Discorso di AperturaOggi siamo qui per questo ritiro di sette giorni, ed io dovrò parlarvi del Ch'an. Forse qualcuno di voi ha già sentito la frase "Il Ch'an non è basato sulle parole e sul linguaggio. Esso è una trasmissione al di fuori degli insegnamenti convenzio-nali". Dunque, se il Ch'an non si affida alle parole, perché mai si dovrebbe dar ascolto ad un discorso sul Ch'an? Non è forse una contraddizione? Allora, benché il Ch'an non sia basato sulle parole, tra le numerose scuole del buddhismo, proba-bilmente esso è quello che ha lasciato dietro di sé la maggior quantità di scritture. Lo scopo principale di queste scritture, comunque, è quello di mostrare e inse-gnare che il Ch'an non è basato sulle parole o sul linguaggio, e anche che "il Ch'an è una trasmissione al di fuori degli insegnamenti convenzionali". Perciò, questa è la ragione per cui io sono oggi qui e perché voi ascoltiate questo discorso. La parola Ch'an "meditazione" equivale a "kaiwu", cioè "illuminazione", e può essere intesa anche come "significato primario", oppure "significato ultimo" o anche "la principale verità" ma, nel Ch'an, vi è anche qualcosa che può essere chiamato "significato secondario". Infatti, il significato secondario può essere espresso in concetti e parole mentre il primario, o ultimo, non si può esprimere a parole. Nella tradizione Ch'an, la verità principale è talvolta paragonata alla luna e la verità secondaria al dito che la indica. Qualcuno, vedendo la luna, la indica per mostrarla a chi non l'ha ancora vista. Quest'altra persona, invece, guarda il dito che indica, ma non la luna. Il dito non è la luna. Le parole, il linguaggio, le idee ed i concetti sono il dito e possono soltanto esprimere la verità secondaria. Essi possono soltanto "indicare" la verità principale che può venir chiamata Mente, Natura Originaria, o Natura-Buddha. La verità principale è qualcosa di cui ognuno deve fare esperienza da se stesso. Non potrà mai essere descritta completamente. Ora, io userò concetti e parole per descrivervi i metodi di pratica, che sono stati sviluppati nel tempo, al fine di aiutare le persone a sperimentare la verità principale del Ch'an. Non che vi sia bisogno solo dei mezzi di pratica, è anche necessario avere la padronanza dei concetti del buddhismo in generale. Senza tale padronanza, anche se si ottenesse qualche tipo di esperienza o intuizione, come risultato della meditazione, questi non saranno vera illuminazione. In più, non tutti possono usare lo stesso metodo di pratica. Il primo principio del Ch'an è l'assenza di ego; un praticante deve diminuire l'autoaccentramento, l'autoattaccamento e qualunque percezione di opposizione o conflitto tra sé e l'ambiente circostante. Possiamo sperimentare il sé nella forma ristretta dell'interesse a se stessi limitata alla vita di tutti i giorni, oppure nella più obiettiva ed inclusiva forma dell'unità universale. Quanto più vi è un certo tipo di <sé>, e attaccamento a questo sé, tanto più è impossibile che possa esservi illuminazione, nel senso del Ch'an. SECONDO GIORNO - Discorso del Mattino Nel Ch'an, vi sono tre principi di pratica. Ieri ho parlato in parte del primo. Essere puliti, ordinati, pacati ed armoniosi, sono dei comportamenti quotidiani. Questo, insieme agli altri orientamenti, cade sotto il principio del vivere in accordo con i precetti. Il secondo principio è il samadhi, che può essere esteso per includervi i metodi meditativi. Come useremo i metodi per stabilizzare la mente? I Patriarchi del passato dissero che il samadhi non è nient’altro che la mente. Allora ne consegue che la coltivazione del samadhi tramite i metodi di meditazione porterà ad una mente chiara e stabile. È generalmente accettato che la coltivazione del samadhi porta alla generazione della saggezza, il terzo principio. Altre discipline spirituali vedono la saggezza in una luce diversa. I loro livelli di assorbimento meditativo profondo (il samadhi) arrecano una grande intelligenza, insight, e stabilità mentale, ma non la liberazione. La saggezza di cui parla il buddhismo, si riferisce direttamente all’illuminazione ed alla liberazione. Nel Sutra dell’Altare (o della Piattaforma), il sesto Patriarca dice che il samadhi è saggezza e la saggezza è samadhi. Quando il samadhi si accorda perfettamente con la saggezza, questo è il Ch'an. La saggezza è il completamento della relazione complementare tra il principio (teorico) e la pratica. La teoria essenziale dichiara che non c'è alcun vero ‘sé’, perché nulla è permanente. Ieri io descrissi tra l’altro il metodo di osservare il respiro. Ciò, infatti, è contemplare l’impermanenza. Respiro, movimenti del corpo, numeri, tutto cambia continuamente di momento in momento. Durante la seduta meditativa, è ugualmente importante contemplare l'impermanenza dei pensieri vaganti. I pensieri, tanto quanto qualsiasi altra cosa, continuamente sorgono e svaniscono. L'idea