Pubblicato su: http://www.circolovegetarianocalcata.it/category/lettere-inviate-e-ricevute il 27 Marzo 2008
MEMORIE DI UN "MORTO" VIVENTE

Aforismi di chi non si sente più "da questa parte". ..
di Alberto Mengoni (Aliberth)

 

Un mio caro amico dei bei tempi andati, Paolo D’Arpini del Circolo VV.TT. di Calcata, mi ha chiesto di metter giù una testimonianza dei miei ricordi su Calcata ed il suo Circolo Vegetariano. Cosa che faccio con un po’ di difficoltà, non tanto perché di ricordi non ne abbia - che anzi, ne ho molti e molto importanti - quanto perché, oggi come oggi, sono assai restìo a tirar fuori dalla memoria ricordi e cose che riguardano ciò che è stato il mio passato. Però, un ricordo su tutti è stampato bene nella mia memoria, e cioè quello della prima volta che capitai a Calcata. Fu verso la fine degli anni settanta, credo nel 77 o 78. A quel tempo, vivevo la mia vita con Mara, una deliziosa ragazza bionda di 20 anni (io ne avevo circa 36 o 37), con cui avevo una relazione alquanto passionale, ma anche ‘burrascosa’, dato che lei aveva lasciato la sua famiglia e gli studi, per venire a stare con me. Ovviamente, questa relazione non durò a lungo, a causa di ripensamenti e varie problematiche che occorsero tra noi; infatti passati quattro anni, dopo che i suoi genitori la convinsero che non era il caso di convivere con un divorziato (che tale io ero) lei tornò dai suoi, ed io proseguìi nella mia ricerca esistenziale, incontrando così altre compagne con cui, anche con loro, ebbi modo di venire ancora a Calcata.
Allora, quella prima volta… Mi sembra di ricordare che fosse un sabato mattina di una splendida giornata primaverile. Dopo esser stati in un luogo chiamato ‘monte gelato’, in cui vi sono delle magnifiche cascatelle formate dal fiume Treja, decidemmo di andare a visitare Calcata, che a quei tempi era nota per esser il rifugio di artisti anticonformisti e pittori, scrittori e scultori un po’ ‘beat’ ed esistenzialisti, tipici di quegli anni. Giunti nella piazzetta iniziale, vedemmo l’insegna del Circolo VV.TT. che mi incuriosì, perché sul magazine ‘AAM-Terra Nuova’ avevo letto della sua filosofia laico-spiritual-naturalista d’avanguardia. E così, mi infilai nella porticina che dava su alcuni scalini con ai lati delle bacheche sotto vetro, contenenti strane boccettine e alcuni libri e riviste di macrobiotica, di spiritualità orientale e di cultura vegetariana. Sempre più incuriosito, mi lasciai tentare e comperai una piccola bottiglietta di ‘propoli’ liquido e, siccome dall’interno di questa casetta (che ora non è più la sede del Circolo, essendosi esso spostato più a valle, verso la fontana) proveniva un buonissimo odore di sana cucina macrobiotica e vegetariana, decidemmo così di rimanere a pranzo.
Da quella volta, la mia amicizia con Paolo si rafforzò, e negli anni successivi, grazie agli interessi e visioni comuni, si fecero diverse cose insieme. Mi ricordo di parecchie serate passate, insieme a tanti altri amici, a progettare azioni e attività socio-culturali, sempre con una visione rivolta al benessere ed alla emancipazione spirituale delle persone, con il punto centrale rivolto verso la salute psico-fisica e la sana alimentazione. In una di quelle serate, mi ricordo che si dette vita al progetto ‘Spiritualità laica’, con l’intervento autorevole di altre personalità, come noi interessate a quegli importanti argomenti. Mi ricordo di molte ‘fine-d’anno’ passate nella sala da pranzo e poi, fuori, giù nelle grotte, con la partecipazione di numerose persone con cui facemmo delle ‘sante-meditazioni’ di buon auspicio per il nuovo anno che doveva venire… Mi ricordo anche di bellissime passeggiate lungo i sentieri del Parco Valle del Treja, in mezzo alla lussureggiante vegetazione, immersi nell’autentico ‘spirito della natura’, felici di esistere, e di essere tutti insieme in quello splendido e meraviglioso ambiente, non ancora contaminato, come invece già erano le città da cui provenivamo…
