Una TESTIMONIANZA un po’ caustica…

I Sei Mondi del Samsara

dal sito del Dott. Enrico Valbonesi:

"http://www.antigravity.it/maggio2007/07052007.html "

abbiamo ricevuto, e pubblichiamo questo scritto:

 

Spiritualmente parlando, l'esistenza umana è divisa in dieci mondi. I primi sei sono dipinti come segmenti di una ruota che gira senza fine; gli ultimi quattro sono considerate storie di una montagna alta.

I sei mondi appartengono al Samsara, il regno dell'Illusione, in cui la realtà è distorta da un ego che interpreta ed interviene. I quattro mondi appartengono al Nirvana, il regno della pura consapevolezza in cui, salendo per gradi, la realtà è sperimentata direttamente senza le interpretazione dell'ego. Lo scopo del Chan è ottenere la cima di questa montagna, per esempio per fare spontaneamente esperienza della vita, senza l'intervento di tutte le informazioni in entrata nel nostro cervello ai dettami e alle esplicazioni dell'ego. Poiché è molto importante capire esattamente fin dall'inizio il significato di questi due termini, Samsara e Nirvana, o Forma e Vuoto, come essi sono frequentemente chiamati, adesso noi illustreremo la distinzione fra essi. Immaginiamo una stanza, un salotto nella casa della signora Jane Doe. In questa stanza un essere umano siede su un sofà di velluto blu. Difronte al sofà ci sono due sedie di seta imbottite. Alle estremità del sofà ci sono dei tavoli su cui stanno delle lampade le quali hanno ombre larghe e increspate. Sul pavimento c'è un tappeto con medaglioni rosa crema e sulle pareti ci sono molti quadri ad olio che portano la firma di Jane Doe. Le finestre sono aperte e una forte brezza muove le tende dentro la stanza. All'esterno, il ramo di un pioppo sbatte ritmicamente contro i vetri di una finestra. Un orologio su una mensola suona le undici in punto. Questa descrizione delle cose esattamente come esse sono nella realtà del Nirvana o del Vuoto.

Ora immaginiamo la stessa stanza come è vista attraverso gli occhi della persona che siede sul sofà. Diciamo che questa persona è Louisa Doe, la nipote di Miss Jane Doe che è venuta in risposta ad un invito. Mentre la zietta è occupata in cucina, la nipote si guarda intorno nella stanza e dice fra sé e sé: "Quei dipinti sono atroci. Nessuna meraviglia che la povera donna non si fosse mai sposata. E quei paralumi. Che orrore! Ma questo sofà è costosissimo. Deve averlo pagato una fortuna. Ricordo di averlo visto un anno fa ed esso sembra sempre lo stesso. Così soffice. Signore, lei dovrebbe mettere a posto quelle sedie! I braccioli sono giustamente "grungy". Ma questo tappeto, scommetterei che è un autentico tappeto orientale. Sì, questo deve essere quello che ha comprato al Cairo. Quella brezza significa guai. Mi domando se ho lasciato aperti i finestrini dell'auto. E poi sarebbe meglio tagliare quel ramo prima che esso possa rompere un vetro. Le undici in punto! Ah, quello è il vecchio orologio di Hamilton, papà – giustamente - dice che è il suo. Spero di poter essere fuori di qui per mezzogiorno. Mi domando se pensa che lascerà questo luogo a me".

       Questa descrizione delle cose veduta attraverso l'intervento dell'ego è la distorsione della realtà, il Samsara o la Forma. Non c'è nessuna intrinseca differenza fra la Forma e il Vuoto. Semplicemente li percepiamo in modo diverso. Sia nel Samsara che nel Nirvana la stanza era la stessa. Ma nel Nirvana non c'era alcun accurato giudizio o valutazione. Non c'erano ricordi o programmi, nessun "prima e dopo", nessun "ciò che era solito essere", o "ciò che dovrebbe essere", o "ciò che sarà". Non c'era alcun pregiudiziale "io" o "me". Nel Nirvana c'è solo "è". E la percezione di ciò che "è" è diretto, spontaneo, e come accade, accompagnato da una profonda gioia e serenità. Noi parliamo di sei mondi del Samsara perché essi sono popolati da sei diversi tipi di esseri umani. Le persone sono divise in diverse categorie a seconda della maniera in cui il loro ego compie la sua distorsione della realtà. Ogni tipo di "mondo" (realtà) rappresenta uno stile di adattamento, un modello di risposta o un metodo di imitazione alle esigenze della vita. Ogni individuo, dal periodo dell'infanzia, attraverso prove ed errori determina quale stile si adatta meglio ed è più efficiente per ottenere l'attenzione e lo status che egli desidera ardentemente. I sei mondi, poi, possono essere considerati come le sei strategie base di sopravvivenza (la loro identificazione costituisce, appunto, il vecchio sistema della psicologia nella storia).

