Il seguente breve sutra è un importante insegnamento sul "Tathagata-garbha" del Buddha e le dottrine del "Dharmakaya". I due termini essenzialmente si riferiscono all'imperitura, immutabile Realtà nel cuore di tutti gli esseri. Il sutra è stato tradotto per la prima volta in Inglese da Stephen Hodge, e in Italiano da Aliberth Meng. *Nota: "Bhagavat" vuole dire "Beato" ed allude al Buddha.
Così io ho sentito. Una volta il Bhagavat stava sul Monte Grdhrakuta, a Rajagrha, in compagnia di una comunità (sangha) di milleduecentocinquanta monaci. C'erano anche numerosissimi Bodhisattva-mahasattva. In quell'occasione, Sariputra era nel mezzo della riunione e, alzandosi dal suo posto, lui andò verso il Bhagavat. Quando fu giunto davanti a dove era il Bhagavat, si prostrò in giù con la sua testa ai piedi del Bhagavat in segno di omaggio. Poi gli si sedette al fianco. Con le sue mani giunte in segno di devozione, lui così parlò al Bhagavat...
"Bhagavat, da tempi senza inizio tutti gli esseri hanno vagato, avanti e indietro, attraverso i sei stati di esistenza nei tre reami del Samsara. Essi sono ripetutamente trasmigrati attraverso le quattro forme di nascita ed hanno sperimentato infinite sofferenze subendo continue nascite e morti. Allora, o Bhagavat, questa massa di esseri, quest’oceano di esseri, subisce l’aumento e la diminuzione o non subisce l’aumento e la diminuzione? Io non comprendo il significato di questa profonda questione. Cosa dovrei rispondere se qualcuno mi chiede di questa cosa?"
Il Bhagavat così rispose a Sariputra, "E’ eccellente, Sariputra, è eccellente che tu mi chieda del significato di questa profonda questione sul fatto se tutti gli esseri realizzeranno il sollievo dai loro sforzi (yoga-kshema), per pietà verso tutti gli esseri, per il beneficio di tutti gli esseri, per il benessere e conforto di tutti gli esseri, inclusi dèi e umani. Sariputra, se tu non avessi fatto questa domanda al Tathagata, Arhat, Samyak-sambuddha, molti errori ne verrebbero. E perché? Perché tutti gli esseri, inclusi gli dèi e gli umani, oggi e nei secoli futuri, sperimenterebbero lo svantaggio di soffrire dolore per molto tempo e perderebbero ogni benessere e mai troverebbero conforto.
"Sariputra, c'è una falsa opinione comune - l'asserita idea che il reame degli esseri (sattva-dhatu) continui a riempirsi o che il reame degli esseri sia in calo. Sariputra, gli esseri che abbracciano questa opinione sono come il cieco congenito che non può vedere la vera natura delle cose. Perciò essi per un tempo molto lungo sono coinvolti in comportamenti impropri, seguendo falsi sentieri. Per questa ragione, loro precipitano in questa vita negli stati miserevoli dell’esistenza.
"Inoltre, Sariputra, c'è un orrido precipizio — quando si aderisce rigidamente alla perversa idea che il reame degli esseri aumenta o aderendo rigidamente alla perversa idea che il reame degli esseri cali. Sariputra, è a causa di questo rigido aderire a questa perversa opinione che gli esseri si comportano in comportamenti impropri per un tempo molto lungo, e seguendo falsi sentieri. Per questa ragione, essi precipitano negli stati miserevoli di esistenza nelle vite future.
"Sariputra, poiché gli esseri ordinari e totalmente sciocchi (bala-prthak-jana) non conoscono l'unicità del Dharmadhatu com’è veramente in realtà, poiché essi non vedono l'unicità del Dharmadhatu come veramente è in realtà, essi generano un'opinione sbagliata nelle loro menti - che il reame degli esseri aumenta o che il reame di esseri cali.