del ‘sé’ è generata dal pensiero, o piuttosto, dall'attaccamento a questi pensieri. Una volta che sperimentiamo e realizziamo la natura effimera di questi pensieri, noi sperimenteremo anche la natura effimera del ‘sé’. I pensieri non hanno alcuna esistenza indipendente o esterna, e neanche il ‘sé’ che si identi-fica con loro. L'esperienza dell’impermanenza è di estrema importanza nella propria pratica. I praticanti di sentieri non-buddhisti interpretano il samadhi come il non-movimento della mente. Essi non comprendono che pure nel non-movimento c’è ancora un pensiero. Anche se costoro rimangono fissi su quest’unico pensiero, esso ancora si muove sottilmente e continuamente. Quando rimangono i pensieri, perfino un solo pensiero, lì vi è ancora l'idea del ‘sé’. Vi sono ancora attaccamenti. Se la mente veramente fosse immobile, non ci sarebbe nessun ‘sé’. Il Ch'an crede che sia più importante riconoscere e sperimentare l’impermanenza che tentare di fermare il processo pensante. Se noi potessimo mantenere una consapevolezza dell'impermanenza dei pensieri, potremmo vedere che non c'è alcun ‘sé’ che lega questi pensieri. Noi saremmo capaci di percepire direttamente ogni pensiero come non-sé. E proprio questo è saggezza. La liberazione, secondo il Ch'an, passa attra-verso la comprensione dell’impermanenza, seguita dall’esperienza diretta di questa impermanenza. Per sperimentare la liberazione, prima noi dobbiamo seguire i precetti (i principi che ho delineato ieri) e praticare diligentemente un metodo. Dobbiamo praticare con una comprensione della saggezza, così da poterla sperimentare direttamente. Questa è la saggezza della liberazione. Questa è l’Illuminazione improvvisa. Discorso a ColazioneAnche se io non posso fornirvi l'esperienza dell’illuminazione, posso offrirvi i miei consigli. Se voi metterete in pratica questi consigli, essi potranno esservi di aiuto nella pratica. Siete voi che dovete fare il lavoro e seguire il Sentiero. Da parte mia, posso solo guidarvi e dirigervi. Due problemi affliggono i praticanti: la sonnolenza e la mente svagata. La sonnolenza affligge tutti - principianti, praticanti avanzati, perfino i maestri. Tuttavia, io oggi voglio indirizzarvi verso la mente svagata. La mente svagata o dispersiva, o l'incapacità di concentrarsi su un metodo a causa dell’intrusione dei pensieri vaganti, è causata da una inadeguata e inappropriata comprensione di come utilizzare il metodo. Altri fattori contribuenti sono la fatica mentale e l'ozio. Quando la mente dispersiva si presenta con frequenza, la prima cosa da fare è di rilassare il vostro corpo e mente. In altre parole, fermarvi temporaneamente. Mettete consapevolmente da parte il metodo e fate una pausa. Se la radice del vostro problema è l'ozio, allora voi neanche comprenderete di aver perso il metodo. Siete completamente immersi nei vostri pensieri erranti. Per essere efficaci nella pratica, è importante la volontà di far ritorno al metodo una volta che avete compreso di averlo lasciato. Vi sono tre livelli di pratica. Il primo è chiamato "riprenderlo sempre”, e significa ritornare al metodo di nuovo e di nuovo. Il secondo è la contemplazione, che significa essere agevolmente e continuamente sul metodo di pratica. Il terzo livello si manifesta quando la contemplazione diviene ininterrotta. Questa è l'illuminazione. L'illuminazione è la chiara consapevolezza che voi siete sul metodo. Dei tre, l'illuminazione è la più importante. Quando state agevolmente lavorando su tutti e tre i livelli, state realmente usando il metodo in modo corretto. Durante questo periodo, parlare di mente dispersiva è irrilevante. Non ci saranno divagazioni. Ciò vi aiuterà anche a superare la sonnolenza. Comunque, la miglior cosa da fare talvolta, è riposarsi. Quindi, a questo punto, molti di voi dovrebbero essere impegnati nel primo livello di pratica del metodo, cioè riprendendolo sempre su. Non siate tentennanti a causa di pensieri tentatori. Fate continuamente ritorno al metodo. TERZO GIORNO - Discorso del Mattino Oggi discorrerò di più sulla illuminazione. Qualunque sia il metodo che voi usiate - contare i respiri, il hua-t'ou, ecc. - la vostra attenzione deve essere diretta all’interno; la luce della consapevolezza deve riflettere dentro e illuminare la mente. Perciò, dovreste sempre sapere se siete o no sul metodo, se siete svagati, o offuscati. Sapere dove siete, in relazione a queste tre condizioni, è esso-stesso la coltivazione del sentiero. Riguardo al metodo di contare i respiri, insieme all'atto diretto di contare consapevolmente, voi svilupperete naturalmente una simultanea consapevolezza che vi fa sapere che state contando. Non è una consapevolezza diretta, consapevole; piuttosto, essa è periferica, indiretta, non intenzionale. Questa consapevolezza è illuminazione. Non dovrebbe essere presente nessun problema circa il metodo che usate. Dovrei chiarire che