       Nel Buddhismo, impariamo a riconoscere queste sei strategie, non perché possiamo identificarle negli altri (sebbene ciò possa essere utile se le osservazioni sono oggettive, istruttive e non accusatorie) ma perché possiamo imparare a identificarle in noi stessi, ogni qualvolta che noi le usiamo per evadere le nostre responsabilità, per manovrare le altre persone nell'agire, nei nostri migliori interessi, per trarre beneficio per noi da qualsiasi vantaggio che noi cerchiamo e così via. Nella vita di ogni giorno del mondo del Samsara, ogni persona in ogni società usa una di queste strategie. Ma noi vogliamo prima descriverle come esse si trovano nella vita religiosa. Nei monasteri, templi e centri zen, i monaci e i devoti i quali sono ancora presi nella ruota samsarica si dice per scherzo che praticano il Chan dei Sei Mondi. Le sei classificazioni sono lo Zen del Fantasma Desideroso, lo Zen del Demone, lo Zen dell'Essere Umano, lo Zen del Titano, lo Zen dell'Animale, e lo Zen dell'Angelo. Ancora, questi non sono diversi stili di Chan, ma semplicemente sono stili di adattamento usato dall'ego che ha pretese religiose (Nello Zen Giapponese queste classificazioni sono chiamate, rispettivamente, Gaki, Jikoku, Ningen, Chikusho, Shura e Tenjo. Le sei classificazioni, nella "Ruota Tibetana della Vita" sono: Inferni, Preta, Animali, Uomini, Titani e Dei. Tralasciamo i primi due tipi, e andiamo subito con…

Lo Zen dell'Essere Umano- Questo è il Chan degli affari mondani. Le persone che lo praticano sono persone pratiche che eccellono nel migliorare l'esistenza mondana e terrena. Nei monasteri gli Esseri Umani sono sempre coinvolti in attività non spirituali, facendo lavori che eseguono con una esemplare efficienza. La loro strategia è semplicemente divenire indispensabili e ciò gli riesce ammirabilmente da quando, invariabilmente, essi sono coraggiosi ed esperti in tutti i lavori che spaventano gli spiriti dei maestri Chan e di altre persone spirituali. Essi sanno come sbrigare le formalità, occuparsi dei media, organizzare escursioni, regolare le folle, raccogliere le offerte, manufatti di pregio e promuovere articoli religiosi e altri souvenirs, compilare mailing list e gestire ristoranti, panifici, rifugi, ostelli ecc. Quando c’è necessità di aumentare i beni del monastero e convincere i turisti, i pellegrini e i membri della congregazione a contribuire per i miglioramenti, gli Esseri Umani non hanno pari.
Queste persone lodevoli diventano devoti buddhisti o monaci perché essi apprezzano i molti modi in cui le loro vite sono migliorate dal modo buddhista di fare le cose. Gli Esseri Umani, in genere, credono che il Chan è più un modo di vivere che una religione e, come tale, essi lo valutano per l'equilibrio che la meditazione zen produce, per la sua dieta a basso contenuto di colesterolo piena di vita, per l'ambiente libero da stress, per l'eccellenza ortopedica delle sue stuoie per dormire, per l'intelligenza, la varietà, e la decenza non fanatica dei suoi discepoli, per il comfort del suo ampio vestito fatto di fibre naturali e così via. Non trascurano le questioni spirituali. Qualche volta si preoccupano di capire con quale mantra si producono i più sani effetti sul sistema nervoso o quale canto rende i discepoli più felici. Essi possono avere vite sessuali ambiziose e possono essere a conoscenza che ci sono delle tecniche nel Buddhismo-Yoga che, quando sono eseguite con successo, possono prolungare un orgasmo per venti minuti. Questo non è altro che migliorare se stessi e così essi si precipitano a trovare un Centro Zen. Gli Esseri Umani semplicemente non comprendono che lo Zen è Buddhismo e che il Buddhismo è una religione, una religione di salvezza. Sebbene il Buddhismo può migliorare ben certe funzioni ancestrali (come l'attività sessuale), non è un club salutista o un centro sociale, una associazione, uno studio di un artista o di un artigiano, una casa di cura, un gruppo di studio, una società filantropica, una pensione o una società che ricerca il profitto.

