Ci sembra interessante valutare tutto ciò che viene pubblicato sui giornali e sulla stampa in genere, riguardo al buddhismo. Possiamo cogliere, in questo, un notevole e crescente interesse per questa Dottrina (o Religione), anche se nella maggioranza dei casi esso resta confinato alla sfera eruditiva e saggistica. Al massimo, esso può arrivare a toccare l'aspetto che riguarda la salute ed il benessere, come vediamo in numerosi inserti o riferimenti su Internet. Però, è assai difficile, anzi addirittura pressoché impossibile, che il semplice conoscere questa valida filosofia dell'Essere possa coinvolgere qualcuno verso un interesse più profondo, un interesse che sia precipuamente rivolto alla salvezza mentale e spirituale. Questo è il motivo per cui la nostra scuola di Ch'an, pur essendo piuttosto segreta e poco conosciuta, non raggiunge i risultati di adesione ed affluenza tipici di altre espressioni del buddhismo di massa. Il Ch'an è una disciplina trasformativa, vale a dire che l'interessarsi ad essa solo a scopo eruditivo non porta nessun immediato vantaggio pratico. Anzi, spesso esso è così apparentemente metafisico da sembrare addirittura inconcepibile e contraddittorio. Le persone ordinarie, se non si sentono veramente motivate a trasformare la propria mente, lo rifiutano a priori, etichettando la conoscenza del Ch'an come 'assurda ed improponibile'. Poi però, ovviamente e di conseguenza, le persone continuano tranquillamente a rimanere condizionate dai loro pensieri negativi e dalle loro vecchie abitudini nell'interpretare le cose del mondo, continuando spesso anche a denigrare quei rari praticanti che eseguono scrupolosamente le istruzioni del Ch'an per modificare in meglio la propria mente. Non a caso, le persone cosiddette ordinarie, anche quando ritengono di praticare una via spirituale, continuano imperterrite a saltellare di qua e di là, tra il bene ed il male (nella loro idea mondana di bene e di male…), e minimamente non vengono sfiorate dall'intuizione che proprio questo loro modo di giudicare è una delle cose che bisogna necessariamente abbandonare. Ho conosciuto tantissime persone in numerosi Centri di Dharma (e di Meditazione) e vi assicuro che la maggioranza di esse, pur ritenendo di applicarsi con coscienza alla pratica spirituale, non è ancora riuscita a guardarsi dentro, né tantomeno a vedere il mondo così come realmente è, cioè situato nella loro propria mente che lo immagina…. Ma, purtroppo, tutte queste persone ragionano ancora in termini di dualità e persistono nel dipendere dall'apparenza esteriore dei fenomeni. Quindi, il fatto di ‘vedere il mondo come realmente esistente al di fuori’ di esse, le costringe ineluttabilmente a continuare ad interpretare la realtà come un qualcosa di veramente e inerentemente esistente, proprio lì fuori, ed in più le costringe a dare giudizi ed opinioni, come quando ancora non avevano iniziato la pratica del Dharma. Per cui, per esse, a che serve frequentare Centri di Meditazione? A che serve essere seguaci o discepoli di grandi Maestri e Venerabili Lama?
Ma, la cosa più ardua, e spesso impossibile, è che le persone arrivino proprio esse stesse al punto in cui possano farsi queste dolenti domande. Perché soltanto questo sarebbe il vero <momento magico>, cioè l'inizio della loro autentica e vera trasformazione spirituale, così come auspicato dal Buddha nei suoi insegnamenti, e non il loro approdo presso questo o quel Centro di Dharma, magari solo per una malcelata curiosità personale o per una temporanea esperienza emotiva. Più passa il tempo, più mi addentro nella comprensione del Dharma e più capisco perché l’umanità soffre e non è mai veramente felice… Il vero problema è che le persone cercano la felicità nel modo sbagliato. Esse si lasciano convincere dai media che la felicità si ottiene comprando questo o quello, o viaggiando in tale o tal’altro luogo, oppure frequentando quella tale persona che è così alla moda… Dunque, se vuoi essere felice, non preoccuparti, ci pensiamo noi… E così, l’ingenua mente della gente viene turlupinata ed ancora una volta illusa. Purtroppo, non è così semplice ottenere una vera felicità, soprattutto una felicità che sia duratura e costante. Perché, sovente, per un briciolo di gioia apparente, si deve amaramente pagare con altri periodi di disagio e sofferenza. Questa è la verità del KARMA… e non conoscendo questa inesorabile ‘legge’, le persone restano ignoranti e continuano ad illudersi di poter… comprare la felicità. Solo la vera conoscenza e pratica di un Sentiero illuminante come il Dharma, può far cambiare le cose; ma quante sono, nel mondo contemporaneo di oggi, le