l’illuminazione non è la concentrazione. La concentrazione esige energia, mentre l'illuminazione è senza sforzo. Sorge di suo proprio spontaneo accordo, come parte naturale del metodo. È come una madre che è occupata a fare qualche cosa mentre il suo bambino sta giocando lì vicino. Anche se non lo guarda direttamente, lei è sempre consapevole di dove sta il bambino e di quello che sta facendo. Dopo che avrete passato un considerevole tempo praticando un metodo e aver preso familiarità con esso, l'illuminazione sarà così forte che non sarete più consapevoli degli stimoli esterni. Sarete prossimi a quel livello oltre la consapevolezza di spazio e tempo, quando i pensieri sono al minimo ed il corpo cessa essere un peso. Questa è davvero la pratica effettiva. Discorso a ColazionePer praticare efficacemente per più di un paio di periodi, dovete imparare a rilassare il corpo e la mente; altrimenti, sarete presi da esaurimento fisico e mentale. D'altra parte, mentre rilassate il corpo e la mente, dovrete guardarvi da pigrizia e ottusità. Se siete in grado di mantenere questo equilibrio tra stanchezza e ottusità, l'energia che si libera può essere incanalata nella pratica del metodo e per coltivare la determinazione ed il potere di volontà che sono necessari per proseguire sul sentiero. Di solito, dopo un certo periodo che si pratica con il proprio metodo, ci si annoia e si sente di non riuscire ad ottenere alcunché. È come quando si attraversa tutta l'America in automobile. Ora dopo ora, lo scenario sembra sempre lo stesso. Non si è neanche consapevoli di quanto si sta andando veloci. Poi, all’improvviso, si arriva a destinazione. Allo stesso modo, benché si possa star praticando bene, può sembrare di non fare alcun progresso. Se, tuttavia, si genera il potere di proseguire – ancora e ancora, se ve n’è bisogno - all’improvviso sarete arrivati. Non fatevi prendere dalla noia. D'altra parte, se si riconosce che si è agitati perché si sente di non progredire, significa che si è perso il metodo. È necessario evitare emozioni estreme e contare semplicemente sulla propria determinazione per continuare a lavorare. Siccome è probabile che la pratica sembri difficile, specialmente all'inizio, potrà essere utile pensare a se stessi come un esploratore, che traccia un sentiero attraverso un territorio ignoto. Dopo aver diverse volte superato gli ostacoli ed aggirato le barriere, sulla strada della vostra destinazione, il sentiero non sembrerà più lo stesso. Sebbene le ostruzioni possano essere ancora là, la vostra esperienza nel trattare con esse ve le renderà inefficaci. La pratica è un lungo processo. I vostri obiettivi su un ritiro sono di imparare le corrette attitudini per praticare e diventare completamente familiarizzati col vostro metodo attraverso un lavoro continuo. Ciò migliorerà la vostra pratica quotidiana, aiutandovi a diventare più diligenti, perseveranti e pazienti. Inoltre, diventerete naturalmente più rilassati nel corpo e nella mente. Tutti questi benefici non possono che aiutarvi a migliorare la vostra vita e la vostra pratica. Discorso a Pranzo Di già mezzo ritiro è ormai trascorso. Il resto del ritiro passerà rapidamente per la maggioranza di voi. È come la vita. Quando io ero giovane, sembrava che dovessi crescere sempre ogni anno di più. Ora ogni anno vola nel passato. Mi volto indietro e sono passati vent’anni. I sutra dicono che tutto è imperrnanente ed ogni frammento di tempo passa rapidamente. Qualsiasi cosa vediamo, sentiamo, o sperimentiamo è impermanente. Quando Shakyamuni Buddha eseguì il primo giro della Ruota del Dharrna, espose la dottrina dell’impermanenza. Ogni sera, durante il servizio, noi recitiamo: "Sii consapevole dell’impermanenza, Sii attento all'ozio". Bisogna realizzare che il tempo per praticare è prezioso e fugace. Una volta che è andato, non ritorna mai più. Se mantenete una chiara consapevolezza dell'im-permanenza della vita, non sprecherete più tempo in pensieri disturbanti e stupidi come la gelosia, l’arroganza, o l'inutile autocritica. Non solo la produzione di questi fastidi danneggia voi, ma danneggia anche le persone con cui entrate in contatto. Perciò, se mantenete questa mente dell’impermanenza, lavorerete duro e prati-cherete meglio; e sarete di beneficio a voi stessi ed agli altri. Se vi sentite assonnati durante la pratica, ricordate l’impermanenza; realizzerete che non potete sprecare il tempo dormendo. Se siete afflitti da mente dispersiva, ricordate l’impermanenza; comprenderete che non c'è tempo da perdere con i pensieri divaganti. Partecipare ad un ritiro è un evento raro. Perciò, fate del vostro meglio per rendere migliore tale opportunità. Alcuni di voi sono già stati in molti ritiri e pensano che stanno praticando da anni. Ciò è assurdo. Se considerate una o due ore di meditazione quotidiana al giorno ed un ritiro annuale come una pratica continua, vi sbagliate. La maggior