Lo scopo del Buddhismo non è di far fronte alle esigenze del mondo, ma di trascenderlo, non di ottenere comfort materiali ma di saper fare a meno del concetto di esso, non per accrescere o per riabilitare le reputazioni, ma semmai per rinascere senza una identità terrestre nella gloriosa anonimità della Natura del Buddha. Divenire un buon raccoglitore di fondi è un pò fuori luogo.

Il Chan del Titano - Nella mitologia, i Titani erano i più crudeli antenati dei più raffinati e antichi Dèi Greci. Secondo quella tradizione, le persone che praticano lo Zen o Chan dei Titani hanno un approccio sadomasochistico e bestiale alla religione. Essi sono rigidi alla disciplina e non possono andare in nessun altra strada se non quella "presa alla lettera dal libro". Se ispirati dai martiri, crociati o sergenti istruttori, essi sono convinti che la loro dedizione al Buddhismo e al benessere del monastero supera qualsiasi altra persona. E realmente essi credono che le indicazioni per quel loro impegno siano dolore, sudore, scomodità, deprivazione, e una conformità ad un codice che farebbe arrossire il KGB. Nonostante che i Titani siano notevolmente duri lavoratori e notevoli raccoglitori, seppur controvoglia, di elogi per i loro sforzi, essi ancora trovano necessario racimolare un'ultima soddisfazione denigrando il lavoro degli altri. Sebbene essi brontolino e siano pignoli in diverse situazioni, il coro è sempre lo stesso: "Se vuoi che qualcosa sia ben fatto devi farlo da solo".

Allorché i Titani comprendono la religione, il male può essere purgato e la bontà acquisita da una varietà di dure e stravaganti prove. In aggiunta ai loro giornalieri riti di sacrificio di se stessi nella esecuzione dei lavori noiosi, essi, con tutte le dovute fanfare, si impegneranno a prolungare i digiuni, la difficoltà dei quali è fortemente diminuita, noteranno modestemente essi considerando la sbobba fatta dai cuochi di turno in cucina; o faranno solenni promesse (voti) di silenzio (una tattica che gli permette di guardare in cagnesco, scarabocchiare, fischiare o altri-menti mimare chiaramente il loro criticismo. Durante lo stretching (allungamento delle gambe), un periodo di camminata che divide pietosamente una lunga sessione di meditazione, i Titani rimarranno seduti in perfetta postura per dimostrare che essi mai abusano degli altri più di quanto essi abusino di se stessi. Nelle stanze di meditazione in Giappone, ad un monaco è assegnato il compito di tenere tutti in allerta. Egli si aggira ai lati della sala con un lungo bastone e se sorprende qualcuno a sonnecchiare, glielo batte sulle spalle. Questi colpi sono piuttosto decisi e ognuno dovrebbe decidere da solo quando necessiti di questo stimolante per tenersi sveglio, così si sottomette a questo monaco con il bastone ed è flagellato in conformità alle regole. Inutile a dirlo, i Titani vi si sottomettono ripetutamente. Assistere alle loro bastonate non porta alla tranquillità sebbene è considerevolmente più rilassante che avere uno di essi dall'altro capo del bastone.

