TESTIMONIANZE: LA SCOMPARSA di GHESHE-LA’…

Dall’ISTITUTO LAMA TZONG-KHAPA di POMAIA, riceviamo:

 

(29 Novembre 2007) Cari amici di Dharma,

come già sapete il nostro amato Maestro, Ghesce Ciampa Ghiatso, ha smesso di respirare verso le 3.40 del mattino di martedì 27 novembre. Al momento riposa in una bara aperta posta sul suo letto, coperto dalle sue vesti color zafferano, dimorando nella meditazione della Chiara Luce.

Ovviamente i suoi discepoli desiderano sapere esattamente come tutto ciò sia successo;

per questo ho pensato di fornirvi i dettagli clinici circa la sua dipartita dal corpo.

Come molti di voi sanno, a Ghesce-la fu diagnosticato, nell’autunno del 2000, un cancro ai polmoni. Durante una vacanza estiva in India ebbe un attacco di polmonite con febbre alta, forte tosse e debolezza fisica. Da un’accurata visita al torace gli venne diagnosticato un tumore al polmone destro, nella parte più centrale, che ostruiva una delle principali vie respiratorie e che causò lo sviluppo della polmonite in corrispondenza dell’area ostruita.

Un esame istologico rivelò che il tumore si era sviluppato anche nel polmone sinistro. A questo punto una persona comune avrebbe dovuto sottoporsi ad intervento chirurgico, ma Ghesce-la rifiutò fermamente; sebbene fosse a conoscenza della sua situazione clinica, egli rifiutò ogni terapia. A questo punto la diagnosi  indicò che egli avrebbe avuto circa otto mesi di vita. In seguito Ghesce-la accettò varie terapie, tra queste quella più seguita, era quella dell’acqua benedetta dalla “donna dell’acqua” Maria, che Raffaello gli procurava regolarmente.

Malgrado l’infausta prognosi, Ghesce-la si riprese dalla polmonite e continuò a dare segni di buona salute per altri sei anni. Nella primavera del 2007 si potevano notare dei linfonodi ingrossati che sporgevano dalla parte sinistra del suo collo. Ciò poteva essere la conseguenza di metastasi del cancro ai polmoni; a tale scopo venne eseguita una biopsia (esame epiteliale) la quale, però, non evidenziò la presenza di cellule tumorali. Nei mesi seguenti, Ghesce-la ha  lentamente iniziato a perdere peso e a manifestare sintomi di stanchezza.

Poi, circa due settimane fa, il suo corpo ha sviluppato un rigonfiamento sotto il mento che gli creava difficoltà nella deglutizione. E’ stato sottoposto a una risonanza di controllo al fine di verificare se questi sintomi fossero causati dalla ghiandola tiroidea, ma il responso medico mostrò come la tiroide fosse a posto. Nel frattempo il rigonfiamento è stato trattato con terapia antiinfiammatoria e antibiotica, che ne hanno rallentato i sintomi. Tuttavia, la deglutizione rimaneva un problema irrisolto e Ghesce-la poteva solo alimentarsi tramite minestre e liquidi.

Per questo gli è stato chiesto di accettare di sottoporsi a una TAC all’addome, ai polmoni, al collo e al cervello il 22 novembre scorso, per indagare sull’esatta causa del problema. L’esame ha mostrato che la situazione del tumore ai polmoni, che gli era stato diagnosticato già sette anni fa, era rimasta praticamente immutata. All’altezza della gola presentava linfonodi ingrossati in prossimità dell’esofago e della trachea; la pressione dell’infiammazione su questi organi spiegava la difficoltà che Ghesce-la aveva nel deglutire e nel respirare. Con tutta probabilità l’ingrossamento di questi linfonodi era dovuto alla diffusione della metastasi dalla sede originale del tumore. Tuttavia è stata richiesta una biopsia per poter determinare esattamente il tipo di linfonodi; vi era, infatti, una piccola probabilità che l’ingrossamento dei linfonodi alla gola avesse una causa diversa da quella del tumore e perciò potesse eventualmente essere trattato con terapia medica.

Il giorno seguente all’esame, Ghesce-la si è sentito male e ha vomitato a lungo. Durante l’esame della TAC gli era stato somministrato del liquido di contrasto per rendere visibili i tessuti della gola, ma poiché i suoi reni erano debilitati da una patologia diabetica di lunga data non è riuscito a eliminare completamente le sostanze di contrasto. Così, mentre avrebbe dovuto assumere una grande quantità di liquidi per poter eliminare queste sostanze, stava male ogni volta che tentava di bere; questa situazione lo ha portato, nei due giorni successivi, a uno stato fisico di profonda disidratazione. Come se non bastasse, Ghesce-la non poteva dormire bene durante la notte a causa dell’ostruzione delle vie aeree e, di conseguenza, dei problemi respiratori che lo facevano star male e che causavano spossatezza durante il giorno.