parte dei vostri giorni, incluso oggi, a metà di un ritiro, li avete persi in irritazioni, pensieri erranti e sonnolenza. È vera pratica, questa? I grandi praticanti Ch'an del passato non permisero mai che le loro menti deviassero dall’impermanenza, e così praticarono sodo e non sprecarono il tempo. Quando non stavano meditando, essi usavano gli insegnamenti del Buddha-dharma per aiutare se stessi e gli altri. Solo quando comprenderete veramente che la vita è impermanente ed il tempo breve, sarete in grado di praticare sodo in modo consistente. Fin d’ora, io vi suggerisco di prostrarvi al vostro cuscino prima di sedervi, ricordandovi di ciò. Fate il voto di essere diligenti. Dopo esservi seduti, fate un altro voto di non-aspettativa, di non aspettarvi il suono della campana che segnala la fine del periodo di seduta. Tuffatevi corpo ed anima nella pratica. Voi dovete fare questo, perché la vita è impermanente e non c’è tempo da perdere. Nel mentre usate il concetto di impermanenza per immergervi nella pratica, voi dovete anche continuare a rilassare il corpo e la mente. Sembra contraddittorio, ma dovete avvicinarvi alla pratica con un’attitudine vivace e diligente, seppur rilassata. Se lasciate che voi diventiate tesi, sarete presto esauriti. Se vi rilassate al punto di dormire, inginocchiatevi sul duro pavimento per alcuni minuti. Ciò dovrebbe tenervi svegli. Se soltanto state per appisolarvi, spalancate gli occhi e fissate il muro davanti a voi, continuando a meditare. Non appena i vostri occhi iniziano a lacrimare, la sonnolenza dovrebbe calmarsi. Poiché il nostro senso del tempo nella vita quotidiana è lungo, mantenere una mente di impermanenza è difficile. Noi diventiamo compiacenti e pensiamo di avere tutto il tempo del mondo per fare le cose. Il coltivare noi stessi durante i ritiri ci fornisce conoscenza ed esperienza che può solamente far migliorare la nostra vita quotidiana. L'idea di impermanenza non ci permette di non far niente o di non interessarci a nulla. Anzi, proprio il contrario, poiché tutto è impermanente, noi non abbiamo tempo da sprecare nell’ozio, specialmente quando c’è da praticare. Io una volta incontrai un uomo che aveva solamente alcuni mesi da vivere. In quei rimanenti mesi, lui portò a termine l’equivalente di diversi anni di lavoro. Se voi potete sviluppare una simile attitudine e applicarla alla pratica, i vostri progressi saranno rapidi e facili. QUARTO GIORNO- Discorso del Mattino Più tardi vi insegnerò il metodo di come prostrarsi. Le prostrazioni sono parte della pratica Ch'an. Vi sono diversi modi di avvicinarsi alle prostrazioni, uno dei quali è di fare prostrazioni di pentimento con la forma. Successivamente, vi insegnerò il pentimento senza-forma, come descritto dal sesto Patriarca nel Sutra Piattaforma. È meglio cominciare con la forma e poi muoversi verso il senza-forma. Sarebbe come imparare la Vacuità prima di imparare i modi di coltivare il Sentiero della Vacuità. Se prima imparaste la Vacuità, decidereste che, siccome tutto è vuoto, non c'è bisogno di fare niente, incluso la pratica. Ciò sarebbe un serio malinteso. Poiché noi tutti siamo egocentrici, dobbiamo cominciare con il ‘sé’ - l'esistenza - e lavorare verso la realizzazione della Vacuità. Il pentimento richiede umiltà ed un senso di vergogna. Io mi preoccupo sempre quando arrivo a questo punto, perché non c'è nessuna parola inglese che offra in pieno il significato del carattere cinese. Sia umiltà che vergogna hanno connotazioni che deviano alquanto il significato, ma è tutto ciò che noi abbiamo per tradurlo. Forse descrivendolo, ne avrete una idea più corretta. Per dare origine a questa sensazione di umiltà, dovete sviluppare la capacità di introspezione. L’Introspezione, o auto-riflessione, è diretta verso il corpo, la parola e la mente, i tre elementi che creano il karma. L’introspezione, se è condotta con un chiaro senso di onestà, condurrà natural-mente alla realizzazione che la maggior parte del nostro comportamento è egocentrico - che prima o poi, causa sofferenza a noi ed agli altri. Con questo tipo di realizzazione si arriverà anche ad una migliore comprensione delle nostre motivazioni, avendo più chiarezza dei nostri malintesi ed incomprensioni di quella stessa comprensione. Da questa comprensione dovrebbe venirne con buona speranza un senso di umiltà, e la motivazione per cambiare il nostro comporta-mento. È raro che noi riconosciamo le nostre proprie colpe. Noi di solito diamo la colpa agli altri o all’ambiente circostante, e ci consideriamo vittime. Poiché la maggior parte delle persone agisce nell'egocentrismo, ciò porta a contrasti e sofferenze. Noi alimentiamo ed accresciamo le irritazioni l'un con l'altro. Viviamo in un oceano di sofferenze. Lo scopo della pratica è di ottenere la saggezza e la liberazione. Diventiamo liberi da questo oceano, e con essa arriva la chiarezza, ossia la saggezza. Tutta