Tradizionalmente, nel Buddhismo Cinese, dopo il completamento del seminario di preparazione, sia gli uomini che le donne novizie passano attraverso una cerimonia di ordinazione durante la quale tre o dodici coni di incenso che bruciano sono posti sulla cima delle loro teste rasate. Quando questi coni si consumano essi bruciano il cuoio capelluto lasciando cicatrici permanenti. Dopo qualche tempo i preti ordinati di recente possono decidere di ripetere questa prova dei coni che bruciano come una speciale penitenza o come offerta di qualche tipo. I Titani, chiaramente, sono fra i più entusiastici seguaci di questa pratica. Come i giocatori di football americano nei college che ottengono piccole stellette incollate nei loro elmetti per fare pubblicità ai loro atti meritori, i monaci del Titano possono avere i loro cuoi capelluti decorati con piccole cicatrici rotonde Nella provincia del Guangdong, incontrai un vecchio monaco che aveva una dozzina in più delle obbligatorie tre o dodici cicatrici. Egli rise su essi, attribuendoli all'esuberanza degli eccessi giovanili. ("Tanti come tatuaggi", disse con un certo rincrescimento). Per esempio, a degli estranei, qualcuno che non si sia dimostrato pigro, incompetente, smidollato o immorale, i Titani possono essere sorprendentemente simpatici e geniali. Ma la loro benevolenza iniziale è solo una testa di ponte da cui essi prepareranno più tardi attacchi alla rettitudine. Un martirio che fa paura non è una valida strategia per ottenere strette amicizie personali, ma riesce nell'ottenere attenzione e status.

Il Chan Animale – Questo tipo di Zen prende il nome dalla principale caratteristica degli animali domestici: la dipendenza. Una persona che sul sentiero pratica il Chan Animale ha bisogno delle stesse attenzioni delle mucche o dei canarini, che, appunto, necessitano sempre di cure e attenzioni. Allora consideriamo queste due creature e l'accordo di scambio che queste hanno con noi. Una di esse, la mucca, ci dà il latte, e il canarino canta in cambio di una gabbia, una tavola e qualsiasi altra cosa essi siano in grado di negoziare. Se smetti di dare il mangime al canarino, il canarino smetterà di mangiare. Prova a smettere di nutrire una mucca da latte e vedrai cosa ottieni. Entrambi, se lasciati liberi, non sopravviverebbero per molto tempo. Forse un tempo, allo stato selvaggio, sarebbero stati in grado di sopravvivere, ma ora è troppo tardi. Essi sono diventati troppo timidi e hanno perso l'abilità di difendersi e di agire o pensare indipendentemente. Una persona che pratica il Chan dell’Animale non può tollerare le ansietà della vita secolare (mondana). Egli semplicemente non può mantenere il suo modo di pensare nell'etica del ‘DO UT DES’, o del dare e prendere, del sesso o della politica del luogo di lavoro. Nel monastero, egli sa che riceverà almeno tre pasti al giorno, una sua stanza, cure mediche, il vantaggio di una pensione, un piccolo ma adeguato assegno mensile per un lavoro da cui non mai sarà licenziato, donazioni supplementari dai parenti buoni, una lunga vita rispettabile che gli permette di prendere per il naso tutti quelli che dicevano che egli non sarebbe mai approdato a nulla. Nelle festività mai si dovrà preoccupare di ricevere un invito in quanto c'è sempre un posto per lui alla tavola del banchetto. E, ovviamente, alla vigilia di un nuovo anno, mai si dovrà preoccupare del tempo che passa. La gente che pratica il Chan Animale può essere timida, passiva e dipendente, ma sebbene questo suggerisca una certa stupidità, potrebbe essere erroneamente interpretata come una deduzione, un calcolo. Essi non sono né stupidi né non istruibili. Quelli che sono già prima formati e addestrati entrano nel monastero e sono incoraggiati a coltivare un interesse accademico, a prendere lezioni di musica, o ad imparare un mestiere o qualche altro lavoro. D'altro canto, essi non seguono una ordinaria vita lavorativa perché essi sono socialmente deboli, socialmente non reattivi. Essi si accorgono di tutto, registrando chi fa e che cosa e quando. Tutto avviene nel loro cervello che è difensivamente programmato per minimizzare la buona condotta degli altri e per esagerare ciò che in realtà non è così buono. Tale informazione è la loro scorta armata che, nel caso in cui non dovessero mai risultare all'altezza nella esecuzione dei loro propri doveri, essi useranno in qualsiasi modo possiblile per difendere se stessi. E né essi si staccano dal veleno delle lettere scritte a mano. E piagnucolano molto.