"Sariputra, mentre io, il Tathagata, risiedo nel mondo, i miei discepoli non generano tali pensieri, ma quando saranno passati cinquecento anni dopo la mia partenza, ci saranno molti esseri sciocchi o scarsi in intuizione e conoscenza. Ed anche fra [i seguaci del] Buddha-Dharma, ci saranno coloro che nel loro aspetto somiglieranno a monaci, con le teste rasate, con indosso le loro tonache monastiche, però ad essi mancheranno internamente le qualità di un monaco. Questi individui dichiareranno di essere monaci anche se loro non sono realmente monaci, essi diranno di essere discepoli del Buddha anche se loro non saranno realmente discepoli del Buddha, dicendo 'Noi siamo monaci, noi siamo i veri discepoli del Buddha'. Tali persone genereranno le false opinioni di 'imposizione (samaropa) e detrazione' (apavada). Perché? Perché a questi esseri manca l'occhio della consapevolezza, dato che essi fanno affidamento sui sutra provvisori del Tathagata, e perché non percepiscono il vuoto come è veramente in realtà, perché non conoscono [il significato del] la generazione iniziale dell'aspirazione [all’illuminazione] sperimentata dal Tathagata come veramente è in realtà, perché non conoscono l'accumulazione delle incommensurabili virtù [del Tathagata] per l’illuminazione come veramente è in realtà, perché non conoscono le incommensurabili qualità raggiunte dal Tathagata come veramente sono in realtà, perché non conoscono il potere incommensurabile del Tathagata come veramente è in realtà, perché non conoscono il dominio incommensurabile (visaya) del Tathagata come veramente è in realtà, perché non credono nelle incommensurabili sfere dell'attività (gochara) del Tathagata come veramente è in realtà, perché non conoscono il dominio delle inconcepibili e incommensurabili qualità del Tathagata come veramente sono in realtà, perché essi non conoscono gli incommensurabili e inconcepibili abili mezzi del Tathagata come veramente sono in realtà, perché loro non sono capaci di distinguere le incommensurabili sfaccettature del dominio del Tathagata (visaya), perché non sono in grado di comprendere l’inconcepibile grande compassione del Tathagata, ed infine, perché essi non conoscono il grande Nirvana del Tathagata come veramente è in realtà.
"Sariputra, poiché a queste persone ordinarie e sciocche manca l'intuzione generata dallo studio del Dharma (sruta-maya-prajña), esse generano le false opinioni (drsti) di annientamento e cessazione quando sentono parlare del Nirvana del Tathagata. A causa di queste idee sull'annientamento e la cessazione, loro dicono che il reame degli esseri diminuisce e così generano questa grossa opinione falsa che conduce a misfatti estremamente gravi. Inoltre, Sariputra, queste persone generano tre altre false opinioni a causa di quell'opinione falsa sulla diminuzione. Queste tre false opinioni e la loro falsa opinione sulla diminuzione sono mutuamente inseparabili come le trame di una rete. E quali sono queste tre false opinioni? La prima è la falsa idea sul nichilismo (uccheda-vada), che concerne l'assoluto annientamento, la seconda è la falsa idea sulla cessazione, cioè che il Nirvana è così, e la terza è la falsa idea che non vi sia il Nirvana, che il Nirvana sia un vuoto assoluto.
"Sariputra, le persone sono legate così, afferrate così, così attaccate a queste tre opinioni. A causa del potere di queste tre opinioni, esse a loro volta generano altre due false opinioni. Queste due false opinioni sono inseparabili da quelle altre opinioni come le trame di una rete. E quali sono queste due opinioni? La prima è l'opinione riguardo all'astensione, e la seconda è l'opinione che il Nirvana sia del tutto non-esistente. Sariputra, in dipendenza all'opinione riguardo all'astensione, ulteriori due opinioni false sorgono. Queste due opinioni sono inseparabili dall'opinione che riguarda l'astensione come le trame di una rete. E quali sono queste due opinioni? La prima è l’opinione che è attaccata ai precetti morali (sila-vrata-paramarsa-drsti) e la seconda è l'opinione che fa sorgere una distorsione della conoscenza riguardo a ciò che è puro ed impuro.