la coltivazione della nostra pratica deve cominciare con la auto-riflessione. Dal susseguente senso di umiltà, o di vergogna, si arriva ad un genuino pentimento. Se voi non siete in grado di riconoscere i vostri errori e conti-nuate a credere di non aver fatto/detto/pensato nulla di male, allora il vostro ego-centrismo è molto forte. Sarà difficile per voi trarre profitto dalla pratica e dalla guida di un insegnante. Voi avete bisogno di generare questo senso di umiltà ed il susseguente desiderio di pentirvi al fine di evolvervi ed avanzare. E dovete essere voi stessi a fare questo. Nessuno può farlo per voi. L'egocentrismo è avidità, odio, arroganza e critica distruttiva. Noi tutti abbiamo queste qualità negative, più o meno estese. È tutto egocentrismo. Tuttavia, se sosteniamo fortemente i nostri modi e sentiamo che siamo nel giusto, che noi sappiamo tutto quello che c'è da sapere, allora la pratica sarà difficile. Sarà difficile generare l'umiltà, che è un passo necessario sul sentiero della liberazione. Buddha Shakyamuni disse ai suoi discepoli che sviluppare un senso di umiltà era una parte fondamentale della pratica. Una persona senza questa qualità sarebbe incompleta ed incapace di pentirsi sinceramente. Tale persona non potrà alleggerire le ostruzioni karmiche. Le ostruzioni karmiche possono soffocare il progresso in molti modi. Un modo per progredire è trovare un buon insegnante. Tuttavia, non si pensi che vi siano degli insegnanti onniscienti. Voi dovete prendere l'iniziativa di chiedere all'insegnante aiuto o consiglio. La vostra incapacità di chiedere o accettare consigli è dovuta totalmente alle vostre ostruzioni karmiche. È probabile che esse si manifestino in voi nel carattere, espressioni, idee, azioni; ma ognuna di esse si comporta come un muro che vi divide dal vostro insegnante. Il vostro muro vi rende invisibili o irriconoscibili. Non permette che l'insegnante possa offrirvi l’aiuto. Qualcuno con poche ostruzioni karmiche può essere aiutato facilmente dall’insegnante. Questo lo dissero i Patriarchi del passato, ed io l’ho sperimentato su di me. Anche soltanto poche parole possono offrire una gran quantità di aiuto, e di solito danno luogo a profonda gratitudine da parte del praticante verso l'insegnante. Coloro che hanno ostruzioni pesanti richiedono molto più lavoro ed attenzione, ed il loro progresso è lento. Tali persone di solito finiscono anche per biasimare o criticare l'insegnante. Discorso a ColazioneLe ostruzioni karmiche sono avidità, odio, arroganza e critica distruttiva. L'avidità e l’odio sprizzano dalla stessa fonte. Quando noi non possiamo raggiungere ciò che desideriamo (avidità), molto spesso il desiderio si trasformerà in avversione (odio). L’arroganza e la critica distruttiva, o autocommiserazione, anche sorgono dalla stessa fonte. Quando vogliamo che gli altri pensino fortemente a noi (arro-ganza) e loro non fanno, molto spesso ci accade di buttarci giù (autocommisera-zione). La radice centrale di queste ostruzioni è l'ignoranza, o mancanza di auto-stima. Se non avete fede in voi-stessi, nelle vostre capacità, sarete obbligati a dipendere dagli altri. Vi aspetterete sforzi ed energia di altre persone che debbano recarvi beneficio. Questa credenza contraddice la Legge del Karma – legge di causa ed effetto – la quale dice che la persona che fa lo sforzo riceve il risultato. Se voi generate un senso di umiltà e siete sinceramente pentiti delle vostre passate azioni egocentriche, svilupperete una mente ricettiva. Con una mente ricettiva potrete incontrare buoni insegnanti e sarete aiutati da essi. Con un’umile e ricettivo modo di essere, le vostre ostruzioni karmiche saranno alleggerite. All'istante il nostro stesso concetto del ‘sé’ cambierà, e aumenterà anche la nostra capacità di ricevere aiuto. Discorso a PranzoUna mente umile, insieme ad un certo senso della vergogna, sarà agevolata nel pentirsi e nell’aprirsi ad una esistenza più armoniosa e pacificata. Voi non dovrete sprecare più energia nel tentativo di proteggervi e sfuggire gli altri. Come aiuto in questo Sentiero, potreste praticare prostrazioni di pentimento, con un’attitudine di umiltà ed un senso della vergogna, in stadi consecutivi. Prima dovreste ricordare la vostra infanzia e tutte le cose dette e fatte che fecero male agli altri (e, di conseguenza, a voi stessi). Poi fate la stessa cosa per gli anni dell’adolescenza, la prima maturità, e così via fino al presente. Mentre fate prostrazioni di pentimento, è necessario guardare profondamente nel vostro cuore. Poiché noi non sappiamo come chiarire i conflitti che sorgono dall'introspezione, né sappiamo come trattare il tumulto emotivo che solitamente risulta da tali ricordi, normalmente evitiamo questa auto-introspezione riflessiva. Tuttavia, ora è tempo di fare solo questo. Ora è tempo di riconoscere i difetti e pentirsi. Questo è lo scopo di queste prostrazioni. Dopodiché, sarete