persone che sinceramente si affidano alla spiritualità per modificare la loro mente e l’opinione che esse hanno circa la verità dell’esistenza? Lo stesso Gesù Cristo le aveva chiamate ‘Gente di poca fede’, perché esse si convertivano solo di fronte ai miracoli. Ma, una volta che l’effetto-miracolo era cessato, le persone ritornavano ai loro abituali sistemi di vita. Ed è così anche al giorno d’oggi, in cui impera la cultura ignorante e materialista che conquista la mente degli stolti umani, specie quelli in giovane età, che neanche immaginano cosa sarà di loro, allorché questa breve esperienza nel corpo umano sarà terminata. Nel dedicarmi anima e corpo alle traduzioni degli scritti lasciati dagli antichi maestri del Chan (ed anche qualcuno di più moderno) la cosa che più mi ha colpito, ma neanche tanto, visto l’andazzo dei giorni nostri, è stata la continua ripetizione della descrizione della difficoltà delle persone comuni nel poter capire la ‘verità nascosta’ della vera Mente. Anche nei sutra vi sono continui riferimenti al fatto che la maggioranza delle persone che vivono nel mondo samsarico non hanno affatto menti idonee per saper prendere la ferma decisione di voler seguire il sentiero spirituale del Dharma. Esse quindi, proprio non possono squarciare il velo che ottenebra le loro menti, e non possono vedere chiaramente come stanno le cose, senza la nebbia dei propri concetti, né quale sia la vera funzione del nostro essere qui in questo mondo di apparenze. In effetti, il problema è proprio quello; cioè che quasi tutti gli umani proprio non vedono quel velo ostacolante che c’è nella loro mente e non potranno vedere, di conseguenza, nemmeno la loro stessa mente, in cui c’è quel velo ottenebrante. Ecco perché ai più la verità resta celata, soprattutto perché ben pochi sono portati a credere che vi sia una verità celata da dover ricercare e scoprire. Siccome il mondo offre ai loro sensi quanto gli stessi sensi vanno cercando, la mente che da ciò viene ottenebrata, non manda assolutamente altri stimoli per una ricerca invero più approfondita all’interno, dove i sensi servono a poco. E quindi le persone non sentono i morsi della fame interiore dello spirito, se non forse negli ultimi istanti della loro vita. Ma allora è troppo tardi, e bisogna fare un altro giro di giostra: bisognerà rinascere per vedere se si potrà avere un’altra chance, un’altra occasione per poter svelare quella VERITA’!- A questo proposito, sarà utile conoscere questo aneddoto di Meister Eckart:- ‘Un giorno, qualcuno domandò ad uno gnostico, che viveva in modo austero mentre avrebbe potuto vivere ben altrimenti: - “Perché, e come avete fatto a rinunciare al mondo?”- Egli rispose: - “Non sono io ad aver rinunciato al mondo ma, poco a poco, è il mondo che ha rinunciato a me!”.- Ecco perché noi ci siamo rinchiusi nella nostra caverna (cioè la mia stanzetta…), perché da qui possiamo verificare e constatare come il mondo sia davvero ILLUSORIO. Infatti, standocene qui da soli, nessuna persona fisica ci cerca più, ed è quindi sufficiente che noi non si vada più verso il mondo per far sì che il mondo, a sua volta, non venga più verso di noi. E se questa non è una prova di vacuità delle persone e degli oggetti del mondo, almeno per la nostra mente, allora non si sa proprio che altra prova fornire ai coriacei credenti della sostanzialità degli illusori fenomeni mondani- A seguito di quanto sopra, ne risulta che ormai chi si è rinchiuso nella sua stanzetta (più o meno cavernosa), ed ha generato al suo interno il vero Maestro della profonda Verità del Dharma, ovviamente non ha più necessità di andare a sentire altri insegnanti. Soprattutto quando questi insegnano il Dharma alle persone ordinarie (cioè con insegnamenti di base e obbligatorie ripetizioni dei rudimenti spirituali). Per tale ragione, pur ringraziando calorosamente i Centri che ci inviano il loro materiale programmatico, siamo veramente felici di aver lasciato il nostro vecchio posto, di quando siamo stati per tanti anni seduti davanti ai nostri vecchi maestri, a qualche nuova leva che dovrà farsi le ossa, così come per oltre venti anni ce le siamo ben fatte noi stessi. D’altronde, se qualcuno ha raggiunto la mèta segreta, l’ottenimento dello scopo, non importa a nessuno. Tanto, l’illuminazione è un fatto personale ed il miglior effetto che le altre persone possono riceverne, è che colui che ha capito come stanno le cose, e che si è fatto da parte, di sicuro NON potrà più danneggiare gli altri. E questo, se me lo permettete, oltre ad essere un fantastico risultato è già la miglior prova del fatto che il bersaglio è stato centrato! | |