"Sariputra, in dipendenza all'opinione che il Nirvana sia totalmente inesistente, altre sei false opinioni sorgono. Queste sei opinioni sono inseparabili dall'opinione che Nirvana sia non-esistente come le trame di una rete. E quali sono queste sei opinioni? La prima è l'opinione che il mondo non abbia mai avuto inizio, la seconda è l'opinione che il mondo non avrà fine, la terza è l'opinione che gli esseri siano creati come manifestazioni, la quarta è che per natura non vi sia né sofferenza né la felicità, la quinta è che gli esseri non abbiano obblighi (?), e la sesta è che non ci sono le quattro nobili verità.
"Inoltre, Sariputra, queste persone generano ulteriori due opinioni a causa di quella falsa opinione sull'aumento. Queste due opinioni e la falsa opinione sull'aumento sono mutuamente inseparabili come le trame di una rete. E quali sono queste due opinioni? La prima è che il Nirvana abbia un punto iniziale, e la seconda è che il Nirvana entri spontaneamente in esistenza senza cause e condizioni. Sariputra, queste due opinioni causano il fatto che gli esseri siano privi di qualunque aspirazione e strenuo sforzo diretti ai fattori positivi e salubri (kusala-dharma). Sariputra, poiché esse generano queste due opinioni, non c'è nessuna opportunità che queste persone possano avere una qualunque aspirazione o sforzo diretti ai fattori positivi salubri anche se nel mondo sono apparsi in successione i sette Buddha per insegnare il Dharma. Sariputra, queste due opinioni - l'opinione che il Nirvana abbia un punto iniziale e l'opinione che il Nirvana entri spontaneamente in esistenza senza cause e condizioni - è la causa dell'ignoranza (avidya), la radice delle afflizioni (klesha).
"Sariputra, quelle prime due opinioni (samaropa e apavada) sono la radice dell’estrema negatività, la via verso i più grandi difetti. Tutte le opinioni sorgono in dipendenza di queste due opinioni. Tutte queste opinioni sono inseparabili da quelle prime due opinioni come le trame di una rete. 'Tutte le opinioni' significa la moltitudine delle diverse opinioni riguardo sia all'interno che all'esterno, comuni, sottili o medie, che comportano le opinioni di aumento o diminuzione. Sariputra, queste due opinioni sono radicate in una sola base (dhatu), sono identiche alla stessa unica base, congiunte con una sola base. Siccome le persone ordinarie e totalmente sciocche non conoscono quell’unica base come è veramente in realtà, siccome non vedono quell’unica base come veramente è in realtà, generano i pensieri [coinvolgendosi] in [false] opinioni maggiormente ed estremamente perniciose – cioè, il loro credere che il reame degli esseri aumenti e che il reame degli esseri diminuisca".
Allora il venerabile Sariputra disse al Bhagavat, "Bhagavat, qual’è questa unica base di cui tu parli? Perché le persone ordinarie e totalmente sciocche generano pensieri [coinvolgendosi] in [false] opinioni estremamente e maggiormente perniciose - cioè, il credere che il reame degli esseri aumenti e che il reame degli esseri diminuisca - perché non conoscono quell’unica vera base come veramente è in realtà, perché esse non vedono quell’unica base come veramente è in realtà? Io non capisco però questa questione estremamente profonda, così io imploro il Bhagavat di aiutarmi a capirla così che io possa essere liberato!"
Allora il Bhagavat così rispose al venerabile Sariputra, "Sariputra, questa profonda questione [appartiene] al dominio percettivo del Tathagata, sfera dell'attività del Tathagata. Né gli Sravaka, e né i Pratyekabuddha, Sariputra, sono in grado di conoscere, vedere o investigare questa questione con la loro capacità intuitiva. Quanto meno possono esserlo le persone ordinarie e sciocche, eccetto quando esse lo realizzano direttamente grazie alla loro fede! La Verità Ultima, Sariputra, può essere realizzata direttamente per mezzo della fede. La Verità Ultima (paramartha), Sariputra, è un sinonimo per il reame degli esseri (sattva-dhatu). Il reame degli esseri, Sariputra, è sinonimo del Tathagata-garbha. Il Tathagata-garbha, Sariputra, è sinonimo del Dharmakaya. Questo Dharmakaya insegnato dal Tathagata, Sariputra, è per natura indivisibile dalle virtù (dharma) del Tathagata, che sono assai più numerose dei granelli di sabbia del Gange, è inseparabile nelle sue qualità dalla consapevolezza (avinirmukta-jñana-guna).