Infine, il sabato sera del 24 novembre (durante la sessione di recitazione di 24 ore del Sutra di Lunga Vita nel gompa dell’Istituto Lama Tzong Khapa), egli giaceva nel letto, disidratato, con seri problemi di respirazione. Il dottor Giari, temendo che Ghesce-la potesse non superare la notte, decideva di ricoverarlo all’ospedale di Cecina al fine di potergli somministrare fluidi ed elettroliti. Ghesce-la accettò ed ebbe un adeguato trattamento, tanto da mostrare un visibile miglioramento in forza e vitalità. Il giorno successivo, domenica 25 novembre, Ghesce-la stava nuovamente seduto sul letto, felice e rilassato. Respirava molto meglio e si rallegrava di avere persone in visita. Avevamo avuto la speranza che questo suo stato perdurasse stabilmente e che, dopo il referto della biopsia, sarebbe stato possibile intraprendere un trattamento medico (che era dato per buono dai Mo fatti da Dagri Rinpoche). Tuttavia, il 26 novembre nuovamente non era riuscito a dormire e dava l’impressione di essere molto stanco. Poi, nelle prime ore del 27 novembre, il suo respiro improvvisamente si è fatto difficoltoso. I medici in ospedale hanno cercato, senza successo, di contrastare l’occlusione alla gola con il cortisone. Ghesce-la ha smessp di respirare alle 3.40, in posizione di meditazione, in presenza di Ngawang e di Jinpa che erano con lui in quel momento.

Per le persone ordinarie, Ghesce-la era un essere umano di 76 anni a cui era stato precedentemente diagnosticato un cancro. Personalmente penso che sia stato un grande miracolo e che solo per la sua incredibile compassione egli sia potuto rimanere con noi per tutto questo tempo, concludendo il Masters Program ed insegnando un altro Basic Program malgrado le sue condizioni fisiche. Sebbene tutto sia successo più velocemente del previsto, era un evento prevedibile quello che il cancro potesse, ad un certo punto, creare dei problemi alla vita di Ghesce-la, specie se si fossero diffuse delle metastasi. Non c’erano, inoltre, cure particolari per questo; anche se Ghesce-la fosse sopravissuto più a lungo e avesse accettato ulteriori terapie, sarebbe stato comunque difficile per lui sottostare a tutte le eventuali procedure mediche. Inoltre, lo stato dei suoi reni stava degenerando progressivamente tanto che, probabilmente, in un paio di anni, avrebbe dovuto sottoporsi a dialisi. Tutto ciò gli avrebbe causato una serie di difficoltà a insegnare, a fare le sue pratiche, ecc. Durante tutto questo tempo, Ghesce-la non ha mai manifestato segni di preoccupazione o di sofferenza. E’ rimasto pacifico, di buon umore e con la mente lucida.

Il maestro che amiamo è entrato nel Tuk-Dam, un tuttuno con il Dharmakaya di tutti i Buddha. Ha mostrato le sue realizzazioni in una vita piena di virtù, saggezza, amore e compassione; lo ha mostrato in momenti di grande sofferenza e lo sta mostrando ora, restando in uno stato di meditazione dal quale emergerà come Sambhogakaya, manifestandosi in emanazioni in infiniti reami per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Abbiamo una straordinaria fortuna di aver incontrato un maestro che manifesta la più grande realizzazione che un essere senziente possa manifestare, la buddhità. Abbiamo perso la presenza fisica di un’emanazione corporea, ma sarebbe triste pensare di essere persi, dopo che Ghesce-la ci ha insegnato il Dharma per così tanti anni. Se ora non possiamo vivere secondo il Dharma che egli stesso ci ha insegnato, qual è il significato di aver vissuto con noi per tutto questo tempo e quale il senso che lui ritorni fra noi?

Desidero anche rammentare come il dottor Giari sia stato particolarmente gentile e premuroso per tutto questo tempo. Ogni volta che lo si chiamava veniva prontamente a visitare e curare Ghesce-la, fosse stata anche mezzanotte. Ha sempre mostrato rispetto e correttezza e Ghesce-la lo rispettava e confidava nelle sue conoscenze mediche. Sento che dobbiamo spendere una parola di ringraziamento anche per lui, per i suoi sforzi instancabili e per la grande gentilezza durante tutti questi anni.

Con affetto e preghiere, Ani Birgit (MD)

 (Ven. Birgit, precedentemente anestesista e diplomata al Masters Program 1998, si è presa cura dei referti medici e delle cure di Ghesce Ciampa Ghiatso negli ultimi dieci anni).

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COMMENTO di ALIBERTH: Devo dire che la scomparsa di Gheshe Champa Ghiatso mi ha estremamente addolorato, perché egli fu il mio primo Maestro di Buddhismo. La prima volta che lo incontrai fu nel 1984, durante una sua venuta a Roma per un insegnamento di Dharma presso l’Istituto Samantabhadra, che era ancora privo del suo Lama residente, il Ven. Sonam Cianchub, arrivato qualche mese dopo. Peraltro, quella fu anche l’occasione in cui incontrai per la prima volta la mia compagna di Dharma, Cristina Martire, in seguito scomparsa allo stesso modo di Gheshe-là, cioè a causa di un cancro, nel giugno del 1995. Perciò, il ricordo del Venerabile Mestro è strettamente collegato al ricordo di Cristina. Quindi, come potrei non essere dispiaciuto per questa scomparsa (anche se bisogna ricordare che il termine ‘scomparsa’ vale solo per noi comuni mortali che, per il momento, restiamo ancora di qua…). Infatti, per la mente non c’è scomparsa, soprattutto per la mente di un Maestro illuminato come il Lama Residente di Pomaia. Caro Maestro, da lassù manda il tuo sguardo sui tuoi discepoli; noi ti chiediamo protezione ed aiuto per sostenerci durante questa nostra temporanea permanenza in questo oceano di sofferenza. OM !