in realtà non esistono come verità assolute, ma sono soltanto derivazioni karmiche, effetti di cause e condizioni generate dal nostro personale karma mentale. E, come tutti i fenomeni generati in questo mondo, anche le cose che ci fanno soffrire sono totalmente ‘contingenti, temporanee ed impermanenti’.                             Ecco cosa scrive il Dalai Lama, riguardo alla sofferenza… “Per esperienza, molti di noi sanno che generare un sano atteggiamento mentale non è un compito semplice. E' come far risalire un masso su una collina o spingere un’automobile che ha finito il suo carburante. D'altro canto, le negatività sorgono spontaneamente e facilmente, come l'acqua che scorre in discesa lungo un pendìo. E' chiaro che dobbiamo fare uno sforzo mirato a coltivare i pensieri positivi e ad evitare quelli negativi”.        Egli dice, ancora: “Alla radice della sofferenza c'è il pensiero negativo ed ingannevole. Quando vengono generate ostilità e rabbia, creiamo karma negativo causando disagio a noi stessi e un grande disturbo agli altri. Perciò il Buddha ci ha insegnato a sradicare i pensieri negativi ed a generare pensieri e azioni positive, ovvero pensieri benefici ed azioni altruistiche”. (XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso - La Via della Liberazione).                                                                               Questo è proprio il contesto in cui il Buddha ha insegnato le QUATTRO NOBILI VERITA', le quali sono: ‘la verità della sofferenza, la vera causa della sofferenza, la vera cessazione della sofferenza e il vero modo di far cessare la sofferenza’… Dunque, è necessario riflettere sulla sofferenza e sulle sue origini o cause. Infatti, se non ci fosse davvero una qualche possibilità di trovare conforto e di liberarsi completamente dalla sofferenza e dalle sue cause, riflettere sulla sofferenza sarebbe un ulteriore grattacapo aggiunto ai nostri problemi.                                                                    Perciò è anche estremamente importante essere consapevoli del vero sentiero e della vera cessazione. Questi non sono soltanto sterili argomenti filosofici, ma hanno un diretto influsso sulla nostra vita quotidiana.                                                                                                          Dunque, cara amica, mi auguro che tu riesca infine a comprendere, e ad applicare, questo insegnamento... Esso è della massima importanza per far sì che tu non ceda all’abitudinaria dose di stanchezza ed all'accumulo della sofferenza... se sarai in grado di arrivare a a capire in che modo si possono amare tutti gli esseri, vedendoli però come PERSONAGGI DI UN SOGNO, e che naturalmente dobbiamo riconoscere come non REALMENTE reali, ma come prodotti della mente e del karma, allora riuscirai a garantire a te stessa di essere sempre capace di aiutare tutti (oltre che te stessa)... Oltretutto, bisogna dire anche che la sofferenza, pur nella sua accezione dolorosa, è un ottimo test per saggiare la nostra potenzialità evolutiva. Infatti, come è scritto nei Sutra, se noi ci lamentiamo quando siamo colpiti da qualche avversità, sia fisica che mentale, il nostro stesso lamentarci ci crea ancora più sofferenza. Non è vero che con lo sfogo verbale si prova meno sofferenza, al contrario. Se si riesce a consapevolizzare l’esperienza del dolore in silenzio, si potrà scoprire un profondo e forte sentimento di lucidità e chiarezza. E’ come se si scoprisse una parte importante di noi che non era mai stata portata alla luce, e che nemmeno sapevamo di essere: la propria coscienza di sé. Soltanto attraverso le forti emozioni come appunto la sofferenza, ma anche nella gioia più esaltante, allorché si riesce a focalizzare la consapevolezza sulla nostra stessa emozione o sensazione, si può assaporare questa forte carica di autocoscienza. In sintesi, la pratica del “vedere”, sia il nostro dolore che la nostra gioia, appartiene ad una specifica tecnica evolutiva, ad una forma di ‘meditazione coscienziale’ del tipo più elevato. Quindi, questa per noi è una vera e propria occasione per realizzare se siamo già sul Sentiero ed anche per conoscere proprio il nostro livello di evoluzione su questo sentiero spirituale e inoltre, questa stessa interpretazione, illumina un lato della nostra storia esistenziale di cui non ci siamo mai resi conto: il dolore fisico viene ora utilizzato per riportarci alla presenza del qui-ed-ora.

Dunque, cara amica, prova a considerare come la nostra sofferenza possa, alla fine, addirittura essere preziosa. Non è che ce la dobbiamo augurare, ovvio, ma se ci arriva (e prima o poi, in questa vita, essa arriva), noi dobbiamo essere capaci di valorizzarla dal punto di vista più vantaggioso: cioè, quello dell’evoluzione spirituale. In questo modo, non solo non ci sentiremo più oppressi e sfortunati ma, forse, potremmo anche considerarci degli eletti, proprio perché siamo in grado di trasformare l’esperienza di sofferenza e dolore in una forte e pregnante consapevolezza del nostro esistere come esseri senzienti. Ti abbraccio caramente e spero che tu riesca a capirmi... (Aliberth)