"Sariputra, proprio come la luce, il calore ed il colore di una lampada nel mondo sono indivisibili per natura, essendo qualità inseparabili, oppure così come lo splendore, il colore e la forma di un gioiello, allo stesso modo Sariputra, questo Dharmakaya insegnato dal Tathagata è per natura indivisibile dalle virtù (dharma) del Tathagata, che sono più numerose dei granelli di sabbia del Gange, nelle sue qualità inseparabili dalla consapevolezza (avinirmukta-jñana-guna).
"Sariputra, questo Dharmakaya non sorge né cessa per natura, non è delimitato dal passato né è delimitato nel futuro, perché è privo dei due estremi. Sariputra, non è delimitato dal passato perché è privo del punto in cui sorge e non è delimitato nel futuro perché è privo del suo punto di cessazione. Sariputra, questo Dharmakaya è permanente perché è immutabile per natura e perché è inesauribile per natura. Sariputra, questo Dharmakaya è inamovibile, perché è il rifugio stabile ed è identico ai confini del futuro. Sariputra, questo Dharmakaya è la pace perché è non-duale (advaya) per natura, perché è privo di concettualizzazioni (avikalpa) per natura. Sariputra, questo Dharmakaya è eterno perché è indistruttibile per natura, perché è non-costruito per natura.
"Sariputra, questo Dharmakaya è chiamato ‘Reame degli esseri’ (sattva-dhatu) quando è coperto da un mucchio di illimitate afflizioni e fa ripetutamente vagare attraverso nascite e morti nel Samsara senza inizio, colpito dalle onde dell’Oceano del Samsara. Sariputra, questo Dharmakaya è chiamato invece ‘Bodhisattva’ quando è dis-illuso dalle sofferenze del flusso del Samsara ed è liberato dal dover sperimentare gli oggetti del desiderio e quando si applica nella pratica diretta all’illuminazione attraverso le ottanta-quattromila dottrine (Dharma) che sono classificate come le Dieci Perfezioni. Sariputra, questo Dharmakaya è chiamato ‘Tathagata, Arhat, Samyak-sambuddha’ quando è divenuto libero dall’obbligo di tutte le afflizioni, è passato oltre tutte le sofferenze, ha eliminato le macchie di tutte le afflizioni sussidiarie, purificato, completamente purificato, e, dimorando nella estremamente pura realtà (dharmata) così giungendo al livello che può illuminare tutti gli esseri, ha raggiunto l'incomparabile forza eroica riguardo a tutte le cose conoscibili ed ha realizzato il potere di dominare ogni fenomeno senza alcun oscuramento e senza alcuna ostruzione per natura. Perciò, Sariputra, il reame degli esseri ed il Dharmakaya non sono diversi. Il reame degli esseri è il Dharmakaya, ed il Dharmakaya è il reame degli esseri. Il loro significato è identico, distinto solamente da nomi diversi.
"Inoltre, Sariputra, come io ho spiegato prima, il reame degli esseri ha tre qualità che sono del tutto reali, non diverse né separate dalla Talità. E quali sono queste tre qualità? La prima è che il Tathagata-garbha è intrinsecamente congiunto con qualità pure da tempi senza inizio, la seconda è che il Tathagata-garbha non è intrinsecamente congiunto con qualità impure da tempi senza inizio, e la terza è che il Tathagata-garbha è sempre una identità immutabile, nel passato, presente e futuro.