Il Chan dell'Angelo – Questo è lo Zen dei neo-intellettuali sofisticati, i quali sono attirati dall’altezza spirituale dello Zen, dai suoi principi filosofici, dalla sua forza, dalla presentazione estetica e dalla dignità del suo sacerdozio, che essi accettano sebbene impegnati e attaccati a un tempio di stile greco. Queste sono le persone che il profeta Maometto aveva in mente quando pronunciò le parole:"Un filosofo che non ha realizzato la sua parte metafisica, è un asino che si porta appresso il peso dei libri". Kosho Uchiyama Roshi, del Tempio di Antaiji, uno dei grandi maestri Zen dell'era moderna, nota che nei monasteri Giapponesi oggi sono gli Americani che aumentano le file dello Zen dell'Angelo. Essi sembrano eccellere, dice, nel "lucidare gli scettri" delle persone di alto rango spirituale. Squisitamente superiori, essi sono chiamati "angeli" perché, mentre sono un po’ meno di Dio, essi non sono così tanto più che uomini mortali. Le persone che praticano il Chan dell'Angelo passeggiano nei giardini del Tempio dove essi frequentemente sono sorpresi, in flagrante, in atti di sublime meditazione. Tutti i giorni hanno rapporti con il cosmo, incontri che li lasciano un pò senza respiro e incinti di un poema o due. Solitamente essi arrivano allo Zen perché sono cresciuti con il grossolano materialismo e la degradazione morale delle città americane. Essi disprezzano il mondo di "plastica" e desiderano ardentemente l'elegante semplicità dell'Uomo Naturale del Chan. Ma nonostante la loro convinzione che l'uomo della città sia corrotto, essi sono molto esigenti su dove hanno preso i loro diplomi universitari e su quale orchestra sinfonica ha registrato i loro classici favoriti. E sebbene lo Zen descriva se stesso come "una speciale trasmissione aldilà delle scritture, non basata sulle parole e le lettere, una descrizione che in qualche modo suggerisce che a qualsiasi livello le opere canoniche provochino le dispute, il loro studio non incoraggia un modo di vivere "naturale". Le persone che praticano lo Zen dell'Angelo vagliano le voluminose tonnellate di scritture buddhiste solo per essere in grado di calunniarsi l'un l'altro in nome dell'erudizione esegetica. Essi poi discuteranno per ore sulle più astruse o insignificanti sciocchezze, tirando fuori capitoli e versi come tanti attaccanti di football. E inevitabilmente essi sono poi pubblicati. Ma la questione non è se essi fanno molti best-seller o semplicemente hanno una occasionale uscita in una newsletter o in altre pubblicazioni interne. La conoscenza scritta della loro erudizione per essi è la dimostrazione che la loro strategia funziona. Una persona che pratica lo Zen dell'Angelo crede che avere conoscenza di qualcosa sia la stessa cosa che essere qualcosa, come se, il conoscere la grammatica fa di uno un grammatico, o conoscere i serpenti lo fa uno studioso di serpenti, e così, ragionano: conoscere Dio fa di una persona un immortale. La loro conoscenza è così precisa ed esaustiva che si sentono giustificati nel respingere qualsiasi cosa sia oltre essa - la vera esperienza spirituale - come falsa o insufficiente.

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COMMENTO di ALIBERTH – Questa sarcastica scrittura ci è stata inviata da una persona amica, il dott. Enrico Valbonesi (www.antigravity.it), che alla domanda se essa fosse farina del suo sacco, ci ha risposto di no, che non era un suo scritto ma che, comunque, egli così la pensava. Orbene, qualsiasi cosa di questo scritto noi ora si tenti di contestare, non si farebbe che dargli ragione. Per cui ci limiteremo a  stare in silenzio, cercando di vedere se nella nostra mente vi siano ancora questi tipi di Chan mefistofelico (che dagli antichi adepti era chiamato ‘Chan della volpe’, che presumo riunisse insieme tutti i tipi di Zen citati in questo articolo). Poiché questa sconosciutissima pratica meditativa (vale a dire, quella di guardare nella propria mente, e non più in quella degli altri) è proprio ciò che distingue i veri adepti zen, dai falsi praticanti e dagli imitatori ignoranti, ma anche da tutte quelle presuntuose e superbe persone comuni che sentenziano senza veramente conoscere, noi ci impegneremo ancor più a svolgere il nostro lavoro, tollerando con pazienza che il mondo esteriore continui pure a criticare tutto ciò che non comprende, o che non è in grado di mettere in pratica – Pace e bene a tutti….JJJ