purificati delle emozioni negative e avrete ancora una mente pura. Io vi avevo detto, fin dal primo giorno del ritiro, di concentrarvi con attenzione su di voi-stessi e di non essere coinvolti con gli altri. Non guardatevi intorno per vedere cosa stanno facendo gli altri partecipanti al ritiro. Non è affar vostro. In precedenza, avevo enfatizzato come la fede fosse necessaria nella propria pratica. Vi sono tre tipi di fede: la fede in sé-stessi, la fede nel metodo, e la fede nell'insegnante. In questo ritiro, io sono l'insegnante. Se voi avete fede in me, ma non in voi, allora questo sarebbe un sentiero esteriore. Se avete fede solo in voi stessi, ma diffidate di me, non sarete in grado di trarre profitto dalla mia guida ed esperienza. Voi fareste la pratica ciecamente. Il Dharma del Ch'an è l'introspezione. Tramite l'introspezione si ottiene una chiara comprensione delle nostre buone qualità e dei difetti. Questa intima conoscenza di noi-stessi, produce grande fede in noi-stessi. Questa fede ci renderà capaci di interagire con gli altri e con il mondo, con molta più tolleranza ed armonia. QUINTO GIORNO - Discorso a ColazioneIn che modo otteniamo la saggezza? Molti praticanti credono che la saggezza buddhista provenga dall’illuminazione. Allora, in che modo ci si illumina? Saggezza e illuminazione si manifestano quando cambia la vostra fissazione sul sé; quando l'avidità, l’odio, l'ignoranza, l’arroganza, il sospetto ed il dubbio che sorgono dal nostro egocentrismo non si manifestano più. Ciò è portato a termine attraverso i metodi di pratica. La pratica è guidata dalle visioni, o attitudini. Quando la nostra attitudine è corretta, è chiamata “retta visione”. Quando è errata, allora viene chiamata "visione eretica". Per sviluppare una retta visione, voi avete bisogno di espandere la consapevolezza dal ‘sé’ (ego) a tutti gli esseri senzienti. L’ego-centrismo lentamente si dissolverà appena svilupperete compassione per gli altri. Quando l'egocentrismo non sorgerà più, si manifesterà la saggezza. Lo sviluppo della compassione è lo sviluppo della mente-bodhi (cioè, mente del Risveglio). La Mente-bodhi è ‘anuttara-samyak-sambodhi’ (vale a dire, una mente insuperata, altruistica, illuminata). Per generare la mente-bodhi, che significa realizzare lo Stato-di-Buddha, dovete traversare il Sentiero del Bodhisattva; ovvero, sviluppare una compassione tale che i vostri interessi saranno diretti verso il salvare tutti gli esseri senzienti. Buddha Shakyamuni praticò per il beneficio degli esseri senzienti. Nella sua saggezza, egli vide il ciclo inevitabile di nascita, vecchiaia, malattia e morte. Vide il ciclo continuo di vita e morte, anche quando gli animali più grandi predavano quelli più piccoli. Egli praticò per trovare i metodi che aiutassero ad alleviare la sofferenza degli esseri senzienti. Così, la compassione fu il punto di avvio del Buddha. Ogni giorno noi recitiamo e cantiamo i Quattro Grandi Voti. Il primo voto è, "Io faccio voto di liberare gli innumerevoli esseri senzienti", mentre l'ultimo voto è, "Io faccio voto di raggiungere la Suprema Buddhità". Nell'ordine dei voti che dobbiamo sviluppare, la compassione ed il liberare gli esseri senzienti vengono prima, e per ultimo, raggiungere la Buddhità. La maggior parte di noi vuole trarre un beneficio personale dalla meditazione, desiderando l’illuminazione. Ma pensare così, è come quando si vuole il pane. Anticamente, prima si doveva piantare il grano. Adesso basta lavorare, così si può comprarlo. Anche i miseri mendicanti devono fare un sforzo per trovare il cibo. Il punto è che dovete spendere energia per ottenere la mèta. Anche nella nostra pratica, noi dobbiamo spendere energia. Dobbiamo piantare i semi. Ed il nostro campo, sono tutti gli esseri senzienti. Noi abbiamo bisogno di stabilire una connessione con gli esseri senzienti. Facendo questo, genereremo quella compassione che alla fine potrà condurci alla mente-bodhi. Alla luce di quanto ho detto, dovremmo fare il voto che qualunque cosa faremo, dovrà essere fatta per il beneficio degli esseri senzienti. Quando ci sediamo per meditare, dovremmo pensare di meditare per il beneficio degli esseri senzienti. Per aiutare gli altri a diventare sani, dovete imparare anche ad essere sani voi, dovete perciò imparare i metodi così che potrete aiutare gli altri anche ad imparare. Questo è Sentiero della Compassione. Discorso a PranzoLa pratica e la coltivazione nella Scuola Ch’an sono state spesso incomprese dagli estranei, o dai novellini. Le persone hanno letto le storie e i koan in cui i praticanti raggiungono l’illuminazione al solo sentire una certa parola. Ciò è assai fuorviante. Costoro pensano di poter essere illuminati leggendo uno o due libri. Specialmente fuorviante può essere il termine"Illuminazione Improvvisa". Le persone che hanno letto ciò, pensano che l’illuminazione richieda poca o nessuna