"Sariputra, dovresti sapere che il fatto che il Tathagata-garbha sia intrinsecamente congiunto con le qualità pure da tempi senza inizio significa che è veritiero e non illusorio, una pura realtà che è senza separazione ed esclusione dalla consapevolezza (jñana), una inconcepibile "entità" (dharma) che è il Dharmadhatu. È primordialmente congiunto con questa purezza per natura. Sariputra, radicato su questo puro e veritiero Dharmadhatu, io insegno la intrinseca purezza della mente, questa dottrina inconcepibile, nell'interesse di tutti gli esseri.
"Sariputra, dovresti sapere che il fatto che il Tathagata-garbha non è intrinsecamente congiunto con le qualità impure, con le afflizioni che l'avvolgono da tempi senza inizio, significa che quelle qualità impure, le afflizioni che l'avvolgono, sono primordialmente separate da, e non congiunte con esso, e saranno proprio eliminate dalla consapevolezza dell’illuminazione del Tathagata. Sariputra, radicato su questo inconcepibile Dharmadhatu, che non è congiunto con queste afflizioni che lo avvolgono, io insegno la intrinseca purezza della mente a cui sono legate le afflizioni avventizie (shakta), questa dottrina inconcepibile, nell'interesse di tutti gli esseri.
"E, ancora, Sariputra, dovresti sapere che il fatto che il Tathagata-garbha sia un'identità immutabile in tutti i tempi, passato, presente e futuro, significa che esso è la radice di tutte le qualità [salubri ed insalubri], che possiede ed è dotato di 'tutte le qualità' [Tathagata], che non è separato o diviso da tutte le qualità veritiere, pur in mezzo a qualità mondane, che sostiene tutte le qualità, e che include tutte le qualità. Radicato su questo permanente e stabile, puro ed immutabile rifugio, che è libero dal sorgere e dal cessare, il puro ed inconcepibile Dharmadhatu, io lo chiamo "stato di essere" (sat-tva). Perché è così? Ciò che io chiamo 'stato-di-essere' è solo un diverso nome per questo permanente e stabile, puro ed immutabile rifugio, che è libero dal sorgere e dal cessare, il puro ed inconcepibile Dharmadhatu. Per questa ragione, radicato su questa entità (dharma), io parlo di 'stato-di-essere'.
"Sariputra, tutte e tre queste qualità (dharma) sono veritiere, non separate né divisibili dalla realtà. I due tipi di opinioni false ed insalubri, estremamente perniciose, non sorgono in modo ultimo riguardo a queste veritiere qualità che non sono separate né divisibili dalla realtà. Perché? Ciò è grazie al fatto di percepire le cose come loro veramente sono in realtà. Sariputra, tutti i Buddha Tathagata sono totalmente liberi da queste due false opinioni - l'opinione che [falsamente] attribuisce in aumento e l'opinione che [falsamente] detrae in diminuzione – le quali opinioni sono considerate riprovevoli (garhya-sthaniya) dai Buddha Tathagata.
"Sariputra, nessun monaco, monaca, praticante laico o laica (upasaka o upasika), dovrebbero mai generare l’una o l’altra di queste opinioni, altrimenti il Buddha Tathagata non sarebbe loro insegnante (sastri). Tali persone non sono miei discepoli (sravaka). Sariputra, io dico che generando quelle due opinioni, queste persone sono ricoperte da oscurità - esse vanno dall'oscurità a una ancor più grande oscurità, così che la loro oscurità diviene sempre più grande. Costoro io li chiamo ''icchantika'. Perciò, Sariputra, tu dovresti addestrarti, dimorando nel vero Sentiero che è separato da quelle due false opinioni".
Quando il Buddha finì di esporre questo pregevole sutra, l’anziano Sariputra così come la grande assemblea di monaci, monache, upasaka, upasika, i bodhisattva-mahasattva, insieme con le divinità, naga, yaksha, gandharva, asura, garuda, kinnara, mahoraga, umani e non-umani, furono tutti grandemente gioiosi, ricevendolo con fede e venerando l'Anunatva-apurnatva sutra esposto dal Buddha.
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