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DA KABUL
Anonimo
Caro Dario,
È una guerra senza confini, ma aggiungerei il mistero, che è proprio del rito della violenza. L'azione americana sarà necessariamente 'misteriosa', sottoposta cioè ad un misconoscimento, in quanto i "fedeli" non conoscono e nemmeno devono conoscere il ruolo che nei sacrifici è svolto dalla violenza: si rivela perciò necessario, come primo passo, "ritrovare i rapporti conflittuali che il sacrificio e la sua teologia dissimulano". Il sacrificio come "violenza di ricambio" e cioè una vera e propria operazione di transfert collettivo che si effettua a spese della vittima (divenuta l'icona duale) e che investe le tensioni interne. La vendetta costituisce una minaccia insopprimibile, è "un processo infinito, interminabile". Poiché esigono un rapporto diretto tra la colpevolezza e la punizione credo di cogliere una verità che sfugge agli americani, che cioè non comprendono la minaccia, molto reale nel mondo, della escalation della vendetta. Una società che è esposta ad un tale aumento progressivo della vendetta, si vede costretta ad adottare nei confronti di questa violenza certi atteggiamenti, e di qui il grande valore del sacrificio, che comunque non è stato nemmeno contemplato. Il rituale del mistero ha pertanto la funzione di purificare la violenza.
Su di essa vengono proiettate l'identità del male e del rimedio; ma gli occidentali non riescono a comprendere tale dualità, hanno bisogno di distinguere la buona violenza da quella cattiva, vogliono ripetere senza tregua la prima per eliminare la seconda.
Tra gli antagonisti non vi sono differenze perché vengono cancellate dalla violenza: ciascuno ricorre alle stesse tattiche, usa gli stessi metodi e mira alla distruzione del proprio avversario, contribuendo così tutti alla distruzione di quell'ordine che tutti pretendono di consolidare. Nella religione primitiva e nella tragedia opera lo stesso principio, sempre implicito ma fondamentale, che l'ordine e la pace riposano sulle differenze culturali. E chi perderà la guerra saranno i soliti... gli agnelli. Una società pubblicizzata come civile deve avere in sé la cultura della diversità e l'abbattimento delle situazioni che creano i nuovi guerrieri, che sono cresciuti nel dolore e nella polvere di cinquant'anni di guerra, inglesi, russi, pakistani. Negli occhi dei bambini di Kabul si legge tutto l'orrore possibile dovuto alle mine anti-uomo che si fabbricano in Italia ed in Francia. Hanno mani deturpate e visi scavati... se tu avessi tutto questo orrore attorno non credi che proveresti a diventare un martire? Non c'è poi molta differenza, l'unica è la pancia piena. Fai di questa mia email quello che vuoi, l'ideale sarebbe un anonimato ancor più anonimo.
Ti saluto con affetto...
[25.9.2001]
Anonimo è un corrispondente con cui ebbi uno scambio epistolare (di cui mantengo la documentazione) tra il 2001 e il 2003. Accettò di essere pubblicato ma solo in forma anonima. Queste su SuperZeko sono le uniche edizioni autorizzate; chiunque abbia pubblicato questi testi altrove, l'ha fatto senza autorizzazione.
Dario Chioli, 23/4/2013
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