pratica. Esse si aspettano che l’illuminazione possa colpirli spontaneamente. Assai poche persone sono diventate illuminate, inclusi i discepoli di grandi patriarchi. Per esempio, il maestro Ma-tzu ha avuto il più gran numero di discepoli nella storia del Ch'an. E lui ebbe anche il maggior numero che ottenne l’illuminazione, all’incirca 120. Il maestro Ta-huiTsung-kao della dinastia Sung, una volta aiutò diciotto discepoli a raggiungere l’illuminazione in una sola notte. La semplice aritmetica ci dice che se avesse tenuto quel ritmo, in dieci giorni egli avrebbe potuto aiutare 180 discepoli a raggiungere l’illuminazione, e 1800 in cento giorni! Ma, ovviamente, non è così che funziona. Ta-hui non stava distribuendo diplomi. Ho contato il numero di discepoli che avevano realizzato l’illuminazione sotto la sua guida - meno di 25 nella sua intera carriera. Quella volta egli ebbe davvero una notte spettacolare!. Ancora, voi potreste essere impressionati dai numeri che vi sono stati snocciolati. Ricordatevi, però, che il buddhismo Ch'an è andato avanti per secoli, e migliaia e migliaia sono state le persone che hanno dedicato le loro vite alla pratica. Che dire, allora, della maggior parte di esse che non realizzò l’illuminazione? Forse che la pratica fu solo uno spreco di tempo per loro? Avrebbero dovuto abbandonarla? Io non penso che voi crediate questo. Ognuno trae beneficio dalla pratica, ad un certo livello. Molte persone credono che l’intero scopo della pratica sia realizzare l’illuminazione. Tali persone vorrebbero che chiunque li aiutasse nella loro pratica e desse loro sostegno. Dopo l’illuminazione, restituirebbero volentieri il favore. Non è questo il modo per sviluppare la compassione o far seguire il primo dei Quattro Grandi Voti. Tali persone potrebbero cambiare da inizialmente gentili e amorevoli fino a divenire anche più egoiste, con l’insistere che gli altri provvedano a loro, anziché offrire il loro aiuto agli altri. Praticare in questa maniera per anni servirà solamente a creare pesanti debiti karmici. Esse stanno rendendo anche più difficile per loro realizzare l’illuminazione. Esse hanno dimenticato che la base della pratica è beneficiare gli esseri senzienti. La pratica e la generazione della mente-bodhi sono complementari l'una all'altra. Quando la vostra pratica è una miscela di entrambe, voi stessi e gli altri ne trarrete profitto. Vi prego, mantenete la compassione nella vostra mente. Se ciò per voi è difficile, allora sviluppate un senso di umiltà, che serve come catalizzatore per la crescita della compassione. SESTO GIORNO - Discorso al Mattino A volte, le persone mi chiedono quanto tempo ci vuole per realizzare l’illumina-zione. Non c'è un tempo fisso. Un secondo, un'ora, un anno, un’intera vita o molte vite. Nelle questioni ordinarie, una persona potrebbe realizzare in un'ora ciò che ad un altra prenderebbe una settimana. Una persona, con una singola frase, potrebbe salvare un milione di persone, mentre un altra in una intera vita nemmeno una sola persona. Non sprecate il vostro tempo a calcolare quanto tempo vi prenderà; piuttosto, considerate la vostra diligenza ora, considerate le vostre ostruzioni karmiche. Le ostruzioni karmiche sono ostruzioni generate e insediate nelle nostre menti da tempi senza inizio, vita dopo vita fino ad adesso. Il cattivo ed il buon karma che abbiamo creato è portato all'interno delle nostre menti. Incessantemente, pensiero dopo pensiero, portiamo con noi questo debito karmico, e continuiamo ad attaccarci al nostro ‘sé’. Questo è ciò che ci guida. Riguardo alle ostruzioni karmiche, le ostruzioni karmiche ambientali sono banali se paragonate a quelle che sono all'interno della mente, e possono essere superate più facilmente. Ho conosciuto un monaco che era tornato alla vita laica, e quando prese a lavorare, abbandonò la sua pratica perché si sentiva sommerso da troppe cose. D'altra parte, ho pure conosciuto un laico con un lavoro complicato che dice, in effetti, che il lavoro lo incoraggia a praticare meglio. Anche se i lavori sono simili, perché essi dovrebbero avere effetti opposti su due differenti persone? Comprendete che l'ambiente è soltanto un aspetto minore delle proprie ostruzioni. La vera ostruzione viene dalla mente. Se mantenete una mente di umiltà, allora potete praticare in ogni tempo, in ogni luogo. Anzi, se mantenete l'impeto per generare la mente-bodhi, allora ogni persona che incontrerete sarà un recipiente ed una fonte di aiuto. Non solo ogni persona, ma ogni situazione potrà divenire un recipiente ed una fonte di benefici. In alcuni, una data situazione può causare avversione, eppure aiuterà gli altri a praticare meglio. Ricordate, ogni situazione può essere un bene alla vostra pratica. Dipende dal vostro punto di vista. La coltivazione del Ch’an è trasformare se stessi, non l'ambiente. Una volta che ci siamo trasformati, anche l’ambiente, quasi