In seguito, però, le cose andarono in un modo un po’ diverso. Per quanto mi riguarda, con l’avanzare dell’età e con l’imbarbarimento di questa nostra società che, da qualche decina d’anni, si sta terribilmente trasformando in una civiltà desolata e decadente, non ho più sentito lo stimolo a ‘relazionarmi’ con gli altri esseri umani… La mia visione del mondo, grazie alla ininterrotta e profonda pratica spirituale del Chan, è cambiata, e quello che una volta mi sembrava essere un premio al nostro esistere in questo mondo (ovvero, situazioni e ambienti piacevoli che sempre andavamo cercando con ostinata volontà) all’improvviso mi è apparso in tutta la sua brutale e sconcertante verità, cioè la constatazione che le cose sono in continuo mutamento, e tutto quello che si insegue diventa, alla fine, solo un doloroso ricordo. Le persone invecchiano, e poi muoiono (e quindi, anche noi stessi), i panorami cambiano a seconda della velocità di distruzione dell’ambiente, e la pace tra gli esseri viventi sembra sempre più difficile da mantenere.
Perciò, alla luce di questa disillusa comprensione di come la vita è veramente per tutti noi (ciò che nel gergo buddhista è chiamato ‘legge del karma’), ho deciso di ritirarmi a vita privata e di dedicarmi esclusivamente alla preparazione del mio processo finale, cioè quel momento in cui la nostra mente dovrà passare, dal suo stato di esistenza all’interno di un corpo materiale, allo stato vuoto del ‘nulla metafisico’, volgarmente chiamato ‘morte’.
Ecco perché non sento più il desiderio di relazionarmi con gli altri ‘morti-viventi’, i quali purtroppo e per loro disgrazia, sono completamente inconsapevoli di questa loro vera condizione, né mi sento più di voler rinvangare ricordi ed episodi passati di una vita che non può più ritornare ad essere quella che è stata. Non si pensi che questa sia solo una visione ‘pessimistica’ dell’esistenza. Basterebbe soltanto fare una profonda analisi interiore di ciò che siamo ora, di quanta acqua è passata sotto ai ponti della vita, e di come le cose alla fine portano solo una terribile delusione, dopo che ci hanno ingannevolmente illusi sulle loro irreali qualità di ‘permanenza’, per poter capire quanto è ‘vera’ la verità spirituale che ci invita ad abbandonare tutte le illusioni ed a meditare in profondità sulla ‘vacuità’ di questo mondo materiale, sia pure nel ricordo dei ‘bei momenti’ che ci sono stati, delle amicizie che abbiamo sviluppato e delle buone azioni che abbiamo messo in moto. Quest’ultime, in fondo, saranno la nostra speranza futura di una buona e favorevole ‘reincarnazione’, così da poter ancora sperimentare una esistenza in questo mondo ma, stavolta, forse, con quella più evoluta capacità di coscienza che ci permetterà di capire fin dall’inizio la vera realtà dell’essere, e quindi di non venir più ingannati dalla ruota del tempo, testimone di un passato che non può più ritornare.
Concludo con un sincero augurio per tutti voi di poter entrare nella comprensione che il mondo non è ‘realmente’ come ci appare, ma ha un misterioso segreto che deve essere ‘svelato’. L’approccio ad una via spirituale autentica, che ci tolga le bende dagli occhi e ci mostri la vera visione della realtà dell’esistenza, è per tutti il miglior modo di arrivare a questa comprensione. Se qualcuno è interessato a sapere come è accaduta la mia ‘conversione’ alla verità, può trovare spunti ed informazione sul nostro sito. Ora, però, ho ancora un ringraziamento da fare. Vada il mio grazie al Circolo VV.TT. di Calcata, che in qualche modo ha anch’esso fatto parte del mio ‘sentiero’ spirituale, sentiero che alla fine mi ha permesso così di poter raggiungere questa ‘comprensione’ conclusiva.
SHANTI! Pace a tutti gli esseri viventi!