sicuramente, verrà trasformato, così che potremo influenzare positivamente ogni persona con cui entriamo in contatto. Discorso a Pranzo Vi sono molte ragioni per cui i praticanti non raggiungono la Via, oppure traggono assai beneficio dalla coltivazione del Sentiero. I due principali motivi sono la carenza di determinazione e la perseveranza. È come quando si viaggia verso una destinazione dove non si è mai stati prima. Sembra sempre più lontana, finché non ci si arriva. Le persone che non hanno mai visto la loro auto-natura possono essere impazienti nel loro desiderio di sperimentarla. I principianti possono comin-ciare a dubitare di essere sul sentiero giusto, oppure se il sentiero esiste. Questo è l'ultimo giorno pieno del ritiro. Tuttavia, non pensate che sia l’ultimo giorno per la coltivazione. Lo scopo del ritiro è imparare come usare al meglio il metodo di pratica e sviluppare una migliore attitudine che vi guidi nella vostra pratica. Se siete capaci di imparare queste cose, siete anche capaci di continuare la pratica con poche interruzioni. Noi ci emancipiamo con i ritiri e accresciamo la nostra fede divenendo più consapevoli dei nostri difetti. Come mai questo? Più noi riconosciamo i nostri difetti indesiderabili, e meno ci sosterremo su di essi. Forse potremmo anche sostituirli con qualità migliori. Talvolta si dice che generare la mente-bodhi, fare voto di continua pratica e poi praticare bene è più facile che mantenere una mente perseverante. Perciò, io vi esorto a lavorare duramente specialmente oggi. Se i giorni passati sono stati difficili, accantonateli. Oggi è oggi. È importante non abbandonare né diminuire il vostro sforzo. E’ importante completare il ritiro. Finirlo con una certa forza aiuta a sviluppare questa mente perseverante. Pensate ad un pescatore. I suoi strumenti sono le reti. I nostri strumenti sono i metodi. I pescatori gettano le loro reti, ma poi devono trascinarle di nuovo indietro, sia che abbiano preso pesci o no. Se non radunano le loro reti, significa che non intendono pescare ancora. Essi finiscono il loro lavoro ritirando le loro reti. Così pure noi dobbiamo finire il nostro lavoro. SETTIMO GIORNO – Discorso del Mattino Siccome il ritiro è finito, io desidero dire a ciascuno di voi che la salute spirituale è molto più importante della salute fisica, e che la ricchezza mentale è una fortuna più grande della ricchezza materiale. Io non sto dicendo che la salute fisica e la ricchezza materiale siano senza importanza, ma solo che sono meno importanti. Noi capiamo il concetto di salute conoscendo ciò che non è sano. Mangiare troppo o non mangiare abbastanza sono causa di non-sanità. Anche avere troppo freddo o troppo caldo è poco sano. Troppo esercizio fisico o troppo poco è poco sano. Evitate tutti gli estremi. Così come accade al corpo, la mente sana è quella in cui pensieri, umori ed emozioni sono stabili e ben equilibrati. Un continuo conflitto interiore non è sano. Così pure, distruttive dell'equilibrio mentale, sono le reazioni eccessivamente positive a gratificazioni ed encomi e le reazioni eccessivamente negative alla critica. Adesso avete appena finito un ritiro di sette-giorni. Questa mattina ho detto ad un discepolo che egli dovrebbe cambiare la sua attitudine verso le altre persone. Egli ha reagito con impulso e ha immediatamente risposto, "Ciò non mi piace. Lei mi sta biasimando per qualcosa che io non faccio". Questa non è una reazione sana. L’altra sera, durante una discussione, una donna disse che quando sarebbe tornata a casa, lei avrebbe dato un pugno a suo marito per aver avuto preconcetti sul suo ritiro. Sono sicuro che lei stava soltanto parlando, ma sarebbe davvero sbagliato se lei lo facesse. Quando avrete il Buddhadharma dentro di voi, quella è la più grande ricchezza che potreste avere. Anche saggezza e compassione sono fonti illimitate di ricchezza. Questa mattina avete ricevuto i Tre Gioielli. Ciò significa che ora avete i Tre Gioielli al vostro interno. Essi valgono molto più di qualsiasi ricchezza materiale, perché la ricchezza materiale è limitata per natura. La ricchezza materiale non può salvarvi dalla morte. Il vostro ‘jet’ personale potrebbe pure avere un incidente. Ma la ricchezza spirituale non può esservi tolta. Noi abbiamo bisogno di un po’ di ricchezza materiale per sostentare noi stessi ed i Tre Gioielli, ed aiutare gli altri. Anche la salute fisica è importante, soprattutto perché voi potrete praticare meglio con un corpo sano. Ma la ricchezza materiale e la salute fisica non hanno bisogno di essere enfatizzate. Non dovreste concentrarvi troppo sul vostro corpo, come un coltivatore che si concentra per alimentare il suo maiale. Dopo tutto, il suo scopo è quello di mangiare il maiale. Voi avete tutti lavorato sodo per sette giorni. In cambio, avete ricevuto i Tre Gioielli e la ricchezza spirituale. Direi proprio che è stato un equo scambio”. | | |